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    «Ecco l'uomo»: per adolescenti alla scoperta della propria identità



    Riccardo Tonelli

    (NPG 1974-03-39)

    Abbiamo già segnalato l'esistenza di un sussidio per adolescenti (15/17 anni), montato come guida «alla scoperta dell'identità cristiana».
    Sappiamo già di parecchi amici che lo stanno utilizzando con un certo interesse. Per dare una mano a costoro e per offrire un contributo «pratico» agli altri, abbiamo trascritto le linee portanti del sussidio, una proposta per la sua utilizzazione, il significato di alcune scelte con cui si caratterizza.

    ECCO L'UOMO
    alla scoperta dell'identità cristiana
    f.to 22x28 - pp. 76 - L. 500
    (ordinazioni unicamente presso la redazione di «Note di Pastorale Giovanile»: il sussidio è fuori commercio).

    Di idee abbastanza chiare oggi ne abbiamo tutti molte. Soprattutto in campo educativo e pastorale.
    II pasticcio è, molto spesso, su di un'altra sponda.
    Le idee si fanno concrete e lasciano un segno nella storia attraverso gli strumenti operativi con cui sono filtrate. Se la strumentazione spicciola è una buona traduzione dei grossi principi, i principi passano. Altrimenti arricchiscono inutilmente le biblioteche...
    E l'esperienza quotidiana conferma anche il contrario.
    Una batteria di strumenti pastorali, legati ad una cultura teologica ormai lontana, rende opaco ogni sforzo serio di rinnovamento.
    ECCO L'UOMO fa capolino, timidamente, in questa prospettiva. L'ampia sperimentazione, previa al suo lancio formale, ce ne dà una interessante conferma.

    UNO STRUMENTO PER LA MATURITÀ CRISTIANA

    Un adolescente che abbia voglia di giocare la carta della sua vita nella storia quotidiana, senza troppi scossoni e improvvise retromarce, ha bisogno di risolvere due problemi «a monte»:
    scoprire con sufficiente chiarezza il senso del suo essere «uomo-oggi»;
    leggere, nella personale identità, il significato del suo essere cristiano, per raggiungere, a questi profondi livelli di esperienza, una integrazione tra fede e vita.
    In questo clima si pone il sussidio.

    La meta: una maturità umana e cristiana

    La maturità umana e cristiana è raggiungibile se tutti gli sforzi educativi sono tesi a guidare il giovane ad elaborare un chiaro progetto di sé in cui la fede sia il principio di risignificazione globale.
    Si tratta, in altri termini, di giungere a comprendere «chi sono» e «chi voglio essere», «che spazio di intervento desidero costruire», «in quale gerarchia di valori ritrovo il senso di ogni esperienza e, al limite, il senso della stessa esistenza»; in modo tale però che la proposta cristiana vi abbia quella dimensione totalizzante che le è caratteristica. Sia ciò che dà sapore al tutto: dai grandi gesti a quelli apparentemente banali. Come l'evangelico «pugno di lievito che la massaia mette in tre misure di farina...».
    Alla disintegrazione tra fede e vita si giunge a larghe bracciate quando i due momenti della comprensione di sé e della risignificazione di fede sono isolati, tanto da riuscire di fatto scollati.
    Se la meta è questa, c'è un modo «vero» di educare a leggere la realtà ed uno «falso», incapace cioè di spingere alla maturità personale.
    Una lettura della realtà che ignori lo sforzo umano di comprensione, per battere immediatamente la via della fede, degenera in una inesatta progettazione di sé: la fede manca del supporto «razionale» su cui inerire. Non è «risignificazione» di nulla, perché manca l'impegno a cogliere il significato umano delle cose.
    Lo stesso rischio, di segno opposto, incombe alla proposta di fede che sia «altra» rispetto allo sforzo di comprensione della realtà; quello cioè che al giovane, faticosamente proteso ad elaborare un progetto di sé in cui riconoscersi, giustappone – con una operazione di incollaggio forzata – il progetto di Cristo, addolcendo gli scricchiolii inevitabili, nel letargo di un «dopo» migliore.
    Quando i termini del processo verso la maturità sono pastoralmente corretti, lo sbocco di questo modo nuovo di progettarsi è l'azione.
    Un «nuovo modo» di definirsi comporta, in linea di coerenza, un modo nuovo di presenza nella storia. I due termini sono correlativi: tanto che l'uno ritrova nell'altro la piena verifica e attuazione.
    Nell'azione, la progettazione di sé gode di un momento particolarmente caldo e favorevole. Nello stesso tempo, una coscienza sufficientemente approfondita di sé apre, spontaneamente, ad un intervento sulla realtà.
    L'elaborazione di un progetto di sé e una presenza rinnovata nella storia: due condizioni per l'acquisizione di una «maturità» umana e cristiana.
    Certo, questo difficile processo non avviene nel chiuso della propria individuale esperienza. È troppo rilevante il peso sociale, per pensare di creare un argine di ordine privato.
    Lo spazio «normale» è la comunità. La comunità ecclesiale, se è all'ordine del giorno la maturità cristiana.
    Per gli adolescenti, soprattutto il gruppo che fa della chiesa un fatto di esperienza.
    E così è ricordato il terzo elemento che caratterizza la faticosa conquista della propria maturità.
    In sintesi, quindi, ci pare di poter affermare che la maturità umana e cristiana si muove all'interno di queste tre piste di ricerca:
    • elaborazione di un progetto di sé, con «Dio dentro» (integrazione tra fede e vita);
    • in e attraverso una esperienza (il gruppo, la comunità ecclesiale);
    • verso una presenza impegnata nella propria storia quotidiana.
    Il tema è amplissimo. Come un colpo repentino di vento, entrano in gioco teologie e pedagogie diverse, problemi pratici immensi.
    Non è certo questo il contesto per tentare un ulteriore approfondimento. Ci basta riprendere le affermazioni, rimandando agli studi tecnici, già ampiamente fatti su Note di Pastorale Giovanile.

