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    Una ricerca sul campo: giovani e tempo libero


    Vincenzo Lucarini

    (NPG 1990-06-58)


    L’esperienza che viene presentata è stata realizzata dal gruppo giovani di AC di Sezze. Si tratta di una ricerca sulla tematica «Giovani e tempo libero a Sezze», che ha impegnato il gruppo per circa un anno.
    Di questa esperienza verranno riportate le diverse fasi in cui si è venuta articolando, dal momento in cui è nata l'idea di realizzarla fino alla sua conclusione. Nel presentare le diverse fasi ci soffermeremo di volta in volta sugli aspetti più significativi, con particolare riferimento alle difficoltà che abbiamo incontrato e ai modi con cui le abbiamo affrontate.
    Al discorso non è stato dato, comunque, il taglio del resoconto quanto invece quello del racconto, così da offrire, sulla base di un'esperienza concreta, una serie di indicazioni e di strumenti utili per chi sta realizzando o pensa di realizzare una ricerca sul campo con un gruppo di adolescenti o di giovani. Di conseguenza, ci è parso importante affiancare al racconto considerazioni più di tipo pratico.

    LA VALIDITÀ EDUCATIVA DEL FARE RICERCA

    Prima di passare al racconto ragionato della ricerca, ci pare utile riflettere sulle opportunità che, in generale, il fare ricerca con un gruppo giovanile offre a livello educativo.
    In questo senso è opportuno sottolineare come qualsiasi attività svolta dal gruppo, e dunque anche il fare una ricerca, ha innanzi tutto un'importanza dal punto di vista educativo. In questa ottica la progettazione e realizzazione di una ricerca rappresenta un'esperienza a cui sono collegate diverse e significative occasioni di tipo formativo, che è compito dell'animatore saper riconoscere e utilizzare in modo adeguato e costruttivo.
    Nel fare una ricerca l'animatore deve quindi avere ben chiari gli obiettivi che vuole raggiungere in riferimento al cammino del gruppo.
    Gli obiettivi si definiscono valutando la situazione del gruppo (la fase del ciclo evolutivo in cui il gruppo si trova, eventuali problematiche presenti); e la definizione degli obiettivi educativi permetterà conseguentemente l'impostazione del lavoro stesso.
    Qui di seguito verranno descritti i diversi obiettivi che il gruppo può darsi e le relative modalità di impostazione del lavoro così come sono emerse dalla nostra esperienza e da un'ulteriore riflessione su di essa.

    Occasione per intensificare e/o migliorare le relazioni tra i membri del gruppo

    Ideare e realizzare una ricerca è un'esperienza indubbiamente interessante. La decisione di un gruppo giovanile di impegnarsi in questo senso può essere una buona occasione per suscitare energie e desiderio di impegno che stavano sonnecchiando o che non ne vogliono sapere di attivarsi. In seguito a questa decisione la vita del gruppo può quindi risultare in qualche modo animata da una nuova spinta.
    I membri del gruppo possono trovare la possibilità di vedersi più spesso, di incontrarsi con maggiore interesse e di interagire in modo più vivace. Inoltre può essere l'occasione per rendere più attivi e presenti nel gruppo quelli che normalmente si tengono o vengono tenuti in disparte, visto che nell'effettuare la ricerca è necessario dividersi compiti e responsabilità.
    L'animatore dovrà fare attenzione nel gestire queste nuove energie che si presenteranno, con modalità e intensità diverse in relazione alle caratteristiche del gruppo.
    Anzitutto dovrà porre attenzione a non bloccarle, a non svilirle, oltre che fare opera di sostegno quando il presentarsi di inevitabili difficoltà rischierà di causare brusche cadute di tensione. Infine, sarà importante da parte dell'animatore porre attenzione al tipo di dinamiche che verranno a svilupparsi all'interno del gruppo, affinché la ricerca diventi effettivamente occasione di un intensificarsi delle relazioni o di un loro migliorarsi. In questo caso il pericolo è che il gruppo continui a utilizzare modalità di organizzazione e di relazione tipiche dei periodi precedenti, ponendo così delle resistenze ad una ristrutturazione delle relazioni in senso più partecipativo con l'aumento della comunicazione, della collaborazione e della interdipendenza.
    È necessario allora che l'animatore colga subito i segni del modo in cui il gruppo sta organizzando la nuova esperienza, nel senso di una crescita globale o invece in quello dello stabilizzarsi di situazioni inadeguate e insoddisfacenti.
    L'utilizzazione della ricerca come occasione per raggiungere l'obiettivo dell'intensificazione o del miglioramento delle relazioni all'interno del gruppo può risultare adeguato nelle situazioni seguenti:
    - quando il gruppo si trova in una fase di stanca in cui i membri parteci pano poco o senza grande interesse alla vita del gruppo stesso;
    - quando alcuni membri del gruppo risultano passivi negli incontri e nelle attività che si svolgono, per cui è necessario ristabilire un equilibrio nella dinamica e nella comunicazione;
    - quando il gruppo si trova in una fase subito successiva a quella iniziale e l'animatore sta cercando di stimolare la costruzione di una rete comunicativa e relazionale tra i diversi membri.
    In tutte queste situazioni, nel caso in cui l'animatore decida di proporre al gruppo la realizzazione di una ricerca, si dovranno tenere in considerazione le seguenti indicazioni:
    - è importante, innanzi tutto, che la ricerca venga realizzata in tempi brevi, in quanto con l'allungarsi di questi c'è il pericolo che le energie e le dinamiche attivate si affievoliscano con conseguenti possibili indesiderati effetti boomerang;
    - che le tematiche siano ben focalizzate, non eccessivamente complesse né eccessivamente estese;
    - che l'attenzione per la scientificità e per la rigorosità non sia prevalente e/o che rimanga sullo sfondo;
    - che si arrivi ad un risultato finale di tipo concreto (ad esempio fare un dossier da presentare pubblicamente) che dia al gruppo il senso di aver raggiunto un obiettivo su cui si è lavorato con impegno e con la collaborazione di tutti, così che ne derivi un effetto positivo che rinforza e sostiene i cambiamenti che si sono realizzati.

