Lettera a un’amica lontana,
ma che sento dentro
Gloria Sortino
Oggi voglio scrivere di te, cara amica mia: abbiamo attraversato il tempo e siamo raggiunte alla destinazione del nostro incontro. Seppur siano passati ben tre anni dalla fine delle scuole medie, il nostro rapporto non è mai cambiato: entrambe ritroviamo qualcosa di familiare nei nostri caratteri, atteggiamenti e lineamenti. Un filo che non si è mai dipanato da ciò che lo tiene composto. La sera in cui ci siamo incontrate, ho risentito i punti che hanno saturato la nostra amicizia e lasciato quelle cicatrici, le stesse che adesso mi mostravi fiera, dopo aver tanto sofferto. L’innocenza con cui mi hai raccontato le tue esperienze è stata disarmante e solo adesso scopro i segni delle tue ferite. Mi hai raccontato dei tuoi primi anni al Liceo Classico, delle nuove persone conosciute, dell’atmosfera pregna di ispirazione che ti invadeva l’anima, la stessa che adesso, senza neanche accorgersene, si riversa nel baratro dell’incomprensione. Nessuno di quegli educatori ti ha insegnato a valorizzare ogni singola tua parte; non hanno capito quanto fossi speciale, e così ti hanno fatto scappare. Una decisione sofferta: un viaggio alla scoperta di sé con il fazzoletto madido di lacrime che nascondevano rabbia e dolore allo stesso tempo. Cercavi solo un giardino epicureo, un riparo sicuro, dove potessi sentirti veramente a tuo agio, un luogo ameno dove la tua anima fosse rinvestita di nuova luce. Quante altre persone, classi, docenti e sezioni hai dovuto visitare, un labirinto infinito che non sembrava finire mai; eppure, sei riuscita a trovare il filo d’Arianna, che non ti eri accorta stesse legando i tuoi lunghi capelli ricci. Dopo aver trafitto il Minotauro dell’indolenza, finalmente sei riuscita a uscire da quel percorso insidioso, approdando nelle rive della pace interiore. Hai trovato finalmente una classe dove professori e compagni ti fanno sentire davvero parte della socialità e non uno scarto abbandonato. Cara amica mia, io non so davvero come ringraziarti per esserti confessata nella maniera più autentica e genuina, trovando in me un piccolo sostegno. Non so quando ci rivedremo, ma ricorderò per sempre quella sera breve in cui mi hai regalato quel soffio di vita, che tu hai dovuto conquistare tenacemente. Grazie.