San Francesco di Sales, maestro di vita spirituale per i giovani /0
Wim Collin
(NPG 2021-06-46)
Nel castello di Thorens, a 20 chilometri dalla città di Annecy, nella Savoia (Francia), il 21 agosto 1567 nacque Francesco di Sales. Come conviene ai figli della nobiltà, gode di un'ottima educazione: prima in casa, poi in varie scuole della zona e a Parigi con i Gesuiti, per concludere la sua carriera accademica a Padova. Destinato a sposarsi e a essere attivo nella vita pubblica e politica, dopo lunghe esitazioni, decide di scegliere una strada diversa. Vuole diventare prete e lo diventerà.
Fin dall'inizio, è in missione sulle colline intorno al Lago di Ginevra, una regione diventata protestante da decenni. I conflitti non sono mai assenti, ma con tenacia, con la forza delle sue parole, con mitezza e fede, riesce a convertire molte persone. Quando la sede episcopale di Ginevra (da tempo in esilio ad Annecy) è vacante, la scelta cade rapidamente su di lui.
Francesco di Sales prende molto sul serio il suo ruolo di vescovo. Visita ogni parrocchia e ogni chiesa della sua diocesi, prende a cuore la formazione dei candidati al sacerdozio e realizza riforme e rinnovamento nei monasteri e nelle abbazie. Soprattutto è attento alla vita spirituale della gente della sua diocesi. Fu nella semplicità della vita ordinaria che trovò Dio. "Ho trovato un Dio amorevole e gentile nelle montagne più alte e aspre, dove molte persone umili credono in Lui in modo sincero e vero, e dove il cervo e il camoscio lo lodano sul ghiaccio scivoloso".
L'accessibilità del suo stile lo rese amato da molte persone, riceveva un numero infinito di lettere. Si trattava di persone che gli chiedevano come trovare Dio nella vita di tutti i giorni e come vivere da credenti. Probabilmente è proprio la sua semplicità, associata alla profondità della sua vita spirituale e alla capacità di trasmetterla, che ha reso San Francesco di Sales un santo popolare fino al XIX secolo. Ed è per questo che Don Bosco lo ha scelto come il patrono ideale della Congregazione salesiana: la calma e la dolcezza del santo di Sales sono necessarie al lavoro con i ragazzi e rendono la fede accessibile alla gente comune.
L’anno 2022 è un anno giubilare perché la Chiesa, moltissime congregazioni, istituzioni, gruppi di spiritualità, ricordano il quarto centenario della nascita in cielo del Santo Savoiardo il 28 dicembre 1622. Non c’è dubbio che la sua eredità è significativa anche oggi.
Nella rubrica tratteremo diversi temi, come la preghiera, l’amicizia, il discernimento, la direzione spirituale, l’amore, la mormorazione, la fedeltà, la crescita nella fede, partendo sempre da ciò che ha scritto lo stesso Francesco nelle sue lettere e nei suoi capolavori, L’Introduzione alla vita devota e il Trattato dell’amore di Dio. Applichiamo lo stesso metodo suggerito dal terzo successore di Don Bosco, don Rinaldi, in una delle sue lettere alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Come Don Bosco nel suo tempo ha fatto con San Francesco di Sales, “perfezionandolo e liberandolo da quanto poteva avere di non più adatto ai tempi”[1], così guardiamo a San Francesco di Sales e togliamo ciò che è del Settecento per mantenere ciò che è essenziale per imparare qualcosa per oggi.
NOTA
[1] L. Dalcerri, Un maestro di vita interiore. Don Filippo Rinaldi, Roma Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice, 1990, 87-94.