    Strumento per stimolare l'acquisizione di informazioni e di consapevolezza

    L'effettuazione di una ricerca può essere uno strumento utile per aumentare le conoscenze e la consapevolezza su tematiche significative per lo sviluppo e la maturazione dei membri del gruppo. In questo caso la preoccupazione maggiore dell'animatore ruota intorno all'obiettivo della facilitazione del processo di strutturazione di particolari atteggiamenti nei membri del gruppo.
    Quando il gruppo è impegnato nell' affrontare problematiche che hanno a che fare con la dimensione psicologica ed esistenziale (sessualità, affettività, amore, amicizia, fede, ecc.) può risultare interessante realizzare su queste tematiche una ricerca che, in questo caso, risulta inserita all'interno di un itinerario più ampio.
    In particolare, la ricerca può stimolare un approfondimento attivo e personali, in quanto si vengono a raccogliere informazioni diversificate sulle posizioni e sui modi di porsi nei confronti di una certa tematica, così da permettere successivamente un più adeguato e articolato processo di elaborazione e sintesi.
    Dunque l'attenzione globale si focalizza, in questo caso, sulla raccolta di materiali che stimolino il confronto e la riflessione personale.
    Generalmente questa operazione viene effettuata ricorrendo ad informazioni astratte e generalizzate, o tutt'al più a quelle relative ai membri del gruppo. Può risultare maggiormente proficuo poter contare su posizioni ed esperienze più numerose, aventi un referente concreto e appartenenti a persone che fanno parte del proprio territorio. Una ricerca può offrire tutto ciò. Inoltre, unitamente a questi elementi possiamo notare la possibilità di stimolare, in questo modo, all'interesse, all'ascolto e al rispetto delle diverse esperienze e delle diverse posizioni riguardo a tematiche centrali dal punto di vista esistenziale.
    Se ben utilizzato in questo senso, lo strumento della ricerca può permettere la strutturazione di atteggiamenti e convinzioni profonde e radicate, in quanto nate da un ricco confronto di vissuti e di esperienze che rappresentano una base adeguata per la elaborazione e la sintesi successiva.
    Utilizzare la ricerca secondo queste finalità può risultare valido in questi casi:
    - quando il gruppo si trova in una fase abbastanza avanzata del suo cammino, e ciò che risulta maggiormente necessario è un lavoro di approfondimento e di personalizzazione dei valori e delle scelte che si vanno maturando nel gruppo;
    - quando si stanno trattando tematiche che chiamano in causa dimensioni personali ed esistenziali significative per l'adolescente o per il giovane.
    In questa ottica l'animatore orienterà il gruppo nelle seguenti direzioni:
    - a raccogliere informazioni approfondite a livello soggettivo, a livello di vissuti e di esperienze;
    - ad utilizzare strumenti qualitativi (li vedremo in seguito) invece che quelli di tipo quantitativo;
    - a non dare grande importanza alla rigorosità e alla complessità dell'impianto della ricerca;
    - ad organizzare in modo adeguato il materiale raccolto così da essere una base valida per un confronto personale e di gruppo approfondito e non superficiale.

    Strumento per la conoscenza di alcune problematiche presenti nel territorio
    per impostare un impegno a livello sociale

    In questo ultimo caso la ricerca viene utilizzata in un modo che risulta più vicino ai suoi scopi più tipici, di conoscenza cioè approfondita e il più possibile rigorosa di una certa realtà.
    È evidente però che in questo caso non si tratta di una conoscenza fine a se stessa, quanto di uno strumento o occasione per la maturazione di una sensibilità di tipo sociale o di un punto di partenza per un intervento diretto e articolato per una qualche realtà sociale verso cui si orientano gli interessi del gruppo.
    All'interno di queste finalità ha senso utilizzare la ricerca:
    - quando il gruppo si trova in una fase assai avanzata del suo cammino, in cui le persone hanno maturato convinzioni e atteggiamenti solidi e personalizzati e si comincia ad intravvedere in modo significativo che è necessario lo «sporgersi» oltre la vita del gruppo;
    - quando il gruppo ha già maturato l'esigenza di impegnarsi in un ambito ben preciso e necessita di informazioni e conoscenze per progettare in modo adeguato il proprio intervento;
    - quando il gruppo vuole sensibilizzare la propria comunità su problematiche presenti nel territorio che richiedono un'attenzione urgente, così che la ricerca diventa uno strumento per informare.
    Con finalità di questo genere è necessario tener conto delle seguenti considerazioni:
    - le tematiche più indicate sono quelle di più ampio respiro a livello sociale e culturale (la condizione giovanile in generale nel proprio territorio, qualche aspetto particolare della vita dei giovani, l'emarginazione giovanile e in generale la devianza, gli handicappati, ecc.);
    - l'impianto della ricerca deve essere abbastanza rigoroso, nel senso che è fondamentale una adeguata impostazione e preparazione, una raccolta di dati attenta e una elaborazione efficace;
    - i risultati ottenuti vanno utilizzati per impostare un qualche piano d'azione o per un confronto e un dibattito su determinate problematiche a livello socio-politico.

    LA RICERCA

    Lo fase della progettazione

    Il motivo per la realizzazione della ricerca è stato offerto dalla decisione del settore giovanile diocesano di AC di organizzare una mostra itinerante sulla tematica delle nuove povertà, dando poi ai diversi gruppi locali la libertà di decidere e di fare quanto pareva loro più opportuno relativamente a questa tematica.

    Occasione della ricerca

    Nel nostro gruppo abbiamo deciso di orientarci verso il mondo giovanile, con lo scopo di soffermarci sulle nuove forme di disagio e di sofferenza che hanno più a che fare con fattori culturali e meno con quelli materiali ed economici (da qui l'aggancio per il discorso delle nuove povertà).
    Nel nostro caso si è trattato dunque di un'occasione esterna al gruppo di cui il gruppo stesso ha approfittato per portare avanti alcune sue esigenze; un'altra possibilità è chiaramente quella che il gruppo stesso si faccia promotore di questa iniziativa secondo obiettivi e modalità legati alla propria situazione, così come abbiamo accennato in precedenza.

