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    Note di pastorale giovanile
    via Giacomo Costamagna 6
    00181 Roma

    Telefono
    06 4940442

    Email


    Recensione e segnalazione

    cursi 

    pp. 114 - € 9,00


    IN BREVISSIMA SINTESI

    L’integrazione europea non è un assoluto, né un fine in sé. Piccola appendice delle terre emerse del pianeta, l’Europa è e sarà sempre qualcosa di più grande delle forme contingenti di organizzazione che i suoi popoli sceglieranno di darsi.
    L’integrazione europea rappresenta, tuttavia, un progetto importante, capace di incidere sulle vite dei cittadini dei Paesi coinvolti, e non solo, a partire proprio dai giovani. Per alcuni di loro, la fede può essere oggi la sorgente di un impegno personale, oltre che un sostegno e una guida in questo incerto sforzo collettivo.
    In un’Europa lacerata da molteplici crisi regionali e anch’essa segnata da una pandemia globale, oltre ad indicare le sfide più  decisive, occorre rievocare qualche profezia e formulare qualche nuova proposta, mettendosi in ascolto dei giovani europei. Questi chiedono sinodalità per il futuro dell’Europa. Sinodalità è camminare insieme, verso una meta condivisa, come popolo.
    Ispirare e animare la dimensione sociale della fede dei giovani europei significa abilitarli ad ereditare i sogni migliori delle generazioni che li hanno preceduti, lasciare che siano loro a realizzarli con i propri talenti e aiutarli a lasciarne sbocciare di nuovi. I nuovi sogni vivranno nella misura in cui saranno condivisi, cioè nella misura in cui sarà data ai giovani l’occasione di farlo, camminando insieme a loro sulle strade d’Europa.


    L'AUTORE

    Dottorando in Studi sui Giovani presso l’Università Pontificia Salesiana, ha conseguito una Laurea magistrale in Relazioni Internazionali. Salesiano Cooperatore, già Segretario del Dicastero per la Pastorale Giovanile Salesiana a Roma, dal 2019 è Segretario Esecutivo di Don Bosco International, ente che rappresenta i Salesiani di Don Bosco presso le Istituzioni Europee a Bruxelles.

