Attesi dal suo amore
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    Vivere Dio

    in modo nuovo

    José Antonio Pagola


    DIO È BUONO

    Non so se credi o meno, se qualche volta ti fermi a pensare a questi argomenti o se per te
    una cosa vale l'altra. Non so cosa provi dentro, ma oggi voglio dirti una cosa: Dio è buono. Infinitamente migliore, più vicino, più amico, più gioioso e più grande di quanto tu e io possiamo immaginare. Dio è Dio!
    Non avere alcun dubbio. Dio è più grande di tutti i tuoi peccati e le tue miserie. È più gioioso di tutte le tue immagini tristi e meschine della divinità. Se credessimo un poco nel Dio in cui credeva Gesù, interiormente verremmo inondati da una gioia e una fiducia mai conosciute prima. Ci renderemmo conto che non possiamo fare altro che ringraziare.
    Il nostro grande errore è pensare di non avere bisogno di Dio, credere che ci basti un po' più di benessere, di denaro, di salute, di fortuna o di sicurezza. E lottiamo per avere tutto questo, tutto tranne che Dio. A volte penso che molta gente non avverta il bisogno di Dio perché semplicemente non sa come egli è.
    Da bambino hai sentito dire che «Dio è amore». Noi cristiani lo ripetiamo spesso. Il Papa ha scritto la sua prima Enciclica, rivolta a tutta la Chiesa, ricordando proprio che la cosa per noi più importante è proprio questa: «Dio è amore». Vogliamo rifletterci un po' su insieme?
    Non si tratta del fatto che Dio «ha» amore per noi, o che «provi» amore verso di te o verso di me. No. Dio è amore. Da Dio può venire soltanto amore. Dio ti ama da sempre e per sempre. Nessuno lo obbliga ad amarti. Egli è così. Il mistero di Dio consiste nell'«amare». Il suo amore non viene mai meno nei confronti di nessuno.
    È probabile che dell'esperienza fatta da bambino della religione ti sia rimasta l'idea che, per essere accolto, amato e benedetto da Dio, tu ti debba comportare bene. Questa idea non è corretta. Dio non ti ama perché tu sei buono; ti ama perché è buono lui. Questa è una delle cose che non dovresti dimenticare mai: Dio ti ama così come sei, ti ama prima ancora che tu cambi, che tu diventi migliore.
    Se un giorno ti convincerai che Dio è amore e, soprattutto, se un giorno farai esperienza di lui soltanto come amore, cambierai dentro, vedrai tutto in maniera diversa, imparerai a credere in un altro modo.
    Ti hanno anche detto che Dio è «onnipotente». Lo diciamo molte volte. Ma non è esattamente così. Dio non può tutto. Non può fare con te qualsiasi cosa. Può solo e desidera farti del bene. Non può rifiutarti, non può odiarti, volere il tuo male, distruggerti... Dio può ciò che può l'amore.
    Da bambino ti hanno anche detto che «Dio vede ogni cosa», che è «onnisciente». In questo modo ti controlla sempre e dovunque, osserva ciò che fai e pensi, ti scruta fino nel più segreto del tuo cuore. In realtà non è proprio così. Dio ti guarda sempre e dovunque con amore e compassione. Ti riempie completamente con il suo amore. Non ti minaccia, non ti forza né ti costringe. Ti rispetta e ti ama. Sempre e dovunque fa ciò che deve fare: cioè volere per te il meglio.
    Ti hanno detto ancora che Dio è «giudice», ma non sempre ti hanno detto che non giudica affatto alla maniera dei giudici di questa terra. Dio può soltanto giudicarti con amore, cercando solo il tuo bene. I giudici, quando impartiscono la giustizia, devono attenersi alle leggi vigenti. Dio invece non è sottomesso a nessuna legge, si attiene solo al suo amore infinito per le sue creature. Non deve giustificare il suo amore dinanzi a nessuno. Egli è così: solo amore, grazia e perdono.
    Puoi credere o non credere, puoi vivere in un modo o nell'altro, puoi affrontare la tua morte come un ateo, solo, disposto a cadere nel nulla per sempre, o puoi morire confidando umilmente in questo Dio che è amore. Dipende solo da te. Dio non cambierà. Ti amerà sempre, cercherà solo il tuo bene.

