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    Scheda 4

    Le categorie

    del popolo di Dio

    in una dinamica

    di comunione

    (LG 18/29)


    cf "Chiesa, che cosa dici di te stessa? perché tu sei?"

     

    I. PARTE TEOLOGICA

    Approfondimento tematico

    Il concetto di comunione (koinonia) è certamente il più adatto ad esprimere il fondamento del mistero della Chiesa, Cristo stesso «per pascere e sempre più accrescere il popolo di Dio, ha stabilito nella sua Chiesa vari ministeri, che tendono al bene di tutto il corpo» (LG 18). Tuttavia, con la categoria di comunione – immagine, forse la più eloquente, che già la Chiesa antica teneva in maggior onore – non si vuole intendere un "sentimento" confuso, indeterminato, ma una realtà organica, visibile in forma giuridica, che si esprime in quella carità che i "convocati" hanno ascoltato in forma di preghiera-promessa dal Signore stesso (cf Gv 17,21).
    Per rendere comprensibile l'idea di comunione, occorre integrarla ai concetti di Popolo di Dio e Corpo di Cristo e nello specifico – pur non essendo presente, come un concetto proprio, nella Lumen Gentium – rapportarla al "vissuto interno" alle "categorie" che sottendono ai due più ampi concetti.
    Partendo dalla base che nella comunione c'è il desiderio di ogni uomo di realizzare la propria unione con Dio e con i suoi simili, affermiamo che quest'unione, nella fede, è avviata nella realtà terrena che è la Chiesa, ma orientata al suo compimento escatologico. "Ci chiediamo però, dove è resa visibile questa comunione?".
    La Chiesa di Cristo che professiamo nel Credo è la Chiesa Universale. Nondimeno, essa – in tutto il mondo – è la comunità dei discepoli del Risorto, resa presente nell'originalità e diversità delle persone che ecclesialmente si esprimono attraverso i "carismi" e i "ministeri" che ci aiutano a definire le varie categorie del Popolo di Dio. Ebbene, questo è il "tessuto" che rende visibile, nel tempo e nel luogo reale, la Diocesi, porzione del Popolo di Dio, Chiesa particolare.
    Stabilita questa distinzione – all'interno di ogni Chiesa particolare, presenza salvifica di Cristo nel mondo –, si può guardare al popolo messianico nella molteplicità di espressioni, che «costituisce, per tutta l'umanità, il germe più forte di unità, di speranza e di salvezza» (LG 9). La sorgente di questa visione riconduce al desiderio di Cristo che ogni membro della Chiesa, per mezzo della propria partecipazione al "sacerdozio comune", chiamato alla dignità, grazia e vocazione della santità, manifesti una comunione di vita, di carità e di verità con Dio e con i fratelli, perché questo lo trasforma in «strumento della redenzione di tutti» (LG 9); "…luce del mondo e sale della terra" (cf Mt 5,13-16).
    Nella Chiesa diocesana dunque, inizia quel flusso dove, le singole parti portando i propri doni (carismi) agli altri, nella comunità, si conformano nello sforzo comune a giungere alla pienezza dell'unità (cf LG 13).
    Non si deve dimenticare però che le varie "categorie" del Popolo di Dio – che pure si esprimono in maniera originale nelle diversità di uffici, ministeri, condizione e modi di vita –, fin dalla Chiesa primitiva, hanno vissuto la loro comunione visibile, nella presenza degli Apostoli, nelle realtà dei sacramenti e nel successivo ordine gerarchico che costituisce la Chiesa come sacramento di salvezza. In tal modo, la reale compartecipazione a tale sacramento va visto in stretto vincolo con la figura essenziale, di per sé l'unica capace di manifestare questo sacramento dell'unità, che è il Vescovo; figura strettamente connessa alla presenza dell'Eucaristia come Cristo stesso ha inteso, istituendo Eucaristia ed Episcopato come realtà essenzialmente collegate.
    Diventa necessario, dunque, all'interno dell'attuale proposta diocesana, ricercare «una più solida unità, partendo dall'intuizione che la pluralità […di "categorie"] non ostacola l'unità, ma piuttosto conferisce ad essa il carattere di comunione» (Giovanni Paolo II, Insegnamenti, XII, 2, 1989). Certamente al Vescovo e al suo ministero pastorale è affidata la costruzione e la salvaguardia di questa unità, in cui la diversificazione conferisce il carattere di comunione, ma diventa urgente educare ogni categoria del Popolo di Dio alla consapevolezza che nella Chiesa, l'unità, è compito di tutti, perché tutti sono chiamati a costruirla e conservarla ogni giorno, soprattutto mediante quella carità2[3] che è vincolo della perfezione (cf Col 3,14).
    Infine, per la comprensione della koinonia cristiana, sembra opportuno aiutare il nostro popolo, a riconoscere che tale comunione è anzitutto un dono "da" Dio, frutto del mistero pasquale, in cui lo Spirito dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio (cf 1Cor 3,16; 6,19); è, infatti, lo Spirito Santo che c'introduce nella pienezza della verità (cf Gv 16,13) e ci unifica nella comunione.

