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    Giovani e Bibbia nella prospettiva del Sinodo dei giovani: La proposta finale in CHRISTUS VIVIT


    Cesare Bissoli

    (NPG 2019-05-68)


    Abbiamo fin qui ricercato la componente biblica nel Sinodo dei giovani, esaminando il Documento Preparatorio (v. NPG 8/2017, pp. 44-57) e nello Instrumentum Laboris (v. NPG 7/2018, pp. 60-64). Ora intendiamo mettere in luce tale tematica nell’Esortazione Apostolica Christus vivit (Chv) di Papa Francesco, e lo facciamo in diretta connessione con il Documento finale (Df) del Sinodo, in ciò motivati dall’espressa volontà del Papa (Chv. n. 4). Prendiamo quindi avvio da Christus vivit per integrarlo poi con il Documento finale.[1] Da tali documenti riceviamo il pensiero conclusivo del Sinodo: non una visione analitica ed esaustiva sul rapporto Giovani e Bibbia, ma una prospettiva di fondo entro cui impostare una pastorale biblica giovanile.[2]

    Procediamo prima esaminando Christus vivit (I) e poi l’integrazione offerta dal Documento finale (II). Una parola ultima propone una sintesi di insieme (III).

    I. IL FILO BIBLICO DI CHRISTUS VIVIT

    Osserviamo subito tre cose.
    * Lo scopo dei due documenti (Chv e Df) non è per sé biblico, non aspettiamoci quindi una riflessione esplicita in tal senso, e quindi se si appellano alla Bibbia, come di fatto ampiamente fanno, ciò assume un significato speciale, un ruolo particolare nei due testi.
    * Nei due documenti tutto ciò che si dice di Bibbia, in forma diretta o indiretta, ha per riferimento i giovani, ma in un'ottica diversa: nel suo documento Papa Francesco intende fare una “esortazione”, cioè parlare direttamente ai giovani, dando loro del tu, in funzione di un convincimento dell’intelligenza e del cuore; invece il documento finale del Sinodo nomina i giovani in terza persona, ponendosi davanti a loro come una fonte ufficiale di sicura informazione.
    * Si noterà che pur nella voluta connessione di Chv con Df, anche i contenuti biblici e il modo di enunciarli sono diversi. Si pensi soltanto al titolo dei due documenti: Christus vivit, attinto da una fonte paolina per il testo del Papa; “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” per il testo sinodale. Si potrà parlare di una differenza nella continuità.

    Un dato statistico

    Punto di partenza illuminante in documenti come questo è il dato statistico, che in certo modo, dalla ripetizione o meno di termini, rivela l’intenzione dell’autore, cosa gli sta a cuore. Nel caso del nostro tema, abbiamo fatto una attenta ricerca a proposito delle citazioni dell’ AT e NT, dei vocaboli Bibbia, Sacra Scrittura, Vangelo, e specificamente sulla nomina della persona di Gesù, sia in citazioni bibliche sia in termini assoluti. Sono arrivato a questi risultati.
    * Assolutamente maggioritario e centrale è la nomina di Gesù, a partire dal titolo dell’Esortazione Christus vivit. Il più delle volte si nomina Gesù a se stante, altre poche volte si usa il termine Cristo, Gesù Cristo, Signore. (ove il riferimento è a lui e non genericamente a Dio). Sovente è nominato con il pronome in terza persona “Egli, Lui…”. Si registrano 164 volte. È presente in tutti i 9 capitoli, il maggior numero compare nei cc. 2, 5.
    Il riferimento alla persona di Gesù è continuo. Egli è il dato biblico dominante.
    * Ma non mancano riferimenti espliciti alla Bibbia: 47 sono le citazioni dell’AT, in particolare nei cc. 1 e 4; 105 le citazioni del NT, in particolare dei vangeli, e ciò nei cc. 1,2,5. Sono citazioni pertinenti all’argomento, anche se esegeticamente non approfondite. Chiaramente il referente maggiore è Gesù.
    *Infatti il vocabolo Vangelo è nominato 21 volte; Sacra Scrittura solo 3 volte, e così Bibbia 3 volte. In compenso si usa il termine Parola di Dio, 16 volte, per indicare la fonte biblica

    Il contenuto biblico dell’Esortazione

    È motivato e utile distinguere tre livelli: il riferimento diretto alla persona di Gesù; il riferimento alle più che 150 citazioni bibliche; il riferimento alla Bibbia (Sacra Scrittura) da accostare come testo per “leggere, pregare… con la Bibbia”).

