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    Catania: centro orizzonte lavoro



    Enzo Pappacena

    (NPG 1998-05-58)


    Quasi sempre ci si accorge dei giovani irretiti dalla criminalità comune o di tipo mafioso quando li si scopre a delinquere e finiscono con l’avere a che fare con la giustizia. Ma allora è quasi sempre troppo tardi. Come salesiano di don Bosco e a nome del Centro Orizzonte Lavoro che rappresento, vorrei invitarvi a porre un più marcato accento sulla prevenzione. Da non intendere come ‘difesa’, bensì come promozione, progettualità, educazione, elevazione della qualità della vita, come politica attiva del lavoro». Così don Enzo Giammello, responsabile del Centro Orizzonte Lavoro di Catania, nel novembre del ’93, iniziava la sua relazione alla Commissione Parlamentare Antimafia. Sono affermazioni che aiutano a cogliere il senso e le motivazioni che stanno alla base di una tra le più interessanti iniziative realizzate nel Sud d’Italia e che vede lavorare fianco a fianco giovani laici e sacerdoti, impegnati con la loro opera a cercare di dare risposte concrete ai problemi dei giovani catanesi, primo fra tutti il problema dell’inserimento nel mondo del lavoro.

    La storia

    L’idea di un centro di solidarietà per giovani disoccupati è nata oltre dieci anni fa, in seno alle riunioni in preparazione del Capitolo Ispettoriale della Famiglia Salesiana del 1986. Bisognava allora ridare significatività ad un’Opera che, inserita in un contesto umano e sociale molto degradato della periferia catanese (quartiere Nesima), si confrontava quotidianamente con il drammatico problema della disoccupazione giovanile. Così su otto proposte formulate per la riqualificazione della presenza salesiana ben quattro si riferivano ad un progetto per il lavoro.
    Nel 1988 non solo veniva riaffermata la validità dell’idea, ma si pensò di estendere i futuri interventi ai giovani di tutta la città.
    Una serie di incontri mirati ad uno studio approfondito della realtà catanese e all’analisi delle esperienze già avviate in campo nazionale da Gioventù Aclista (Movimento Primo Lavoro), Comunione e Liberazione (Centri di Solidarietà), GiOC (Centri di Informazione per giovani disoccupati), ecc. permisero di giungere nel 1989 ad un proprio originale progetto. Nel dicembre dello stesso anno il Centro Orizzonte Lavoro assunse la veste giuridica di associazione e di cooperativa. Più tardi, nel gennaio del ’92, il Centro si presentò alla città con un pubblico convegno e il 18 dello stesso mese vennero inaugurati i locali.

    Le provocazioni del territorio

    A Catania, come quasi in tutte le altre città del Mezzogiorno d’Italia, il problema della disoccupazione giovanile assume le dimensioni di un’autentica «calamità sociale» se si pensa alle conseguenze in termini di disagio e di devianza. Per i giovani, soprattutto per quelli provenienti dai ceti sociali più svantaggiati, trovare un lavoro è un’impresa davvero ardua. D’altro canto, tante e complesse sono le norme che regolano l’accesso al mondo del lavoro. I giovani hanno perciò bisogno di qualcuno che cammini insieme a loro indicando percorsi e strategie da seguire per conseguire l’obiettivo di un’occupazione adatta che rappresenta un fondamentale diritto per tutti.
    «Non potrò mai dimenticare – ci riferisce don Enzo Giammello – quando, arrivato da pochi giorni a Catania, mi si presentò un giovane padre di famiglia. Faceva il manovale, ma gli avevano scoperto un serio disturbo al cuore e aveva dovuto lasciare il lavoro. Analfabeta, con pochi soldi messi da parte che stavano finendo, non sapeva fare altro che il manovale. «Parrinu, – mi disse – ccaia fari ora? Commu ci rugnu a mangiari e me figghi? Lei m’aiutari!» Mi fu detto che apparteneva ad una famiglia difficile (in questi ultimi anni hanno arrestato suo padre e un fratello. Un secondo fratello è stato colto in flagrante e riaccompagnato dalla madre perché minorenne. Un altro dei fratelli, recentemente, è stato ammazzato). Non si è potuto fare molto per lui che aveva concluso la chiacchierata chiedendomi: «Si minni vaiu a rubbari, chi è? Piccatu? Iu haia campari a famigghia! Cu maiuta a mia?». Erano gli anni – continua don Enzo – in cui lo spaccio della droga dal centro della città si era trasferito nelle periferie. E a Nesima, dove pure la maggior parte della gente è onesta e laboriosa, si erano visti, dall’oggi al domani, giovani con vestiti firmati e macchine nuove fiammanti. Bisognava tentare di dare una risposta valida e concreta a quell’accorata e disperata richiesta d’aiuto».
    Era necessaria una risposta urgente ed efficace se si considera l’offerta «alternativa» e ben remunerata proveniente dalle organizzazioni malavitose. Una risposta valida per tutti i ceti sociali, giacché il problema disoccupazione è patrimonio comune di tanta parte del mondo giovanile meridionale. Una risposta atta a risollevare tanta gioventù da quello stato di disagio che non è solo di natura economica ma anche psicologica. Dietro le cifre e le percentuali offerte dagli istituti di ricerca per quantificare il fenomeno si celano i volti di tanti giovani, con le loro capacità da valorizzare, i loro sogni e le loro aspirazioni da realizzare, le loro delusioni da cancellare.