    L'oggetto della ricerca

    Dopo aver deciso di effettuare una ricerca sul mondo giovanile, si è formato un gruppetto di una decina di persone che si è preso direttamente l'incarico di progettare e realizzare concretamente la ricerca.
    Inizialmente c'è stata una fase che possiamo definire «esplorativa», durante la quale abbiamo tentato di dare un'impostazione generale al lavoro.
    Le domande su cui implicitamente il gruppo lavorava e a cui cercava di dare delle risposte adeguate erano: appurato che ci interessa fare una ricerca sul mondo giovanile, su che cosa specificamente farla e come realizzarla?
    Il carattere «esplorativo» di questo momento veniva proprio dal fatto che a queste domande si cercava di rispondere producendo e presentando quante più idee e soluzioni possibili, senza avere immediatamente la preoccupazione di trovare la «soluzione» buona.
    Al riguardo c'è stata una discreta produzione di idee e di materiali intorno ai punti in discussione, ma ad un certo punto si aveva netta la sensazione di muoversi in un caos eccessivo di proposte tanto che si faceva difficoltà ad orientarsi.
    Su questa base si è venuta facendo largo l'esigenza di cominciare a selezionare questo materiale, operazione questa che richiedeva però l'aver presente un qualche criterio o punto di riferimento a partire dal quale effettuare la selezione.
    In questo senso una prima constatazione è stata quella relativa a una certa grandiosità che stava alla base delle diverse proposte. Era idea comune, infatti, che si doveva realizzare una ricerca che riguardasse la globalità della condizione dei giovani del nostro paese.
    L'inattuabilità di una tale prospettiva ci balzò chiaramente agli occhi alla luce di considerazioni più realistiche relativamente al tempo, ai costi, alle competenze necessarie per realizzarla.
    È stato importante il fatto dell'essersi resi conto abbastanza velocemente di questo pericolo, quello cioè di impegnarci in un'operazione indubbiamente affascinante e interessante, ma tale che ben presto, dalle premesse da cui eravamo partiti, avremmo dovuto rinunciare alla possibilità di portare a compimento la ricerca.
    Preso atto di questa situazione, ci siamo indirizzati allora verso l'idea di realizzare una ricerca che riguardasse alcune aree significative dell'esperienza dei giovani del nostro paese. Anche qui però, pur se con dimensioni più ridotte, si ponevano gli stessi problemi emersi in precedenza e che per noi restavano insormontabili.
    Ecco allora che abbiamo definitivamente abbandonato progetti che erano troppo al di sopra della nostra portata, anche se eravamo comunque decisi a realizzare una ricerca che si caratterizzasse per una certa rigorosità ed attendibilità.
    In questa fase c'è stato un ampio confronto che ci ha portato a maturare l'esigenza di una documentazione e una conoscenza più ampia relativamente al mondo giovanile, esigenza che ci ha spinto a confrontarci con le più recenti analisi e ricerche che avevano come oggetto i giovani.
    Questa immissione di nuovi dati e informazioni ha permesso al gruppo di operare una scelta definitiva che tenesse conto delle diverse esigenze che si ponevano.
    Abbiamo quindi deciso di impostare la ricerca sul tema del tempo libero, su un'unica area della condizione giovanile quindi, ma un'area che a nostro avviso era dotata di alcuni caratteri che rivestivano un certo interesse.
    Innanzi tutto è un'area che risulta assai significativa per i giovani di oggi e, in quanto tale, può offrire uno spaccato o un punto di osservazione da cui poter cogliere ulteriori elementi; infine, proprio perché «libero», questo tempo nell'analisi del modo in cui i giovani lo organizzano, lo strutturano, aiuta a rilevare i punti nodali della loro esperienza complessa, quali il rapporto con le istituzioni, le aspettative, gli interessi, le problematiche globali, i condizionamenti, ecc.
    La scelta di una tematica del genere ci permetteva dunque di non impegnarci su un terreno troppo vasto per noi, e di focalizzarci su un'area significativa dell'esperienza giovanile su cui raccogliere informazioni preziose non solo per l'area in questione ma anche su altre tematiche collegate.
    Posto in questi termini, il discorso è diventato rispondente alle nostre capacità.

    Gli obiettivi

    Dopo aver individuato per grandi linee il tema della ricerca, ci siamo preoccupati di definire in termini più precisi gli obiettivi e l'impianto della ricerca stessa.
    Anche questa fase risulta assai delicata nell'economia generale del lavoro. Definire gli obiettivi significa indicare con precisione le informazioni che si intendono raccogliere, i fenomeni che si vogliono indagare. Il rischio maggiore in questo senso è quello di definire in termini troppo generali gli obiettivi.
    Un altro aspetto che deve essere chiarito è quello relativo al taglio che si vuole dare alla ricerca.
    A questo riguardo ci sono due possibilità: si può impostare il lavoro nel senso della raccolta di informazioni tendenti a permettere di formarsi un quadro intorno a una certa area di fenomeni, e in questo caso si dà alla ricerca un taglio descrittivo. La preoccupazione maggiore è quella cioè di avere degli elementi significativi per descrivere una certa situazione; l'altra possibilità è quella di utilizzare le informazioni raccolte per verificare determinate ipotesi o assunti formulati in precedenza.
    Il taglio descrittivo risulta evidentemente più semplice e comporta meno problemi soprattutto metodologici, ed è quello che ci sentiamo di consigliare ad animatori e gruppi giovanili che vogliono intraprendere una ricerca.
    Nel secondo caso è necessario definire con precisione ciò che si vuole verificare e quali sono le condizioni o i criteri che permettono di stabilire se le ipotesi sono state verificate o meno. Anche se questo secondo modo di impostare una ricerca permette di arrivare a cogliere in maniera più profonda un determinato fenomeno, ha però bisogno di un apparato e un impianto assai più articolato e complesso soprattutto dal punto di vista statistico.
    Per quanto concerne la nostra ricerca, abbiamo optato per un taglio di tipo descrittivo-qualitativo in quanto, in generale, l'interesse maggiore era quello di raccogliere o arrivare ad indicazioni significative che ci permettessero di orientarci intorno alle diverse qualità con cui venivano a configurarsi le esperienze dei giovani del nostro paese nell'area particolare del tempo libero e, su queste basi, tentare di dedurre informazioni di carattere più generale.
    Abbiamo quindi così definito gli obiettivi della ricerca: identificare
    - il modo in cui i giovani di Sezze trascorrono il loro tempo libero (le attività che svolgono, le persone che frequentano, i luoghi);
    - il ruolo che esso assume nella loro esperienza (l'importanza che assume soprattutto in riferimento agli «altri» tempi, quelli trascorsi cioè all'interno delle «istituzioni»;
    - il significato che esso riveste in generale nella loro esistenza.
    Ci siamo infine ripromessi di capire, sulla base di questi elementi, se era possibile formarci un quadro più generale sulla condizione di questi giovani, in riferimento soprattutto ai loro stili di vita, alle loro esigenze e problematiche.
    La possibilità di arrivare a informazioni di livello più generale diviene fattibile proprio perché, come affermato in precedenza, a nostro avviso l'area del tempo libero contiene interessanti valenze «simboliche», e permette dunque di rimandare ad aspetti e a livelli più generali.

