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    Buone pratiche di un’economia che non esclude


    Maria Gaglione

    (NPG 2020-08-42)


    Un’economia che non esclude, che non lascia indietro nessuno. Lo abbiamo ripetuto mille volte cercando un’espressione capace di definire l’Economy of Francesco. "Restituire un’anima all’economia" ha scritto Papa Francesco. Progetti e competenze, talenti, culture, lingue. Coraggio, inquietudine, azione. Storie di successi, a volte fallimenti. Lavoro di squadra, impegno quotidiano, il desiderio di osare. L’ascolto degli ultimi, il coinvolgimento delle comunità. La costruzione di una economia giusta e fraterna.

    Brasile – Sostegno alle economie locali – Ecovillaggi
    Diego Wawrzeniak è un imprenditore sociale brasiliano, membro della comunità Inkiri. Laureato in Economia, ha lavorato nel settore finanziario come analista di investimenti. Dopo aver creato una startup, ha deciso di unirsi alla comunità Inkiri dove ha sviluppato banca e moneta locali. Oggi segue i nuovi progetti della comunità che coniugano innovazione, imprenditorialità ed economia locale. La comunità Inkiri è uno dei più importanti ecovillaggi brasiliani. «Nella comunità vivono circa 150 adulti e 30 bambini e adolescenti. Ogni anno accogliamo oltre 3.000 visitatori provenienti da diverse parti del mondo. L’economia locale è molto florida con più di 20 attività imprenditoriali in diversi settori. Il sistema scolastico è riconosciuto come una delle esperienze educative più innovative del Brasile». Gli ecovillaggi sono comunità che si presentano come modelli sostenibili sul piano economico, sociale ed ecologico a cui aderiscono persone che condividono i principi fondanti; i nuclei abitativi sono generalmente progettati per ridurre l’impatto ambientale dove viene promosso l’uso delle rinnovabili. Il risultato è un sistema di grande valore estetico, produttivo e sostenibile nel tempo. “Negli ultimi sei anni – dice Diego - mi sono dedicato allo sviluppo dell’economia locale di Inkiri. Come economista e imprenditore, ho potuto constatare l’impatto positivo dello sviluppo di prodotti e servizi locali e l’importanza di mettere a disposizione dei piccoli imprenditori, semplici strumenti finanziari che consentono loro di realizzare un sogno. Lo sviluppo e l’implementazione della banca comunitaria e della valuta locale hanno fatto fiorire la nostra economia in modo 'spettacolare'. La moneta ha accresciuto la domanda di prodotti e servizi locali e ha rafforzato l’intensità delle relazioni sociali”.

    Uganda – microcredito – donne
    Miriam Nabasirye è una imprenditrice impegnata in azioni di contrasto alla povertà: «Nel novembre 2018 ho fondato la Rescue Women Enterprises la cui mission è promuovere l’accesso al microcredito, a fondi di risparmio e all’istruzione per donne e ragazze in situazioni di vulnerabilità». L’Uganda è un paese bellissimo. Uno dei più poveri del mondo. Le donne sono prive di molti diritti, tra cui quello di possedere la terra, e a molte di loro è negato l’accesso alla vita lavorativa, ai servizi sanitari, all’istruzione. Eppure sono loro il fulcro della famiglia, si occupano della casa, dei campi e dell’approvvigionamento dell’acqua. Myriam è convinta che alla base del futuro del suo paese ci siano le donne. Concretezza e armonia, cura e relazioni, creatività, attenzione. «Quando ero una giovane impiegata, sentivo continuamente storie di donne e ragazze discriminate, sfruttate e a rischio. Conoscevo il sistema del micro-credito come strumento di accesso ai servizi finanziari per persone in condizioni di povertà ed emarginazione e ne ho sperimentato i benefici per la mia famiglia. Ho creato la Rescue Women Enterprises per promuovere l’emancipazione economica, educativa e sanitaria di donne e di ragazze in difficoltà. La società fornisce micro-credito e servizi di investimento e di risparmio per le imprenditrici nelle aree rurali e semiurbane dell’Uganda per avviare o rafforzare piccole imprese. Da allora, oltre 640 imprenditrici in condizioni di povertà e senza accesso ai finanziamenti tradizionali, sono state aiutate. Sono commercianti, pescatrici, sarte». Molte donne sono escluse dai servizi finanziari tradizionali a causa della povertà e dell’analfabetismo finanziario, ma anche per la sussistenza di modelli di finanziamento predatori e, più in generale, di un contesto politico e sociale che perpetua un accesso ineguale alle risorse. «Modelli di finanziamento accessibili e una diffusione della cultura del risparmio hanno permesso a queste imprenditrici di gestire le loro attività garantendo redditività e sostenibilità economica. Oggi queste donne possono pagare le tasse scolastiche per i figli, avere una casa decente e pasti regolari, per loro e le loro famiglie». Parlare con Myriam significa imparare molte cose. Innanzitutto che la lotta alla miseria e all’esclusione per aver successo richiede la politica dei piccoli passi. «Conoscere i problemi reali e affrontarli in modo molto concreto – continua Myriam – significa contribuire allo sviluppo del nostro paese e alla costruzione di un mondo più giusto». A partire dalla formazione, su cui Myriam torna più volte. Una donna istruita è una donna indipendente, capace di prendersi cura di sé, dei propri figli e della comunità. Una donna cui è data la possibilità di contribuire alla crescita di un Paese.