    La risposta

    La cooperativa Centro Orizzonte Lavoro (C.O.L.), nata nel quartiere Nesima alla periferia Ovest di Catania, ha oggi nel Centro Salesiano la sua sede operativa. In quanto cooperativa sociale, oltre che da numerosi volontari, è costituita da soci lavoratori ben motivati e con competenze varie e titoli di studio diversi. Occorre però precisare che, sebbene esista un contratto che regola il rapporto di lavoro dei soci all’interno delle cooperative sociali, in realtà l’impegno profuso dai giovani del Centro va oltre gli orari di lavoro stabiliti, giacchè, come qualcuno di loro tiene a sottolineare, si tratta di una scelta di vita che implica un impegno totale.
    L’idea di fondo del C.O.L. è di aiutare i ragazzi a orientarsi nel difficile pianeta lavoro non solo acquisendo capacità e strumenti necessari per accedervi, ma soprattutto maturando una mentalità nuova che li renda elementi attivi nella ricerca del proprio lavoro.
    «In una regione come la Sicilia – ci riferisce la dott.ssa Marisa Polizzi, vice presidente del C.O.L. – ricca di risorse naturali e di beni culturali, sono ancora tanti i giovani che guardano ai concorsi pubblici come all’unica possibilità per ottenere un posto di lavoro, trascurando tante attività che, fortemente legate al territorio, rappresentano una reale opportunità di lavoro».
    Il Centro, allora, cerca di diffondere una nuova mentalità che implica un passaggio fondamentale: dall’attesa del posto di lavoro proposto dagli altri, o comunque calato dall’alto, alla ricerca e creazione di un’occupazione che realmente corrisponda alle proprie attitudini. Tutto ciò significa anche un mutamento negli atteggiamenti: dal pessimismo e fatalismo a un maggiore ottimismo e da una rassegnata passività a un vivo spirito di iniziativa.
    I responsabili del C.O.L., aiutando i ragazzi a scoprire le proprie capacità e a metterle a frutto, favoriscono lo sviluppo della cultura imprenditoriale.
    «È importante – aggiunge la dott.ssa Polizzi – far capire ai giovani che l’imprenditore non è solo colui che dispone di grossi capitali, ma anche colui che nel proprio piccolo cerca di darsi da fare. Entrare in tale ottica significa anche realizzare i propri sogni: spesso i ragazzi hanno hobby e interessi che, se volessero, potrebbero trasformare in idee imprenditoriali».
    Tale cultura imprenditoriale è diffusa dai soci della cooperativa attraverso molteplici attività: invitati nelle scuole, avvicinano i ragazzi, fanno lezioni di marketing, spiegano come nasce un’impresa e come si calcola il capitale di cui si ha bisogno, e aiutano i ragazzi a superare tutte quelle resistenze che provengono dalla così radicata cultura del posto pubblico.
    Altro obiettivo del Centro è costituito dalla volontà di far maturare una mentalità cooperativistica che implica la diffusione della dimensione solidale. Mettersi in cooperativa non è, infatti, solo un modo come entrare nel mondo del lavoro con qualche sgravio fiscale, ma è soprattutto un lavorare insieme. Il C.O.L. stimola e promuove a tal fine progetti fattibili che coinvolgono giovani che, grazie alle loro specifiche competenze, possono offrire una serie di servizi tanto richiesti.

    I servizi offerti

    L’accoglienza
    Aiutare il giovane nella ricerca di lavoro non è un fatto fine a se stesso, è anche un’opportunità per aiutarlo a vincere un disagio che spesso si traduce in devianza. Il Centro Orizzonte Lavoro ponendo alla base della propria operatività la promozione umana e sociale della persona ha, perciò, nell’accoglienza uno dei suoi momenti più importanti. I giovani spesso sono soli ed hanno alle spalle problemi pressanti: hanno bisogno di raccontare la loro esperienza di vita e vogliono comunicare il loro disorientamento. Il C.O.L. diventa così centro di ascolto instaurando un fattivo rapporto di fiducia reciproca.