    II. PARTE CATECHETICA

    Idea di fondo

    La Chiesa in Cristo è segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano. Essa è luogo di fraternità, di incontro di persone che si fanno prossime e si prendono cura l’una dell’altra. Questa comunione nella Chiesa è il riconoscimento delle responsabilità di ognuno a farsi apostolo e ad offrire in gratuità il suo servizio.

    Riferimento ai Catechismi della CEI

    - Catechismo della Chiesa Cattolica – cfr. Parte I, n°761-762-781-782, pag. 209-210 e pag. 215-216.
    - Bambini (fino a 6 anni) – cfr. “Lasciate che i bambini vengano a me”, Parte I, Cap. 5, pag. 46/53.
    - Fanciulli (6-8 anni) – cfr. “Io sono con voi”, Unità 6, pag. 92/102.
    - Fanciulli (8-10 anni) – cfr. “Venite con me”, Unità 8, pag. 142-143.
    - Ragazzi (11-12 anni) – cfr. “Sarete miei testimoni”, Unità 4, pag. 64-65.
    - Preadolescenti (12-14 anni) – cfr. “Vi ho chiamato amici”, Unità 6, pag. 185.
    - Adolescenti (15-18 anni) – cfr. “Io ho scelto voi”, Capitolo 2, Paragrafo 4, pag. 70/76.
    - Giovani (18-25 anni) – cfr. “Venite e vedrete”, Capitolo 5, Paragrafo 2, pag. 210/218.
    - Adulti (25 anni in poi) – cfr. “La Verità vi farà liberi”, Parte II, Sezione I, Cap. 11, Paragrafo 4, pag. 217/220.

    Proposte e attività a misura per ogni età

    Bambini (fino a 6 anni)
    L’educatore racconta ai bambini il passo degli Atti degli Apostoli (Atti 2,42-48) che narra la vita delle prime comunità dei cristiani. Si sottolinea come la Chiesa oggi sia erede di questo stile di vita. Al termine del racconto l’educatore illustra al gruppo quali sono i gesti che ci aiutano ad essere fratelli, su un cartellone dal titolo. “Camminiamo insieme nella Chiesa”. Poi si possono invitare i bambini a mettere in scena alcuni atteggiamenti descritti dal racconto.

    Fanciulli (6-11 anni)
    L’educatore procura tante scatolette quanti sono i ragazzi, carta da regalo, scotch, cordino per i pacchi, fiocchi … Ogni ragazzo scrive su un foglio in che modo vuole essere dono per gli altri. Inserisce il foglio nella scatola e la confeziona per farne un pacchetto regalo. Tenendo in mano il proprio regalo, i ragazzi si uniscono in cerchio. Ognuno dà il pacchetto al vicino di destra. Tutti aprono i regali e leggono i foglietti.
    Segue un momento di confronto.

    Preadolescenti (12-14 anni)
    I ragazzi vengono divisi in due o più squadre a cui vengono consegnati un pezzo di puzzle ciascuno… vince la squadra che ricompone per prima il proprio puzzle utilizzando i frammenti di ciascun membro della squadra. Al termine si apre un momento di riflessione aiutati da domande tipo: Che senso può avere ciò che abbiamo fatto? Perché il disegno che vi abbiamo consegnato era diviso? Cosa avreste fatto se fosse mancato un pezzo del disegno?