    La metodologia

    Il problema successivo che abbiamo dovuto affrontare è stato quello della metodologia da adottare.
    Anche qui ci siamo trovati di fronte a due possibilità: usare una metodologia di tipo qualitativo o di tipo quantitativo. La nostra scelta è caduta su quella di tipo qualitativo per una serie di considerazioni che presentiamo qui di seguito: la metodologia di tipo qualitativo
    - permette una raccolta meno complicata di informazioni;
    - permette di lavorare direttamente sulle esperienze dirette;
    - permette un coinvolgimento e un contatto più immediato con i soggetti della ricerca;
    - permette una elaborazione e una lettura più facile.
    In negativo, l'uso di metodologie quantitative ci sembrava, oltre che più complesso, anche meno facilmente interpretabili come fonte di informazioni, e implica infine il lavorare essenzialmente con dei numeri (cosa che rende maggiormente difficile leggere dietro di essi le esperienze delle persone).
    È chiaro che queste considerazioni non sono applicabili in generale, in quanto erano legate agli obiettivi, agli interessi e alle sensibilità di quella specifica situazione; anche se, in genere, l'uso di metodologie qualitative ci appare più indicato per gruppi giovanili che vogliono fare una ricerca, in quanto permette di collegare in modo più esplicito il discorso educativo: il coinvolgimento con altre persone, l'immediatezza dell'esperienza diretta risultano strumenti più incisivi e più produttivi a livello formativo.
    L'uso di una metodologia di tipo quantitativo è più indicata nel caso in cui i risultati di una ricerca servano per gruppi che devono impostare un intervento sul territorio, e ha come obiettivo la raccolta di informazioni capillari sulla realtà.
    Le metodologie di tipo quantitativo sono basate essenzialmente su strumenti che permettono una quantificazione delle risposte, così che alla fine si arriva ad un quadro numerico del fenomeno preso in considerazione. Queste metodologie possono essere usate con gradi via via maggiori di complessità in relazione ai fini della ricerca. Evidentemente, man mano che si vuole rendere più complesso l'uso della strumentazione quantitativa, maggiormente viene richiesta competenza e preparazione.
    Nello scegliere lo strumento qualitativo della ricerca ci siamo soffermati sulle storie di vita e sull'intervista semi-strutturata. Abbiamo optato per la seconda, in quanto pur basandosi ambedue sugli stessi criteri e sulle stesse modalità realizzative, l'intervista semi- strutturata ci è parsa duttile e meno impegnativa delle storie di vita, in quanto il processo di ricostruzione del racconto del soggetto intervistato richiede più tempo e operazioni più complesse.
    L'intervista semi-strutturata si articola intorno ad un colloquio condotto a partire da uno schema o da una traccia elaborata in precedenza, che indica semplicemente i punti o le aree su cui si ritiene importante raccogliere informazioni, mentre si lascia alla persona piena libertà di organizzare il racconto delle proprie esperienze o dei propri punti di vista.
    L'intervistatore deve aver bene in mente la traccia del colloquio, ma non deve utilizzarlo in termini rigidi e impersonali: le domande vanno poste non in modo da stimolare una risposta del tipo sì/no, ma in modo da favorire la libera espressione di sé: le domande non vanno utilizzate in modo sistematico, ma quando ci si accorge che l'intervistato non ha ancora affrontato un particolare aspetto che ci interessa; infine vanno agganciate al vocabolario e all'esperienza del soggetto.
    Da quanto affermato consegue che l'intervistatore, per svolgere in modo adeguato la sua funzione, deve acquisire una certa sensibilità e capacità d'ascolto.
    A livello tecnico abbiamo individuato tre elementi importanti per l'esecuzione delle interviste:
    - concentrarsi su quanto l'intervistato sta comunicando: abbiamo ritenuto fondamentale acquisire la capacità di porre estrema attenzione a quanto viene detto dall'intervistato senza distrarsi e senza seguire ragionamenti interni;
    - non assumere un atteggiamento di critica o di valutazione nei confronti delle opinioni e delle esperienze dell'intervistato: a questo riguardo c'è da rilevare che i membri del gruppo che hanno partecipato alla realizzazione della ricerca non avevano esperienze in questo senso, per cui abbiamo sottolineato in modo particolare il fatto che fare un'intervista è diverso dal discutere o dal sostenere un contraddittorio. La disposizione giusta non era, quindi, quella di pregiudizio o di critica, ma di ascolto e di attenzione;
    - capacità di facilitare la comunicazione delle proprie esperienze da parte dell'intervistato: questo atteggiamento implica i due precedenti e vi aggiunge una certa sensibilità e disponibilità nei confronti della persona che viene intervistata, cosa questa che permette lo stabilirsi di un rapporto positivo e non basato sulla difensiva.
    Dopo aver identificato e chiarito insieme gli elementi più importanti per l'effettuazione delle interviste, ci siamo impegnati nella realizzazione dello schema o della traccia per le interviste stesse.
    A questo proposito ci siamo mossi in questo modo:
    - abbiamo approfondito la parte più significativa della letteratura esistente sull'argomento;
    - abbiamo preso in considerazione alcune ricerche già effettuate;
    - abbiamo organizzato uno schema provvisorio che è stato discusso e rifinito.
    Dopo questo lavoro preparatorio siamo quindi giunti ad articolare lo schema definitivo che riportiamo a pagina 66.
    Come si è potuto notare, lo schema dell'intervista consiste semplicemente in una traccia da tener presente per raccogliere le informazioni che servono. Le interviste vanno registrate e riportate successivamente in stampa per lavorarci sopra.