    Il dato biblico su Gesù

    Gesù è un figura biblica per se stessa, anche senza fare citazioni scritturistiche, è la Parola di Dio per eccellenza orale e scritta. Ma di fatto, come abbiamo ricordato, Gesù più di ogni altro soggetto, in Chv è proposto con oltre 160 citazioni evangeliche, diventando così il referente biblico centrale.
    Di lui si mettono a fuoco diversi aspetti.

    (1) Nominiamo i nuclei centrali
    * Christus vivit (cfr Gal 2,20), titolo generale dell’Esortazione, fa da sintesi vitale di tutti i 299 paragrafi che dall’inizio alla fine mettono in rilievo la relazione di Gesù Cristo e la persona del giovane sotto differenti aspetti. I primi quattro paragrafi del Chv vanno assunti come il leit-motiv sinfonico che si sviluppa in tutti gli altri.
    * Binomio indissolubile è dunque Gesù e giovani, con motivazioni bibliche si può dire originali (cfr. nn. 12-19; c. 2). Ciò svela una intenzionale e chiara valenza antropologica-esistenziale-dialogica: “Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo! (n. 1). Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza” (n. 2). Cfr. n. 129.
    * Ciò attesta il chiaro intento perseguito dal Sinodo, e rimarcato da Papa Francesco, di porre in primo piano (cfr n. 30) la visione dell’umanità di Gesù, figlio di Dio incarnato (cfr. c. 2). Vedremo più sotto diversi aspetti. Qui riassumiamo dicendo che Gesù vuol essere il “tu” (=amico, fratello, salvatore...) del giovane perché il giovane possa e abbia da dare del “tu” (=amico, fratello, salvatore) a Gesù
    * Cosa analoga possiamo dire della relazione della Chiesa con i giovani. È evidente che parlare di Chiesa nell’Esortazione è riferirsi costitutivamente a Gesù: “In essa è sempre possibile incontrare Cristo «il compagno e l’amico dei giovani»” (n. 34). Cfr. n. 36.

