Mons. Domenico Caliandro, arcivescovo di Brindisi
(NPG 2015-04-08)
Per una buona pastorale giovanile è necessario che il cuore e le competenze camminino insieme e si completino fra loro per essere “segni e portatori del Vangelo, proprio come Maria che si mette a servizio di Elisabetta”.
Parlare di pastorale giovanile è affrontare un tema molto delicato perché riguarda i giovani che “si sentono come foglie mosse dal vento”, che si esprimono con un linguaggio che gli adulti faticano a comprendere. Il disagio giovanile può essere riconducibile alla carenza di bravi educatori ed è qui che entra in gioco il bisogno del “discernimento delle pratiche pastorali (…) e delle risorse presenti nei territori e nelle realtà ecclesiali.
Anche questa è dedizione all’uomo e – dunque – testimonianza al Vangelo: la sua credibilità non passa da una dimostrazione logica, ma da gesti e parole capaci di svelarne la carità”.