    Il campione della ricerca

    Siamo quindi passati a definire il campione da sottoporre all'intervista.
    Nella scelta del campione abbiamo proceduto in questo modo:
    - abbiamo tentato di definire il profilo statistico della popolazione giovanile di Sezze grazie alle informazioni forniteci dall'Istat e dall'Ufficio anagrafico del Comune.
    - Su questa base abbiamo costruito una tipologia che ci permetteva di classificare tutti i giovani di Sezze.
    Nel fare questa tipologia abbiamo utilizzato le seguenti variabili:
    * sesso;
    * età (14-18; 19-25);
    * status (studenti, lavoratori, disoccupati, casalinghe);
    * zona di residenza (centro, pianura, collina).
    - Articolata questa tipologia, abbiamo scelto un campione di 20 persone rappresentative della tipologia stessa.
    Il numero non elevato di persone di cui è composto il campione è legato al fatto che il nostro interesse maggiore era rivolto alla raccolta di esperienze «qualitative» approfondite di persone rappresentative rispetto alle diverse variabili.
    Non ci interessava quindi avere dei dati statisticamente o numericamente significativi, quanto le modalità di organizzare l'esperienza dei giovani di Sezze in questa area della loro vita.
    Le informazioni raccolte sarebbero state poi organizzate intorno a tre parametri:
    - livello individuale: ogni esperienza raccolta ha un timbro di originalità e unicità riferita alla persona che le produce;
    - livello categoriale: a un secondo livello si considerano gli elementi in comune tra le persone che fanno parte di una stessa categoria (studente, lavoratore, ecc.);
    - livello generale: in questo ultimo livello si tenta di cogliere gli elementi che sono in comune a tutti i giovani intervistati.

    Tempi e spese

    Una volta definiti con precisione questi punti relativi all'impianto della ricerca, siamo passati alla sua realizzazione. A questo punto il morale del gruppo era abbastanza elevato e ci si incontrava con una certa frequenza. C'era la sensazione di aver superato degli ostacoli e di cominciare ad intravvedere concretamente la possibilità di portare a termine la ricerca.

    TRACCIA DELL'INTERVISTA

    Descrizione della giornata feriale tipo
    attività
    durata
    Il tempo a scuola e lo studio
    cosa cerca
    rapporti con le persone
    grado di soddisfazione
    Il tempo in famiglia
    quanto tempo vi trascorre
    cosa fa
    grado di soddisfazione
    rapporti con i familiari
    Il tempo del lavoro
    tipo di lavoro
    cosa cerca
    rapporti con le persone
    grado di soddisfazione
    La disoccupazione
    rapporti avuti con la scuola
    cosa fa per trovare lavoro
    vissuti
    problemi
    progetti
    Il tempo libero
    (porre attenzione al tipo di attività e alla loro frequenza)
    - il tempo passato con l'amico/a personale:
    * quando si vedono
    * da quanto
    * cosa fanno
    * di cosa parlano
    * cosa cercano
    * grado di soddisfazione
    * importanza
    - il tempo passato con il gruppo:
    * quanti sono
    * come si è formato
    * da quanto
    * cosa fanno
    * di cosa parlate
    * dove vi incontrate
    * tipo di rapporti
    * cosa cerchi
    * grado di soddisfazione
    - il tempo passato con il/ la ragazzo/a:
    * da quanto state insieme
    * cosa fate
    * di cosa parlate
    * intesa e dialogo
    * rapporto con gli altri
    * cosa cerchi
    * grado di soddisfazione
    - telefonate:
    * frequenza
    * durata
    * a chi
    * cosa cerchi
    - lettura:
    * frequenza
    * durata
    * cosa legge
    * cosa cerca
    * grado di soddisfazione
    - cinema, teatro, Tv, musica, sport, concerti:
    * frequenza
    * durata
    * con chi
    * tipo di rapporti
    * cosa cerca
    * grado di soddisfazione
    - bar, pizza, discoteca, festa:
    * frequenza
    * durata
    * con chi
    * tipo di rapporti
    * cosa cerca
    * grado di soddisfazione
    - hobby:
    * quale
    * frequenza
    * durata
    * cosa cerca
    * grado di soddisfazione
    - riposo:
    * frequenza
    * quando
    * durata
    * cosa cerca
    * grado di soddisfazione
    - sogni a occhi aperti:
    * frequenza
    * durata
    * cosa sogna
    * grado di soddisfazione
    - altro:
    * frequenza
    * durata
    * con chi
    * tipo di rapporti
    * cosa cerca
    * grado di soddisfazione

    La domenica:
    * grado di soddisfazione nel modo di trascorrerla
    * differenza tra la domenica e gli altri tempi liberi
    La noia:
    * quando
    * frequenza
    * durata
    * perché
    * come reagisce
    I soldi:
    * quanto spende
    * in che cosa
    * chi gli dà i soldi
    * sono sufficienti

    Conclusioni
    - quali sono le attività:
    * più importanti
    * che ti soddisfano di più
    * che vivi come più libere?
    - cosa vorresti fare d'altro?
    - ti basta il tempo libero che hai?