    (2) Altri elementi
    Questo ‘dialogo esistenziale' tra Gesù e il giovane viene biblicamente focalizzato in diversi aspetti:
    * La giovinezza fa da piattaforma unificante Gesù e i giovani, esplicitando la dimensione giovanile di Gesù nel doppio momento, come lui nel suo tempo vede e tratta i giovani (c. 1) e come lui stesso sia stato - e continui ad essere - giovane (c. 2).[3]
    * Analogamente a Gesù giovane, viene colta Maria quale “ragazza di Nazaret” (n. 43-48). 
    * Altro nucleo biblico riguardo a Gesù viene sintetizzato in “Cristo ti salva” (n. 118s), riferendo, come ragione di ciò, il dono dell’amore di Dio, attestato nell’AT e nel NT e, più specificamente, l’amore di Cristo, manifestato nella morte di croce e fruttificato nella risurrezione (“Egli vive”) (n. 124s ), da cui scaturisce con il dono dello “Spirito che dà vita” “la sorgente della migliore gioventù” (nn.130s; n. 133s).
    * Ulteriore nucleo del rapporto Gesù e il giovane compare quando, parlando di “Percorsi di gioventù” (c. 5), papa Francesco propone la risorsa di vivere “In amicizia con Cristo” (n. 152s), corredando il discorso con numerosi riferimenti biblici collegati all’amore, che provoca “la crescita e la maturazione” (n. 158s), disegna ”percorsi di fraternità” (n. 163s), sollecita “l’impegno” in ambito sociale, pur “compito immenso e difficile” (n. 173), delinea il compito di essere ”missionari coraggiosi”:
    “175. Innamorati di Cristo, i giovani sono chiamati a testimoniare il Vangelo ovunque con la propria vita. Sant’Alberto Hurtado diceva che «essere apostoli non significa portare un distintivo all’occhiello della giacca; non significa parlare della verità, ma viverla, incarnarsi in essa, trasformarsi in Cristo. Essere apostolo non consiste nel portare una torcia in mano, nel possedere la luce, ma nell’essere la luce [...]. Il Vangelo, [...] più che una lezione è un esempio. Il messaggio trasformato in vita vissuta»”.
    * In rapporto alla pastorale giovanile (c. 7), il fondamento biblico detto in precedenza ora ispira la concreta azione pastorale con alcune notazioni significative: la pastorale giovanile cura “l’incontro con Gesù (perché) tocca il cuore, è fuoco e gioia” (n. 212); va rilanciata “l’esperienza fondante dell’incontro con Dio attraverso Cristo morto e risorto” (n. 213) badando a diversi indicatori biblici: l’annuncio del kerigma (n. 214); “spazi di riflessione spirituale con la Sacra Scrittura” (n. 214); “la pratica del comandamento nuovo” dell’amore fraterno (Gv 13,34) (n. 215), “pregare con la Parola di Dio” (n. 224, 229), “l’avvertenza di non pretendere che tutto sia solo grano”, senza zizzania (Mt 13,24-30) (n. 232). Fa da paradigma il racconto di Emmaus (Lc 24.13-35) già proposto dal Sinodo (v. Df), accolto come modello della pastorale giovanile” (nn. 236; 237; 291, 296).
    * Riferimenti biblici reggono il senso di vocazione (c. 8) inteso globalmente come “chiamata di Dio” (n. 248): è “chiamata all’amicizia con Lui” (Gesù), per una “storia di amore”. Sono riportati due esempi: il dialogo positivo di Pietro con il Signore risorto, e il dialogo purtroppo negativo con il giovane ricco (nn. 250-252). Senza nominare Geremia, Dio che chiama è detto “il mio vasaio” (cfr Ger 18) (n. 256). La vocazione a una consacrazione speciale viene vista evangelicamente come “gettare di nuovo le reti”. E si conclude con uno splendido riferimento biblico:
    277. Gesù cammina in mezzo a noi come faceva in Galilea. Passa per le nostre strade, si ferma e ci guarda negli occhi, senza fretta. La sua chiamata è attraente, è affascinante. Oggi, però, l’ansia e la velocità di tanti stimoli che ci bombardano fanno sì che non ci sia spazio per quel silenzio interiore in cui si percepisce lo sguardo di Gesù e si ascolta la sua chiamata. Nel frattempo, riceverai molte proposte ben confezionate, che si presentano belle e intense, ma con il tempo ti lasceranno svuotato, stanco e solo. Non lasciare che questo ti accada, perché il turbine di questo mondo ti trascina in una corsa senza senso, senza orientamento, senza obiettivi chiari, e così molti tuoi sforzi andranno sprecati. Cerca piuttosto quegli spazi di calma e di silenzio che ti permettano di riflettere, di pregare, di guardare meglio il mondo che ti circonda, e a quel punto, insieme a Gesù, potrai riconoscere quale è la tua vocazione in questa terra.”.
    * Nell’ultimo capitolo dedicato al “discernimento (c. 9) si fa visibile la traccia biblica con l’invito di ”imparare a nutrire gli stessi sentimenti di Gesù Cristo” (cfr Fil 2,5) (n. 281), di comprendere la vocazione come “la chiamata dell’Amico” che “propone un seguire” (n. 287; 290) per un cammino bene orientato che proviene dal racconto di Emmaus, la cui esperienza si avvera in tutte le sue tappe per chi segue Gesù (292, 296).
    Possiamo concludere notando che il riferimento biblico è ben più che una citazione di ornamento, ma fa da asse a tutto il testo, sviluppando armonicamente il punto di avvio di Christus vivit.

    Le 150 citazioni bibliche

    La loro abbondanza fa pensare che non sono poste a “prezzemolo” o a caso, ma rispondono ad una chiara intenzione : coniugare il rapporto tra i giovani e Gesù e con altri dati significativi, partendo dalla sorgente, dove la fede scaturisce genuina, dove Gesù e i giovani trovano la medesima abitazione nella memoria originale, nel ‘grande codice’ della Bibbia. Vediamo le scelte fatte.