    Si dimentica forse una donna
    del suo bambino,
    così da non commuoversi
    per il figlio delle sue viscere?
    Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.
    (Isaia 49,15-16)


    DIO PERDONA SEMPRE

    È difficile vivere bene con Dio e godere della fede- se non si crede veramente nel suo perdono. Non so come tu ti rapporti con Dio, ma ho incontrato diverse persone che a poco a poco si sono allontanate da lui perché non si trovavano a proprio agio in sua presenza. Nessuno le ha aiutate a credere nel suo perdono.
    Immaginiamo che Dio sia più o meno come noi: vogliamo bene a una persona quando il suo modo di essere e di comportarsi ci piace, ma, se non ci piace, la rifiutiamo. Pensiamo che anche a Dio succeda la stessa cosa. Quasi senza rendertene conto pensi che sia come te, che sappia amarci solo se rispondiamo fedelmente ai suoi desideri.
    Ma Dio non è così. Non ha un cuore piccolo come il tuo e come il mio. Dio è Dio! Non potremo mai immaginare fino a che punto egli ci comprende, ci ama e ci perdona. Il suo perdono è incondizionato e immeritato. Non devi fare nulla per ottenerlo. Solo una cosa: lasciarti perdonare.
    Verso la Pasqua dell'anno 57, Paolo di Tarso scrisse una lettera ai cristiani della città greca di Corinto. Spiegando loro come deve essere il vero amore, dice che «l'amore non tiene conto del male ricevuto» (1Cor 13,5). Se c'è qualcuno che sa amare veramente, questi è Dio: l'unico che non tiene conto del male.
    Se pensi che Dio viva prendendo nota nei minimi dettagli dei tuoi errori e peccati, se credi che sia risentito con te perché la tua vita non è come dovrebbe essere, se pensi che sia adirato perché hai commesso peccati di cui tu stesso ti vergogni, stai sbagliando completamente. Dio non è così.
    Ma allora, non ha alcuna importanza per lui se uno pecca o no? È la stessa cosa? Assolutamente no. Il peccato ti fa molto male, e tu lo sai. Ti disumanizza, ti fa chiudere in te stesso, ti allontana dalle persone che più ami, non ti fa vivere con dignità.
    Per questo Dio ti offre sempre il suo perdono. Egli non cambia. Ti ama e ti aspetta. Desidera il meglio per te. Non è Dio a dover cambiare per iniziare a guardarti con più amore e comprensione. Sei tu che devi ritornare a lui con fede.
    Che cosa fai quando la tua coscienza ti dice chiaramente che ti sei comportato male? Una facile via d'uscita è scaricare la colpa sugli altri; giustificarti in qualche modo; pensare che non ti sei poi comportato così male, che è molto difficile essere onesto in questa società. Tutto può servire per tranquillizzare la nostra coscienza.
    Ma non sempre basta. Ci sono momenti in cui ti senti in colpa e non puoi ingannare te stesso: sei stato ingiusto con una determinata persona, ti sei comportato male con i tuoi figli, hai agito da egoista, hai ingannato tuo marito o tua moglie... Non puoi continuare così. Chi meglio di te può saperlo. Che cosa puoi fare?
    La prima cosa da fare è riconoscere il tuo peccato. Chiama le cose con il loro nome. Non avere paura di riconoscerti «peccatore» dinanzi a Dio. Fallo senza angoscia e senza sterili rimorsi. Il rimorso non è cristiano: ti porta a rinchiuderti nella colpa, ti può far sprofondare, non ti dà la forza di cambiare. Altra cosa è il pentimento davanti a Dio: ti aiuta ad aprirti con fiducia al suo perdono, ti colma di pace, inizia a darti forza per cambiare a poco a poco la tua vita.
    Sono convinto che l'esperienza del perdono sia tra quelle fondamentali per crescere come persona. Chi non conosce la gioia di sapersi perdonato corre il rischio di vivere «fuggendo» da se stesso, senza andare mai nel profondo del proprio cuore, senza sapere dove trovare forza per vivere in maniera più pura e gioiosa.
    Ci saranno momenti nei quali anche tu, nel segreto di te stesso, avrai bisogno di riconoscere sinceramente il tuo peccato, di saperti compreso da Dio, di sperimentare il suo perdono e di sentirti accolto con i tuoi errori e le tue miserie. Allora ti renderai conto che è una fortuna credere in Dio e godere del suo perdono.

    Misericordioso e pietoso è il Signore
    lento all'ira e grande nell'amore...
    Non ci tratta secondo i nostri peccati

    e non ci ripaga secondo le nostre colpe...
    Come è tenero un padre verso i figli,

    così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,
    perché egli sa bene di che siamo plasmati,
    ricorda che noi siamo polvere.

