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    Difficoltà del perdono

    Carlo Molari

     

    Ieri ho fatto alcune affermazioni sul perdono che abitualmente suscitano difficoltà.
    Oggi vorrei esaminarne alcune.
    Spesso si dice che perdonare sia un atto di debolezza e di viltà.
    In realtà perdonare è molto più impegnativo, difficile e coraggioso che reagire istintivamente alle offese ricevute. Richiede molta più forza interiore.
    Per questo solo pochi riescono a perdonare veramente e sempre.
    Altri osservano che la dignità personale è un bene supremo da difendere contro ogni accusa e da proteggere diligentemente contro ogni sopruso.
    A parte gli equivoci numerosi che soggiacciono al senso della propria dignità, che spesso viene confusa con il diritto di imporsi agli altri, con i giudizi di superiorità nei loro confronti, di fatto il perdono non solo non contrasta con la dignità di una persona, ma ne è la garanzia più sicura.
    Altri sono disposti a perdonare solo quando chi ha sbagliato si pente e chiede perdono. Chi si pente non ha più bisogno di essere perdonato. È già stato salvato dal suo male. Il rapporto che si stabilisce con chi si pente è di solidarietà per aiutarlo a compiere il cammino che ha intrapreso.
    Anche il castigo può far ravvedere chi ha sbagliato solo se è accompagnato da un'offerta di vita, da un atteggiamento di amore e di misericordia.
    Un'altra difficoltà che spesso viene sollevata riguarda il perdono per conto di altri. In realtà ciascuno perdona sempre per conto proprio, per quel tanto cioè per cui è coinvolto nell'evento accaduto. Una madre che perdona l'offensore di suo figlio non perdona per conto del figlio ma in quanto madre di colui che è stato offeso, e così gli amici o i successori di chi ha subito violenza, perdonano in quanto anch'essi ne sono stati vittime.
    Quando perciò un omicida non viene perdonato dai parenti dell'ucciso non può essere addotta la scusa che chi è morto non può perdonare. Noi non siamo chiamati a perdonare per chi è morto, ma per noi che siamo vivi e che possiamo offrire energia vitale a chi, accanto a noi, partecipa della stessa nostra avventura e ha bisogno di essere aiutato per uscire dal suo male.
    È difficile certo perdonare, soprattutto quando l'offesa ha toccato gli affetti più profondi e le fibre più intime di una persona. Ma proprio perché il male è grande è necessario che un grande bene venga messo in moto. Il perdono risiede a quei livelli profondi dove si sviluppa la vita che vale realmente.
    Proviamoci anche noi, oggi, e forse scopriremo una gioia nuova.


    T e r z a
    p a g i n A


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