    (1) Quanto all’Antico Testamento
    Piace che sia citato per 47 volte. Non è così in altri documenti, forse perché appare più facile mettere in luce figure giovanili. Si può parlare di un abbozzo elementare di teologia biblica del mondo dei giovani.
    * Ciò appare esplicitamente e più numerosamente (15 citazioni), nel c. 1: ”Che cosa dice la Parola di Dio sui giovani? Nell’Antico Testamento (nn. 6-11) : Giuseppe, Gedeone, Samuele, Davide, Salomone, Geremia, la serva di Naaman, Rut. Di ciascuno sono date le citazione bibliche pertinenti e una succosa parola di commento sempre di taglio spirituale.
    * Un secondo contributo del Primo Testamento compare nel c. 4, Il grande annuncio per tutti i giovani. È l’annuncio che il Dio di Gesù è “Un Dio che è amore”. Sono nominati i passi più belli, da Osea, Isaia, Geremia, Sofonia (nn. 114, 117, 133) con incisivo commento spirituale.
    * Nel c. 5 tra i “Percorsi di gioventù” si va affermando “ la voglia di vivere e sperimentare”: i sapienti dell’AT (Sir, Qoh) dicono cose sagge (nn. 145, 146), come pure profetizzano sull’amicizia con Cristo (Ger, Gios) (n. 154, 159).
    Anche il rapporto dei giovani con gli anziani (c. 6), caro al popolo di Dio, viene richiamato con il ricorso al Sir, Prov, Lev, Deut, Gioele, Sal 148 (nn. 188, 189, 192, 196). Per sé il c. 7 dedicato alla “Pastorale giovanile” non ha riferimento all’AT. Ma giova connettersi con quanto detto sui giovani nell’AT nel c.1. Lo stesso si può dire per il c. 7 sulla ”Vocazione” (v. però il cenno al ‘vasaio’ che riecheggia anche Geremia, n. 256).

    (2) Quanto al Nuovo Testamento
    Abbiamo già segnalato come esso esprima la grande maggioranza delle citazioni della Bibbia, avendo per riferimento la persona di Gesù in tutti i nove capitoli. Ci limitiamo a notare l’uso del termine globale Vangelo, specificato in Luca, Matteo, Giovanni, Marco. Riferimenti sono fatti a Lettere di Paolo (1-2 Cor, Col, Rom, Fil, Gal, Efes, 1Tes, 1-2Tim, Tt), Atti, Ebr, 1 Pt, Apoc.).
    Tre annotazioni: priorità alla conoscenza del NT, segnatamente i Vangeli; il racconto di Emmaus (Lc 24,13-35) come testo-guida nel cammino di fede, come già nel Df; alla figura di Maria è dato ampio spazio, in particolare secondo Lc.

    Il riferimento alla Bibbia come tale

    Sopra abbiamo notato il pochissimo uso del termine Sacra Scrittura, soltanto 3 volte, e così Bibbia 3 volte. Più frequente è l’uso di Parola di Dio, 16 volte. Ecco quanto si riscontra in Chv in modo quanto mai sobrio.
    * Fin dall’inizio del c. 1 si riconosce che quanto si dice sui giovani e sul loro incontro con il Signore viene ricuperato da “alcuni tesori delle Sacre Scritture” (n. 5 ); così pure dalla Bibbia proviene l’invito “ad avere un profondo rispetto degli anziani” (n. 16); “La Bibbia racconta...” (n. 117), “nella Bibbia troviamo un consiglio rivolto ai giovani…” (n. 145). Finalmente si fa invito - è l’unico in tutta l’Esortazione - ad una pastorale giovanile, coltivando ”spazi di riflessione spirituale con la Sacra Spirituale” (n. 214) e, annotando nel contesto di Emmaus, che Gesù conduce i due compagni di viaggio “a interpretare alla luce delle Scritture gli eventi che hanno vissuto” (n. 237).
    * Va osservato che di fatto il contatto con la Bibbia o Scrittura si realizza nei tanti riferimenti biblici di AT e NT citati sopra.
    * Resta vero che più che la lettura della Bibbia prevale la lettura di incontro con Gesù dentro il libro biblico (NT, vangelo).
    * Indubbiamente si ha l’impressione di un minimalismo biblico che va integrato con l’Esortazione Sinodale Verbum Domini (2010) dove si propone, “Annuncio della Parola di Dio e i giovani” (n. 104).Non vanno poi dimenticate le parole e l’esempio stimolante di Benedetto XVI e Papa Francesco sul rapporto Bibbia e giovani. [4]