    (Salmo 103)


    DIO CERCA COLORO CHE SI SONO PERDUTI

    Ci sono momenti nella vita in cui è facile sentirsi «perduti». Non ci sei passato anche tu qualche volta? Prima o poi, per ragioni che a volte ti sfuggono, puoi stare male con te stesso. Disincanto e scetticismo si impadroniscono di te. Ti vedi senza ideali, perduto e solo.
    A volte puoi anche avvertire segretamente il tuo «peccato». Non lo vuoi chiamare così. Non hai la sensazione di aver commesso errori importanti nella tua vita, non hai dato grossi scandali. Semplicemente, hai passato anni vivendo in un certo modo. Il tuo unico obiettivo era vivere bene.
    Adesso però non ti senti più così bene. Non sai che cosa fare. Non hai le forze per cambiare. Ti sembra che non ne valga la pena, per cui «tiri a campare», eviti qualsiasi problema e sfrutti al massimo tutto ciò che puoi.
    Ma c'è qualcosa che non dovresti mai dimenticare. Per quanto smarrito tu possa essere, per quanto fallito tu ti veda, per quanto in colpa tu ti senta, Dio è sempre con te. Non è mai troppo tardi, c'è sempre una via d'uscita. Quando ci sentiamo perduti, una cosa è certa: Dio ci sta cercando.
    È stata una delle grandi idee di Gesù: Dio cerca proprio coloro che si sono «perduti», come un pastore che si dimentica di tutto e si mette in cerca della pecora perduta finché non la trova. Dio è vicino a coloro che non trovano vie d'uscita nella loro vita.
    Gesù stesso si comportava così e lo diceva apertamente. Quando a Gerico si scandalizzano perché, dimenticandosi di tutti, si fa ospitare proprio in casa di un «peccatore» che sta rischiando di perdersi tra furti, abusi e lavori sporchi, Gesù spiega così il suo comportamento: «Il Figlio dell'uomo 'infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lc 19,10).
    Può sembrarti paradossale e incredibile, ma è così. Proprio quando ci vediamo poveri e perduti la nostra salvezza è più vicina, poiché Dio ci sta cercando. Quando non c'è nulla che ti possa aiutare, quando non vedi via d'uscita, quando senti che non puoi cambiare, confida in Dio. Egli ti è vicino più che mai, ti comprende e ti sostiene, sta cercando il tuo bene.
    Può anche essere che queste parole non ti dicano nulla. So molto bene quanta fatica occorre per cercare Dio. Davvero vorresti credere che le cose stiano così, ma non senti nulla di tutto questo. Vorresti poter pregare Dio, ma non ci riesci perché sei bloccato. La cosa più importante adesso non è quello che tu provi o non provi, ma come è realmente Dio. Per lui, niente è definitivamente perduto. Se si ridestasse in te un barlume di fiducia, potrebbe esserci qualcosa di nuovo nella tua vita, potresti cambiare interiormente.
    Nonostante la tua superficialità, nonostante questa sensazione di vuoto e di mediocrità, dentro di te c'è un angolo segreto in cui puoi ancora ascoltare una voce che ti invita ad avere fiducia. Puoi contare sulla vicinanza e l'aiuto di Dio. Non ti chiede nulla, soltanto di aprirti a lui con fiducia.
    Certamente penserai che sono ormai diversi anni che vivi fuggendo da Dio, evitando anche tutto quello che te lo potrebbe ricordare. È facile che, in realtà, non sia questo quello che ti sta succedendo. Tu non stai fuggendo da Dio, stai fuggendo da te stesso e dal tuo stesso vuoto. Non vuoi incontrarti con la tua propria verità. La tua vita non ti piace.
    Nel profondo, tu stesso sai che soltanto cambiando troverai quella pace, quella serenità e quella gioia che adesso ti mancano. Abbi il coraggio di farti questa domanda: «Che cosa deve cambiare in me per sentirmi di nuovo vivo dentro?».
    Vedresti tutto in maniera diversa se ti liberassi da questa «paura» che blocca la tua fede e ti allontana tanto da Dio. Sentiresti dentro di te un gran cambiamento se ti convincessi che Dio è il tuo migliore amico. Dimentica i tuoi schemi e i tuoi pregiudizi nei confronti della religione. Dimentica tutto ciò che ti possono aver detto. Ascolta solo Gesù, fidati di lui. Avvicinati a Dio con umiltà. Provaci! Apri il tuo cuore, sentirai un senso di pace. Se senti Dio vicino, anche solo per un momento, la tua vita cambierà.

    Invece di stare sempre male con te stesso
    accetta il tuo fallimento e di' a Dio:
    «Nonostante tutto quello che dico, valgo ben poco.