    La testa piena di progetti

    Abbiamo descritto a grossi tratti il processo verso la maturità umana e cristiana di un giovane.
    Ma il discorso non può terminare qui.
    La ricerca della personale identità non avviene dentro una campana di vetro, dove tutto è finalizzato a creare le condizioni ideali per l'esperimento. L'adolescente che cerca di definire se stesso, vive in questo nostro mondo. E quindi ha la testa rintronata di mille proposte: scegliere una definizione di sé gli comporta la fatica di fare il vuoto delle alternative contrastanti e di gerarchizzare quelle complementari.
    Anche se le cose sono pacifiche, spendiamoci due parole ancora.
    Noi viviamo all'interno di un caleidoscopio di progetti d'uomo. Neppure una saponetta affronta i rischi del mercato, se non dopo essersi assicurata in un «tipo» d'uomo.
    Ogni carosello pubblicitario ed ogni film impegnato è una rivelazione sull'uomo. La lettura dei giornali, dalla pagina politica a quella che fuma d'incenso ai campioni dello sport; l'attraversamento di una strada infiorata di cartelli pubblicitari; le quattro chiacchiere informali con gli amici di scuola... tutto è una continua proposta. Con arrangiamenti diversi sull'unico tema: chi è l'uomo riuscito, quale progetto-uomo merita attenzione.
    L'insieme di questi stimoli, spontaneamente, si sedimenta nell'adolescente che è in fase di progettazione di sé. Si sedimenta con un peso pratico rilevante, proprio per la pressione inconscia che queste proposte esercitano. Ma c'è di più. Una legge di mercato, comunemente accettata, proibisce di... parlar male dell'avversario. Tutto va bene, perché c'è spazio per tutto, ín una strana compresenza di valori anche contraddittori. Siamo alla fase operativa del pluralismo. Con una mentalità del genere alle spalle, anche la proposta-Cristo corre il rischio di essere inserita in questo grosso baillame di aspetti compossibili. C'è posto anche per Lui, nella progettazione di sé; come c'è posto per l'arrivismo, il consumismo, il sacrificio-solo-per...
    È evidente che la disintegrazione tra fede e vita avanza a passi da gigante, perché «non si può servire a due padroni», soprattutto in questo contesto.
    Per i giovani più sensibili, è incombente un ulteriore rischio, sulla sponda opposta. Essi hanno abbastanza chiara la coscienza del grosso imbroglio culturale che sta sotto a questo modo di progettarsi. Quindi si ribellano. Molti però vanno a prestito di valori dall'aspetto folcloristico della contestazione. Ad essi affidano tutta la credibilità, per l'acre sapore del «contro» e del «fascinoso» di cui sono carichi.
    La progettazione di sé ritrova un'altra dipendenza acritica: ciò che è «nuovo», «diverso», «contro», diventa immediatamente «vero», «importante», «significativo». Un grosso guaio, perché ancora una volta si taglia la verità a blocchi...
    Mentre la verità è un difficile monopolio, se è vero che essa è più avanti dei passi i più avanzati.
    In ogni progetto corrente, forse, ce n'è una piccola dose. Da scoprire e da verificare, in quella disponibilità che tutti dovrebbe caratterizzarci.
    La sottolineatura è un buon ponte tra le indicazioni metodologiche di cui abbiamo parlato e la presentazione concreta del sussidio.
    ECCO L'UOMO parla di tante cose. Ma non ne vuole assolutizzare nessuna, né a livello di condanna né di esaltazione. La preferenza ad una pagina piuttosto che ad un'altra risponde alla consapevolezza di una globale sintonia (o di una globale dissonanza) con una definizione di uomo-maturo in cui cerchiamo di riconoscerci.