    II. IL FILO BIBLICO DEL DOCUMENTO FINALE

    Abbiamo già rilevato che il Documento finale sinodale, I giovani, la fede e il discernimento vocazionale viene affermato parte integrante dall’Esortazione Chv (n. 4), con citazioni di esso per una cinquantina e più di volte. Noi ora, sempre in relazione all’argomento dell’articolo, Giovani e Bibbia, raccogliamo sinteticamente quanto il Df presenta su tale rapporto.

    * Apriamo, osservando che il documento, sempre a riguardo del nostro argomento, tratta i medesimi aspetti poi ripresi da Chv (pur con un numero minore di paragrafi (167, rispetto ai 299 dei Chv) :
    - riporta citazioni bibliche (una sessantina ),minori di numero, ma proporzionatamente alla minor ampiezza rispetto al Chv;
    - centralità della figura di Gesù; richiamo alla Parola di Dio;
    - prevalenza di citazioni del NT rispetto all’AT;
    Si vede che globalmente il documento papale attinge dal documento sinodale.

    * Segnaliamo la maggior evidenza e ruolo affidato al racconto di Emmaus (Lc 24.13-35), su cui si articolano esplicitamente le tre parti (“Camminava con loro, Si aprirono loro gli occhi, Partirono senza indugio”): “Abbiamo riconosciuto nell’episodio dei discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,1\3-35) un testo paradigmatico per comprendere la missione ecclesiale in relazione alle giovani generazioni” (n. 4). Continuando il paragrafo 4, si nota l’importanza strategica del racconto lucano. Lo si riconosce anche in Chv, pur in termini meno ampi (nn. 236; 237; 291, 296). In n. 237 si cita letteralmente il citato n. 4 del Df.
    In compenso nei cc. 1 e 2 Chv propone una carrellata di giovani nell’AT, nel NT, di Gesù stesso,nella storia della chiesa ben più vasta di quanto afferma il Df.

    * Con maggiore estensione, ma nella stessa ottica del Chv, il Df esprime il rapporto dei giovani con la Bibbia. Ecco i testi.
    - “La Bibbia considera la dimensione personale, ma nello stesso tempo sottolinea quella comunitaria”, richiama “il cuore nuovo… Anche i Vangeli proseguono nella stessa linea” (n. 10.6).
    - Trattando della “familiarità con il Signore”, tra le altre cose si raccomanda “l’ascolto e la meditazione della Parola di Dio, la Lectio divina nella comunità” (n. 110)
    - Soprattutto sviluppando “la vita della comunità” si sottolinea la necessità di presentare con chiarezza e credibilità “kerigma e catechesi” per realizzare “l’annuncio di Gesù Cristo” che “è la vocazione fondamentale della comunità cristiana”. A questo scopo, sempre nel Df, si raccomanda:
    “ Va tenuto vivo l’impegno a offrire itinerari continuativi e organici che sappiano integrare: una conoscenza viva di Gesù Cristo e del suo Vangelo, la capacità di leggere nella fede la propria esperienza e gli eventi della storia, un accompagnamento alla preghiera e alla celebrazione della liturgia, l’introduzione alla Lectio divina e il sostegno alla testimonianza della carità e alla promozione della giustizia, proponendo così un’autentica spiritualità giovanile” (n.133).
    - “L’ambiente digitale… richiede non solo di abitarlo e di promuovere le sue potenzialità comunicative in vista dell’annuncio cristiano, ma anche di impregnare di Vangelo le sue culture e le sue dinamiche… Ciò non potrà non interrogare le modalità di trasmissione di una fede che si basa sull’ascolto della Parola di Dio e sulla lettura della Sacra Scrittura” (n. 145).