    L’informazione
    Un altro servizio che il C.O.L. offre ai giovani catanesi e che per la sua valenza educativa riveste una grande importanza è l’informazione. «L’informazione – sostengono i responsabili del Centro – contribuisce a divulgare le conoscenze, a sviluppare l’immaginazione, la creatività e consente l’acquisizione di competenze e di attitudini utili per tutta la vita. Infatti, mette il giovane in condizione di sapersi orientare, di sapere scegliere ed esercitare il proprio giudizio critico. Chi conosce può decidere, mentre chi non sa è legato agli altri da un rapporto di dipendenza e subordinazione. Informiamo al fine di stimolare il giovane all’azione, per renderlo operativo nella realizzazione della sua personalità».
    Il C.O.L. organizza tale servizio secondo una duplice modalità:
    – informazione in sede: si fanno conoscere i meccanismi di accesso al lavoro (contratti di lavoro, di formazione, associazioni sindacali, concorsi, ufficio di collocamento, associazioni di categoria, ecc.) e le opportunità concrete occupazionali presenti nel territorio in relazione alle esigenze e alle capacità del singolo (lavoro pubblico, concorsi, lavoro privato, part-time, ecc.);
    – informazione itinerante: viene svolta, su invito, nei luoghi di aggregazione giovanile (oratori, scuole, parrocchie, ecc.) al fine di offrire al giovane la possibilità di confrontarsi con esperti e figure professionali per ricevere i primi supporti per la propria preparazione o per la propria ricerca di lavoro.
    L’informazione avviene anche mediante alcune pubblicazioni curate dall’Ufficio Stampa del C.O.L. In particolare vengono stampati un «Informagiovani» e un notiziario per enti ed operatori socio-assistenziali che lavorano con i giovani.

    La formazione
    Particolare attenzione il Centro rivolge alla formazione. «Dietro il ‘cerco lavoro’ – affermano i responsabili della cooperativa – il giovane nasconde ben altri bisogni; da qui la necessità di un intervento formativo, atto ad aiutare l’utente a scoprire il senso della propria vita, ad aumentare la consapevolezza delle proprie capacità e ad acquisire una nuova cultura del lavoro che gli consenta di rapportarsi correttamente con un mercato in continua evoluzione. Il Centro organizza, quindi, corsi di formazione specifici, in collaborazione con enti pubblici, privati e associazioni di categoria: qualificare la domanda è la prima strada obbligata di una seria strategia occupazionale».

    Sostegno all’autoimprenditorialità
    Attraverso questo servizio il Centro cerca di stimolare quanto più è possibile la creatività del giovane orientandolo verso attività nuove o vecchie da riscoprire adeguate alle proprie attitudini. Il giovane viene così aiutato a diventare imprenditore di se stesso e a liberarsi del retaggio della mentalità del «posto sicuro».
    Grazie ad apposite Banche Dati e a un Centro Studi che ha il compito di reperire dati, gestire indagini conoscitive, rilevare le linee di tendenza del mercato del lavoro e le prospettive occupazionali, pianificare interventi ed elaborare progetti mirati, il Centro Orizzonte Lavoro riesce a fornire tutta una serie di servizi che promuovono di fatto azioni concrete di solidarietà.
    Ai giovani che vi si rivolgono offre una qualificata consulenza sulle leggi vigenti (regionali, nazionali, dell’Unione Europea) inerenti le politiche giovanili, sociali e del lavoro; aiuta i ragazzi nell’orientamento scolastico-professionale fornendo informazioni e formazione; offre un servizio di consulenza per la redazione di piani d’impresa; mette a disposizione una Work bank che in tempo reale fornisce i dati riguardanti le opportunità occupazionali del momento, favorendo in tal modo l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro.

    La card
    Allo scopo di instaurare un rapporto duraturo con i giovani che si rivolgono allo sportello «Informagiovani» del C.O.L. si è dato vita alla card, una sorta di abbonamento annuale (poche migliaia di lire) che dà diritto al ragazzo di usufruire di alcuni servizi, tra i quali ricordiamo:
    – informazioni sui concorsi nazionali e regionali;
    – compilazione del curriculum vitae utilizzando le attrezzature del Centro e usufruendo della consulenza di esperti;
    – corsi gratuiti di orientamento scolastico-professionale;
    – corsi gratuiti di acquisizione delle abilità sociali;
    – consultazione gratuita delle pubblicazioni facenti parte della biblioteca e dell’emeroteca specializzate;
    – newsletter mensile per ricevere a domicilio le più importanti novità in materia di lavoro, università, formazione professionale e associazioni giovanili.

