I segni dei tempi
Carlo Molari
In questi ultimi decenni è stata usata, anche In settori laici, una formula che ha avuto una larga diffusione nell'ambito ecclesiale dopo il Concilio Vaticano II: i segni dei tempi.
Ne vorrei parlare per completare` le riflessioni di questi giorni sulla formazione della coscienza.
Disse Gesù un giorno: « Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: viene la pioggia e così accade. E quando soffia lo scirocco dite: ci sarà caldo e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? » (Lc 12, 54-57).
Gesù intendeva sottolineare la necessità di avere criteri interiori di valutazione morale, e di non dipendere solamente dalla tradizione o dal passato.
I segni dei tempi sono appunto le indicazioni che sorgono dalla storia per le nostre decisioni.
Cercare i segni dei tempi non significa andare alla ricerca di eventi miracolosi ma individuare nei fatti che accadono richieste di umanità, valori che si impongono, urgenze che sollecitano invenzioni, tensioni profonde di vita. È necessaria una particolare lucidità interiore per leggere i segni dei tempi. Non si devono confondere le mode passeggere con indicazioni di vita, le proposte dell'egoismo collettivo o di gruppo con urgenze di crescita umana, i camuffamenti del male con le richieste della giustizia.
Ma soprattutto ci vogliono uomini e gruppi che saggino sulla propria pelle il valore di intuizioni profetiche, i suggerimenti a volte informi degli eventi. La luce non basta per conoscere il cammino; sono necessari uomini coraggiosi che lo vadano tracciando a fatica lungo la storia.
L'impegno di tutti deve essere quello di puntare gli occhi là dove questi uomini, o questi gruppi, forse nella solitudine e nell'emarginazione, stanno delineando modelli nuovi di convivenza, di solidarietà, di giustizia sociale, di dialogo tra culture diverse.
L'umanità non può presumere di sapere già completamente quello che serve alla sua salvezza. Ci sono indicazioni che emergono con chiarezza solo per chi sa guardare senza pregiudizi culturali o esclusione di persone.
Guardiamoci attorno, oggi, amici, ed esercitiamoci in questo sguardo attento alle persone e alle cose per non lasciare cadere nessuno dei molti insegnamenti che la natura e la storia continuano a elargirci.