Attesi dal suo amore
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    Giovani e Beatitudini /6

    Coloro che hanno

    un cuore puro

    Luis A. Gallo


    Beati i puri cuore, perché vedranno Dio (Mt 5,8)

    "Dio non l'ha mai visto nessuno" (Gv 1,18; 1Gv 4,12). Questa tassativa affermazione della Bibbia vuole sottolineare una verità grande: Dio è mistero e, perciò, inafferrabile, ineffabile. Egli è sempre al di là ... Ci sovrasta in tale modo che mai nessuno può dire: "Ecco, l'ho preso, è nelle mie mani". I nostri occhi sono troppo piccoli per riuscire a vedere la sua luce, le nostri mani sono troppo deboli per afferrarlo. Eppure, come dice un bellissimo salmo, "di Te ha sete l'anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz'acqua" (Sal 63,2).
    Anche se non lo pensa, ogni uomo è assetato di Dio. Desidera ardentemente, dal più profondo del suo essere, "vedere il suo volto". S. Agostino, che aveva scandagliato attentamente il proprio cuore, diceva nella preghiera: "Ci hai fatto per Te, Signore, e il nostro cuore è irrequieto fino a che non si riposa in Te!". È proprio la visione del volto di Dio che può rendere intensamente felice il cuore umano. L'umanità è andata sempre cercandolo, molte volte "a tentoni", secondo l'espressiva frase di S. Paolo nel suo discorso all'areopago di Atene (At 17,27).
    Gesù lo sapeva bene. Ma egli, come dice Giovanni, era "l'unigenito che è nel seno del Padre", e come tale, perché conosceva il Padre, ci ha rivelato il suo volto (Gv 1,18). E ci ha detto che fin d'ora noi possiamo anticipare la felicità, piena e definitiva, che avremo un giorno: noi possiamo già ora vedere Dio! A una sola condizione, quella di avere un cuore puro.
    Nella nostra cultura, il cuore è - simbolicamente - la sede dei sentimenti. Nella cultura biblica esso è invece, se così possiamo esprimerci, il luogo della propria e irripetibile identità. Esso designa la profondità più intima di ogni essere umano, il "posto" dove si giocano le sue decisioni più personali. Perciò la Bibbia parla così spesso del cuore, perché racconta la storia dei rapporti delle persone tra di loro e con Dio.
    Dai vangeli si coglie che Gesù sapeva, per esperienza, che ci sono dei cuori pieni di impurità. Li incontrò più di una volta durante la sua attività per il regno di Dio. Da essi, come egli dichiarò nel vangelo di Marco, quando i suoi avversari accusavano i suoi discepoli di sedersi alla mensa senza essersi lavate le mani, "escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo" (Mc 7,21-23). Sono questi i cuori che fecero resistenza e perfino opposizione al grande progetto di fraternità per la vita che Gesù andava proponendo con passione. Proprio perché erano impuri erano "di pietra", come già denunciava nell'antichità il profeta Ezechiele (Ez 36,26). Essi provocarono l'indignazione e allo stesso tempo la tristezza di Gesù (Mc 3,1-6 ). Cuori come questi non possono vedere Dio, perché sono abitati dalle tenebre, mentre "Dio è Luce" (1Gv 1,5).
    Ma lo stesso Ezechiele aveva fatto una grande profezia per i tempi futuri:
    Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati;
    io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli;
    vi darò un cuore nuovo,
    metterò dentro di voi uno spirito nuovo;
    toglierò da voi il cuore di pietra
    e vi darò un cuore di carne" (Ez 36,25-26).
    È l'adempimento di questa profezia l'oggetto della sesta beatitudine proclamata da Gesù nel suo discorso della montagna. Quegli uomini e donne che, come lui, si lasciano "trapiantare" da Dio un cuore nuovo, liberato da tutti gli egoismi che lo rendono impuro, sono beati. È la felicità dell'amore, di quello vero e fecondo che fa nascere la vita attorno a sé sia pure pagando di persona. E dove si tocca l'amore, si vede Dio! (1Gv 4,12).

    PER IL LAVORO PERSONALE E DI GRUPPO

    Nel Salmo 50, attribuito dalla tradizione al re Davide dopo l'incontro con il profeta Natan che gli fece prendere coscienza del suo gravissimo peccato d'ingiustizia (2Sam 11-12), si legge questa accorata preghiera:

    Preghiera

    Crea in me, o Dio, un cuore puro,
    rinnova in me uno spirito saldo! (v. 12).
    Scendi anche tu alle profondità del tuo cuore, e vedi se è veramente puro, perché in esso abita solo l'amore. Probabilmente vi troverai alcune delle cose che Gesù elencava nel suo discorso di Mc 7,21-23 ... Esse non ti lasciano "vedere Dio". Fa' tua allora la preghiera del Salmo 50. Ripetila diverse volte, con calma, lasciando che essa sia come il respiro del tuo cuore. Ne sentirai gli effetti vivificanti!


    T e r z a
    p a g i n A


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