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    Educazione sessuale nella scuola media: un progetto



    Piero Frizzarin

    (NPG 1997-09-36)


    Secondo la concezione personalistica l’educazione sessuale riguarda tutto l’uomo, giacché le componenti della sfera sessuale sono da collocare nel quadro dell’intera personalità.
    Sotto l’aspetto metodologico-didattico è indispensabile rifarsi ad essa per giustificare il riferimento a quelli che la più accreditata ricerca scientifica indica come l’espressione di aspetti dinamico, essenziale, finalistico della sessualità umana. La percezione di questa come spinta pulsionale profonda, come esperienza e possibilità, come valore e dover essere, in campo scolastico giova all’adeguata precisazione delle finalità formative verso le quali tendere, dei contenuti da proporre, dei metodi educativi da assumere.

    Le finalità formative

    Consistono nella necessità di secondare nei singoli soggetti l’identità, l’orientamento e l’armonia sessuali.
    - Identità sessuale: il ragazzo/a va incoraggiato ad assumere consapevolezza del proprio essere sessuato, dei propri dinamismi evolutivi e dei problemi igienico-sanitari ad essi connessi. Ha bisogno di essere guidato a far evolvere la propria sfera istintuale verso la forma adulta e ad avere cura di essa, accedendo verso una sessualità superiore.
    - Orientamento sessuale: l’intervento educativo dà risalto alla dimensione relazionale della sessualità personale, a cui sono da riferire tutte le scelte di vita che il soggetto, nel proprio «iter» di sviluppo, è via via chiamato a compiere.
    Ragazzi e ragazze vanno aiutati a persuadersi delle differenze psicologiche e sociali dei sessi, ma anche della loro complementarietà, uguaglianza e dignità, al fine di mettere in atto veri rapporti d’integrazione interpersonale.
    - Armonia sessuale: al ragazzo invia di accrescimento va presentata l’esigenza di correlare gradualmente l’esercizio della propria sfera sessuale a «principi», che non sviliscano o coartino la sua condotta ma la sostengano nel cammino di autoperfezionamento.
    La sessualità umana, poiché non si riduce ad una mera funzione bio-fisiologica né è circoscritta nella sfera dell’individualità, ma si mostra come gesto significativo di natura psico-sociale aperto alla totalità dell’esistenza, abbisogna di uno stile. Deriva da tale motivo la giustificazione della legge morale che governa il comportamento sessuale.

    I contenuti

    Il momento informativo va inquadrato in quello formativo. È necessario che i contenuti riguardino il «cammino evolutivo» che il preadolescente ha iniziato a percorrere, esaltando la responsabilità personale nel tendere all’avveramento dell’ideale di maturazione prescelto.
    Prima sezione: anatomia, fisiologia e psicologia degli apparati riproduttori maschile e femminile.
    Seconda sezione: procreazione, gravidanza, contraccezione.
    Terza sezione: malattie e patologie della sessualità umana.
    Quarta sezione: problematiche di coppia, matrimonio, famiglia ed educazione dei figli.
    Ciascuna sezione va disposta all’esito dell’identità, dell’orientamento, dell’armonia sessuali in conformità all’età dei ragazzi.

