Simone Graziano
(NPG 2014-05-61)
Un’occasione concreta di formazione dal punto di vista educativo e di consapevolezza che i giovani sono un valore aggiunto di questa società, che va protetto, curato, guidato e valorizzato per avere un futuro di grandi speranze. Per fare questo, e non solo, c’è bisogno di tante forze: genitori, educatori, sacerdoti, adulti che credono in questo progetto. Insieme si può e si deve evangelizzare, costruire qualcosa di importante per chi è destinatario, ma anche per chi è in prima persona al servizio dei giovani.
Questa – per me – la sintesi vitale del convegno PG di Genova.
Tutto questo è stato sottolineato in una relazione: la priorità principale di una Comunità educante è quella di “stare con i giovani”, a cui si è chiamati a mostrare la “convenienza del Cristianesimo”, ma verso cui soprattutto siamo chiamati ad una testimonianza concreta della vita, come condizione essenziale per l’efficacia profonda della predicazione.
Anche l’aspetto pedagogico è importante.
Occorre prendere sul serio il desiderio dei giovani, dare a loro degli strumenti concreti, persone di riferimento, fare proposte educative. E l’educatore ha il dovere di mostrare fiducia, deve far entrare il giovane in un mondo pieno di fiducia. La sfida educativa non è occasionale, ma deve lavorare nel quotidiano.
La mia convinzione finale: la pastorale giovanile deve lavorare unita per crescere e per fornire ai giovani delle nostre realtà tutte le possibilità di sviluppo a livello umano, ma soprattutto a livello spirituale. Siamo noi i primi a portare loro verso Gesù Cristo, solo così scopriranno l’Amore vero per la vita.