Un'esperienza-proposta
(NPG 1995-07-07)
Presentiamo un dossier che è nato da un'esperienza. Ogni anno, i responsabili della pastorale giovanile in ambito salesiano (salesiani e suore con l'essenziale presenza dei giovani, come «soggetti» di pastorale giovanile, non solo destinatari!) si incontrano per una tre-giorni, in cui elaborano proposte per impostare il cammino educativo nelle singole realtà locali, in modo da avere non solo una piattaforma comune ma anche una serie di sussidi utili per la varie fasce d'età. I temi ruotano attorno alle varie sfaccettature della spiritualità giovanile, così da poter ogni volta riprendere e approfondire alcuni elementi, proporre piste di riflessioni, esperienze di conferma e validazione. Negli anni precedenti si erano approfondite tematiche come la festa e il servizio; da alcuni anni stiamo tentando una ricomprensione del momento celebrativo, sia personale che comunitario, attraverso la riflessione sulla preghiera e sui sacramenti. Lo scorso anno (cf NPG 6/1994) avevamo iniziato — in generale — col tema delle celebrazioni giovanili. Ci si era chiesti: «quale è il modo di celebrare, di pregare per coloro che hanno fatto della vita quotidiana il luogo di incontro con Dio, che intendono vivere il loro cristianesimo in clima di festa e servizio, e che hanno a cuore soprattutto che i più poveri possano trovare la gioia e la felicità di un incontro autentico con Cristo, nella mediazione della comunità, del gruppo?». E si era discusso a lungo sui linguaggi giovanili e celebrativi liturgici, sul cuore della preghiera cristiana, ma soprattutto sui modelli di celebrazione e di preghiera, quasi per verificare e confermare il «dimmi come preghi e ti dirò chi sei»: cioè il modello di preghiera definisce il tipo di spiritualità, e alla fine di identità cristiana. Il tema di fondo era stato naturalmente quello della «sacramentalità diffusa», espressione ormai entrata «in circolo» per definire non solo la presenza di Dio nella vita (impregnandola) ma anche l'impegno di scavare a fondo nella vita stessa per coglierne il nucleo religioso (non al di fuori di essa), in modo da riscoprire anzitutto la quotidianità della vita già nella sua dimensione «salvata», «di grazia». Questo è fondamentale, naturalmente, ma non basta. Vi sono momenti di «concentrazione», di «esplosione» della dimensione di gratuità e di trascendenza della presenza di Dio, e i sacramenti sono il punto massimo (nella nostra vita) di tale presenza-incontro. Come dire che nella persona di Cristo (Sacramento del Padre) si incontra e converge la sacramentalità della vita quotidiana e la sacramentalità della chiesa attraverso i sacramenti «strettamente intesi». Dunque, i sacramenti come punto di concentrazione e di incontro particolari; e tra essi, per la loro importanza e possibilità quotidiana, l'Eucaristia e la Riconciliazione. Che, come molti educatori (e santi) hanno sempre sottolineato, hanno una valenza educativa essenziale, soprattutto naturalmente nel campo dell'educazione alla fede. Ecco il nucleo di riflessione che sta alla base dell'esperienza-proposta e dell'intero dossier. Che è così congegnato. Un primo articolo (di carattere storico-ermeneutico, come si annota nel corsivo iniziale) si ricollega alla visione che dei sacramenti aveva D. Bosco, che ne aveva fatto i pilastri del suo sistema educativo. Cosa vuol dire assumere tale prospettiva, in un contesto di nuova riflessione sulla salvezza, sulla grazia, sui sacramenti? In un secondo momento si individua il legame strettissimo che vi è tra la vita quotidiana e i sacramenti: essi «mettono in scena» l'amore gratuito ed esigente di Dio, in modo tale che l'esistenza umana ne viene risignificata totalmente. In questo contesto vengono poi approfonditi e ricompresi i sacramenti dell'Eucaristia e della Riconciliazione, nella prospettiva del dono, della condivisione, del perdono. Successivamente viene proposto un modello di celebrazione dei sacramenti in una dinamica educativa e pastorale, che richiama a vicenda l'andamento della vita tra senso della presenza di Dio «diffusa» e sua «esplosione» in particolari alcuni momenti, proprio come la dinamica dell'amore. Dicevamo che l'insieme del dossier è un'esperienza di un gruppo di lavoro di pastoralisti. Per questo pensiamo utile pubblicare anche le schede che hanno avuto la funzione di avvio ai lavori di laboratorio, e che esprimono i risultati dei lavori di gruppo. Il lettore ne vedrà facilmente la diversa funzione e ne giudicherà i contenuti, che sono per forza di cose unicamente suggerimenti per l'azione. Essi tuttavia hanno il pregio di calare nel quotidiano del vivere le grandi idee di fondo della teologia e della sacramentaria, soprattutto puntando a lavorare sugli «atteggiamenti» più che sulla forma delle celebrazioni. Solo assumendo e verificando nella propria vita gli atteggiamenti del dono e del perdono, della solidarietà e della comunione, del «sacrificio», i sacramenti potranno essere vissuti nella loro verità, e diventare così anche formidabili «strumenti» sia per l'educazione a una autentica umanità sia per avviare al mistero grande dell'incontro con Dio già lungo i sentieri della vita, pur se frammentata e ambigua.