    Aiutami nella mia debolezza».
    Questo non è sentirsi fallito,
    è vera umiltà.
    (Evelyn Underhill, scrittrice inglese (1875-1941)


    DIO È UMILE

    Durante questi anni ho incontrato persone che si sono allontanate da Dio perché non sopportavano più di sentir dire continuamente che egli è «onnipotente». Dinanzi a questo Dio non si sentivano a loro agio, non potevano vivere in pace con lui, per cui hanno preferito dimenticarlo.
    Forse anche tu provi qualcosa di simile. Non hai il coraggio di dirlo apertamente, ma nel profondo vedi Dio come un essere «prepotente», che ci controlla e minaccia tutti. Non puoi fuggire da lui, sei nelle sue mani, anche se non lo vuoi. Come ci si può sentire a proprio agio con un Dio così?
    Questo può essere uno dei nostri più gravi errori. Il potere di Dio non è come a volte lo immaginiamo. In realtà, Dio non è «onnipotente», non può fare qualsiasi cosa. Dio non può esercitare il suo potere su di noi in maniera arbitraria, non può manipolare, umiliare, prendersi gioco di qualcuno. Dio non può farti del male né volere il tuo male. Dio è amore e può soltanto ciò che può l'amore.
    Fai bene attenzione. Per aggredire, per distruggere o fare del male non c'è bisogno di un gran potere, chiunque può fare il male. Invece, per accogliere, per perdonare, per rispettare e amare, per fare sempre il bene, bisogna essere grandi, e Dio è così.
    Per questo, anche se a volte ci costa fatica crederlo, Dio si manifesta in ciò che è piccolo, fragile, umile. Dio è grande e non ha bisogno di difendersi dagli esseri umani, è forte e non ha bisogno di esibire la sua forza, è amore e non ha bisogno di controllare, dominare o schiacciare qualcuno.
    È necessario ricordarlo perché tra i cristiani l'onnipotenza di Dio è stata sempre male interpretata e il suo potere erroneamente esaltato, facendolo diventare un «potente» arrogante, fomentando in questo modo l'intolleranza, la repressione morale, la paura di Dio e il «terrore religioso».
    Se, in qualche misura, vedi Dio come un «tiranno» dinanzi al quale non puoi fare altro che ribellarti, voglio dirti che questo Dio non esiste, ti stai ribellando contro un «fantasma», stai soffrendo inutilmente.
    Il giorno in cui vedrai Dio come un amico umile, vicino e rispettoso, tutto cambierà. Non riesco a spiegartelo a parole, ma Dio è una «presenza» amica, vicina, che ti fa vivere e amare la vita in maniera diversa. Dio non ti preclude alcun cammino né ostacola il tuo desiderio di essere pienamente felice. Non sta nel tuo cuore per costringerti o forzarti. È il tuo migliore Amico. In lui potrai trovare la luce più chiara e la forza più vigorosa per affrontare le asprezze della vita e il mistero della morte.
    Dio non sgrida, non costringe, né si impone con la forza. Ti rispetta sempre, qualunque cosa tu faccia. Egli ti ha donato la vita, è tua, sei tu quello che deve decidere come e per che cosa vivere. Egli desidera soltanto che tu viva bene.
    Alcune volte può sembrati che Dio sia eccessivamente «invisibile». Non lo percepisci, non lo puoi toccare, non senti la sua voce. Pensi che vicino a te non ci sia nessuno. Ma Dio è discreto e rispetta fino in fondo le tue scelte. La sua presenza è così umile, vicina e intima da passare inosservata. È così unito a te che, se non vai nel più profondo del tuo cuore, puoi avere l'impressione di essere solo.
    Come si può incontrare questo Dio? Non lo so. Credo però che occorra cercarlo con umiltà, senza complicazioni, con un cuore puro e con un atteggiamento di fiducia. Tutti possono dire cose giuste, ma soltanto tu sai ciò che ti fa bene e ti avvicina veramente a questo mistero che chiamiamo Dio.
    Non dobbiamo dimenticare la gioia di Gesù nel constatare che chi meglio capiva la sua esperienza di Dio era la gente più umile e sincera. Una volta ha reso grazie a Dio con queste parole: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25).

    Signore, mio Dio
    così grande e così vicino,
    dammi un cuore vivo e occhi nuovi per scoprirti
    e per accoglierti quando vieni a me.

