Una nuova rubrica di NPG
PAROLE ADOLESCENTI
Virginia e il professore
6. Un corpo che cambia
Caro Prof,
grazie per la risposta alla mia lettera sull'amicizia.
Adoro le Sue risposte, mi fanno pensare, mi danno un'altra prospettiva rispetto a quello che penso, allargano così i miei orizzonti... e mi rendono anche un po' meno sicura di avere (sempre) la verità in tasca. Certo, io mi faccio mille domande e cerco mille risposte, un po' dappertutto, soprattutto dentro di me e leggendo tanto... ma il dialogo e il confronto con Lei è una cosa nuova e bella, la apprezzo molto, mi aiuta molto e ne sono grata.
Lei prende sul serio e valorizza le mie risposte... ma anche ne mostra i limiti, i rischi... e mi dice in fondo che occorre continuare a pensare, fare nuove esperienze, e pensare ancora, confrontarsi sempre.
Grazie, e ancora grazie.
Ho un argomento che vorrei discutere con Lei. Anche se è tra quelli che sento di più, ho sempre rimandato perché è troppo serio e mi coinvolge in modo ancora più forte di quelli precedenti.
Si tratta del "cambiamento" fisico, quello che succede a noi adolescenti in maniera così impetuosa che a volte ci fa paura. Noi ragazze, soprattutto (ma perché i maschi non capiscono o vivono la loro esperienza in modo meno"drammatico"?).
Non saprei da dove cominciare, sono un po' imbarazzata...
E allora questa volta vorrei fare al contrario delle altre volte; non dirLe subito quello che sento e penso al riguardo, ma chiedere a Lei, farle un milione di domande... su cui poi ci penserò...
Non Le parlo come psicologo, ma come educatore, va bene?
Allora... Lei certamente ha vissuto e affrontato il tema tante volte con i suoi allievi adolescenti... e potrà dirmi le cose essenziali e aiutarmi a fare chiarezza nel groviglio di emozioni che ho dentro.
L'adolescenza è l'età del cambiamento, che si mostra subito a livello fisico, nel corpo, nelle emozioni, nel "nuovo" che si vive (soprattutto dentro di sé).
C'è da averne paura? Non era più bello restare "bambini" senza troppi problemi?
Perché poi è così importante l'aspetto esteriore? (sapesse che discussioni con mamma per il trucco, per i vestiti, per quello che mangio, ecc.) Perché così tanta voglia di piacersi e di piacere? Ma perché non ci piacciamo mai abbastanza?
Io sono il mio corpo? Ed esso esprime in pieno la mia identità? Cioè (questo l'ho letto) io sono quello che mi sta a cuore? Cosa vuol dire rispetto per il corpo?
E poi… cos’è la bellezza? E chi siamo noi per giudicare o giudicarci belli o meno?
Ecco alcune domande che mi pongo... Vorrei che Lei mi aiutasse a fare chiarezza, a darmi qualche dritta, ok?
Grazie di cuore, a presto, spero!
Virginia
Carissima Virginia,
grazie per le tue parole nei miei confronti, ma soprattutto perché le mie “risposte” sono frutto delle tue intense sollecitazioni, delle tue interessanti riflessioni, delle tue opportune domande. Anche a me fa bene, come fa bene il confronto giornaliero con i miei alunni, poiché mi aiutate a stare con i piedi per terra da un lato e con lo sguardo in cielo dall’altro per non smettere mai di sognare.
Hai ragione, il tema del cambiamento è molto delicato, soprattutto quello del corpo alla tua età. Non basta dire “ci siamo passati tutti”, visto che tutti ci passiamo ma in modi e tempi diversi, essendo ciascuno una storia speciale e unica, essendo ognuno un mistero. Certo, non è difficile trovare elementi comuni e ricorrenze tipiche dell’adolescenza, ma queste puoi leggerle anche sui libri o on line. Ho imparato negli anni a non tirarmi mai indietro dinanzi alle domande dei giovani, pure se difficili, tuttavia ti chiedo di considerare le risposte non come verità assolute, bensì come una piccola candela accesa da aggiungere ad altre per far luce sul tuo cammino. Te lo dico perché io non posso percorrere la strada al posto tuo, sia perché non è possibile, sia perché non è giusto; non vorrai mica perderti il gusto della scoperta! Poc’anzi ho parlato di “mistero” in relazione al cambiamento del corpo, tuttavia non avere timore di affrontarlo, invece fa' emergere quel sano gusto della scoperta che avevi da bambina, quando con coraggio ti buttavi su tutto, toccavi ogni cosa, ti arrampicavi dovunque. Lasciati meravigliare come allora, è sarai più grande ma con il cuore puro dei piccoli, contenta di crescere. Non mancheranno le cadute e le botte, del resto non mancavano anche da bambina; solo che le affronterai con occhi nuovi, a volte affaticati e annoiati, altre volte svegli e dinamici. Inoltre nella maggior parte di quei casi non eri sola, c’era sempre qualcuno che ti guardava a distanza e soprattutto ti guardava volendoti bene, e ancora certamente è così! È proprio l’affetto nei nostri confronti che ci aiuta nella crescita, non tanto il valore nutrizionale del cibo, le attività sportive, i regali; pur riempiti di doni e con i cibi migliori, se lasciati soli, non ce la faremmo a sopravvivere. Chi ci ama, chi ci sta accanto, inoltre, diventa il modello a cui guardare direttamente o di nascosto nella maturazione, e per questo ci si scontra con gli adulti praticamente su ogni cosa; essi vedono in te ciò che erano e non possono più essere, tu vedi in te stessa una parte di loro, ma sei fatta per qualcosa di più grande e inimitabile. È un po’ come tirare qualcosa da un lato e dall’altro, solo che quel qualcosa sei tu! Dagli scontri emergono le novità e le grandi vette, pensa alla formazione nei millenni di alcune montagne di origine tettonica, cioè dalla collisione delle placche terrestri. Crescendo, cambiando – anche le montagne non sono mai le stesse! – possiamo diventare forti, una roccia, e allo stesso tempo manteniamo la fragilità della terra. Poi ci sono i vulcani – chissà che non lo sia pure tu (e secondo me lo sei!) – che esplodono per mostrare chi sono, quanto valgono, la propria originalità. Ora, se una montagna o un vulcano potessero guardarsi allo specchio, direbbero il peggio di sé: la flora come i peli inopportuni, le parti scoscese come le imperfezioni della pelle, l’essere collina o vetta come le misure e il peso, ecc. Eppure quante persone amano questi luoghi, li ammirano, li fotografano. Vale anche per te, per tutti noi da adolescenti e da adulti; non ci piacciamo quasi mai, eppure c’è chi si innamora delle nostre imperfezioni!
Chiudo qui per non annoiarti, però ti chiedo – permetti a me questa volta una richiesta – di scrivermi, se vuoi, la prossima lettera, ricordandomi cosa ho tralasciato e riprenderò da dove mi sono fermato. Grazie e sii felice!
Tuo Prof.