    III. SINTESI FINALE

    * In Chv come in Df l’incontro Giovani e Bibbia non è mancato all’appello, ma certamente lo è secondo una particolare visione: è incontro con Gesù, Gesù concentra in sé la Bibbia; incontro d’altra parte che si vuole in profonda sintonia con il mondo dei giovani, una Bibbia che non è non ridotta, ma focalizzata ad essere specchio dei giovani, di Gesù stesso (v. Chv cc. 1-2).

    * Si ammira e si loda l’abbondanza dei riferimenti biblici, espliciti e impliciti, intesi come portatori radicali di senso, non qualcosa di superficiale e decorativo. Esegeticamente si possono fare, qua e là, delle osservazioni a livello ermeneutico o di applicazione del dato biblico, ad es. sul senso del termine ‘giovane’ che si dice di tanti personaggi; proprio perché si parla a giovani che diventano adulti, non si dovrebbe tralasciare di valutare come tale passaggio avviene per i personaggi biblici citati, perciò il contesto di vita, di cultura, di fede religiosa. Ne deriva l’impegno di affrontare questi testi con un corretto approfondimento.

    * Di un diretto contatto dei giovani con la Bibbia si parla materialmente poco, certamente meno di quanto si dice in altri interventi di chiesa. Ma attenzione: se ne parla poco come quando si ritiene sufficiente limitarsi a citare il titolo di un libro importante: occorre entrarvi dentro accolti dalla selva di citazioni e segnatamente dalla figura di Gesù, di cui - si può notare - si parla sempre in un contesto biblico e non dottrinale, spiegando ad esempio il Credo. Certamente non si dimenticherà l’invito breve ma denso posto nel c. sulla pastorale giovanile (n. 214). In concreto è dall’esperienza pastorale che si può vedere quanto e come la Bibbia in se stessa faccia presa sui giovani. Un'autorevole direttiva viene da Verbum Domini (n. 104).

    * Un dato biblico è indubbiamente centrale: la persona di Gesù. Ne abbiamo ampiamente accennato. Tutta Bibbia va verso di Lui e a partire da Lui.

    Vengono opportune alcune annotazioni:

    - l’ampia citazione dell’Antico Testamento, ricorda che la Bibbia non si restringe alla persona di Gesù, ma questa vuole la globalità del Libro Sacro e riconosce la necessità del primo Testamento, cui anche i giovani saranno iniziati;
    - la centralità di Gesù manifesta il primato conoscitivo dei Vangeli, che diventano dunque la via primaria per incontrare Gesù, con correttezza e saporosità. Si potrebbe dire che tutti e quattro sono vie da percorrere, in particolare Luca e Giovanni. Paolo e il resto del NT hanno pure loro un ruolo per dire Gesù.
    - Nei Vangeli vi è una traccia di cammino segnato - specie nel Df - per andare da Gesù e anzi camminare con Lui: come già indicato, è l’avvenimento di Emmaus. Può diventare criterio di base per fare esperienza di Gesù, a livello teologico e pedagogico.
    - Un richiamo viene fatto: la pratica della Lectio divina adeguata al mondo giovanile. Il Card. Martini parla di scuola della Parola.
    - Il richiamo sovente alla Parola di Dio per qualificare l‘incontro con la Bibbia, ci avverte che esso si compie dentro il mistero della Parola, nel sacramento della Chiesa con l’invocazione allo Spirito Santo, alla celebrazione liturgica, alla pratica della carità. Proprio per dei giovani, l’incontro con la Parola di Dio biblica apre sul versante della vocazione.
    - Si può dire che questa centralità di Gesù quale focus per una corretta interpretazione della Bibbia, ha ricevuto da Benedetto XVI la motivazione teologica (v. Verbum Domini, prima parte) e riceve da Papa Francesco la traduzione pastorale.

