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    Progetti e proposte PG dell’Ufficio diocesano di Reggio Calabria - Bova

    a cura di Gino Acudi

    (1998-06-40)

    Per una pastorale di «movimento».
    Abbandonare una pastorale di rimessa, cioè una pastorale che si rende attiva se chiamata in causa da fattori esterni e occasionali, per promuovere una pastorale dinamica ed attenta al mondo giovanile in modo da rendere i giovani «motori» di una azione destinata ad altri giovani. L’intenzione del Vescovo è molto chiara: dare alla pastorale giovanile una accelerazione che trova le sue spinte dai precedenti convegni diocesani di inizio anno rispettivamente nel 1992 e nel 1994 e dai quali si sono acquisiti contenuti e linee operative per il programma pastorale attuale.

    Un gioco di squadra.
    Un Direttore, un Assistente, 3 Vice Direttori, una Segretaria ed uno Statuto: questo l’Ufficio che da subito si è lasciato raggiungere dalla disponibilità delle Associazioni e Movimenti giovanili presenti in Diocesi e con esse dare alla luce l’azione auspicata dal Vescovo. La Diocesi come terreno di gioco e i giovani giocatori di diritto. Nessuno in panchina.

    I giovani, quali?
    Non i giovani in generale (quelli delle statistiche per intenderci), ma quelli in particolare, impegnati già in «qualcosa» che di per sé comunica una ricerca alla «vocazione» nei più svariati campi di vita: studio, lavoro, vita di coppia, musica, volontariato, famiglia..., ma soprattutto «beccare» quelli che in qualche modo hanno scelto di essere visibili con un impegno sociale, religioso o educativo.
    Quei giovani che, sulla base della loro seppur piccola esperienza di vita, sono un metro più avanti sulla strada della definizione del proprio io. Invitarli a dire le loro motivazioni servendosi di strumenti idonei a raggiungere altri giovani.

    I giovani come risorsa che garantisce continuità.
    Nasce così una redazione per Avvenire di Calabria, il giornale diocesano dove siamo presenti con una pagina al mese. Una redazione composta non dai soliti giovani figli di Associazioni o Movimenti ma anche da altri, affascinati dalla proposta di poter comunicare le loro idee in un giornale dignitoso che non fosse il solito ciclostilato in proprio.

    Il desiderio di raccontarsi agli altri.
    Cerchiamo e troviamo l’opportunità di coprire spazi in una emittente radiofonica privata collegata ad un circuito nazionale di chiara matrice cattolica (Circuito Marconi).
    Anche qui sono già 9 i giovani che stanno per avviare un palinsesto che li vede impegnati 4 giorni alla settimana.
    Nasce, su un quotidiano locale, un inserto fatto dagli alunni delle scuole della Provincia: anche qui riusciamo ad avere uno spazio «occasionale» e lo offriamo ai giovani studenti delle nostre associazioni perché raccontino ad altri le esperienze associative e i motivi che li hanno spinti a far parte di quella Associazione o Movimento cattolico. Il Vescovo si è servito di questo strumento per inviare due messaggi agli studenti della Diocesi.

    Quelli che... non sono poi così lontani.
    L’esperienza dell’anno passato ci è servita anche per capire che i giovani di questa Diocesi non hanno pregiudizi nei confronti dei giovani cattolici, anzi sono loro stessi che favoriscono il dialogo se noi diventiamo chiari punti di riferimento. Lo abbiamo visto con il Concorso Hope Music: 7 complessi iscritti al concorso ed una serata musicale animata da ben 10 complessi attirati dall’idea di dare vita ad una serata di «confronto musicale».
    Siamo scesi in piazza per incontrare i giovani passanti offrendoci alle loro domande orientate a chiederci i motivi del nostro credere, e in due serate animate con video, musica, accoglienza e preghiera, che hanno composto una sorta di piccolo villaggio dentro la piazza che ci ha ospitato, abbiamo scoperto che proporre Cristo ai giovani attraverso le varie esperienze associative funziona. Nel libro dei pensieri molte le conferme di un atteso desiderio di spiritualità (che non trovano e che noi spesso consumiamo solo dentro le nostre Chiese).

    L’interesse particolare della loro vita come terreno di gioco della pastorale.
    La Giornata dei Giovani, organizzata dalla Diocesi, li ha visti impegnati in 18 Forum nei luoghi più importanti della città; e quindi si è parlato di politica nella sala del Consiglio Comunale, di sofferenza nella Cappella dell’Ospedale, di giustizia in un’aula di Tribunale, di beni culturali in una sala del Museo, ecc. Ha funzionato!
    Abbiamo avuto la conferma che i giovani vanno raggiunti nei loro particolari interessi perché in esse riescono a trovare tracce del senso divino nella propria esistenza, se li accompagniamo a scoprire queste tracce del senso divino nella propria esistenza. Dobbiamo acquisire la capacità che avevano gli indiani nel seguire le tracce (la propria strada) e nel fiutare ogni odore che il vento (Dio) della prateria (la propria vita) portava loro.

    Una chiesa per i giovani.
    Abbiamo aperto altri «fronti» di pastorale: quella del lavoro in collaborazione con l’Ufficio Caritas e del Lavoro e quello della vocazione con l’Ufficio Famiglia e il Centro Diocesano Vocazioni. Anche qui presenze di giovani che vivono concretamente le dimensioni cui si fa riferimento, e che si sono offerti a favorire un’azione pastorale che si apra ai giovani in ricerca di vocazione e soprattutto portata a chi vive la dimensione del fidanzamento non condizionato da una scelta imminente al matrimonio.