    (Francesco di Sales, vescovo di Ginevra (1567-1622)


    A DIO INTERESSA CHE TU VIVA BENE

    Sicuramente sei convinto che, se Dio esiste, deve essere buono. Ma è così lontano e così grande che con tutta probabilità non si preoccupa affatto della tua vita concreta. Cosa potrà mai importare a Dio che in questo fine settimana tu sia felice? Si può mai dare pensiero del fatto che questo tuo progetto di lavoro, nel quale hai investito tante ore, abbia successo?
    Da bambino ti sei fatto l'idea che in tutto ciò che riguarda la religione ci siano due livelli di interessi. Da una parte c'è quello che interessa a Dio e, dall'altra, quello che interessa veramente a noi – uomini e donne – che, giorno dopo giorno, ci diamo da fare per vivere nel miglior modo possibile.
    A Dio interessa la sua «gloria», cioè che le persone credano in lui, lo lodino e compiano la sua volontà divina. Questo è ciò che Dio vuole e cerca: che la gente preghi, gli renda culto e pratichi la religione. In questo modo Dio si sente «a proprio agio» ricevendo dalle sue creature onore e gloria.
    Dall'altra c'è quello che interessa realmente a noi: avere un lavoro, condividere una vita felice con il marito o la moglie, il futuro dei figli, vivere bene, divertirsi, essere sereni e in pace con gli altri. Questa è la sfera dei nostri interessi, in cui ci affanniamo per vivere nel miglior modo possibile.
    Probabilmente anche tu, come tanti altri, la pensi così. A Dio interessa «il suo» e cerca di far sì che l'umanità sia al suo servizio. Impone i suoi dieci comandamenti – ne avrebbe potuto imporre altri o nessuno – e sta attento a come gli uomini gli rispondono. Se gli obbediscono, li premia; in caso contrario, li castiga. Essendo Dio e Signore supremo del mondo, concede anche dei favori, a volte gratuitamente a chi lui vuole, altre volte in cambio di qualcosa, ma sempre per la sua gloria personale.
    Gli uomini e le donne, da parte loro, cercano i propri interessi e tentano di portare Dio dalla loro parte. La religione non serve a questo? Le persone religiose, infatti, chiedono aiuto a Dio affinché le loro cose riescano bene, gli rendono grazie per i favori da lui ricevuti; fanno di tutto per mantenerlo contento; gli offrono persino dei sacrifici e fanno promesse per far sì che si occupi dei loro affari.
    Così ragionano, in buona fede, molti credenti. Ma, questo modo di intendere e vivere la religione non corrisponde al vero. Dio è amore e solo amore. L'unica cosa che Dio ha a cuore siamo noi. Ci ha creati soltanto per amore e desidera il nostro bene. Non bisogna forzarlo né convincerlo di nulla. Da lui sgorga soltanto amore gratuito. Si preoccupa della tua vita, del tuo lavoro, della tua libertà, della tua salute, della tua famiglia. Dio cerca e vuole una vita dignitosa, felice e serena per tutti e per ciascuno.
    È questa forse la novità più importante che Gesù introduce nella società del suo tempo. Tienilo bene a mente. Secondo Gesù, quello che conta per Dio non è la religione, ma la vita delle persone. Per questo motivo Gesù è arrivato a scontrarsi con i sommi sacerdoti del Tempio.
    Per i sacerdoti di Gerusalemme e i dottori della legge, la cosa più importante era rendere gloria a Dio adempiendo i precetti della legge, osservando il sabato e assicurando il culto del Tempio. Per Gesù, invece, la cosa più importante sono le persone. Per questo si dedica totalmente a guarire gli ammalati, ad alleviare le sofferenze, ad accogliere i lebbrosi e gli emarginati, a difendere le donne, a ridare dignità alle prostitute, a benedire e abbracciare i più piccoli. Sapeva che, per Dio, non c'è niente di più importante delle persone.
    Se scoprirai a poco a poco come è Dio, la tua vita non sarà più la stessa. Sentirai che Dio non ti ama cercando il proprio interesse, ma che pensa solo al tuo bene, anche quando ti chiama a vivere una vita morale dignitosa. Non pensare in maniera sbagliata, non pensare che Dio voglia darti fastidio, vuole solo che tu viva ciò che è bene per te e non ciò che può farti del male. Dio è così.

    Senza di te che cosa non sarei?
    Destinato a paure e smarrimenti,
    mi sentirei solo nel vasto mondo.
    Non amerei più nulla con certezza,
    sarebbe un cupo baratro il futuro;
    se nel profondo il cuore si turbasse,
    a chi potrei svelare la mia pena?