    PIÙ APPROFONDITAMENTE


    Prefazione

    Gentile lettore: vorrei iniziare ringraziando il dottor Cursi per il suo pensiero veramente fecondo, che apre alla riflessione serena e speranzosa su alcune delle grandi questioni del nostro tempo.
    Infatti, queste pagine riflettono "punti aperti" relativi ad alcune questioni sociali. Come un fotografo che cerca di catturare un paesaggio, un luogo o un'illuminazione unici, l'autore di questa pubblicazione ci aiuta a catturare nei nostri occhi la vita sociale umana dei gruppi e delle realtà europee. Dagli occhi e dal cuore di un laico attivo nella pastorale giovanile salesiana, entriamo pienamente nella Dottrina Sociale della Chiesa e nella costruzione dell'Europa.
    L'argomento di queste pagine è la "questione sociale", cioè l'insieme delle realtà sociali, politiche ed economiche che sono sorte in alcune aree del mondo europeo. Tuttavia, nella prospettiva dell'autore, questa dimensione include anche aspetti culturali, ambientali e antropologici in generale. Questa diagnosi, espressione di un laico credente con gli occhi aperti, cerca anche di offrire una proposta pastorale ed educativa basata sulla fede cristiana e sulla vita della Chiesa, ispirata ed elaborata dalla propria esperienza nel DBI (Don Bosco International, ente che rappresenta i Salesiani di Don Bosco presso le Istituzioni Europee a Bruxelles) e in altre organizzazioni civili e ecclesiali, come la rivista Note di Pastorale Giovanile, a partire dalla collaborazione con la quale sono stati elaborati alcuni contenuti del presente volume.
    Un aspetto di enorme originalità del testo è il protagonismo dei giovani, come si può facilmente immaginare; esso mira, nelle parole di Don Bosco, a servire all'educazione di "buoni cristiani e onesti cittadini". Tra gli altri compiti, la pastorale giovanile educa i giovani a leggere e interpretare la propria città, i territori e la società civile, e lo fa sempre nella logica di un progetto di formazione integrale che li prepara al loro inserimento nella società. Il dottor Cursi vuole unire la sua voce a tutti coloro che, attraverso l'educazione e l'evangelizzazione delle nuove generazioni, sono coinvolti nei gravi problemi che condizionano non soltanto la vita dell'uomo, ma anche ne deteriorano la dignità.
    Quando la Chiesa si occupa della persona, lo fa sulla base della fede nel Dio che crea l'uomo, lo salva, gli comunica la sua vita e lo guida nella storia come membro dell'unica famiglia umana. Questo testo traduce questa dinamica in termini pedagogici alla luce della Parola di Dio, del Magistero Pontificio e dei documenti dell'Unione Europea: un dialogo multidisciplinare.
    Per tutte queste ragioni, è un piacere poter godere di questo incontro tra il messaggio evangelico e la realtà contemporanea, mettendoci in costante discernimento per scegliere le azioni educative da mettere in atto. Ci aiuta a interrogarci e a mettere in dialogo la nostra azione personale con i fenomeni che si muovono nell'educazione e nella formazione professionale, nell'ecologia integrale e nel mondo digitale, nella demografia e nelle migrazioni, nella democrazia e nella comprensione dell'Europa.
    Lo sguardo di fede è il principio regolatore del cambiamento sociale. Su questa base, ogni riflessione rappresenta un'enorme sfida, trattata con passione e competenza. Per gli animatori della pastorale giovanile è un itinerario formativo perché si tratta di riformulare l'esperienza cristiana in relazione alle situazioni storiche concrete in cui questa esperienza si incarna. È necessario, allora, creare e generare, insieme ai giovani, progetti che portino a rinnovare il volto delle società che sono un mosaico di onestà e ingiustizia, di tenerezza e pregiudizio sociale, di uguaglianza e disuguaglianza.
    Il dottor Cursi sfida la complessità e ci invita a fare un discernimento culturale del nostro tempo. Cerca anche di mantenere il messaggio di permanente attualità di papa Francesco: andare verso tutte le periferie, verso le situazioni esistenziali in cui si trovano tutte le persone "invisibili", dimenticate dalla società, sfruttate o scartate.
    Ogni capitolo è una risposta a problemi concreti basata su principi etici di valore permanente della Dottrina Sociale della Chiesa a cui non possiamo rinunciare. E sempre in linea con la proposta originale di papa Francesco: è necessario andare oltre la categoria del dialogo, è necessario arrivare all'incontro, all'avvicinamento, al legame, all'assunzione delle differenze, dei contrasti, della diversità. Per questo motivo, il dottor Cursi lascia molte domande aperte sui giovani e sul futuro dell'Europa.
    È necessario ascoltare le persone coinvolte nel campo delle relazioni istituzionali come il dottor Cursi, e tutti coloro che interagiscono nel campo dell'evangelizzazione, operatori, destinatari o portatori di interesse. C'è un paradigma nella comprensione cristiana delle società in cui c'è un posto per tutti, e dove il trionfo di una persona non si ottiene con il danno degli altri. Che queste pagine siano un modo per costruire una nuova Europa.

    D. Miguel Angel Garda Morcuende, sdb
    Consigliere per la Pastorale Giovanile
    Salesiani di Don Bosco

     