    «Ecco l'uomo»: una proposta

    ECCO L'UOMO ha un pizzico di pretesa di mettere ordine in questa grossa confusione di problemi.
    Certo non per risolverli tutti: se non altro per la consapevolezza che le soluzioni non vengono dalla carta ma dalla vita.
    Tenta però la strada del concreto, per offrire una manciata di stimoli a coloro che sono chiamati a decidere.
    Come?
    Il sussidio si inserisce nello sforzo che ogni adolescente fa per definire la propria identità, attraverso la proposta di materiale di confronto. Ma proprio perché il primo passo verso la maturità è la coscienza dei condizionamenti in cui si è immersi, il sussidio è prima di tutto teso a guidare alla scoperta di quanto di fatto ci portiamo già dentro.
    Con una logicità interna:
    prima parte: la società in cui viviamo come sistema culturale globale;
    seconda parte: i progetti d'uomo che circolano in questa società;
    terza parte: Cristo, proposta diversa di uomo-riuscito: uno stimolo a decidere, per una chiara scelta di campo;
    quarta e quinta parte (riservate a coloro che hanno scelto Cristo e si riconoscono nel suo progetto di vita): chi è il cristiano e che cosa fa il cristiano nella storia.
    L'opzione metodologica che muove tutto il sussidio è quella che caratterizza la nostra pastorale giovanile: lo spirito della revisione di vita. L'annuncio-rivelazione di Cristo trova spazio dentro lo sforzo che il giovane fa di «comprendersi» appieno. È annuncio pieno, radicalmente trascendente, di un Dio in dialogo per amore. Ma all'interno e come ampliamento della personale esperienza. Le tecniche antropologiche che permettono una comprensione intelligente dei fatti umani, trovano diritto di asilo; evidentemente ridimensionate in ogni falsa pretesa di assolutezza. La proposta-Cristo le contesta, quando pretendono di spiegare tutta la realtà o quando spiegano anche parte della realtà, ma in forma chiusa e grettamente immanente.
    Lo sbocco di questa «scoperta rivelata» della realtà è l'impegno nella storia, in collaborazione con Colui che nella storia ha gettato ormai tutto se stesso, nel mistero della pasqua.
    Le cinque parti possono quindi essere rilette nelle classiche tre categorie della revisione di vita: vedere - capire - collaborare.

     Vedere

    Il sussidio nelle prime due parti intende offrire una ricca documentazione per invitare a «chiamar le cose con il proprio nome», senza facili etichette. A due livelli: l'analisi dei fatti, per guidare a comprenderli in quanto fatti: l'invito a cogliere i progetti-uomo in circolazione, per elencarli e analizzarli, prima di giudicarli; ritrovando un criterio di valutazione non a livello di suggestioni istintive ma di proposte che dal piccolo angolo di una determinata esperienza trasbordano su tutta la vita.

     Capire

    Non basta una buona conoscenza dei fatti. È indispensabile esprimere un giudizio, per fare una scelta motivata. La rassegna sui progetti-uomo correnti va quindi conclusa con una decisione-valutazione.
    Quale criterio, per una valutazione davvero centrata sulla realizzazione personale?
    Cristo si presenta come una proposta di uomo-riuscito. Che chiede una scelta senza compromessi.
    La responsabilità dell'opzione è nelle mani di ogni giovane. Ma il confronto chiaro con la proposta di Cristo stimola a superare l'istintività e il fascino superficiale.

     Collaborare

    La serietà della scelta si verifica nell'azione. Scegliere il progetto-Cristo come la proposta più affascinante per la definizione di sé, comporta immediatamente l'impegno a proiettarsi nell'azione, con uno stile di esplicita coerenza. E comporta, nello stesso tempo, il recupero motivato di tutti quei momenti «gratuiti» ma insostituibili che fanno del cristiano davvero «colui che ha scelto Cristo» (preghiera, sacramenti, chiesa...).
    In una parola, impegno nell'azione ma con la coscienza di «collaboratori» e non di unici protagonisti; se è vero che la Pasqua di Cristo – che fonda la speranza attiva del cristiano – è già la liberazione radicale della storia.

    I GRANDI TEMI DEL SUSSIDIO

    Per guidare nella comprensione dei «contenuti» del sussidio, spendiamo qualche parola ad illustrare la linea di montaggio dei singoli temi.
    Con un ritmo comune:
    • significato del tema nel quadro generale del sussidio (molto a questo proposito è già espresso nelle introduzioni alle singole parti sotto il titolo: «il punto»);
    • il materiale a disposizione e suggerimenti eventuali sulla sua utilizzazione;
    • proposte per un approfondimento, attraverso il suggerimento di materiale tratto da Note di Pastorale Giovanile o da Dimensioni Nuove o sorto nel contesto delle riviste.

    La società in cui viviamo

    Chi cerca di definire la propria identità, vive già dentro un sistema che ha una sua definizione di uomo. È necessario capirne gli ingranaggi, se si vuole progettare se stesso liberamente.

     Significato

    Questa prima parte ha lo scopo di aiutare il giovane a comprendere il tipo di società in cui viviamo, attraverso i fenomeni più rilevanti che la caratterizzano. Tutto questo per rendersi conto degli ingranaggi di quella enorme macchina che tutti ci prende.
    Una preoccupazione di fondo lega ogni analisi: Io sforzo di valutare i fatti in sé, nella loro reale ambiguità e apparente neutralità; per giungere però a cogliere la gerarchia di valori che sta a monte di tutto e le conseguenze che appaiono inevitabili ad alcune scelte.
    A questa valutazione, «fredda» ma riflessa, ci pare importante educare oggi i giovani, per evitare l'istintività del rifiuto assoluto o dell'accettazione incondizionata.

