Criteri per la coscienza
Carlo Molari
Ho concluso l'articolo precedente affermando che è urgente educare la propria coscienza. Essa infatti può essere valido criterio di azione solo se è ben formata e rettamente istruita.
Spesso invece ci illudiamo di operare bene solo perché agiamo con coscienza tranquilla. Il pittore francese Guglielmo Chevalier (detto Gavarni, 1804-1866) diceva che avrebbe fatto un ottimo affare a comprare le coscienze per quel che valgono e a rivenderle per quel che credono di valere. Succede spesso che noi sopravvalutiamo i nostri giudizi morali e riteniamo che le nostre azioni siano buone solo perché siamo convinti che siano tali.
Non si dice del resto che la coscienza è la voce dl Dio in noi? Come può la voce di Dio essere errata?
In realtà, la coscienza può essere chiamata voce di Dio solo se riflette con fedeltà le leggi della natura, se è in armonia con la creazione, se rispetta le esigenze della crescita personale. Altrimenti esprime le abitudini acquisite, i giudizi dell'ambiente, le convinzioni che favoriscono gli interessi personali.
Non dobbiamo pensare che le reazioni interiori possano essere immesse in noi da Dio senza la mediazione delle esperienze o della storia. Non possiamo ascoltare la parola di Dio se non nei suoi echi creati, nei riflessi cioè degli uomini che vivono con fedeltà.
I fattori principali per la formazione della coscienza sono: la tradizione o la legge, il presente o il dialogo, la riflessione o la preghiera.
Nessuna generazione comincia da capo la sua avventura. Ma usufruisce delle acquisizioni dei millenni precedenti, di quel tesoro di esperienze e di convinzioni che costituiscono la cultura dei popoli.
Anche la legge esprime prevalentemente il passato e le sue acquisizioni. Difficilmente, soprattutto oggi in cui i processi sociali sono così veloci, le leggi riescono ad adeguarsi immediatamente alle esigenze della società che cresce.
Di qui la necessità di riferirsi al presente, di individuarne i problemi e di rispondere adeguatamente alle sue sollecitazioni. Il mezzo per farlo è la lettura dei segni dei tempi, il consiglio degli esperti, il confronto con gli altri, il dialogo.
Infine è necessario imparare a utilizzare le esperienze fatte, riflettere e accumulare sapienza anche attraverso gli errori commessi da noi o dagli altri.
La formazione della coscienza è un processo lungo. Costituisce una componente fondamentale della maturità umana. Essenziale è acquisire un metodo per imparare con sollecitudine a formulare giudizi equilibrati e giusti.
Anche oggi può essere una giornata di acquisizioni.