    Introduzione

    Ripensare l'Europa è la responsabilità costante di ogni generazione chiamata ad abitare questa porzione di umanità. Quattro anni or sono, se ne erano fatti carico i partecipanti al dialogo di alto livello "Rethinking Europe", intrapreso in occasione del 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma (1957-2017). In quell'occasione, papa Francesco si interrogava su quale potesse essere il contributo cristiano al futuro del progetto europeo. Un progetto che, notoriamente, da diversi anni attraversa un momento difficile della sua storia. Appena un anno prima del convegno citato, infatti, vale a dire a poco più di sette anni dall'entrata in vigore dei nuovi meccanismi decisionali previsti dal Trattato di Lisbona (entrato in vigore nel 2009), uno degli Stati Membri più rilevanti (sul piano economico, demografico e culturale) dell'Unione aveva deciso unilateralmente di abbandonarla. L'evento, mediaticamente noto come "Brexit'' [1], certificava un malessere diffuso nei confronti della direzione incerta del progetto comunitario (con questo aggettivo si definiva tutto ciò che era riferito alle Comunità Europee sorte a partire dalla "dichiarazione Schuman" del 9 maggio 1950 e che hanno poi dato origine, nel 1993, all'Unione Europea). Peraltro lo stesso Trattato di Lisbona era stato adottato nel 2007 al termine di un travagliato percorso di riforme, intrapreso all'indomani della fine della cosiddetta "Guerra Fredda" (1989), cui seguì la riunificazione della Germania (1990) e quindi l'esigenza di integrare nel progetto di Unione Europea alcuni Paesi già membri dell'Unione Sovietica (allargamento avvenuto in larga parte nel 2004) [2]. Questo percorso di riforme sembrava essere entrato in un vicolo cieco al momento del fallimento del progetto di Costituzione Europea (2005). Pochi anni più tardi, non senza incidenti, si era dunque giunti ad un compromesso, ritenuto all'epoca tutto sommato soddisfacente. La crisi finanziaria sopraggiunta nel frattempo dagli Stati Uniti d'America e riversatasi con violenza sull'Eurozona (l'area dei Paesi europei che hanno adottato una moneta comune, l'euro) avrebbe poi sconvolto questo già fragile equilibrio [3]. Nel suo discorso in occasione del dialogo del 2017, pertanto, papa Francesco suggerì ai rappresentanti delle istituzioni europee di ricostruire insieme l'Europa a partire da due fondamenta e cinque mattoni. Le due fondamenta erano la persona e la comunità. I cinque mattoni erano invece il dialogo, l'inclusione, la solidarietà, lo sviluppo e la pace.
    Come interagisce la pastorale giovanile europea con questo progetto edilizio? A guardarla bene, questa proposta è molto evocativa. Anche se nel suo messaggio il Santo Padre non cita mai questo possibile riferimento nascosto, potremmo provare a pensare questi cinque mattoni e queste due fondamenta come i cinque pani e due pesci della pericope evangelica [4]. Come i discepoli allora, dobbiamo imparare a fidarci dei giovani e di quel poco che sembrano portarci, mettendolo nelle mani del Signore affinché sia Lui a moltiplicarlo, servendosi di noi. Due fondamenta: che modello di persona e di comunità emerge allora dall'incontro della pastorale giovanile con i giovani europei di oggi? Cinque mattoni: quale dialogo, quale inclusione, quale solidarietà, sviluppo e pace ci chiedono oggi i giovani in Europa? Chiariamo alcuni elementi del contesto, prima di cercare insieme una risposta.
    Innanzitutto, è opportuno precisare che l'Europa non si esaurisce nell'Unione Europea. Questa oggi riunisce 27 Stati e oltre 400 milioni di persone, ma l'Europa espressa da altre organizzazioni intergovernative, come ad esempio il Consiglio d'Europa, arriva ad includere ben 54 Paesi e oltre 600 milioni di persone. Le origini dell'idea di Europa sono incerte e discutibili quanto lo sono i suoi confini geografici e culturali [5]. L'Europa di Gerusalemme, Atene e Roma [6] è in realtà da molto tempo un'Europa dove rivendicano legittimamente cittadinanza oltre alle lingue e culture latine [7], greche e semitiche, anche quelle sassoni, celtiche, finniche e slave. Ancor più di ieri, inoltre, l'Europa è oggi permeabile e sensibile ai contributi culturali, spirituali e linguistici dei continenti circostanti: un continuo vortice dinamico [8]. L'Europa è e sarà sempre qualcosa di più grande delle forme contingenti di organizzazione che i suoi popoli sceglieranno di darsi. Ciò premesso, è innegabile che l'Unione Europea rappresenti il tentativo più promettente di cooperazione e integrazione transnazionale in questa regione. È dunque sulle politiche e sulle prospettive di questa determinata realtà che si concentra la presente analisi.