     Materiale

    Il materiale di lavoro è dato da una diagnosi dell'attuale società ripresa da uno studio di Burgalassi, che descrive con notevole chiarezza i «fatti» più caratteristici (industrializzazione, arricchimento, mobilità sociale, urbanizzazione, mass-media); e da una pagina del documento dei Vescovi del Piemonte sui vantaggi e sui rischi dell'industrializzazione.
    Come si nota, il primo blocco è a carattere analitico, come premessa ad una visione di sintesi e di giudizio; il secondo sceglie una categoria di perno (l'industrializzazione) per esprimere una valutazione.
    Le piste di riflessione cercano di allargare il quadro, riportando le grosse analisi a livello dell'esperienza di ciascuno e soprattutto indicando strumenti descrittivi per cogliere le spontanee conseguenze di un certo processo.

     Approfondimento

    Esistono due studi monografici di Note di Pastorale Giovanile che possono indicare suggerimenti interessanti per la comprensione della nostra società (1971 / VIII-IX e 1972 /VI-VII). A questi si aggiungono:
    – Milanesi, La condizione giovanile nella società italiana (1971 /VI-VII)
    – Revelli, Evangelizzazione e scelta dei poveri (1973 / V)
    – Burgalassi, Una società profondamente mutata (1971 /VIII-IX)
    – Pollo, La professione nel nostro sistema sociale (1973 /XII).
    Dimensioni nuove ha pubblicato e continua a pubblicare ampi servizi sulla situazione sociale attuale. Alcuni sono già citati nel sussidio.
    Di notevole interesse a questo riguardo sono le celebrazioni di preghiera, destinate al tempo di avvento, contenute in «Pregare giovane» (LDC).

    Aaa. uomo vendesi

    Definire la propria identità oggi ha come premessa indispensabile la capacità di diventare «critici» nei confronti delle molte definizioni in circolazione.

     Significato

    La prima parte era tutta tesa a collegare fatto a fatto, nel tentativo di giungere al «sistema». Ora il salto è qualitativo. Quale uomo il sistema tende a costruire? Quale progetto d'uomo riscuote l'approvazione sociale, oggi?
    Si parte da una facile costatazione. Di progetti ne circolano moltissimi. Ma camuffati. Addobbati, cioè, con proposte di mercato, con battute scherzose, con slogans pubblicitari o contestatori...
    Dare una capacità critica significa prima di tutto riuscire a penetrare dentro la scorza per cogliere che in quella intervista, in quella colonna sonora, in quel manifesto, è in gioco direttamente l'uomo.
    Sul progetto-uomo avviene lo scontro. Non altrove.
    Un'istanza del genere tende a superare il moralismo e il frammentarismo che condiziona ancora troppe valutazioni.
    Ci spieghiamo meglio, perché è un terreno dove ci pare importante inserire qualche prospettiva «nuova».
    Il rifiuto dell'abbondante uso di erotizzazione che la pubblicità oggi fa (tanto per fare un esempio) è netto. Ma perché? Non prima di tutto per i pericoli dell'erotismo. Ma soprattutto perché in un modo di fare del genere viene trasmesso un «tipo» d'uomo e un «tipo» di donna che privilegia il sesso in termini estremi...
    Non è l'aspetto particolare di quel personaggio che ci preoccupa (per fare un secondo esempio) ma è la definizione d'uomo che si legge in filigrana nella sua esperienza di vita, che merita un'attenta valutazione a carattere etico.

     Materiale

    Quale strada battere, per tentare l'elenco dei modelli correnti?
    Tante sono possibili.
    Abbiamo preferito quella più informale, fatta dalle mille piccole e banali cose di tutti i giorni, per la consapevolezza che è il terreno più viscido perché meno rifiessamente difeso.
    L'animatore potrà guidare il gruppo a percorrerne altre, più esplicitamente culturali (testi scolastici, filosofie...).
    La scelta del taglio di materiale ha una giustificazione culturale. Il tipo di materiale invece... dipende dalla disponibilità sul mercato.
    Abbiamo montato interviste a personaggi «celebri»; testi di canzoni impegnate o meno; slogans pubblicitari; la colonna sonora di un film...
    Ci siamo anche preoccupati di non delineare solo un tipo di progetto d'uomo. Perché di fatto ne circolano molti, simili e diversi radicalmente.
    Ne abbiamo indicati vari, per invitare chi utilizza il sussidio ad evitare prese di posizioni troppo facilmente unidirezionali.

     Approfondimento

    Da Note di Pastorale Giovanile suggeriamo:
    – Pollo, Giovani e istituzioni (1972 /11)
    – idem, Un mondo in situazione di progettazione etica (1972 /VIII-IX)
    – Viganò, L'educazione liberatrice come criterio di verifica dell'attività pastorale (1973 /XII)
    – Balestro, La scuola e l'uomo nuovo (1973 /VII-X1).
    Uno studio interessante sui «valori» che circolano nel film, nella letteratura, nel mondo della canzone è stato fatto su Note di Pastorale Giovanile a proposito dell'educazione all'amore (cfr. 1973 /II, IV). Il lavoro può essere emblematico anche per altri temi.
    Un discorso esplicito sul progetto-uomo è fatto nel sussidio (1973 /XII) «Chi siamo? Dove andiamo?».

    Cristo, uomo nuovo

    Cristo ci fa una proposta di «uomo-riuscito». Cerchiamola assieme, ascoltandolo. ll progetto di uomo che è Cristo ci chiede un confronto coraggioso con gli altri. Scegliere è vivere.

