Mario Comoglio
Il ciclo vitale del
gruppo di animazione
Elledici 1987
Introduzione
1. Il gruppo giovanile educativo ecclesiale
Problema/1
1.1. Il problema: «fare» un gruppo giovanile educativo
1.2. Che cosa è un gruppo
1.3. Che cosa è un gruppo «giovanile educativo»
1.3.1. L'originalità del gruppo «giovanile»
1.3.2. Quando un gruppo è «educativo»
1.3.3. Il gruppo «chiuso» e il gruppo «aperto»
1.4. Il gruppo giovanile «ecclesiale»
1.4.1. Punto iniziale e punto finale
1.4.2. Il punto di vista teologico
1.4.3. Il punto di vista psicologico
1.5. La dinamica di gruppo e il ciclo vitale
1.6. La programmazione educativa
1.7. Il ciclo evolutivo del gruppo
1.7.1. Variabili e limiti della riflessione proposta
1.7.2. Le fasi
Check up/1
2. Prima fase: il gruppo giovanile dalla dispersione all'aggregazione fisica
Problema/2
2.1. Fenomenologia della fase
2.1.1. Accesso a gruppo non-istituzionalizzato o istituzionalizzato
2.1.2. Caratteristiche della fase d'inizio
2.2. La variabile prevalente: il bisogno degli altri
2.2.1. Bisogno di appartenenza
2.2.2. Bisogni affettivi e culturali
2.2.3. Bisogni religiosi
2.2.4. Bisogno di conferma delle qualità personali
2.2.5. Bisogno di difesa
2.3. In sintesi
2.4. Intervento educativo
2.4.1. I problemi
2.4.2. Obiettivi per il gruppo
2.4.3. Indicazioni per gli animatori
2.4.4. Gli strumenti
2.4.5. Alcune tecniche
Check up/2
3. Seconda fase: il gruppo giovanile dall'aggregazione fisica all'appartenenza
Problema/3
3.1. Fenomenologia della fase
3.1.1. L'amicizia si fa difficile
3.1.2. Il gruppo si fa esigente
3.1.3. Domande e decisioni nei riguardi del gruppo
3.1.4. Il gruppo si frantuma
3.1.5. Una situazione di crisi determinata dalla leadership
3.1.6 Il superamento delle difficoltà
3.2. La variabile prevalente: il confronto
3.2.1. Dal confronto la nascita delle regole
3.2.2. Dal confronto una definizione del rapporto con l'animatore
3.2.3. Dal confronto la paura di perdere la propria identità
3.3. In sintesi
3.4. Intervento educativo
3.4.1. Problemi
3.4.2. Obiettivi per il gruppo
3.4.3. Indicazioni per l'animatore
3.4.4. Strumenti
3.4.5. Alcune tecniche
Check up/3
4. Terza fase: il gruppo giovanile dall'appartenenza alla coesione e al progetto
Problema/4
4.1. Il bisogno di un progetto e di realizzazioni
4.1.1. L'elaborazione di un progetto programmatico
4.1.2. Assunzione di responsabilità e piccole realizzazioni
4.2. Fenomenologia della fase
4.2.1. La necessità di approfondimenti teorici, operativi e contestuali
4.2.2. Un momento altamente formativo per il gruppo
4.2.3. Ambiguità e problemi
4.3. Una variabile prevalente: la coesione
4.3.1. La coesione è una «relazione stabile con»
4.3.2. La coesione conferisce al gruppo identità, solidarietà, gratificazione
4.3.3. Coesione e obiettivi
4.3.4. La coesione nella relazione tra gruppo e animatore
4.3.5. La coesione nella relazione del gruppo con l'esterno
4.4. Altra variabile prevalente: la coerenza
4.4.1. La mente come «enciclopedia»
4.4.2. La mente come un sistema coerente
4.4.3. Alcune applicazioni al gruppo
4.5. In sintesi
4.6. Intervento educativo
4.6.1. Il problema dell'«ultimo arrivato»
4.6.2. Una enciclopedia per adolescenti
4.6.3. Gli obiettivi per il gruppo
4.6.4. Indicazioni per l'animatore
4.6.5. Strumenti
4.6.6. Alcune tecniche
Check up/4
5. Quarta fase: il gruppo giovanile dal progetto alla sua realizzazione
Problema/5
5.1. Fenomenologia della fase
5.1.1. Tra gruppo e «società»
5.1.2. Verso l'autogestione e l'autonomia
5.1.3. Dissenso con l'animatore e con le strategie del gruppo
5.1.4. Apertura e confronto con altri gruppi
5.1.5. La trasmissione della memoria
5.2. La variabile prevalente: l'indipendenza
5.2.1. Indipendenza e autonomia motivazionale
5.2.2. Indipendenza e autonomia nel dare e ricevere significati
5.2.3. Indipendenza e autonomia nel modo di vivere i valori
5.2.4. Indipendenza e autonomia rispetto al gruppo
5.3. In sintesi
5.4. Intervento educativo
5.4.1. Il problema: l'ambivalenza della relazione
5.4.2. Obiettivi per il gruppo
5.4.3. Indicazioni per l'animatore
5.4.4. Strumenti
5.4.5. Alcune tecniche
Check up/5
6. Quinta fase: il gruppo giovanile dalla «crisi» allo sbocco nella società e nella Chiesa
Problema/6
6.1. La verifica finale della vita di gruppo
6.1.1. «Quando» avviene lo sbocco
6.1.2. Quale tipo di sbocco?
6.2. Fenomenologia della fase
6.2.1. Allentamento dei rapporti con il gruppo per situazioni personali
6.2.2. Dal gruppo alla comunità ecclesiale e sociale
6.3. La variabile prevalente: la scelta di vita
6.3.1. Dal presente al futuro
6.3.2. La decisione è indilazionabile
6.3.3. La decisione tra coraggio e solitudine
6.3.4. Una scelta orientata verso la costruzione del Regno
6.4. In sintesi
6.5. Intervento educativo
6.5.1. Il problema: appartenenza e riferimento
6.5.2. Obiettivi per il gruppo
6.5.3. Indicazioni per l'animatore
6.5.4. Strumenti
6.5.5. Alcune tecniche
6.6. Conclusione
Check up/6
7. Appendice: come costruire un sussidio per il gruppo
7.1. Il contesto del sussidio: la presa di coscienza nella vita del gruppo
7.1.1. Ciò che un sussidio deve essere
7.1.2. Ciò che un sussidio non deve essere
7.2. Stabilire e definire l'obiettivo
7.2.1. Le varie forme di significatività
7.2.2. Costruzione di un algoritmo
7.3. La conoscenza dei processi cognitivi
7.3.1. La lettura
7.3.2. Lo scrivere
7.3.3. La comprensione
7.3.4. Il riassunto
7.3.5. L'immagine
7.3.6. L'attenzione
7.3.7. La motivazione
7.3.8. L'analisi e la sintesi
7.3.9. Codificazione decodificazione transcodificazione
7.3.10. L'applicazione
7.3.11. La verifica
7.3.12. Lo stimolo-richiamo
7.3.13. La dissonanza cognitiva
7.4. Il gruppo
7.5. Uno schema riassuntivo