L’esperienza del CFP di Misterbianco CT
Stefano Colombo
(NPG 2000-06-29)
Il CFP di Misterbianco nasce nel 1985 sulla spinta di un gruppo di giovani che, partendo da un’esperienza ecclesiale di comunità al servizio di un territorio della periferia ovest di Catania, decidono di dedicare la propria vita professionale ai giovani, uomini e donne, che vivono nelle frazioni di Misterbianco. Esse contano oggi circa ventimila abitanti: molti, considerato il fatto che trent’anni fa erano circa quattrocento; troppi, se si pensa che il 90% delle abitazioni è abusivo.
È facile individuare le problematiche più stringenti e maggiormente bisognose di risposte concrete. Il problema più evidente è quello del lavoro, che non c’è e, se c’è, è spesso nero o quantomeno grigio. Altissimo perciò è il rischio di una devianza conclamata fatta di piccoli furti o scippi o, in alternativa, di una marginalità nei confronti di un sistema di valori che propone modelli e stili assolutamente irraggiungibili per loro. Altro problema è quello culturale: vi è una condizione di vera e propria povertà culturale, che condiziona il presente e il futuro degli allievi del Centro. Sul piano dell’esperienza scolare molti dei ragazzi hanno subito un bocciatura e si relazionano in modo estremamente negativo all’istituzione scuola e di riflesso manifestano un’autostima molto bassa per ciò che riguarda le attitudini allo studio. Anche il «clima» culturale più ampio pone notevoli interrogativi a causa di una cultura mafiosa che è presente e che si manifesta non sempre in maniera eclatante e facilmente individuabile, ma è spesso sottile e quindi più pericolosa. La famiglia svolge una fondamentale funzione di ammortizzatore sociale, ma questo comporta il replicare schemi e condizionamenti che non favoriscono un processo di autonomia.
Se le criticità del contesto sono evidenti, per avere una visione chiara non è possibile disconoscere l’insieme delle opportunità e dei punti di forza che sono senz’altro presenti.
La città di Catania, nel suo complesso, vive un periodo di grande rilancio economico e sociale, con due settori che guidano questa ripresa: la microelettronica e il turismo. Dal punto di vista sociale, il recupero di parte del centro storico e una maggiore coscienza civile fanno ben sperare per il futuro.
Nei suoi quindici anni di storia il CFP di Misterbianco ha cercato di dare risposte al territorio e si è profondamente rinnovato sotto molti punti di vista, segno di una continua ricerca di innovazioni organizzative e metodologiche. Il CFP ha sviluppato una rete di relazioni con il mondo delle aziende, che ha consentito di iniziare già da molti anni una serie di esperienze di integrazione con il mondo del lavoro.
Nel suo lavoro il CFP cerca di realizzare l’integrazione tra interventi formativi e inserimento lavorativo. Tali impegno è stato ritenuto fondamentale sin dai primi anni dalla fondazione del Centro. In un contesto regionale che riteneva impossibile un qualunque tipo di raccordo con il mondo produttivo sono state organizzate nei primi anni visite guidate, poi gli stage, poi i tirocini formativi, per giungere a percorsi formativi in alternanza con risultati assolutamente soddisfacenti sia per i giovani sia per le aziende. Iniziare non è stato semplice, perché sembravano insormontabili sia gli ostacoli posti dai referenti istituzionali sia la diffidenza delle aziende che, solo dopo un paziente lavoro di convincimento, hanno accettato di accogliere i giovani in formazione.
Gli obiettivi perseguiti nella collaborazione con le imprese comprendono la possibilità per i giovani di vivere una parte del tempo all’interno dell’azienda raggiungendo una maggiore consapevolezza del percorso effettuato e delle competenze acquisite sul piano tecnico, apprendendo nuove competenze e sviluppando le competenze trasversali e personali. Inoltre, il confronto con l’azienda rappresenta uno stimolo all’aggiornamento e alla formazione continua dei formatori.
Da ultimo, il progetto ETC-REN, finanziato dalla Commissione Europea DG V e dal Ministero del Lavoro nel quadro dell’Iniziativa Comunitaria Occupazione Youthstart, il progetto ETC-REN (Employment Training and Change – Restaurant of Europe Network) ha cercato di integrare formazione e lavoro con la costituzione di un «Ristorante d’applicazione», spazio all’interno dei quale il giovane vive un’esperienza formativa basata sulla realizzazione piena di un processo produttivo. Si tratta di creare, come luogo di apprendimento, un ristorante vero e proprio, con una vera clientela da accogliere e servire, con piatti da preparare e presentare adeguatamente. Prezioso è stato il confronto con i partner, il Kiez Kuchen di Berlino e il Centre Formation Apprentissage della Chambre de Metiers de la Corse du Sud di Ajaccio.
La formazione prevede la vendita al pubblico dei prodotti della formazione: non costituisce un’innovazione in senso assoluto a livello europeo, perché esperienze significative esistono in Danimarca, in Germania, nel Regno Unito e in Francia.
I risultati sono da individuare nell’acquisizione di una piena responsabilità da parte del giovane, che si sente protagonista di ciò che succede; nella gratificazione data dal successo, dall’essere artefice di ciò che viene servito e di come viene servito; nella relazione con una clientela che può gradire, ma che può anche essere insoddisfatta; nel riconoscimento al giovane di una forma di retribuzione che non è assistenza, ma riconoscimento del lavoro svolto; nella piena integrazione di ciò che viene fatto nel CFP con quanto realizzato in azienda, durante il periodo di alternanza.
La differenza sostanziale che contraddistingue e che continuerà a dare identità al lavoro svolto nel CFP è l’attenzione fondamentale al giovane piuttosto che al prodotto da servire, alla formazione piuttosto che alla produzione.
I Centri di formazione e produzione possono diventare un modello di riferimento interessante nell’ottica dell’integrazione formazione-lavoro e trovare in Italia la stessa diffusione che hanno in altri paesi dell’Unione Europea. Il metodo di integrazione tra formazione professionale e lavoro sviluppato di tali Centri rappresenta uno dei modelli più interessanti di integrazione tra i due sistemi e può divenire uno strumento vincente per le politiche attive del lavoro.