Gaetano Gulotta *
(NPG 2015-04-78)
Se dovessi descrivere la pastorale giovanile e in modo particolare il convegno nazionale che si è tenuto a Brindisi, non potrei fare altro riferimento che al tema “Il cantiere e le stelle”.
Nel cantiere vediamo diversi progetti di pastorale giovanile con sfumature diverse che si confrontano sotto un grande cielo stellato.
Cantieri e progetti diversi, ma accomunati da questo stesso cielo che ci unifica.
La comunità cristiana è come un cantiere aperto in continua evoluzione così come lo è l’educazione per ogni singolo soggetto.
Una comunità aperta alle novità, che fugge le tentazione del chiudersi a riccio dinanzi alle sfide delle nuove generazioni che si pongono alla comunità credente.
Come le stelle sono diverse per forme e luminosità, così ogni giovane è diverso l’uno dall’altro: porta in sé la sua storia con i suoi interrogativi a cui gli educatori sono chiamati a dare risposte concrete.
La comunità cristiana è chiamata a rispondere a domande a cui forse non ha mai voluto rispondere, rischiare, dare fiducia ai giovani, uscire dalle sue sicurezze per scommettere sui giovani e le loro difficoltà, che mettono a repentaglio la vita delle comunità. Eppure scommettere si può! Nonostante le fragilità delle nuove generazioni, si può scommettere partendo dalle risorse di umanità che ogni giovane porta in sé per farlo incontrare con il Signore Risorto.
La comunità cristiana deve proporre ai giovani il messaggio cristiano sul terreno dell’umano, affinché, i giovani nell’accogliere tale messaggio sappiano riconoscere nel Risorto la gratuità di Dio che si rivela all’uomo mediante l’uomo.
La più grande soddisfazione che ho ricevuto in questi anni di vita presbiterale è lo stare con i giovani, donare la mia vita ai giovani. E quando l’orizzonte si fa buio, la mia vita si rischiara per la richiesta di aiuto di un giovane, che con le lacrime agli occhi e con le guance solcate di lacrime ti fa capire che Dio si rivela agli ultimi, agli indifesi, ai piccoli, a coloro che cercano Dio con tutto il cuore.
Resta nascosto agli arroganti, agli ipocriti che credono di conoscere Gesù senza aver fatto esperienza di Lui, parlano di Dio senza che Lui sia presente. Continua a restare nascosto a coloro che si sentono potenti, invincibili, perfetti e dal cuore lontano da Dio.
* 32 anni, presbitero da cinque, responsabile diocesano per la pastorale giovanile della Diocesi di Monreale.