    C'è da dire che fino a questo punto non ci sono state spese dal punto di vista economico. Nelle fasi successive sono stati necessari dei contributi per acquistare il materiale per la registrazione delle interviste e quello per stampare i dossier finali (per questo abbiamo chiesto una mano al Comune).
    Infine ci siamo dati l'impegno di non far allungare i tempi di realizzazione della ricerca, così da ultimarla in un tempo ragionevole.
    Quello del tempo è un elemento fondamentale: ci siamo resi conto che se passava qualche settimana senza vederci e fare il punto della situazione, si notava un rallentamento del lavoro, e così abbiamo fissato un incontro alla settimana.
    Fin qui non ci sono stati problemi a livello relazionale o di dinamica di gruppo; il problema più grosso in cui ci siamo imbattuti è stato quello di uscire dall'impasse realizzatasi tra il desiderio di produrre qualcosa di interessante, valido e rigoroso da una parte, e la paura di imbarcarci in un impegno troppo al di sopra delle nostre risorse dall'altra.
    Le soluzioni che man mano abbiamo adottato ci hanno permesso di uscire da questa impasse.
    Un'ultima osservazione riguarda il fatto che è importante avere una persona di riferimento interna o esterna al gruppo che abbia una discreta competenza e conoscenza riguardo le problematiche giovanili.

    La realizzazione della ricerca

    Il primo passo che abbiamo effettuato è stato quello di trovare le persone con le caratteristiche che ci servivano: ognuno si è preso il compito di individuare almeno un paio di persone e in breve siamo riusciti a riempire le caselle del campione. Successivamente alla disponibilità delle persone a sottoporsi all'intervista, abbiamo speso del tempo per rendere capaci i diversi membri del gruppo ad effettuare le interviste secondo le modalità che avevamo definito in precedenza. Lo abbiamo fatto attraverso delle simulate realizzate in gruppo, durante le quali ci siamo esercitati di volta in volta nella parte dell'intervistatore e in quella dell'intervistato.
    In ultimo abbiamo contattato di nuovo le persone da intervistare, e ognuno ha fissato dei momenti in cui realizzare l'intervista. Le interviste hanno avuto una durata variabile da un minimo di mezz'ora ad un massimo di un'ora. Sono state poi trascritte e da qui è iniziata l'organizzazione del materiale raccolto.

    La fase finale

    Ogni intervista è stata organizzata in una scheda divisa in tre parti: informazioni generali, descrizione del tempo libero, considerazioni globali. Presentiamo adesso una delle venti schede elaborate.

    SCHEDA DI UN'INTERVISTA
    16 — VITTORIO

    Ha 24 anni ed è il primogenito di una famiglia che comprende, oltre il padre e la madre, anche due fratelli. Il padre, che in precedenza lavorava in una fabbrica, attualmente è in cassa integrazione, mentre la madre è casalinga. Per quanto riguarda i fratelli, il secondo svolge dei lavori saltuari e l'ultimo invece sta completando i suoi studi.
    Vittorio, dopo aver conseguito il diploma di perito chimico, ha svolto il servizio militare e una volta terminatolo si è preoccupato di trovare un lavoro. All'inizio ha tentato di accedere ad attività che fossero in linea con i suoi studi, soprattutto attraverso dei concorsi, ma ben presto si è sentito alquanto sfiduciato nella possibilità di ottenerlo,
    essendosi accorto che erano necessarie raccomandazioni sulle quali non poteva contare.
    Per qualche tempo si è dovuto così accontentare di fare il manovale in una ditta edile. Da circa due anni è riuscito però ad entrare in una industria casearia della zona. Questa attività lo tiene occupato per cinque giorni alla settimana, e ha così due giorni liberi che non comprendono però la domenica.
    Attualmente frequenta un gruppetto di quattro-cinque persone.
    In precedenza faceva parte di un gruppo di Azione Cattolica che contava parecchi membri. Ciò gli piaceva tanto, ma con il crescere ha aumentato l'urgenza di rapporti meno massificanti, più personali. Quindi da allora frequenta queste persone pur non avendo perso i contatti con gli amici del gruppo di Azione Cattolica.
    I rapporti con i suoi genitori sono abbastanza buoni, sicuramente più tranquilli rispetto al periodo precedente. Ciò grazie anche al lavoro che gli permette di essere economicamente indipendente ma anche di aiuto alla famiglia.
    L'ultima estate è stata l'occasione di un'esperienza che viene ricordata con gioia da Vittorio: con due suoi amici si è recato a Venezia per assistere alla mostra del cinema.

    Strutturazione della giornata

    Durante le giornate lavorative Vittorio si alza all'incirca tra le 8.00 e le 8.30 per recarsi al lavoro intorno alle 10.00.
    Dal lavoro torna in serata a un orario che è molto variabile, che si aggira comunque tra le 18.30 e le 19.30.
    Di tempo libero ne rimane ben poco. Alle volte riesce a trovare qualche momento per fare un giro con gli amici, ma più spesso rimane a casa, cena e vede la televisione. In particolare vede il telegiornale e assiste ai programmi serali (le sue preferenze vanno ai film brillanti e agli avvenimenti sportivi). Prima di addormentarsi, verso le 23.30, si concede una mezz'ora circa per la lettura o per l'ascolto della sua musica preferita, che è l'«hard rock».
    Nelle giornate di riposo invece si trattiene un po' di più a letto, per poi uscire con qualche amico durante la tarda mattinata. Insieme fanno una passeggiata per il paese, si fermano nelle vicinanze della «Torrefazione» per dedicarsi alla lettura dei quoti diani sportivi e allo scambio di quattro chiacchiere sugli argomenti più svariati (sport, donne, cinema). Meno frequentemente si affrontano problematiche più personali. Torna a casa per l'ora di pranzo e nel pomeriggio si concede dei momenti di relax con l'ascolto della musica e la lettura dei libri (ultimamente si interessa di psicologia), Inoltre questi momenti sono anche l'occasione per lasciare correre la propria immaginazione, per coltivare cioè i desideri, le aspettative e i ricordi che più lo coinvolgono.
    Nel tardo pomeriggio si rivede con gli amici. Le cose che fanno insieme ricalcano, tutto sommato, quelle della mattina. La serata, che inizia con la cena, è simile a quella dei giorni lavorativi.
    Nel periodo estivo e primaverile molto spesso dopo cena si reca in birreria, sempre con i propri amici.
    Molto raramente va al cinema, se non in occasione di cineforum che periodicamente vengono organizzati a Sezze.
    L'attività lavorativa gli toglie lo spazio per dedicarsi a delle attività che più gli piacciono: giocare a pallone e comporre poesie.

