Saper invecchiare
Carlo Molari
Mentre in altri secoli i giovani fino ai venticinque anni costituivano la stragrande maggioranza della popolazione e i sessantenni una esigua minoranza, oggi presso di noi la popolazione adulta e vecchia sta diventando sempre più numerosa.
Le ragioni di questo fatto sono molto chiare: diminuiscono le nascite e si allunga contemporaneamente la vita media grazie al progresso della medicina e dell'igiene.
Il fatto è aggravato da un fenomeno collaterale: i vecchi perdono nella nostra società quel peso sociale che avevano in altri secoli.
Nelle società industrializzate, e molto più in quelle computerizzate, il ruolo più rilevante spetterà sempre di più ai giovani.
Tutto ciò cambia lo stile di vita, modifica l'impostazione dei rapporti fra generazioni, impone particolari atteggiamenti operativi.
Il fatto è nuovo e per la prima volta si realizza in forme così rilevanti nella storia umana. Occorre imparare a vivere secondo modalità mai sperimentate fino ad ora e in situazioni mai ancora verificate integralmente.
La prima urgenza è quella di imparare a invecchiare. Non vi sono ancora nella nostra cultura abitudini acquisite in proposito.
Per imparare a invecchiare occorre prima di tutto abbandonare la presunzione di poter fare sempre nella vita ciò che in un periodo o in un particolare momento ci è stato concesso. La vita non chiede sempre le medesime prestazioni. Che direste di un atleta che presumesse di poter raggiungere sempre i risultati atletici realizzati in una gara? L'atleta sa che un giorno della sua vita resterà come un vertice non più raggiungibile e superabile se non da altri atleti. In ogni campo vitale vi sono punte massime di realizzazione secondo l'ambiente, le circostanze, le persone, l'età.
Oggi non ci è chiesto, amici, di fare ciò che abbiamo fatto ieri. È un giorno nuovo e la vita oggi ci riserva domande inedite. A queste dobbiamo rispondere. Il mio augurio è che tutti sappiamo farlo senza nostalgie di traguardi passati e senza presunzioni di desideri abnormi. Ciò che oggi possiamo fare è ciò che vale per noi e per gli altri. Il resto non ci appartiene.
Accettare questa legge della vita è la prima condizione per invecchiare serenamente.