    Occorre inoltre ricordare che la costruzione europea non è un assoluto, né un fine in sé. Persino gli Stati che si sono impegnati nel progetto di Unione Europea le hanno fissato dei limiti di competenza. Non è opportuno, pertanto, aspettarsi soluzioni onnicomprensive da questa realtà. Tuttavia, si tratta di un progetto importante, capace di incidere sulle vite dei cittadini dei Paesi coinvolti, a partire proprio dai giovani. Per fare un esempio, tra i tanti possibili: secondo i Trattati che istituiscono l'Unione Europea, l'educazione non è una competenza dell'Unione, bensì una competenza dei suoi Stati Membri. Eppure sono molte le decisioni prese in seno alle istituzioni europee che incidono in un modo o nell'altro sui processi educativi dedicati ai giovani europei, come nel caso del progetto Erasmus.
    Un progetto importante dal futuro incerto. Abbiamo ricordato sopra il rallentamento registrato dal processo di integrazione e di allargamento negli ultimi venti anni ormai. Al punto che oggi è lecito chiedersi: "E ancora corretto parlare di integrazione, o la dinamica integrativa è stata ormai sostituita da un mero coordinamento, volto a evitare tanto la disintegrazione dell'UE quanto un'ulteriore integrazione e, quindi, a difendere lo 'status quo'?" [9].
    Appare chiaro, allora, come sia urgente per la Chiesa dialogare con gli altri attori chiave di questo progetto per contribuire a ripensarlo, assicurandosi che non manchi a questo sforzo un contributo propriamente evangelico. La Chiesa cattolica è presente a Bruxelles, città in cui risiedono le principali istituzioni dell'Unione Europea, in varie forme. Al livello più alto e ufficiale, figurano certamente la Nunziatura Apostolica presso le Comunità Europee e la COMECE, la Commissione che rappresenta le Conferenze Episcopali dei Paesi Membri dell'Unione Europea. Insieme a questi grandi attori, tuttavia, una serie di realtà di ispirazione cattolica collegate a ordini religiosi, comunità, movimenti e associazioni, anche giovanili, sono presenti a Bruxelles per offrire un loro contributo alla costruzione di questa casa comune europea. Allo stesso tempo, la Chiesa cattolica è attiva a livello istituzionale anche a Strasburgo [10], città che ospita la sede delle riunioni plenarie del Parlamento Europeo e quella del Consiglio d'Europa. Un servizio paneuropeo importante, tuttavia meno focalizzato sui lavori dell'Unione Europea, è infine svolto dalla CCCE (Consilium Conferentiarum Episcoporum Europae), ente con sede a San Gallo in Svizzera che riunisce 33 conferenze episcopali cattoliche europee. Oltre le strutture, la fede anima soprattutto l'impegno sociale e politico di tante persone, elette e non, che con il proprio lavoro contribuiscono in tutte queste sedi alla realizzazione del progetto comune europeo.
    Ad un osservatore attento ed intellettualmente onesto, peraltro, l'odierno impegno organizzato della Chiesa cattolica nella costruzione europea non dovrebbe apparire come qualcosa di strano o di nuovo. All'alba del secondo dopoguerra del secolo scorso, infatti, questo progetto di integrazione europea venne sostenuto in maniera decisiva proprio da personalità ispirate dalla fede cristiana. Konrad Adenauer, Robert Schuman e Alcide De Gasperi condividevano, oltre al fatto di essere nati e cresciuti in regioni frontaliere (Renania, Lorena, Trentino), la comune fede cattolica. E insieme a loro, chissà quanti altri padri e quante altre madri dell'Europa di cui dobbiamo ancora riscoprire il valore.
    Oggi, tuttavia, come riconosceva lo stesso papa Francesco nel suo discorso ai partecipanti al dialogo "Rethinking Europe", viviamo "in un tempo in cui il volto dell'Europa è sempre più connotato da una pluralità di culture e di religioni, mentre per molti il cristianesimo è percepito come un elemento del passato, lontano ed estraneo" [11]. Eppure questa ispirazione è lì ancora oggi davanti ai nostri occhi, anche quando sembriamo non vederla. Come nel caso della bandiera dell'Unione Europea. Fu infatti Arsène Heitz, designer francese cattolico molto devoto a Maria [12], a proporre il disegno della bandiera blu con una corona di dodici stelle gialle, che rimangono dodici al di là del numero dei Paesi Membri dell'Unione Europea (nel frattempo cresciuti fino a 28, poi tornati 27, con la fuoriuscita del Regno Unito). Tale bandiera ufficiale venne adottata dalle Comunità Europee nel 1955, peraltro proprio 1'8 dicembre di quell'anno.
    Intraprendiamo dunque questo percorso per capire come la pastorale giovanile può interagire, dando e ricevendo, con la costruzione europea in corso a Bruxelles e in tanti altri cantieri d'Europa, con la gioiosa e umile certezza di avere una buona Parola da rivolgere ai giovani europei e a chi è chiamato a decidere del loro presente e futuro.