    I criteri pedagogici

    Criteri pedagogici secondo i quali proporre i contenuti ai ragazzi/e.
    * Criterio dell’umanizzazione. Bisogna presentare ai ragazzi/e la realtà umana del sesso senza limitarsi al parallelo col mondo vegetale o animale. Una corretta concezione biologica non spiega soltanto le differenze esistenti tra gruppi zoologici, ma sottolinea la superiorità dell’uomo rispetto agli animali. «L’organo sessuale principale dell’essere umano è il cervello».
    * Criterio della scientificità. La conoscenza in quanto tale non è mai fonte di danno ma è la strada maestra che conduce alla libertà personale. I contenuti dell’educazione sessuale devono corrispondere a verità ed essere proposti in modo comprensibile, soddisfacendo le legittime curiosità conoscitive.
    * Criterio della relazionalità. L’individuo, per essere abbracciato nella sua interezza, va visto come persona-sessuata-che-entra-in-relazione-con-altre persone-sessuate. I ragazzi hanno bisogno di essere guidati a situarsi con la loro sessualità nella vita di relazione, privilegiando rapporti fondati sul rispetto reciproco e sulla crescita comune.
    * Criterio dell’affettività. Una positiva educazione sessuale dà risalto al valore dell’amore. Ai ragazzi va chiarita la distinzione tra innamoramento e situazione dell’amore. Inoltre va fatto presente che l’amore (=capacità di dono e atto di libertà) è una conquista che supera e ingloba tanto l’amore sessuale elementare (derivante da un bisogno organico) quanto l’amore erotico (dato dall’incontro interindividuale).
    * Criterio della progettualità. Serve per spronare il ragazzo/a ad autodeterminarsi, in quanto persona sessuata, nel tempo presente e a prefigurarsi il futuro. Spesso il sesso è presentato ai ragazzi in termini di «mero esercizio fisico» e viene a mancare l’appello alla forza creativa dell’uomo che trasforma la sessualità da semplice dato in possibilità progettuale, da costruire in base a ideali, a valori e a responsabilità coscientemente assunte.
    * Criterio dell’eticità. Dà forza all’idea che la sessualità, mostrandosi non soltando come potenza ma anche e soprattutto come possibilità, abbisogna di regole, di divieti e di norme. Il controllo degli istinti, lungi dall’ubbidire ad una semplice logica repressiva, poggia sull’acquisita consapevolezza dell’uomo di doversi conformare ad un ideale di maturazione.

    METODI EDUCATIVI

    Il metodo dell’individualizzazione, del dialogo diretto tra educatore ed educando rappresenta il miglior modo per affrontare questioni di così rilevante portata esistenziale. Per questo l’ambito privilegiato per l’educazione sessuale è la famiglia. Perché si stabilisca una corretta comunicazione educativa sono da distinguere gli aspetti fondativo e didattico:

    * Aspetto fondativo: è dato dalle seguenti componenti:
    - Parità valoriale. In una situazione di integrazione educativa i legami intrecciati tra gli adulti e i minori manifestano in modo aperto la loro disuguaglianza, a causa delle differenze provocate dall’età, dall’esperienza, dal grado di sviluppo consentito dalle singole personalità. Queste però risultano uguali sul piano dei valori. La loro parità valoriale trova giustificazione nel fatto che la persona, ogni singola persona, a prescindere dall’età, dalla condizione sociale, dalle responsabilità ricoperte, dalle mansioni svolte e così via, è valore.
    Pertanto con essa tutte le differenze di stato si compongono nell’uguaglianza dell’essere.
    - Densità axiologica. Sta a significare che in ambito formativo il processo di comunicazione non si esaurisce nel rapporto tra emettitore, flusso di informazioni, destinatario. Esso tende sempre a trasmettere contenuti di verità, cognizioni che, oltre al loro aspetto di notizia, servono l’uomo e sostengono il suo progetto esistenziale, la sua vita di creatura capace di non fermarsi alla percezione superficiale delle cose ma di penetrare in esse e di orientarle secondo precise finalità.
    Ne consegue che la mancanza di valori nel campo della comunicazione educativa impedisce agli educatori e ai ragazzi di verificare i principi su cui essi fondano la loro condotta. Al tempo stesso, preclude loro d’integrare le informazioni scambiate e di collogarle in una prospettiva di senso. La presenza di valori situa la comunicazione educativa oltre il semplice livello della comprensione e dell’impiego di codici di significazione; fa sì che non si trasmetta soltanto un sapere settoriale ma anche e soprattutto una visione del mondo e della vita. Da qui l’esigenza di vivificare la comunicazione educativa, proponendo valori rispettosi dei tempi di sviluppo dell’educando, della sua libertà, della laicità della scuola pubblica di Stato.
    - Autorità orientativa. esprime l’idea che le indicazioni date dall’adulto ai minori non sono unidirezionali. Esse attivano tali e tante dinamiche, da risultare biunivoche, implicanti un comune processo di crescita in cui eteroeducazione e autoeducazione procedono in maniera sinergica. Nel rapporto di comunicazione il ragazzo fa capire all’adulto se le indicazioni autorevoli date da quest’ultimo sono state più o meno valide, sospingendolo alla variazione, al mantenimento o al perfezionamento delle stesse. L’autorità è orientativa per entrambi i termini costitutivi della relazione educativa. Essa si mostra come modulazione del legame intersoggettivo, che si svolge sotto il segno della reciprocità, come una tonalità comunicativa dalla duplice efficacia in quanto, mentre attende alla formazione del minore, sospinge l’adulto ad autoeducarsi e, all’occorrenza, ad autocorreggersi. Nello scambio attivato, educatore e ragazzo gestiscono insieme, sia pure con modi e finalità differenti, la relazione d’autorità. Consiste in ciò la sua struttura «democratica».