    Adolescenti (15-18 anni)
    Nel gruppo dei giovanissimi si riflette su come, in questa età particolare della vita, si possiedano molte energie rispetto ad altre “stagioni” della vita. Ci si chiede: “stai donando parte di esse a chi non ne ha?
    Sono innumerevoli le situazioni svantaggiate nella micro-società in cui vivi, magari non le hai viste finora e non hai chiesto, ma prova a farti avanti per dare conforto assistenza sostegno o semplice ascolto e tempo a chi vivendo vicino a te è come fosse in un altro mondo”. In questa ottica la Caritas diocesana potrebbe essere un valido riferimento per ampliare il proprio orizzonte di attenzione e di servizio verso quella parte di fratelli che più vive nel bisogno.

    Giovani (18-25 anni)
    In un tempo in cui la società (e spesso la famiglia) spingono nella direzione della realizzazione di sé, soprattutto professionale, il gruppo dei giovani potrebbe essere stimolato a comprendere quanto sia necessario avere il coraggio di donare una parte del proprio tempo a chi può aver bisogno di aiuto. Poveri, anziani, emarginati, malati sono moltissime e spesso silenziose le persone intorno a noi che gioirebbero ad avere qualcuno accanto. Attraverso la parrocchia o la Caritas si può prevedere qualche esperienza mirata che offra occasioni di intensa comunione soprattutto con chi è più emarginato e lontano.

    Adulti (25 anni in poi)
    Costruire la comunione non è un’impresa facile … il gruppo prova ad interrogarsi su quali siano gli ostacoli alla realizzazione di questo obiettivo cui ogni comunità dovrebbe tendere. Dalla lettura di alcuni testi potrebbe emergere il fatto che tante nostre parrocchie sono ben lontane dall’essere una vera e propria comunità… ci si chiede: perché? In che modo si può progredire su questa strada che richiede sicuramente un certo sacrificio e una sintonia che ha bisogno di un cammino difficile e lungo?

    Per chi vuole approfondire

    Proposte per i ragazzi (fino ai 14 anni)
    · E. Bianchi, Gesù il profeta che raccontava Dio agli uomini, Ed. Marietti.
    · Azione Cattolica dei ragazzi, Ora tocca a noi!, AVE.

    Proposte per i giovani (15-25 anni)
    · A. Casavecchia e F. Pantiggia, I sogni dei giovani, Effatà Editrice.
    · H. Rahner, Simboli della Chiesa, Ed. S. Paolo.
    · J. Vanier, La Comunità, Jaka Book.

    Proposte per gli adulti (dai 25 anni in poi)
    · P. Coda, Dio che dice Amore, Città Nuova.
    · J. Hamer, La Chiesa è comunione, Ed. Morcelliana.
    · Z. Bauman, Voglia di comunità, Ed. Laterza.
    · Giovanni Paolo II, enciclica: Ecclesia de Eucarestia.

    III. PARTE SULLA PREGHIERA

    Preghiamo Dio Padre, fonte di ogni paternità e dono perfetto e diciamo insieme:
    Benedici il tuo popolo, Padre
    Per la nostra Diocesi, il Vescovo, i presbiteri, i diaconi, i religiosi, perché guidati dal tuo Santo Spirito siano in Te una cosa sola, vivano nella comunione e nel reciproco servizio per poter pascere il tuo popolo.
    Per le nostre famiglie, perché diventino ciò che sono, piccola chiesa, a immagine della famiglia di Nazareth, aperte alla cura e all'accoglienza dell'altro.
    Per i giovani, dona loro di incontrare il tuo figlio Gesù, di gustare la dolcezza e la tenerezza del suo amore e di riconoscerlo quale maestro e signore della loro vita.
    Per i gruppi e i movimenti presenti in diocesi, perché collaborino tutti alla tua opera di salvezza, ciascuno secondo il proprio carisma. Rendili saldi nella fede e perfetti nel servizio, in unità coi parroci e con il Vescovo, perché possano essere testimoni del messaggio di salvezza donatoci in Cristo.
    Per tutti noi, perché liberi da individualismi e presunzioni, possiamo servire il prossimo con la stessa carità di Gesù. Rendi i nostri cuori attenti ai bisogni dei poveri, degli emarginati, dei sofferenti, di chi è senza speranza. Donaci di poter vedere nell'altro il Cristo tuo Figlio.
    Padre, concedi benigno i doni dell'unità e della pace alla tua Chiesa, te lo chiediamo per il nostro Signore....


    T e r z a
    p a g i n A


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