    Questo volume, frutto di una collaborazione biennale con la rivista Note di Pastorale Giovanile attraverso la rubrica "Lettere Europee", si propone come strumento di riflessione per gli operatori e le operatrici di pastorale giovanile a due anni dalla promulgazione dell'Esortazione Apostolica post-sinodale "Christus Vivit" (ChV) e alle porte della "Conferenza sul Futuro dell'Europa": un processo partecipativo di un anno, aperto ufficialmente il 9 maggio 2021, che si prefigge di coinvolgere i cittadini europei, con particolare enfasi da parte delle istituzioni sull'auspicato coinvolgimento dei giovani, nel ripensamento del progetto di integrazione continentale. Una piattaforma digitale, inaugurata pochi giorni prima della Conferenza stessa [13], consente di interagire in più lingue con giovani e adulti da tutta l'UE, offrendo la possibilità di proporre idee proprie e sostenere quelle altrui, di organizzare e pubblicizzare eventi tematici da tenersi online o in presenza. Occorre magari superare qualche prima difficoltà tecnica per padroneggiare questo strumento che consente sia di apprendere, sia di far ascoltare la propria voce. Il ripensamento del futuro dell'Europa, tuttavia, non si esaurisce in questa finestra di opportunità contingente e queste pagine intendono guardare anche oltre le forme e i tempi dettati dalle attuali istituzioni europee.
    Possa questo volume aiutare voi, operatori ed operatrici di pastorale giovanile, a guidare una riflessione matura in stile sinodale e soprattutto a far ascoltare ai decisori italiani ed europei la voce dei giovani che riuscirete a raggiungere in questo tempo sfidante.
    L'elenco dei temi proposti in questo volume non pretende di esaurire una riflessione organica sulla pastorale giovanile europea, ma vuole essere piuttosto uno stimolo e un sostegno in questa direzione, Da una parte, la scelta è ricaduta su temi che sono al centro dell'agenda della legislatura europea 2019-2024 [14], e che sono pertanto anche al centro dell'attuale consultazione sul futuro dell'Europa. D'altra parte, la selezione dei possibili argomenti da sviluppare è stata ispirata da un approccio propositivo e non oppositivo alla costruzione di un'Europa diversa. In altre parole, deliberatamente si propongono al lettore spunti per far filtrare una luce attraverso quelle (forse ancora poche) fessure che l'attuale "spazio pubblico europeo" [15] lascia aperte al dialogo col Vangelo, evitando di fossilizzarsi in discorsi tra finti sordi. Il volume si propone dunque come strumento di ispirazione ed animazione della dimensione sociale della fede [16] dei giovani italiani ed europei.
    Dio non parla solo attraverso la Sacra Scrittura e la Chiesa, ma si rivela anche in molti altri modi, tra cui i sogni e i segni dei tempi [17]. La Chiesa è chiamata a "scrutare" questi segni e ad "interpretarli alla luce del Vangelo, così che, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sulle loro relazioni reciproche" [18]. Queste pagine provano pertanto ad additare alcuni segni dei tempi e a suggerire strumenti per interpretarli camminando insieme (questo ci sembra il "modo adatto") alle giovani generazioni europee.
    In questa prospettiva, ogni capitolo si conclude con tre proposte di approfondimento, personale o di gruppo, del tema trattato: una Parola di Dio da meditare, un breve documento del Magistero pontificio e un documento dell'Unione Europea da studiare. Tutti i documenti proposti per l'approfondimento sono facilmente reperibili online, sono disponibili gratuitamente e in lingua italiana. Per cominciare, al termine di questa introduzione rinvio ai principali discorsi e messaggi di papa Francesco dedicati al tema della costruzione europea. L'Europa è un'avventura [19]: vi auguro di viverla insieme a tanti giovani, e che questi possano un giorno farsene carico con entusiasmo. Sognando e lasciando sognare. Perché l'Europa non è un'utopia, né un utopismo [20] o una "retrotopia" [21]. Papa Francesco, nel suo discorso per il conferimento del premio europeo Carlo Magno, senza rigettare il concetto di utopia, preferisce però utilizzare, a più riprese, la categoria del sogno [22]. Ripeterà poi la stessa scelta anche in altri discorsi sull'Europa. I sogni non ce li diamo da soli: ispirare e animare la dimensione sociale della fede dei giovani europei è abilitarli ad ereditare i sogni migliori delle generazioni che li hanno preceduti, lasciare che siano loro a realizzarli con i propri doni e aiutarli a lasciarne sbocciare di nuovi [23]. I nuovi sogni vivranno nella misura in cui saranno condivisi, cioè nella misura in cui sarà data ai giovani l'occasione di farlo, camminando insieme a loro sulle strade d'Europa.