    * Dal percorso fatto, ci vengono preziosi suggerimenti per una pastorale biblica giovanile (o meglio per una animazione biblica della pastorale giovanile, cfr Verbum Domin n. 73). Li articoliamo pedagogicamente così:
    - da “Bibbia e Giovani” a “Giovani e Bibbia”: si vuol rimarcare che l’incontro con il Libro Sacro va configurato in relazione alle domande di senso, ai bisogni e alla capacità di sintonia del giovane. Il contrario provoca noia e disaffezione. Ciò richiede di partire in certo modo dai giovani stessi, in un dialogo continuo tra testo e lettore/uditore, con opportuna scelta e presentazione dei riferimenti biblici;
    - da “Giovani e Bibbia” a “Gesù e i giovani (all’interno della Bibbia)": per ogni lettore della Bibbia, non si tratta per sé di realizzare un incontro tra una persona viva e un libro morto, ma tra persone, anzitutto il giovane con la persona di Gesù come appare in Chv (e in Df), similmente con altri personaggi che popolano la Bibbia. Si terrà poi presente che la sorgente biblica va intesa come Parola di Dio, termine che in sé va oltre il puro riferimento alla Scrittura, porta alla preghiera, alla liturgia, alla carità;
    - da “Bibbia e Gesù” a “Gesù e Bibbia”. La centralità di Gesù nella Bibbia porta prioritariamente (come valore e anche come tempo) a conoscere incontrare Gesù nella Bibbia (primato dei Vangeli) e leggere la Bibbia in Gesù (AT come profezia; NT come approfondimento).
    * In una pastorale biblica giovanile si completerà il percorso secondo quanto propone la già citata Esortazione Verbum Domini nel n. 104: far conoscere la natura della Bibbia, come interpretarla, come attuarla, valorizzare la storia degli effetti in cultura, arte, costume, vita sociale.
    * Non esiste una “Bibbia dei giovani”, ma la Bibbia di tutti incontrata in prospettiva giovanile.

    “I giovani non sono clienti né incapaci né marginali al Libro sacro; il loro incontro ha una strada da compiere segnata e animata dalla fede della Chiesa, di cui la lectio divina è percorso emblematico; quindi non basterebbero discorsi su Gesù e il mistero cristiano, e nemmeno il puro uso del Catechismo: ha ragion d’essere e dovere di essere un incontro diretto del giovane con la Parola di Dio attestata dalla Scrittura” (Card. C.M. Martini).


    APPENDICE

    Come Papa Francesco raccomanda la Bibbia ai giovani

    È una raccomandazione frequente quando parla a loro, insistendo sul possedere, leggere, pregare la Bibbia (specie il vangelo). Ecco alcune espressioni da lui scritte nella premessa alla “Bibbia dei giovani” (2017).

    - “Se vedeste la mia Bibbia, forse non vi farebbe una grande impressione: e questa sarebbe la Bibbia del Papa? Un vecchio libro tutto consumato! Potreste regalarmene una nuova, una da mille euro, ma non la vorrei. Amo la mia vecchia Bibbia, che mi accompagna da una vita. È stata testimone della mia gioia, ed è stata rigata dalle mie lacrime. Per me è un tesoro inestimabile. Vivo a partire da questa Bibbia. Non la darei via per nulla al mondo.
    Voglio dirvi una cosa: oggi ci sono più cristiani perseguitati che all’epoca delle origini della Chiesa. E perché vengono perseguitati? Perché portano una croce e rendono testimonianza a Gesù. Vengono condannati perché posseggono una Bibbia. La Bibbia quindi è un libro estremamente pericoloso. Così pericoloso che in alcuni Paesi possederne una equivale a nascondere delle bombe a mano nell’armadio. Un non cristiano, il Mahatma Gandhi, una volta ha detto: «A voi cristiani è affidato un testo che ha in sé una quantità di dinamite sufficiente a far esplodere in mille pezzi la civiltà tutta intera, a mettere sottosopra il mondo e a portare la pace in un pianeta devastato dalla guerra. Lo trattate però come se fosse semplicemente un’opera letteraria, niente di più».
    Nella Evangelii Gaudium (n. 175) ho detto: «Noi non cerchiamo brancolando nel buio, né dobbiamo attendere che Dio ci rivolga la parola, perché realmente “Dio ha parlato, non è più il grande sconosciuto, ma ha mostrato se stesso”. Accogliamo il sublime tesoro della Parola rivelata.
    Quindi voi tenete in mano qualcosa di divino: un libro che brucia come il fuoco!!! Un libro attraverso cui Dio parla. E quindi ricordatevi: la Bibbia non esiste per essere messa sullo scaffale, ma per essere presa in mano, per leggerla spesso, ogni giorno, da soli o in compagnia. Voi fate sport in compagnia, o andate a fare shopping in compagnia. Perché non leggete insieme la Bibbia, in due, o tre, o quattro? Fuori, all’aperto, nel bosco, sulla spiaggia, di sera, a lume di candela… Farete un’esperienza travolgente! O avete paura di una figuraccia, se fate una proposta del genere?

