Piero Frizzarin
(NPG 1997-09-24)
La sfera sessuale è così intima e vulnerabile che richiede agli adulti che vogliono affrontare questi temi con i ragazzi una riflessione e un approfondimento particolari per incidere positivamente nel processo formativo degli adolescenti.
La sessualità presenta componenti biologiche, psicologiche, sociali, ed è importante che l’educatore possieda alcune conoscenze fondamentali nelle varie discipline che concorrono alla sintesi sessuologica (antropologia, biologia, filosofia, psicologia, sociologia).
Ma ancora più importante ci sembra un’analisi dei propri valori, atteggiamenti, stereotipi rispetto alla sessualità, che non può venire considerata esclusivamente una materia di studio. È infatti l’educatore come persona, con il suo modo di comunicare, con lo sguardo, col tono di voce o con il silenzio, che trasmette messaggi che vanno ben al di là delle parole.
Ci sembra opportuno quindi che ogni adulto che riveste un ruolo educativo possa compiere questa rielaborazione personale per decidere se e come affrontare con i ragazzi questi temi.
L’approccio proposto può risultare scomodo, privo di sicurezze e di modelli preordinati, ma ci sembra l’unico possibile per promuovere una crescita nei ragazzi; esso consiste essenzialmente in atteggiamenti e qualità dell’educatore: fiducia nello sviluppo personale, accettazione delle diversità, rispetto e disponibilità a mettersi in gioco come persona.
Tre atteggiamenti che fanno la relazione di aiuto
Le caratteristiche che l’educatore dovrebbe possedere possono essere identificate in quelle che C. Rogers definisce come le tre condizioni necessarie e sufficienti per promuovere la crescita di una persona all’interno di una relazione di aiuto.
Empatia. Consiste nella capacità di comprendere quello che l’altro sta sperimentando e di comunicarglielo in modo chiaro. Significa mettersi nei panni dell’altro, vedere il mondo con i suoi occhi, percepire con accuratezza i suoi sentimenti, senza valutarli né giudicarli. Per promuovere la crescita dei ragazzi occorre creare un clima in cui essi si sentano compresi e accettati e possano esprimere liberamente quello che sentono e pensano, senza timore di essere giudicati.
Accettazione. I ragazzi hanno bisogno di sentire che l’educatore li stima, ha fiducia in loro, li accetta per quello che sono, con le loro potenzialità e limiti, con le loro opinioni. Queste non devono essere necessariamente condivise o approvate dall’adulto, ma rispettate. Solo se l’educatore possiede questi atteggiamenti potrà aiutare i ragazzi a essere a loro volta accettanti e rispettosi verso chi la pensa in maniera diversa da loro.
Congruenza. È importante che l’educatore sia consapevole di quello che prova, riconosca i propri sentimenti, senza attribuirli ad altri e li manifesti, se lo ritiene opportuno. Significa presentarsi ai ragazzi come persona, senza nascondersi dietro un ruolo o una facciata.
Solo se gli adulti si propongono in modo genuino e autentico possono facilitare nei ragazzi l’altrui apertura e la condivisione di esperienze.
Riteniamo inoltre che nel campo dell’educazione alla sessualità l’educatore debba essere anche un animatore, cioè avere la capacità di proporre stimoli che facilitino il coinvolgimento e la partecipazione dei ragazzi ad essere in grado di condurre una discussione di gruppo.
Tale ruolo richiede le seguenti competenze:
– enunciare e chiarire il compito;
– stabilire procedure;
– mantenere il gruppo in argomento;
– incoraggiare la partecipazione di tutti;
– stimolare la franchezza e la diversità di opinioni;
– accettare il silenzio;
– prestare attenzione alla comunicazione non verbale;
– fare interventi chiarificatori;
– riassumere i punti della discussione.
Le competenze dell’educatore devono quindi svilupparsi su tre piani: il piano del sapere, che riguarda una preparazione multidisciplinare sui vari aspetti della sessualità: il piano del saper fare, che mette l’accento sulle capacità comunicative, in particolar modo l’ascolto empatico e la conduzione di gruppo; il piano dell’essere, relativo alla conoscenza di sé, dei propri valori, motivazioni, condizionamenti.
LE VARIABILI CHE FACILITANO LA CONDUZIONE
DEI PERCORSI DI EDUCAZIONE SOCIO-AFFETTIVA E SESSUALE
«... È possibile identificare delle variabili che facilitano la conduzione dei percorsi di educazione socio-affettiva e sessuale:
1) avere una forte motivazione al lavoro con i ragazzi,
2) essere consapevoli dei propri valori, atteggiamenti e controattitudini riguardanti la sessualità,
3) avere una visione positiva dell'essere umano, delle relazioni e del processo educativo,
4) avere una visione positiva della sessualità,
5) possedere una metodologia ricca ed elastica e adattare i propri metodi al gruppo,
6) avere buone conoscenze sulla psicologia dell'adolescenza e sui temi della sessualità,
7) avere capacità di ascolto,
8) avere senso dell'humor,
9) essere tranquilli e fiduciosi,
10) saper accettare opinioni diverse dalle proprie,
11) saper accettare il silenzio del gruppo,
12) saper accettare il riso e l'humour,
13) usare un linguaggio semplice e corretto,
14) non aver paura di non saper rispondere.
Queste condizioni non saranno mai acquisite una volta per tutte e sarà necessaria una verifica costante per continuare a crescere».
(L. Raffuzzi, La metodologia attiva: una qualità essenziale dei percorsi di educazione socio-affettiva e sessuale, in Rivista di Sessuologia 4, Clueb, Bologna 1995, pag. 305-306).