    Discorsi e Messaggi di papa Francesco sull'Europa
    2014: Visita al Parlamento e al Consiglio d'Europa (Strasburgo)
    2016: Conferimento del Premio Carlo Magno
    2017: 60° anniversario dei Trattati di Roma
    2017: Conferenza «Rethinking Europe»
    2020: 40° anniversario della COMECE

    NOTE

    1 BARNIER M., La grande illusion. Journal secret du Brexit (2016-2020), Gallimard, 2021.
    2 OLIVI B., GIACONE A., L'Europe difficile: Histoire politique de la construction européenne, Gallimard, 2007; JUDT T., Après-guerre, une histoire de l'Europe depuis 1945, Armand Colin, 2007.
    3 FABBRINI S., Sdoppiamento. Una prospettiva nuova per l'Europa, Laterza, 2017; VAN MIDDELAAR L., Alarums & Excursions. Improvising Politics on the European Stage, Agenda Publishing, 2019; Di Ciommo M., Urgenza europea. Riscoprire l'idea di Europa, oltre le crisi, San Paolo, 2020.
    4 Mt 14,13-21, Mc 6,34-44, Lc 9,11-17, Gv 6,1-15.5 CHABOD E, Storia dell'idea di Europa, Laterza, 1995; LE GOFF J., L'Europe est-elle née au Moyen Age?, Seuil, 2003.
    6 BRAGUE R., Europe. La voie romaine, Gallimard, 1999.
    7 KOJEVE A., L'Empire latin. Esquisse d'une doctrine de la politique française, in La Règle du Jeu, n. 1, mai 1990, pp. 89-123.
    8 MORIN E., Penser l'Europe, Gallimard, 1990.
    9 Di Globulo M., op. cit., 2020, p. 27.
    l0 GIORDANO A., Un'altra Europa è possibile. Ideali cristiani e prospettive per il vecchio continente, San Paolo, 2013.
    11 FRANCESCO, Discorso ai partecipanti alla Conferenza "(Re)thinking Europe", 28 ottobre 2017.
    12 Cf. Ap 12,1.
    13 Il 19 aprile 2021 è stata lanciata ufficialmente la piattaforma https://futureu. europa.eu/
    14 Vox DER LEYEN U. (Candidate for President of the European Commission), A Europe that strives for more. My Agenda for Europe, Political Guidelines for the next European Commission 2019-2024.
    15 HABERMAS, Il ruolo dell'intellettuale e la causa dell'Europa. Saggi, Laterza, Roma-Bari, 2011.
    16 TOSO M., Dimensione sociale della fede. Sintesi aggiornata di Dottrina Sociale della Chiesa, LAS, 2021.
    17 Cf. SORGE B., L'Europa ci salverà. Dialoghi al tempo della pandemia, Terra Santa, 2020, p. 84.
    18 CONCILIO VATICANO II, Costituzione Pastorale Gaudium et Spes "Sulla Chiesa nel mondo contemporaneo", 7 dicembre 1965, n. 4.
    19 BAUMAN Z., L'Europa è un'avventura, Laterza, 2012.
    20 LAMI G.F., Tra utopia e utopismo, Il Cerchio, 2008.
    21 BAUMAN Z., Retrotopia, Laterza, 2017.
    22 Cf. SORGE B., op. cit., p. 114.
    23 Cf. ChV 143.

    INDICE

    Prefazione (Miguel Angel Garda Morcuende)
    Introduzione
    1. EDUCAZIONE
    2. LAVORO
    3. ECOLOGIA
    4. FORMAZIONE PROFESSIONALE
    5. DEMOGRAFIA
    6. PACE
    7. MIGRAZIONI
    8. DIGITALE
    9. DEMOCRAZIA

    Conclusioni
    1. Domande aperte
    2. Quattro sfide
    3. Profezie e proposte
    4. Sulle strade d'Europa

    Postfazione (Nathalie Becquart)
    Bibliografia


    T e r z a
    p a g i n A


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