    Ruolo e significato del tempo libero

    Il tempo libero sembra aver assunto un ruolo fondamentale nella vita di Vittorio. Infatti egli si trova a svolgere un lavoro che non lo soddisfa affatto: «Il lavoro che faccio non mi piace proprio. Non è tanto il fatto che faccio l'operaio, perché, ad esempio, quando ho fatto il manovale, non ti dico chissà quale soddisfazione, però era una cosa più genuina, non tanto per il lavoro in se stesso, quanto piuttosto per i rapporti che uno poteva avere con i colleghi. C'era più sincerità. Diciamo che se un lavoro è brutto ed è brutto anche l'ambiente con i colleghi, tutto è brutto. Invece se si può essere leali, andare d'accordo, essere sinceri con i colleghi, allora si può tirare avanti».
    I motivi di questa situazione vengono da lui attribuiti alla scarsa sensibilità e alla scarsa cultura dei suoi colleghi di lavoro. L'unico motivo di soddisfazione viene quindi fornito dall'aspetto economico.
    La paura della svalutazione personale e sociale derivante dallo status di disoccupato lo costringe ad accettare un lavoro che lo frustra enormemente come persona.
    Ecco allora che il tempo libero viene investito di profonde aspettative che sono in relazione alla necessità di coltivare le proprie esigenze, i propri desideri e di eliminare quanto di negativo gli provoca il lavoro: «Io il tempo libero, specialmente quello delle giornate di riposo, lo attendo spasmodicamente, ma ti capita che siccome non lo puoi organizzare durante la settimana, allora ti annoi».
    Il tempo libero è il momento per dedicarsi all'amicizia: «Per me l'amicizia è una cosa importantissima, e in certi momenti, quando sono depresso, raggiunge l'apice dell'importanza. Con gli amici ti può capitare di parlare di cose serie, puoi scherzare, puoi aiutare un amico nel bisogno, e chiaramente puoi ricevere un aiuto, anche se non è sempre così. Però è necessario essere sempre sinceri, allora uno sente di essere in accordo con gli amici, di avere questo sentimento e puoi parlare di tutto».
    Il tempo libero fornisce la possibilità di dedicarsi all'ascolto della musica, la sua grande passione. La musica lo aiuta anche a dimenticare la frustrazione del lavoro e la rabbia di non poterne trovare uno più confacente a sé, sia come attività che come rapporti.
    Lo aiuta ad immaginare di aver risolto quel suo impaccio nella relazione con le ragazze.
    Sotto questo punto di vista egli sente molto la mancanza di un rapporto profondo che gli permetta di avvertire un maggior senso di completezza: «Io credo che l'amicizia sia il primo stadio dell'amore. Conosci una ragazza, prima devi essere un po' confidente, un po' amico e poi puoi avere qualcosa di più profondo se le cose vanno bene. Ma sempre rimane l'amicizia fra due che si vogliono bene. Penso che il miglior amico per due che sono innamorati, sia il partner; sento che mi manca questo rapporto».
    Si può dire allora che in Vittorio le frustrazioni che gli provengono dal lavoro vanno a sommarsi a delle difficoltà personali, tanto da rendere difficile una elaborazione e un soddisfacimento delle proprie esigenze.
    Allora il tempo libero diventa il punto di investimento di tutti questi fattori. Acquista il significato di riduzione delle frustrazioni e degli stati d'animo negativi che il lavoro gli provoca, oltre quello della ricerca di opportunità per soddisfare le proprie esigenze e sensibilità (relazionalità affettiva, espansione e completamento del sé). Ma proprio perché il tempo libero viene investito di richieste eccessive, non riesce a svolgere le sue funzioni, cosicché a lungo andare il lavoro stesso, fonte delle principali situazioni di disagio, diventa paradossalmente lo strumento necessario per la loro risoluzione: «Prima forse avrei desiderato maggior tempo libero, ma ora, nonostante che il lavoro non mi piaccia, mi soddisfa il fatto che lavorando, facendo sempre la mia giornata, non penso a niente. Questo mi soddisfa in certi momenti e non mi annoio».

    Una volta riempite le schede delle venti persone intervistate, siamo passati ad elaborare le conclusioni su:
    - le modalità di trascorrere il tempo libero da parte dei giovani di Sezze;
    - il ruolo che il tempo libero riveste nella loro esperienza soprattutto in relazione con gli altri tempi;
    - i significati che il loro modo di vivere il tempo libero assume da un punto di vista generale.
    Terminata anche questa parte, abbiamo raccolto tutti i materiali prodotti e ne abbiamo fatto un dossier che è stato mandato a diverse persone che in ambito ecclesiale e politico si trovano ad agire con i giovani.
    Infine questo materiale è servito da punto di riferimento per la riflessione e per l'organizzazione di diverse attività che il gruppo ha rivolto successivamente ai giovani del paese.