     Significato

    Nel nostro contesto culturale, pluralista e secolarizzato, Cristo è una delle tante proposte. Spesso perfino priva della carica emotiva e suggestiva che arricchisce le altre, per il supporto dei modelli che le rappresentano e per la abbondanza dei mezzi suggestivi che le incarnano.
    La nostra cultura tende a far posto a Cristo a patto che si accetti la compre-senza della sua proposta con le altre. Non solo cioè il pluralismo è nel momento del confronto; ma il pluralismo è pure invocato nel momento della scelta di vita. Anche perché troppo spesso, la nostra società utilizza la proposta culturale cristiana come «sistema con cui motivare» le sue avances.
    E questo è un grosso guaio. Porta alla disintegrazione tra fede e vita: al rifiuto della fede per insignificanza operativa.
    Il giovane alla ricerca della sua identità ha bisogno di confrontare il suo progetto con quanto Cristo è, e gli dice. Per scegliere. Con radicalità e totalità, almeno culturale.
    A queste finalità intende rispondere la terza parte del sussidio.
    Abbiamo desiderato presentare Cristo in questa luce: come «una» proposta di uomo-riuscito. Tale però che fa il vuoto d'intorno, se viene accettata e condivisa.
    Altri modi sono possibili, per presentare Cristo. Anzi, quello scelto è certamente un aspetto parziale e quindi inadeguato per una decisione personale di fede. Il limite va riconosciuto e affermato. Ma la coerenza del discorso che il sussidio fa «alla scoperta dell'identità cristiana», ci pareva chiedere di privilegiare questo tipo di approccio.

     Materiale

    Cristo lo si incontra, nella sua proposta di vita, su tante strade.
    Il Vangelo è una tra le più significative. Abbiamo quindi scelto il Vangelo e, in particolare, il Vangelo di Marco, perché più espressivo nella vivezza dei particolari e nella carica di umanità con cui il Figlio di Dio ci appare.
    Non è possibile una lettura continua del Vangelo: i giovani possono «perdersi». Per questo ne abbiamo offerto una lettura guidata: uno schema culturale a carattere discorsivo che inquadra le pagine più interessanti del Vangelo. Questa parte quindi andrà letta, con il Vangelo in mano. Per ricorrervi con frequenza proporzionata agli interessi che si vanno suscitando e agli approfondimenti necessari.
    Da qui potrà opportunamente nascere il desiderio di dedicare tempo e impegno ad uno studio specifico sul Vangelo.

     Approfondimento

    Note di Pastorale Giovanile ha dedicato una serie di articoli sul «volto di Cristo per i giovani d'oggi «(1972).
    Consigliamo inoltre questi due sussidi pubblicati dalla LDC:
    – aa.vv., Ecco l'uomo (collana «mondo e fede «)
    – Fanuli, Il Cristo che mi piace.
    In «Pregare giovane» (LDC) sono reperibili interessanti celebrazioni di preghiera sul tema.

    Chi è un cristiano?

    Scegliere Cristo vuol dire tirarsi su le maniche e partire. Sulla strada della liberazione. Che significa essere cristiani oggi? Che condizioni dobbiamo garantirci, per riuscire a fare della scelta di Cristo una «scelta personale»?

     Significato

    L'idea di fondo di questa quarta parte del sussidio è di immediata percezione. Scegliere Cristo è fare una scelta di vita «nuova», inserendosi nella prospettiva «pasquale».
    Per i giovani la cosa è abbastanza evidente. L'esperienza dell'amore che cambia segno alla vita, è estremamente eloquente.
    Il problema è un altro. Cosa vuol dire una vita «nuova «? Quali contenuti caratterizzano l'aggettivo «nuovo»?
    E, contemporaneamente, per evitare che i sogni si disperdano presto, come nebbia al sole: quali sostegni programmare perché la scelta di vita pasquale non si riveli presto un bluf retorico?
    Come si vede, il tema è di capitale importanza. Si gioca qui la credibilità operativa della scoperta identità cristiana.
    Le difficoltà sono già grosse nell'interno della propria quotidiana esperienza, per la presenza del peccato. Se a questo stato di permanente crisi fa da supporto la mancanza di chiarezza (o la assenza di voglia di capirci...) e la mancanza di buoni sostegni... le faccende diventano davvero complicate.
    Definire il cristiano comporta immediatamente l'emergere di tutti i temi relativi: da quelli indicativi del suo specifico a quelli legati ai sostegni di fede, nell'esercizio della sua vocazione.
    Gli aspetti invece più direttamente legati all'azione da cristiano sono studiati nella quinta parte.

     Materiale

    Per fare un discorso concreto, abbiamo scelto la strada dell'esperienza.
    Nel sussidio, l'identità del cristiano è definita attraverso la trascrizione di un «documento» di gruppo.
    La pista di riflessione guida a cogliere gli aspetti caratterizzanti.
    All'animatore tocca il compito non facile di giungere a concludere qualcosa, attraverso un metodo induttivo, controllando il rischio di bloccarsi su aspetti parziali perché suggestivi, senza giungere invece a consolidare quelli importanti.
    Un'altra attenzione va richiamata. L'esperienza trascritta è molto particolare; alcune scelte sono necessariamente legate a problematiche locali... II concreto, proprio perché concreto, ha questi pregi e limiti.
    All'animatore quindi l'incarico di «generalizzare», riportando il discorso a livelli «universali», senza per altro sfuocare il concreto.