    * L’aspetto didattico della comunicazione postula i seguenti fattori:
    - Feed-back formativo, ovvero coinvolgimento diretto dell’educatore nel processo educativo, approfondimento delle informazioni date in virtù del dialogo suscitato, ricupero dell’errore e sua utilizzazione per conseguire obiettivi di crescita.
    - Metodologia della ricerca, con la quale esaminare le varie antropologie sottese ai differenti comportamenti sessuali, anche attraverso l’uso di particolari sussidi didattici.
    - Educazione indiretta, che privilegia l’offerta di modelli di vita atti a sospingere nell’atteggiamento di ricerca e di definizione personale.
    - Graduazione delle informazioni, così da adeguare i temi trattati alle effettive richieste dei ragazzi e da approfondirli secondo il metodo ciclico o concentrico o a spirale.
    - Oggettivazione dei problemi, in virtù della quale iniziare il ragazzo a ravvisare il carattere complessivo delle questioni legate alla sfera sessuale, specialmente con riferimento ai suoi coetanei, contribuendo a farlo uscire da una situazione psichica quanto mai fragile.
    In forza di tali motivi, si comprende come il metodo dell’occasionalità e dell’asistematicità, tipico dell’infanzia-fanciullezza, nella preadolescenza-adolescenza debba essere convenientemente mutato in uno pretestabilito e sistematico. Bisogna concepire un programma di educazione sessuale da svolgere con regolarità, che diventi per gli alunni lievito di riflessione, di assunzione di coscienza, di responsabilità personale.

    Organizzazione scolastica

    Le condizioni di supporto necessarie per rendere fattibile la metodologia sopra esposta riguardano:

    * Il rapporto scuola-famiglia
    I genitori sono e restano i primi educatori del figlio. La scuola si prefigge di aiutarli nell’esplicazione dell’azione educativa mediante l’intellettualizzazione, l’ordinamento, la socializzazione delle conoscenze. Alla scuola spetta il compito di:
    - accostare i minori al problema sessuale liberandolo dagli aspetti emozionali dati ad esso dalla famiglia e facendo emergere dalle informazioni una certa risonanza interiore, che motivi all’impegno, alla riflessione, alla responsabilità;
    - mettere ordine nel campo delle conoscenze attinte dai ragazzi proponendosi come spazio di maturazione critica che spinge alla risoluzione dei problemi e al rasserenamento degli animi.
    Per una valida collaborazione tra scuola e famiglia si richiedono:
    - diretto coinvolgimento dei genitori nella programmazione;
    - organizzazione di incontri formativi per genitori ed insegnanti.

    * La funzione docente
    Condizione irrinunciabile è la formazione dei docenti. Qualità umane come la capacità comunicativa, la comprensione, l’autorevolezza costituiscono un mezzo incomparabile per incentivare negli alunni il desiderio di apprendere. Nel campo della formazione sessuale sono indispensabili alcune qualità educative del personale insegnante:
    - chiara e corretta visione di comunicazione educativa;
    - efficace padronanza del rapporto di comunicazione educativa;
    - dignità ed equilibrio professionali:
    ° garantire a tutti i docenti un minimo di conoscenze comuni in materia di educazione sessuale;
    ° formare i docenti, in materia di educazione sessuale, con personale specializzato.


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