    (Novalis, poeta tedesco (1772-1801)


    DIO SOFFRE CON NOI

    Quasi certamente hai fatto l'abitudine all'immagine di Gesù crocifisso. Sin da bambino hai visto la croce ovunque: a casa tua, a scuola, in chiesa e persino sulle cime delle montagne. Forse non ti dice nulla, anzi pensi che ai nostri giorni sia un simbolo infelice. Per molti addirittura può essere di cattivo gusto. Chi può sentirsi attratto dal corpo torturato di uno messo a morte su un patibolo?
    Tuttavia, per i cristiani la croce è il simbolo più eloquente del mistero di Dio. Hai mai pensato che un «Dio crocifisso» possa costituire una vera e propria rivoluzione? Non troverai nulla di simile in nessun'altra religione.
    Un «Dio crocifisso» ci costringe a mettere in questione tutte le immagini che ci facciamo di Dio. Prova a pensare: cosa ci fa Dio su una croce? La crocifissione rompe tutti i nostri schemi. Non era mai successo di immaginare Dio così.
    Il crocifisso non ha i tratti che noi attribuiamo alla divinità. Dove stanno il potere, la forza, la sapienza o la grandezza di Dio? Dove stanno la sua bellezza o maestà? Come può Dio soffrire in questo modo? Come può morire così impotente come se si trattasse dell'essere più disgraziato?
    Guardando la croce, o la nostra fede in Dio si perde del tutto o iniziamo a credere in lui in maniera diversa. Dinanzi al crocifisso, o volgiamo lo sguardo terrorizzati altrove o ci apriamo al mistero incredibile di un Dio che ci ama in modo impensato.
    Tu e io possiamo continuare a confrontare le nostre idee o esperienze su Dio, possiamo costruire teorie meravigliose o ripetere i luoghi comuni e le cose scontate di sempre. Ma se ci soffermiamo con fede dinanzi al crocifisso, crolla tutto, perché iniziamo a scoprire stupiti che Dio «soffre con noi».
    Dio non è lontano né distante, è con noi, con te e con me. La nostra miseria lo riguarda, la nostra sofferenza lo «tocca». Dio non può amarci senza soffrire con noi e per noi. In questo consiste propriamente la grandezza del suo amore.
    Questo «Dio crocifisso» non può essere «compreso» con le nostre categorie religiose. È uno scandalo e una necessità. Dinanzi a un «Dio crocifisso» non è più possibile continuare a credere in maniera ingenua ed egoista in un Dio qualsiasi, al servizio dei nostri interessi. Come possiamo avvicinarci a un Dio così cercando i suoi favori per vivere bene ogni giorno, dimenticandoci dei problemi e delle sofferenze degli altri?
    Incominciamo a «comprendere» questo «Dio crocifisso» se impariamo ad amare da vicino le persone che soffrono, e quando scopriamo con la nostra esperienza che il vero amore fa soffrire. Anche tu lo hai potuto constatare. Non puoi amare veramente una persona cara senza soffrire quando la vedi provare dolore. È ciò che succede a Dio. Non può amarci senza patire con i nostri dolori. Così è per i cristiani il Dio incarnato in Gesù.
    Sicuramente anche tu, vedendo una disgrazia distruggere la vita di persone innocenti, ti sarai fatto la domanda che ci facciamo tutti: dov'è Dio? L'unica risposta della fede cristiana è questa: Dio è in ogni persona che soffre. Dio non solo ha sofferto per noi su una croce duemila anni fa, ma soffre ogni giorno con le nostre sofferenze.
    L'episodio è particolarmente noto. Un bambino ebreo si dimena tra i rantoli di morte, appeso a una forca in uno spiazzo del campo di sterminio di Auschwitz. Subito si leva il grido disperato di un prigioniero: «Dov'è Dio?». Un compagno di prigionia gli risponde sussurrando: «Qui, su questa forca». Questa è la fede di coloro che credono in un Dio crocifisso.
    La presenza di Dio nella nostra sofferenza non è qualcosa di inutile e sterile. Certo, non interviene per annientare i carnefici o cambiare le leggi della natura. Però è qui, non abbandona mai i suoi figli. Un giorno scopriremo che, in modo silenzioso ma efficace, sta conducendo la storia dolorosa delle sue creature verso la Vita definitiva.

    Le mie candele si sono consumate
    ai piedi del crocifisso.

    Per strada c'era un povero
    con le scarpe tutte rotte.

    E io tornai per pregare il Cristo di legno.
    Non seppi pregare, o Signore,
    il tuo Amore, in carne e ossa!

    (Caryll Houselander, scrittrice inglese (1901-1954)


    DIO È LA «TRINITÀ»?