    Il progetto: uno strumento per servirli meglio.
    Sulla base di questo piccolo vissuto abbiamo pensato di alzare di qualche tono la nostra musica ed abbiamo pensato che si lavora sicuramente meglio con un progetto, già in fase di stesura, e che speriamo possa venire alla luce nella primavera di quest’anno. Il nostro desiderio è che sia un progetto «scritto» in un linguaggio che sia allo stesso tempo indicazione al nostro lavoro, ma anche lettura di «speranza» per il singolo giovane che lo legge.
    Vogliamo dare il nostro apporto al movimento ecumenico e nella settimana di preghiera per l’unità di quest’anno ci sarà un giorno dedicato ai giovani preparato insieme ai giovani delle altre Chiese cristiane con i quali ci siamo già proficuamente incontrati un paio di volte.

    Per l’unità diocesana.
    La giornata dei giovani di quest’anno tende a coinvolgere maggiormente le Zone Vicariali per cui si è pensato di dare un’ambientazione: «Le dodici tribù di Israele» (12 sono le Zone Vicariali della Diocesi) ed iniziare con esse un cammino che ci porterà nel 1999 ad un pellegrinaggio in Terra Santa.
    La giornata avrà un suo primo momento nelle zone dove verranno riproposti alcuni temi affrontati dai Forum l’anno scorso e da individuare con il confronto con quanti operano nella zona. Dopodiché ci si mette in cammino per arrivare al luogo del pranzo che riunisce 3 o 4 Zone Vicariali insieme.
    Nel pomeriggio un gioco, e subito dopo la S. Messa celebrata dal Vescovo con uno stile gioioso e musicale, verranno comunicate le sintesi dei lavori dei Forum tenuti nelle Zone.

    Una pastorale quotidiana.
    Ma le proposte che ci impegnano a far diventare la nostra azione evangelizzatrice più quotidiana e meno occasionale sono due (a parte le trasmissioni radiofoniche):
    Portare nelle Zone Vicariali e nelle Parrocchie, con atteggiamento missionario, l’esperienza accennata sopra, secondo un programma di coinvolgimento graduale di tutta la Zona e dove l’animazione sarà affidata ai giovani del luogo e dove la presenza della Consulta delle Associazioni sarà più intensa nella fase preparatoria e garantirà comunque la propria presenza di sostegno anche nel momento della realizzazione.
    La proposta itinerante secondo lo schema seguente si completerà con la presenza dello sportello Informagiovani del Comune di Reggio Calabria che seguirà i nostri spostamenti tra Parrocchie e Zone Vicariali con il camper in loro gestione e dove verranno ospitate le attività riguardanti il mondo del lavoro che la Conferenza Episcopale Italiana sta portando avanti, dando modo anche ai giovani che hanno conseguito il ruolo di Animatore di Comunità di cominciare ad operare e a mettere sul campo le conoscenze acquisite.
    Questi gli angoli dentro questo singolare villaggio:
    – angolo dell’accoglienza con bibite, sorrisi e... musica in sottofondo proposta dal vivo;
    – stand delle Associazioni: vengono presentate le associazioni presenti in Diocesi e le loro proposte;
    – sportello lavoro: promozione di modelli di lavoro cooperativistico e imprenditoriale;
    – proiezione di un video: cantautori dicono i motivi del loro credo;
    – commento al video animato dal sacerdote o da un educatore;
    – tenda del silenzio e della preghiera (quasi multimediale);
    – uno spazio per i messaggi (cartellone, foglietti o libro dei pensieri).

    Cosa può nascere da una lunga attesa?
    Un altro luogo cui varrebbe la pena destinare la nostra attenzione è la stazione FF.SS., luogo di attesa di tanti giovani pendolari: vogliamo diventi luogo di proposta. Abbiamo chiesto al Cappellano della stazione di «procurarci» una sala disponibile dove potersi riunire per far diventare questa attesa spazio di condivisione e proposta di comunione aiutandoli a diventare loro stessi animatori di questi momenti, consegnando loro il senso del tempo (chi meglio di loro può comprenderlo, costretti a farlo scorrere quasi inutilmente aspettando un treno o un pullman?). Far nascere la comunità dei giovani della stazione con una propria identità ed attività. Se in tutte le stazioni d’Italia... (lasciamo perdere).

    Non solo al di fuori.
    Ma l’Ufficio di Pastorale Giovanile della Diocesi sviluppa anche una presenza nei gruppi, dove sempre più spesso viene invitato per presentare se stesso e le proposte che lo accompagnano, nelle parrocchie, raccogliendo simpatia e offerte di disponibilità. Sta accadendo una cosa straordinaria ma risaputa allo stesso tempo. L’Ufficio comincia ad essere attivato dai giovani stessi che portano le loro proposte e le loro attese. C’è un forte desiderio di fiducia e di responsabilità, qui dove la speranza non è astratta, ma riceve una fisionomia concreta poiché sempre più distante appare l’orizzonte della piena realizzazione dei nostri giovani.
    Noi cerchiamo di colmare questa distanza pensando che sia la stessa che i discepoli di Emmaus hanno compiuto con Gesù al proprio fianco, convinti che il nutrimento della nostra speranza non può non dimorare che nell’eucaristia.


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