    Libano – disabilità – lavoro
    Si parla spesso di disabilità e di barriere architettoniche. Poco si parla di disabilità e lavoro. Samer Sfeir, imprenditore libanese, lo ha fatto senza paura. Sebbene ci siano in alcuni paesi normative che regolano le assunzioni dei disabili in aziende e in altre attività, per le persone con disabilità fisiche o psichiche non è semplice né immediato trovare lavoro. «Eppure – sottolinea Samer – ogni uomo e ogni donna, al di là delle sfide e delle difficoltà che si trova a dover affrontare, ha il diritto di dare il suo contributo nel mondo del lavoro, che gli consenta di esprimersi, acquisire e conservare la propria dignità e avere la possibilità di crearsi la propria indipendenza economica». Samer sa che c’è prima di tutto un ostacolo culturale da superare. «ProAbled (da PROfessionally Able) è il principale progetto nato da shareQ, una ong che sostiene progetti sociali in Libano in collaborazione con altre organizzazioni e imprese: proabled.com è una piattaforma online gestita da un team di esperti specializzati nel sostenere persone con difficoltà finanziarie o con disabilità a integrarsi nel mondo del lavoro e nella società, combinando quindi creazione di nuovi posti di lavoro, tecnologia e imprenditorialità. Il team di esperti lavora su due fronti. Da una parte, fornisce supporto ad aziende e istituzioni pubbliche nel trovare i candidati giusti, proponendo corsi di coaching e formazione sui processi di inclusione lavorativa; d’altra parte, affianca le persone con disabilità nell’orientamento lavorativo e nella formazione professionale. «Innovazione, ascolto, dedizione, e preghiera sono gli ingredienti del nostro lavoro di squadra – sottolinea Samer –. Siamo una piccola realtà, ma dal 2012, ad oggi, oltre 750 persone hanno ricevuto formazione dalla nostra organizzazione e più di 300 persone sono state assunte in nuovi posti di lavoro. La nostra mission è trovare il potenziale in ogni persona e aiutarla ad esprimerlo».

    USA – Dialogo fra generazioni
    Charlotte Japp, 29 anni è il CEO di CIRKEL, una rete intergenerazionale che attraverso eventi e incontri, punta a creare e sostenere le relazioni fra generazioni diverse. “Connessioni che stanno diventando sempre più rare nel nostro mondo dove anziani e giovani sembrano non riuscire più a parlarsi” ci confida Charlotte. Queste relazioni hanno invece, secondo la giovane imprenditrice statunitense, un valore inestimabile perché consentono alle persone di imparare le une dalle altre e crescere a livello personale e professionale. “Finora, abbiamo realizzato moltissimi eventi in tre città degli Stati Uniti, incidendo sulla vita di oltre 2000 persone tra i 21 e i 96 anni”. Gli studi di ricerca di Charlotte hanno riguardato un ambito molto particolare: la cosiddetta “economia della terza età”. La dinamica demografica è oggi una delle sfide globali più importanti. Negli ultimi decenni la popolazione mondiale è cresciuta rapidamente, è diventata più longeva ed è aumentata la disuguaglianza tra le diverse fasce di età. Accanto ad alcuni fattori che incidono negativamente sulle dinamiche economiche e sociali (aumento dei costi sanitari, carenza di profili professionali e di servizi finanziari per gli anziani, sostenibilità dei sistemi pensionistici) la così detta Silver Economy offre importanti potenzialità, in termini di erogazione di servizi sanitari, di offerta di beni e servizi per la terza età. Non solo. C’è un altro aspetto importante da considerare. Rafforzare il legame tra le generazioni ha un valore economico oltre che sociale, importantissimo. Le generazioni devono imparare a conoscersi. Se da una parte esiste una difficoltà di comunicazione tra i due mondi, gli interessi di giovani e anziani si toccano in realtà frequentemente e se considerati insieme possono avere ricadute positive perfino sull’economia, come dimostra CIRKEL. Il network sta contribuendo a creare sostenibilità economica affrontando il divario di conoscenza tra le generazioni. Attraverso il tutoraggio intergenerazionale, CIRKEL sta costruendo una forza lavoro multigenerazionale che beneficia delle competenze dei lavoratori più anziani e più giovani. Charlotte ci condivide un esempio semplice: “Ricordo che dopo aver ascoltato una donna anziana parlare di inclusività nel settore della moda, un giovane stagista musulmano ha trovato il coraggio di parlare con il capo designer di una famosa casa di alta moda. E in seguito a quel colloquio, è stato assunto! CIRKEL sostiene che la conoscenza e l’esperienza di ogni persona non vada sprecata e persa ma valorizzata e condivisa. Le persone anziane offrono tutoraggio e lezioni di vita ai giovani mentre i giovani forniscono competenze tecniche e aggiornamenti su tendenze e innovazioni. Questo scambio mantiene le persone anziane impegnate socialmente e più a lungo. CIRKEL mette in atto un modello di business che coinvolge tutte le fasce di età per condividere conoscenze messe a disposizione della crescita personale di ciascuno e di tutti. Diversamente dall'attuale sistema "a somma zero", credo davvero che una nuova economia possa costruirsi sui pilastri dalla condivisione, inclusione e sostenibilità.


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