    Da bambino ti hanno detto che Dio è la «Santissima Trinità». Tu lo hai accettato, ma ti è
    sempre sembrato qualcosa di veramente strano: che cosa vuol dire che Dio è tre persone e un solo Dio? Perché parlare di Dio con questo linguaggio così enigmatico?
    Ti hanno insegnato anche a «segnarti con il segno della croce» nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ci hai messo un bel po' a imparare a farti il segno della croce, portando la tua mano dalla fronte al petto e dalla spalla sinistra a quella destra.
    Ti dicevano che, tracciando questa croce sulla tua fronte, sulla tua bocca e sul tuo petto, ti dovevi impegnare a vivere tutti i pensieri della tua mente, tutte le parole pronunciate dalla tua bocca e tutti i desideri del tuo cuore come un figlio amato da un Dio Padre, seguendo fedelmente Gesù, suo Figlio, guidato dallo Spirito.
    Forse un gesto bello e sublime per coloro che lo compiono per la prima volta, ma troppo astruso per te. Lo hai ripetuto migliaia di volte in maniera astratta e abitudinaria. Non ti ha mai detto granché. Tanto per incominciare, che cosa significa credere in un Dio che è Padre, è Figlio ed è Spirito Santo? Perché i cristiani dicono queste cose?
    La miglior cosa da fare è approfondire un po' quanto Gesù ci ha insegnato. Tu sai che egli chiama sempre Dio «Padre». Non usa mai un altro termine. Per lui, Dio non è il «Santo» di cui tutti parlano, ma il Padre misericordioso. Non abita nel Tempio, pronto ad accogliere soltanto chi ha il cuore puro e le mani innocenti. Gesù vive Dio come un Padre che dà la vita per tutte le sue creature, senza escludere nessuno dal suo amore compassionevole. Gesù gioisce perché ogni giorno Dio fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi.
    Gesù si sente «Figlio» prediletto di questo Dio. La sua vita è caratterizzata da due aspetti: fiducia totale in Dio che è Padre e disponibilità incondizionata ad accettare la sua volontà. Gesù è il Figlio che accoglie l'immenso amore del Padre per tutta l'umanità e vive dedicandosi completamente a realizzare il grande progetto che ha nel suo cuore: un mondo più giusto, umano e felice per tutti. Niente lo potrà impedire: né l'ingiustizia degli uomini né la durezza della morte.
    Gesù vive pieno di Dio e guidato dal suo «Spirito Santo». Per questo annuncia a tutti che Dio è amore, soprattutto a coloro che meno se lo aspettano: i peccatori e gli emarginati. Lo Spirito conduce Gesù verso coloro che soffrono. È normale, poiché vede impressi nel cuore del Padre suo i nomi di quelli più soli e sfortunati. Coloro che per noi sono un niente, costoro sono i prediletti di Dio. Per questo Gesù, che vive mosso dal suo amore, si avvicina a loro, perché non c'è nessuno che ne asciughi le lacrime.
    Il modo migliore di credere nel Dio trinitario non è cercare di comprendere le spiegazioni dei teologi. Inizierai a credere nella Trinità se seguirai i passi di Gesù, che è vissuto come Figlio prediletto di un Dio Padre, e che, mosso dal suo Spirito Santo, si è completamente dedicato a costruire un mondo più giusto e più umano.
    Inizierai a «comprendere» che Dio non è Qualcosa di freddo e impersonale, un essere triste, solitario e narcisista. Non è un Dio chiuso in se stesso. Nel suo mistero più profondo Dio è Amore, vita condivisa, comunione di persone.
    Quasi senza rendertene conto, inizierai a cogliere il mistero di Dio in questo Padre che ti dona la vita continuamente. Puoi vivere con fiducia e senza timore. Non sarai mai rifiutato. Non sarai mai solo né dimenticato. Dio è tuo Padre. Non sarai mai un estraneo per lui, ma un figlio immensamente amato.
    Nello stesso tempo, però, inizierai a cogliere anche il mistero di Dio incarnato in Gesù, il Figlio di Dio. In nessun altro troverai come in lui la vicinanza di Dio. Gesù è il Figlio di Dio, ma al tempo stesso è anche tuo amico e fratello. Seguendo i suoi passi, imparerai a vivere con piena fiducia in Dio.
    Da ultimo, a partire da Gesù, probabilmente sperimenterai che il mistero di Dio è dentro di te, che alimenta la tua vita e ti attrae verso il bene. Questo Spirito che abita in te ti invita a vivere come Gesù, il quale visse la sua vita facendo del bene.

    Padre di infinita tenerezza,
    prendimi con le tue due mani:
    il tuo Figlio e il tuo Spirito Santo.
    Il tuo Figlio mi unisca strettamente a te...
    Il tuo Spirito Santo mi modelli

    a immagine di Gesù Cristo...
    Padre Santo, prendimi con le tue due mani
    e posa sulla mia fronte un bacio.

