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    Anticipare il futuro



    Riccardo Tonelli

    (NPG 1998-02-5)


    A tutti piace poter squarciare, ogni tanto, il velo di incertezza che copre il futuro. Conoscere in anticipo l’avventura del domani dà, infatti, sicurezza e potere: chi ha qualche segreto tra le mani, riesce a farsi bello di fronte ai propri amici e pensa di avere le risposte per ogni tipo di problema.
    I discepoli di Gesù non facevano eccezione. Qualcuno, più curioso degli altri, ogni tanto, persino li stuzzicava, con la speranza di far parte del giro dei fortunati: «Dai... voi siete amici di Gesù, state con lui da un pezzo e di voi si fida: provate a chiedere informazioni su quello che sta per capitare. Lui dice di avere un filo diretto con Dio... qualche segreto ve lo può svelare di sicuro. Basta domandarglielo in bei modi».
    Un giorno in cui le cose sembravano più nere del solito, i discepoli prendono il coraggio a due mani e buttano lì la domanda che da tempo li angosciava: «Gesù, verso dove stiamo andando?». Poi, con un po’ di sfrontatezza, vanno al sodo: «È vero che la fine del mondo è vicina? C’è gente in giro che lo sta predicando con forza. Ci sono previsioni e scadenze attendibili. Quando capiterà questo sconvolgimento generale? Ci saranno dei segni premonitori?».
    Tutto d’un fiato hanno detto a Gesù quello che volevano conoscere. Adesso, buoni buoni, aspettano la risposta.
    Di motivi per una domanda del genere, ne avevano in abbondanza. Quando Gesù parlava di questi temi, andava giù duro: «Sapete di quel bel tipo cui la stagione era andata benissimo. Si era riempito la casa di frutti abbondanti. I granai non bastavano più: in fretta ne aveva costruito di nuovi. Poi, sprofondato a riposare e a godere le sue ricchezze, aveva concluso: Adesso, finalmente, me la posso godere in santa pace. Beh... per questo bel tipo le cose non sono proprio andate così: il giorno dei grandi progetti è stato l’ultimo della sua vita. Nella notte, la morte ha bussato alla sua esistenza e se l’è trascinato con sé».
    Insistono: «D’accordo, dobbiamo prepararci per non fare una brutta fine. Però, se uno sa in anticipo quello che deve capitare, si prepara meglio e con maggior decisione. Allora, Gesù... quando? Quali saranno i segni annunciatori?».
    Gesù non elude la domanda. Risponde però a modo suo. Invece di prodursi in previsioni e scadenze, racconta una storia.
    «Ascoltatemi con attenzione. Vi racconto una storia. I particolari... contano poco. Andate alla sostanza e tirate voi la conclusione.
    Dalle nostre parti, la vigilia delle nozze si fa sempre un po’ di festa. Le usanze le conoscete bene e chissà quante volte avete preso parte anche voi a feste come queste.
    I futuri sposi invitano gli amici più intimi. Cantando, ballando e mangiando, ci si prepara al grande avvenimento del giorno dopo. Come sapete, la festa incomincia solo quando lo sposo raggiunge la promessa sposa nella sua casa.
    Una volta, erano state invitate dieci ragazze, amiche della sposa. Avevano l’incarico di illuminare la festa, con lo splendore della loro presenza e delle loro lampade. Ciascuna doveva perciò portare con sé una lucerna e l’olio necessario. Si erano organizzate, assicurandosi persino una buona provvista d’olio, per non rimanere a secco sul più bello.
    Cinque erano furbe: di olio ne avevano portato in abbondanza, in previsione di una festa prolungata. Le altre cinque, invece, avevano tirato al risparmio e si erano portato solo lo stretto necessario.
    Purtroppo, quella sera, lo sposo ha fatto tardi. Le cinque ragazze previdenti avevano una buona riserva ed erano tranquille. Le altre, invece, incominciano a preoccuparsi. Fanno quattro rapidi calcoli e arrivano presto ad una facile conclusione: l’olio non basta. Che figura, pensano, rimanere a secco sul più bello della festa... Chiedono alle amiche un po’ di solidarietà: Dateci un po’ del vostro olio, per favore. La risposta è secca e senza appello: No... se lo diamo a voi, non basta più a noi... andate a comprarvene da qualche parte. Se fate svelte, arriverete a tempo per l’inizio della festa.