    Un progetto aperto

    Il Centro Orizzonte Lavoro è un progetto originale, «fatto in casa», e perciò soggetto ad ulteriori ampliamenti in relazione alle esigenze della realtà territoriale. Un progetto non immutabile e già definito, ma aperto alle domande dei giovani. È un progetto da inventare quotidianamente. «Se ci interpellano i tossicodipendenti, le carceri, il recluso, tutto diventa una nuova provocazione – dice il rag. Raffaele Messina del consiglio d’amministrazione del C.O.L. – che ci stimola a far crescere il progetto offrendo una nuova risposta». Un’esigenza allora diventa provocazione.
    Ciò è confermato dalla recente realizzazione, in collaborazione con il Ministero di Grazia e Giustizia, di un progetto affidato al Centro per l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani che hanno alle spalle storie di tossicodipendenza e di carcerazione.
    Il progetto prevedeva un percorso di avviamento al lavoro di giovani ex tossicodipendenti che usufruivano di un’esecuzione penale esterna; avevano, cioè, la possibilità, se immessi in un progetto di reinserimento sociale, di scontare la pena fuori dal carcere.
    «Il progetto – sostiene il rag. Messina – è nato dalla constatazione che questi giovani rispetto ad altri giovani ‘normali’ hanno difficoltà maggiori circa il reinserimento nel mondo del lavoro. Dell’ex drogato difficilmente ci si fida. Noi del C.O.L. ci siamo affiancati a loro».
    Concretamente il progetto è stato articolato in varie fasi. Dapprima sono stati aiutati a cercare forti motivazioni per rimettersi in cammino. In una seconda fase hanno acquisito diverse competenze: imparare ad usare un computer, scrivere il proprio curriculum vitae, saper leggere e scrivere un’inserzione sul giornale, imparare ad affrontare un colloquio di lavoro, ecc. Si è trattato, in seguito, di aiutarli a sapersi orientare nel complesso mondo del lavoro e a conoscere e saper utilizzare tutti quegli strumenti che danno accesso al mondo lavorativo. Si è puntato, inoltre, sul sostegno all’autoimprenditorialità aiutandoli ad esempio a ottenere una licenza di venditore ambulante o a fare esperienza di artigianato. Infine, sono stati stimolati a creare cooperative sociali di tipo B, quelle cioè che riguardano i soggetti svantaggiati.

    Il dialogo con la città

    Il C.O.L. dialoga «a tappeto» con la città. Il Centro ha, infatti, instaurato un rapporto di proficua collaborazione con enti pubblici, associazioni di categoria, mondo della scuola, sindacati, piccole e grandi imprese, Caritas diocesana, ufficio di pastorale sociale del lavoro, ecc. Gli Amministratori comunali guardano con grande favore al Centro riconoscendo la validità del lavoro che compie. Spesso sono proprio i Servizi Sociali del Comune ad interpellare il C.O.L. e ad affidargli importanti incarichi. Certamente in tale rapporto non mancano difficoltà, ma sono dovute, nella maggior parte dei casi, alla solita complessa burocrazia.
    Circa il fondamentale lavoro di rete che il C.O.L. ha intrapreso, è da segnalare, infine, un’importante iniziativa: il Centro ed altre cooperative sociali siciliane hanno costituito un consorzio che, potendo contare sulle competenze specifiche delle singole cooperative, realizza interventi di più ampio respiro.

    Una nuova stagione

    Il Centro Orizzonte Lavoro non è una realtà fine a se stessa, un’esperienza circoscritta in ben determinati confini. È molto di più. È un esempio di concreta attuazione di un’autentica pastorale giovanile che cerca di rispondere ai bisogni del territorio.
    È un invito a sostituire alla cultura passiva della «rassegnazione» e della «dipendenza» quella fattiva dell’«impegno personale», una cultura che ha le sue radici nella fiducia in se stessi e nel desiderio di contare sulle proprie forze e sul proprio spirito di iniziativa.
    Gli operatori del C.O.L., perciò, con il loro quotidiano lavoro, prospettandoci nuovi orizzonti culturali, sono la reale speranza del sorgere di una nuova stagione i cui protagonisti saranno i giovani con le loro capacità, la loro voglia di fare e di «fare insieme», il loro entusiasmo e i loro sogni.


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