    (Henri Caffarel, sacerdote francese (1903-1996)


    VIVERE IN MODO NUOVO

    Lo avrai sentito dire più di una volta. Autorevoli esperti di scienze umane assicurano che, di solito, la maggior parte delle persone vive solo un dieci per cento, o forse meno, di quello che potrebbe vivere e godere.
    Riusciamo a vedere solo una piccola parte della bellezza che ci circonda. Ascoltiamo unicamente alcuni frammenti della musica, della poesia e della vita che risuona intorno a noi. Restiamo aperti soltanto a un campo molto limitato di emozioni, sentimenti e pensieri. Il nostro cuore conosce solo una parte delle esperienze possibili di tenerezza e di amore.
    Sono convinto che sia così. Molte persone moriranno senza aver vissuto realmente con una certa intensità. Qualcosa di simile succede a non pochi credenti. Moriranno senza aver conosciuto per esperienza personale quello che avrebbe potuto essere per loro una vita animata dalla fede.
    I primi discepoli di Gesù e i cristiani delle prime comunità avevano scoperto un modo nuovo di vivere. Non sapevano come spiegarlo. Dicevano che avevano ricevuto lo «Spirito Santo».
    Per loro, questo «Spirito Santo» era un dono che ricevevano da Dio quando prendevano la decisione di seguire Gesù. Questa forza che sentivano nel loro intimo, questo impulso che li animava da dentro,questa vita che riempiva il loro cuore, poteva venire soltanto da Dio. Ancora oggi, quando noi cristiani recitiamo il Credo, diciamo così: «Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita».
    Io non riesco a spiegarti in che cosa consista questa esperienza. Quando studio Gesù vedo che egli è pieno di una vita che mi sfugge. Egli vive totalmente animato e mosso dallo Spirito di Dio, io no. Ci sono cose però che tutti possiamo intuire e persino sperimentare se ci avviciniamo a lui.
    Lo Spirito di Dio insegna a non sciupare la vita in nessun modo, a non prendere con superficialità le cose essenziali, a non vivere i giorni in maniera inconsapevole. Porre lo Spirito Santo al centro della nostra esistenza significa assaporare la vita in un modo più intenso e profondo.
    Lo Spirito di Dio ci riempie di gioia, di luce e di chiarezza, ci fa conoscere una fiducia nuova dinanzi alla vita, ci cambia dentro. Vivere animati dallo Spirito ci libera dal vuoto e dalla solitudine interiori.
    Lo Spirito di Dio ci insegna a essere attenti alle cose buone e semplici, e soprattutto a coloro che soffrono. Diventiamo più generosi perché cresce in noi la capacità di amare e di essere amati.
    Lo Spirito di Dio ci aiuta a «rinascere» ogni giorno e ci permette di iniziare ogni mattino senza farci sopraffare dal logorio, dagli errori e dalla fatica del vivere quotidiano. Non sappiamo come succede, ma dentro di noi c'è una forza che ci sostiene.
    Lo Spirito di Dio ci fa comunicare con Dio in maniera più sincera e fiduciosa. Ci insegna a pregare. I nostri dubbi, interrogativi e resistenze si dissolvono, non perché abbiamo trovato nuovi argomenti e ragioni per credere, ma semplicemente perché il nostro cuore è cambiato, sentiamo Dio in maniera diversa.
    Se vivi qualcosa di simile, ti renderai conto in seguito che si tratta di un dono. Non lo ottieni per il tuo sforzo e lavoro personale. L'unica cosa che devi fare è aprire il tuo cuore, essere attento a ciò che succede dentro di te, accogliere Dio con gioia e lasciare che egli lavori su di te.
    Io non so esattamente come si ridesta la fede in una persona che è vissuta molti anni lontana da Dio. So solo una cosa. Quando qualcuno, dal profondo del suo essere, dice: «Vieni, Spirito Santo di Dio, rinnova il mio cuore», in questa persona inizia una nuova fede. Se persevererà in questo atteggiamento interiore, la sua vita cambierà.

    Vieni, Santo Spirito,
    manda a noi dal cielo

    un raggio della tua luce...
    Consolatore perfetto,
    ospite dolce dell'anima,
    dolcissimo sollievo.
    Nella fatica, riposo...
    nel pianto, conforto...
    Senza la tua forza,
    nulla è nell'uomo.

    (Inno della liturgia romana)

    (da: Perché credere? Dialogo con i cercatori di Dio, Paoline 2010, pp. 119-142)


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