    ♦ Approfondimento

    Raccomandiamo tre «blocchi» di sussidi, per approfondire questo tema:
    – sul significato della vita cristiana: «Pregare giovane»;
    – sulle caratteristiche dell'impegno storico del cristiano e sui temi di maggior rilievo operativo: i volumetti della collana «Parametri» (LDC) e la rivista Dimensioni nuove;
    – per arricchire la proposta contenuta nel sussidio, possono essere riprese le storie di altri gruppi, apparse su Note di Pastorale Giovanile:
    • Bolzaneto (1972 /I)
    • Verona-Tomba (1972 /111)
    • Torino-Speranza (1972 /X)
    • Desio (1973 /XI)
    • Torino-S. Paolo (1974 /I)
    • GiOC di Torino (1972 /VI-VII)
    • GiOC di Rimini (1972 /XI)
    • «Storia di un fidanzamento diverso» (1973 /V).

    Prendi la tua croce e tapina...

    Chi ha voglia di lavorare con Cristo sulla strada della liberazione, deve qualificarsi. Diventare un tecnico del servizio-per-amore. Cristo lo si testimonia «portando la propria croce». Nella speranza.

     Significato

    Questa quinta parte fa da ponte tra lo sforzo di definire la propria identità in chiave cristiana cui il sussidio dovrebbe guidare e le decisioni ultime, operative, che ne dovrebbero essere lo sbocco normale.
    Non sono indicati suggerimenti concreti di tipi di intervento, proprio per costringere all'incarnazione nel proprio quotidiano.
    Sono però suggerite, nell'introduzione, le modalità dell'impegno. È un discorso importante. Che l'animatore quindi dovrà approfondire, nel proprio gruppo, per creare una coscienza precisa di impegno serio.

     Materiale

    Una pagina bianca. Quella delle decisioni personali e delle istanze di qualificazione. E... non è poco.

     Approfondimento

    Questo tema è quello più «aperto». Consigliamo ai gruppi la lettura attenta di due testi che reputiamo di estrema importanza, per un maturo impegno nella storia:
    aa.vv., La liberazione un dono che impegna, LDC Tonelli, La vita dei gruppi ecclesiali, LDC.
    Per approfondire le modalità dell'impegno:
    – per la scuola: cfr. Note di Pastorale Giovanile, 1973 /VI-VII e 1974-II;
    – per la professione: cfr. Note di Pastorale Giovanile, 1973 /X e la serie successiva di articoli;
    – per la catechesi ai preadolescenti: cfr. Note di Pastorale Giovanile, 1972 /VIVII e le rassegne successive;
    – per l'impegno nel quartiere: cfr. Note di Pastorale Giovanile, 1973 /X e XI, 1974 /III;
    – e inoltre i due sussidi pubblicati dalla LDC: Gli anziani, un problema per i giovani - II doposcuola, un servizio dei giovani per i ragazzi.

    DESTINAZIONE GRUPPO

    ECCO L'UOMO è stato costruito su misura dí un gruppo che abbia voglia di lavorare. E che quindi abbia soprattutto l'esigenza di un ricco repertorio di materiale da cui attingere, per imbastire le proprie ricerche.
    Ai giovani non piacciono le cose «finite». Vogliono mettere loro le mani, negli ingranaggi, per toccare dal vivo e per avvertire la consapevolezza della scoperta. Ogni soluzione prefabbricata e venduta a scatola chiusa li indispone e li blocca.
    È segno di una maturità acquisita, nella coscienza della propria personale responsabilità.
    Ma c'è il grosso rischio di troncare ogni cordone con il passato, facendo coincidere la verità, con «il frutto delle nostre ricerche».
    Soprattutto la ricerca diventa vuoto rigirarsi sulle parole, se non affonda le sue radici in una buona informazione a monte.
    A queste esigenze, insieme, si è cercato di dare risposta, nell'imbastire l'impianto del sussidio.

    Un sussidio da utilizzare in gruppo

    ECCO L'UOMO non è un testo di lettura continua. Non serve e non porta frutto, utilizzato così.
    È una raccolta di materiale per il gruppo. Va quindi usato in gruppo, con una appropriata metodologia di gruppo.
    Questo significa tante cose, che non è qui il momento di ricordare. Sottolineiamo solo qualche suggerimento concreto:

    ECCO L'UOMO non è stato pensato prima di tutto per dare all'animatore frettoloso qualche «buona idea» per una serie di conferenzine sull'argomento (anche se... in casi estremi può servire anche a ciò);

    per un proficuo lavoro di gruppo è indispensabile che tutti i membri del gruppo (o una parte rilevante) abbiano tra mano il sussidio, per poterci lavorare sopra, leggendo e discutendo il materiale proposto;

    le introduzioni non «risolvono» l'argomento (e l'animatore dovrà essere davvero attento a non proporle in modo tale che la ricerca sia solo... un gioco, dal momento che «lui» sa già tutto anche se per il momento finge di non sapere...); hanno lo scopo di mettere a fuoco i problemi e di indicare con una certa precisione l'ambito entro cui muoversi;

    le introduzioni ad ogni tema (= «il punto») sono soprattutto per l'animatore del gruppo. Per aiutarlo a cogliere il particolare nell'insieme; il significato del lavoro previsto; i contenuti sui quali richiamare l'attenzione del gruppo; la meta cui giungere, per un buon lavoro. Esse vanno lette nel clima indicato da questa «guida», soprattutto nel paragrafo precedente;

    al termine di ogni parte sarà opportuno che il gruppo faccia il punto del suo lavoro, mettendo qualcosa a verbale, per guidare un serio raccordo con il lavoro successivo;

    un buon metodo di lavoro, nel gruppo, potrebbe quindi essere così riassunto:
    – introduzione al problema: da parte dell'animatore o di qualche giovane preparato in antecedenza, per mettere a fuoco il tema (utilizzare questa guida e le singole introduzioni);
    – analisi del materiale (di quello proposto e di quello che eventualmente il gruppo elaborasse in proprio. Con un pizzico di fantasia, il materiale può arricchirsi abbondantemente anche sulla linea «visiva»: diapositive, fotoproblemi, ritagli di giornale...);
    – suddivisione a sottogruppi, per uno studio accurato del materiale;
    – messa in comune del lavoro e discussione sulla falsariga delle «piste di riflessione»;
    – conclusione, attraverso la enucleazione di alcuni punti assodati, da cui partire nella successiva ricerca;
    – verifica e confronto con i «punti-fermi», quando l'argomento lo prevede. Scelte operative, quando lo sbocco è direttamente all'azione.

    Documentazione

    Perché la ricerca non sia un annaspare nel buio, il sussidio offre una abbondante documentazione e un ricco repertorio di informazioni.
    Con due tagli diversi. Quando era possibile, si è cercato di fare davvero spazio al pluralismo: di proposte, di metodi, di contenuti (si pensi, per esempio, alla seconda parte...), per far luce in quel guazzabuglio che è la vita normale. Per altri argomenti, era necessario fare delle scelte, dando una tonalità guidata all'informazione o privilegiando un canale a scapito dell'altro (si pensi alla terza parte).
    Il gruppo «furbo» facilmente impara la machiavellica... ed è quindi in grado di gestire in proprio la ricerca di informazione e di documentazione.
    Il sussidio ne ha stimolato l'istanza ed ha aperto la porta al metodo: il lavoro può continuare secondo caratteristiche che ogni gruppo decide in proprio.

    Piste di riflessione

    I gruppi più maturi non sanno che farsene di una «guida a riflettere». Ma molti ne hanno un gran bisogno, per non sfarfalleggiare improduttivamente. Per questa consapevolezza, ogni parte è stata conclusa con una buona pista di riflessione. Un lungo elenco di problemi aperti e di opzioni da fare, per mettere le mani con una certa accuratezza nell'ampio materiale disponibile.
    È chiaro che le piste di riflessione sono – e devono restare – un aiuto: i binari per accelerare il ritmo. Non possono coartare la spontaneità della ricerca. Né tanto meno costringere a slittare lontano dai problemi concreti, dato il taglio necessariamente vago delle indicazioni.
    Ogni gruppo decide il da farsi: soprattutto decide come rendere concrete le suggestioni, impastando le proposte generali con le esigenze del proprio quotidiano storico.

    I punti-fermi

    Le due parti conclusive hanno indicati (attraverso due interviste) alcuni punti-fermi: sulla preghiera e sull'impegno politico del cristiano.
    Perché? La risposta è semplice e corrisponde ad una consapevolezza che ci auguriamo condivisa.
    Nel campo della fede e della decisione di vita cristiana, la verità è prima di tutto un «dono», verso cui situarci in atteggiamento di umile attesa. Colui che cerca di definire la propria identità, all'interno del progetto di amore del Padre in Cristo, deve saper accogliere prima di preoccuparsi di «inventare «, trinciando la verità con le categorie del soggettivo.
    Il discorso è di estrema importanza: capitale per molti gruppi e giovani. Un sussidio teso «alla scoperta dell'identità cristiana» non poteva ignorarlo. Abbiamo scelto la strada del concreto, per affrontarlo. Due temi di viva attualità sono stati offerti come «punti-fermi», come costatazione oggettiva, attraverso la «testimonianza» di esperti.
    L'animatore potrà far acquisire al gruppo la coscienza dell'oggettivo nella fede, non tanto mettendo in circolazione privilegiata i contenuti oggetto dei punti-fermi, quanto invece concentrando l'attenzione riverente del gruppo verso «qualcosa» che trascende la propria collettiva ricerca, e che i «punti-fermi» esemplificano.