    - Leggetela con attenzione! Non rimanete in superficie come fate con un fumetto! Non bisogna mai dare solo un’occhiata alla Parola del Signore! Domandatevi: «Che cosa dice al mio cuore? Dio mi parla attraverso queste parole? Mi tocca nel profondo del mio desiderio? Che cosa devo fare?». Solo in questo modo la Parola di Dio può diffondersi. Solo così la nostra vita può cambiare, può diventare grande e bella. Volete farmi contento? Leggete la Bibbia!”.
    Voglio dirvi come leggo la mia vecchia Bibbia. Spesso la prendo, la leggo un po’, poi la metto via e mi lascio guardare da Dio. Non sono io a guardare il Signore, ma LUI mi guarda. LUI è presente. Mi lascio osservare da Lui. E avverto – non è sentimentalismo – avverto profondamente quello che il Signore mi dice. Qualche volta non parla. Allora non sento niente, solo vuoto, vuoto, vuoto… Ma rimango paziente, e attendo. Leggo e prego. Prego seduto, perché mi fa male inginocchiarmi. Qualche volta mi addormento pregando. Ma non fa niente. Sono come un figlio presso il Padre, e questo è l’importante.
    Volete farmi contento? Leggete la Bibbia!”.


    NOTE

    [1] Per completezza di quadro, facciamo almeno richiamo di altre voci del percorso sinodale dall’anno della sua indizione (2016) che potrebbero interessare il nostro tema. Nominiamo le seguenti: Seminario internazionale sulla condizione giovanile (settembre 2017), Riunione pre-sinodale con 300 giovani (marzo 2018), Incontro di preghiera dei giovani italiani a Roma (agosto 2018), Giornata Mondiale della Gioventù (gennaio, Panama 2019). Meriterebbero un’analisi gli interventi dei padri sinodali in Assemblea e nei Circuli minores.
    [2] A questo proposito va ricordato che l’incontro tra Bibbia e popolo di Dio è ufficialmente delineato anzitutto in Dei Verbum del Vaticano II (1965) e poi da Verbum Domini (Sinodo 200B). Andrebbero poi raccolte le frequenti raccomandazioni sulla Bibbia ai giovani da parte di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e soprattutto di Papa Francesco (v. in Appendice).
    [3] Notiamo che trattando dei “giovani santi” non vi sono citazioni bibliche esplicite. Si potrebbe osservare che la loro relazione con Gesù è stata certamente operante. Ma vi è una citazione biblica di Apoc 2,4, che compendia sinteticamente tale relazione. Cosa analoga possiamo dire della relazione di Gesù con la Chiesa.
    [4] Benedetto XVI ebbe un’espressione ben nota nella Giornata mondiale dei giovani a Colonia nel 2006: “Cari giovani, vi esorto ad acquistare dimestichezza con la Bibbia, a tenerla a portata di mano, perché sia per voi come una bussola che indica la strada da seguire”. E Papa Francesco:”Leggete la Bibbia con attenzione! Non rimanete in superficie come fate con un fumetto! Non bisogna mai dare solo un’occhiata alla Parola del Signore! Domandatevi: «Che cosa dice al mio cuore? Dio mi parla attraverso queste parole? Mi tocca nel profondo del mio desiderio? Che cosa devo fare?». Solo in questo modo la Parola di Dio può diffondersi. Solo così la nostra vita può cambiare, può diventare grande e bella. Volete farmi contento? Leggete la Bibbia!” (2017). Di Papa Francesco viene dato, in appendice, un suo intervento per intero.


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