    Il consiglio... sembra saggio. C’è un problema, però, è notte fonda... nessuno a quest’ora tiene, di sicuro, il negozio aperto.
    Tentano il tutto per tutto. Bussano a qualche porta. Finalmente una si apre. Rifanno la scorta dell’olio e via di corsa verso la casa della festa.
    Sentono, da lontano, i canti e il suono delle danze. Si precipitano. La porta è chiusa: la festa è tutta dentro, fuori è notte e silenzio. Insistono. Qualcuno apre. Fateci entrare, supplicano le povere cinque ragazze con le lampade ormai cariche di olio a sufficienza per tutta la notte. La risposta è impietosa, come uno schiaffo: No... nessuno vi conosce. Niente da fare. Restate fuori. Lo sposo ormai è arrivato e la festa è nel clou. Voi non c’entrate. Tornate a casa vostra e non fateci perdere altro tempo».
    Fine della storia.
    Gesù guarda i discepoli. Vuole verificare cosa avevano capito. Hanno un gran punto interrogativo disegnato sul volto. Gli avevano chiesto la data della fine dei tempi e qualche segno anticipatore e Gesù risponde raccontando la strana storia delle cinque ragazze rimaste senza olio, per mancanza di prudenza e di previsione.
    Gesù riprende la parola.
    «Proviamo a ripensare assieme alla storia che vi ho raccontato.
    Chi accetta un invito, deve organizzare bene il suo tempo e le risorse, per non finire con l’acqua alla gola sul più bello. Il guaio delle cinque ragazze che hanno esaurito la provvista dell’olio prima del tempo... è proprio questo. Se fossero state un po’ più previdenti, sarebbero arrivate con una scorta abbondante e nessun ritardo le avrebbe colte di sorpresa.
    Voi volete sapere quando la fine del tempo busserà alla porta della vostra vita e della storia... Non ve lo posso dire perché nessuno lo sa. Questo è il grande segreto di Dio. Una cosa però possiamo sapere bene: la necessità di essere persone attente, vigilanti, previdenti. La fine arriverà quando nessuno se l’aspetta. È come un ladro: svuota la casa se il padrone manca di prudenza. La casa dell’uomo vigilante è, invece, protetta sempre. Nessuna sorpresa lo metterà in crisi».
    «Questo è chiaro... ancora una volta, Gesù, ci hai messo in crisi. Grazie»: la risposta è sincera. «Dicci, però, le ragazze che si erano portate dietro la scorta... hanno fatto bene a non imprestare del loro olio? Non ci hai fatto capire da che parte tu stai?».
    Gesù risponde in modo deciso: «La storia non va letta con la pretesa di dare il voto a tutti i protagonisti. Non dice chi è bravo e chi non lo è. Lo sposo ha fatto tardi per ragioni sue e la festa si è prolungata oltre il tempo previsto, perché alle feste non si comanda.
    La storia suggerisce un’altra cosa molto più importante: come collocarci nei confronti del futuro. Il futuro è nelle mani di Dio. Non dobbiamo cercare di penetrare un mistero imprevedibile. Dobbiamo invece vivere in una vigilante attesa.
    Il futuro, però, lo possiamo anticipare: la solidarietà che non bada a spese e butta all’aria ogni logica meschina... essa anticipa il futuro verso cui siamo in trepida attesa».
    E conclude: «Le cinque ragazze che non hanno voluto condividere il loro olio con le amiche... non mi vanno di certo simpatiche. Sono state egoiste e basta. Vi ho invitato a copiare da loro l’organizzazione e la vigilanza... non di sicuro la mancanza di solidarietà e la paura di rischiare.
    Per vivere nell’oggi anticipando il futuro, bisogna fare proprio il contrario: se qualcuno ti chiede di accompagnarlo per un chilometro di strada, tu fanne con lui quattro; se qualcuno ti chiede in prestito il tuo mantello, tu dagli anche la tunica: se incontri uno che ha fame, dividi con lui il tuo pane».


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