    L'impianto grafico

    Qualche riga di sottolineatura va spesa a proposito dell'impianto grafico del sussidio.
    Abbiamo scelto la provvisorietà per indicare che il sussidio è uno strumento di lavoro, nelle mani del gruppo. Come il giornale, che invecchia ogni giorno. E, dopo averlo letto, si butta perché inutile.
    ECCO L'UOMO non è da biblioteca. Ma da tavolo di lavoro, pronto ad esser scarabocchiato e presto distrutto. Quando il gruppo è in grado di crearsi un suo proprio strumento, raccogliendo materiale e informazioni, per ricerche più a livello concreto.
    Pur essendo così provvisorio, il sussidio è stato illustrato con una cura tutta particolare. Perché crediamo che i contenuti passìno non solo sulle parole ma anche (e, qualche volta, «soprattutto») attraverso le immagini.
    Le illustrazioni sono tutte intonate al tema. A due livelli:
    • come riflesso visivo dei problemi trascritti nelle introduzioni e nei punti-fermi (i disegni del prof. Pera);
    • come documentazione che arricchisce il materiale da elaborare, rubacchiando, soprattutto da riviste umoristiche, alcuni particolari capaci davvero di rappresentare graficamente una cultura.
    Anche le immagini quindi, sia del primo taglio che del secondo, vanno rilette e comprese dal gruppo che lavora con ECCO L'UOMO tra le mani.

    UTILIZZAZIONE

    La larga sperimentazione che ha preceduto la diffusione del sussidio ha permesso di verificare l'ampia possibile utilizzazione.
    Diamo qualche traccia, se non altro per mettere in movimento la fantasia degli operatori pastorali.

     Per «adolescenti»

    Il sussidio è stato pensato e scritto, tenendo conto dell'arco di età che va dai 15 ai 17 anni: grosso modo, quindi, per “ adolescenti».
    È stato riletto con alcuni adolescenti che si sono riconosciuti sia nel linguaggio e sia soprattutto nei temi e nel taglio delle proposte.
    Anche la parte operativa tiene conto esplicitamente della loro sensibilità.
    I suggerimenti che seguono, quindi, vanno collocati all'interno di quest'ambito.

     Campi-scuola

    È una prassi interessante di molti gruppi giovanili dedicare 5/6 giorni, nell'arco dell'anno, ad una riflessione concentrativa: un campo-scuola.
    Le tematiche offerte da ECCO L'UOMO sono a monte di ogni discorso specifico. O l'adolescente ha iniziato a risolvere i problemi della sua identità; o l'impegno nell'azione sarà spesso solo emotivo.
    II sussidio si offre come proposta di base per un campo-scuola con adolescenti alla ricerca della propria identità.
    La quinta parte (quella destinata allo studio degli interventi concreti) è aperta.
    Sono previsti tutti gli sbocchi possibili: impegno nella scuola, nel quartiere, nella catechesi, nell'animazione dei gruppi di piccoli...
    Vissuto con ECCO L'UOMO il lavoro di progettazione a monte dell'impegno, il gruppo potrà approfondire in seguito – in logica continuità – le proposte operative che gli stanno a cuore.

     Ritiri - esercizi spirituali

    Alcuni animatori hanno utilizzato, con buoni frutti, il sussidio durante corsi di esercizi spirituali con adolescenti (o, ripreso per parti, durante un trimestre di ritiri).
    Una linea di profonda spiritualità percorre tutto il sussidio, anche nelle prime due parti, più a sapore tecnico. D'altra parte la metodologia pastorale spesso raccomandata prevede proprio di partire dai «problemi umani» per favorire un innesto deciso e integrato dell'amore sconvolgente di Cristo e della sua salvezza (cfr. RdC, 52, 55, 77, 96-97).

     Come testo di «catechesi» per adolescenti

    Se la proposta di ECCO L'UOMO è valida, il sussidio offre una buona piattaforma per un corso di catechesi agli adolescenti, finalizzato alla loro maturazione sulla linea dell'identità personale.
    Certo non è sufficiente il sussidio, soprattutto nelle parti conclusive, dove alcuni temi di estrema importanza in chiave di fede, sono o appena accennati o soltanto stimolati.
    Un buon animatore saprà farsi carico di queste istanze e allargare continuamente l'angolo visuale del gruppo, decentrandolo verso altre ricerche e ulteriori approfondimenti. Spesso, quello che fa difetto non è tanto il materiale su cui impostare ricerche di approfondimento, quanto invece lo scheletro su cui montare a quadro tutti i problemi.
    Se si vuole, ECCO L'UOMO è una buona piattaforma per questa esigenza.

     Nei tempi-forti

    L'uso di ECCO L'UOMO può dare sapore ai tempi-forti dell'anno: avvento, quaresima, «maggio»...
    Ha il pregio di una buona organicità. E di cogliere in prima istanza il problema di fondo di ogni adolescente attento.
    Quindi è di fatto in sintonia con la disponibilità a qualcosa di «speciale», in occasione di tempi speciali.
    Il colorito particolare del tempo (l'attesa per l'avvento, la conversione per la quaresima, l'intonazione mariana per il mese di maggio...) è nelle mani dell'animatore. Ma non gli riesce impresa impossibile, dal momento che il sussidio è stato montato molto aperto, proprio per prestarsi anche a queste finalità.
    C'è, evidentemente, una scelta a monte su cui trovarsi concordi: il tempo-forte è momento privilegiato per sviluppare gli impegni ordinari con attenzione straordinaria.
    In questa luce, il sussidio trova spazio.


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    p a g i n A


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