    LE CONCLUSIONI DELLA RICERCA
    I giovani di Sezze

    L'analisi svolta sui tre aspetti del tempo libero (aspettative, usufruibilità, attività esplicate) ci ha permesso di raccogliere informazioni utili per comporre quell'identikit della realtà giovanile di Sezze che ci eravamo riproposti all'inizio.
    Si tratterà di un identikit articolato intorno alle indicazioni maggiormente significative emerse dalla ricerca. Non ha, quindi, la presunzione della esaustività e della completezza. In fondo l'indagine non ha esplorato le diverse aree del «pianeta» giovanile, ma si è soffermata su un solo aspetto, pur se rilevante, quale quello del tempo libero.
    L'attendibilità e la validità di questa operazione ci proviene proprio dal carattere «simbolico» del tempo libero, capace cioè di fungere da cartina di tornasole per la condizione giovanile.
    In primo luogo è necessario mettere in luce le difficoltà e le problematiche con le quali i giovani devono costantemente confrontarsi. Queste infatti rappresentano la situazione oggettiva entro cui si storicizza e si realizza la loro esperienza. È con questa situazione che devono fare i conti. A partire da questa elaborano le diverse modalità esistenziali e gli stili di vita con cui riuscire ad adeguarsi.
    Le difficoltà riguardano, innanzi tutto, la subordinazione psicologica al mondo degli adulti in generale e ai genitori in particolare, che determina una sensibile diminuzione alla loro autonomia.
    C'è poi il problema della disoccupazione che per alcuni è già una realtà, per altri uno spettro, per tutti rappresenta l'ostacolo maggiore per costruire una propria esistenza autonoma.
    I lavoratori devono fare i conti con orari, tipi di lavoro, retribuzioni assai poco favorevoli.
    In ultimo, per le giovani, le difficoltà si amplificano a dismisura a causa dei modelli socio-culturali diversificati in base al sesso, ancora troppo radicati nella cultura di oggi e ancor di più per un paese come Sezze che risente di meno dei cambiamenti al riguardo.
    Per quanto riguarda il tempo libero, c'è da sottolineare a Sezze da una parte la mancanza di strutture pubbliche e private per favorire un adeguato sfruttamento del tempo libero che i giovani hanno a disposizione, e dall'altra l'estrema difficoltà e la forte selettività che contraddistingue l'usufruibilità delle strutture esistenti. Al riguardo comunque ci riproponiamo di essere più precisi in un lavoro successivo.
    Comunque, questo è il retroterra comune ai giovani di Sezze. È proprio basandoci su questo che riusciamo a capire meglio le esigenze, i valori, gli stili di vita e gli aspetti critici che li caratterizzano.
    Per quanto concerne le esigenze e i bisogni, questi sembrano ruotare attorno all'area dell'autorealizzazione e della soggettività.
    La realizzazione di sé che però non viene perseguita attraverso gli itinerari del successo economico e sociale, quanto invece attraverso quelli della valorizzazione della dimensione affettiva, relazionale e corporea (sport, moda, salute).
    I giovani di Sezze definiscono dunque in questi termini il loro obiettivo esistenziale e il suo contenuto. Per quanto riguarda poi l'aspetto temporale, questo obiettivo non viene perseguito a lunga scadenza, ma si cerca di raggiungerlo a tempi brevi. Si evita di conseguenza il proporsi di obiettivi grandiosi che richiedono una deroga delle gratificazioni in un futuro lontano. Al contrario si formulano degli obiettivi più pratici e facilmente a portata di mano. Si realizza quindi uno stile di vita caratteristico centrato sulle piccole cose della vita di tutti i giorni. Ogni occasione diventa motivo di esperienza e di realizzazione. Un programma alla televisione, un libro, un brano musicale, e, soprattutto, lo stare insieme ad altri amici, il fare una passeggiata, lo stare in gruppo.
    Si nota quindi il prevalere di valori che riscoprono la ricchezza soggettiva che ognuno si porta dentro in quanto persona, la sensibilità e l'attenzione verso la libertà personale, la grossa attrattiva che hanno i rapporti interpersonali, l'intuizione della ricchezza che le cose piccole, di tutti i giorni, hanno dentro.
    Allo stesso momento però questi valori positivi sono più che altro in germe; molto più facilmente vengono espresse le estremizzazioni negative di questi. Allora la soggettività e la libertà personale diventano individualismo e assenza di corresponsabilità; l'attenzione all'affettività e ai rapporti interpersonali, soprattutto quelli di gruppo, diventano delle modalità di rifugiarsi in un mondo micro-sociale nel quale sentirsi protetti e nel quale svolgere le proprie attività, disinteressandosi così delle problematiche più generali a livello cittadino e nazionale; la sensibilità al presente si trasforma in difficoltà e rinuncia al progettarsi a lunga scadenza, al cercare le vie di uscita alla crisi sia a livello individuale che a livello sociale.
    Nel complesso, ad una valutazione critica, sono ravvisabili indubbi aspetti positivi. Questi però hanno un carattere di potenzialità. Per essere realizzati necessitano di cura e di attenzione da parte di tutti; dei giovani, degli adulti, delle istituzioni. Altrimenti il loro destino è lo spegnersi di queste potenzialità in un darsi in pasto al mondo dei mass-media e dei modelli che questo propaganda.

    Il tempo libero: un tempo da «liberare»

    Sembra un gioco di parole, eppure, secondo noi, è ciò che riesce meglio a sintetizzare i risultati della ricerca.
    Il tempo libero ha un fascino e un'importanza particolare per i giovani di Sezze. Questo fascino se da una parte, come abbiamo visto, è attribuibile al fatto che offre possibilità ulteriori e del tipo che più è in sintonia con le loro esigenze, per la realizzazione personale e per la costruzione dell'identità, dall'altro appare «inquinato» da problematiche e tensioni irrisolte negli altri «tempi».
    Queste problematiche in alcuni casi possono acquistare una tale intensità da oscurare in gran parte il primo aspetto. Il tempo libero non è per costoro il tempo dello svago, del relax, della «eccedenza delle opportunità», ma il tempo della riproduzione della forza-lavoro, il tempo sprecato, il tempo dove agire la propria autonomia, il tempo della visita in mondi irreali dei fumetti, dei romanzi e fotoromanzi rosa. In poche parole è il tempo della difensiva: nei casi meno svantaggiati si tratta di una compensazione, in quelli più svantaggiati assistiamo invece a una vera e propria fuga.
    Ciò che è interessante notare è che questi significati, anche sé in gradi e modalità diversi a seconda delle situazioni, sono presenti all'interno della stessa persona. Ne consegue che il vissuto e gli atteggiamenti nei riguardi del tempo libero è assai complesso, e in alcuni casi è addirittura contraddittorio, avendo contemporaneamente il significato di crescita e di difesa.
    La stessa possibilità di usufruire del tempo libero è condizionata dalle problematiche più generali. Cosicché le attività che vengono esplicate non possono essere considerate in modo univoco, in quanto è necessario tenere conto di questa complessità. Le relazioni interpersonali nel gruppo, lo sport, la musica, la moda, l'attenzione al mercato del tempo libero vengono rivestiti di questi significati diversi che variano col variare delle condizioni di vita di ognuno, oltre che con la personalità e le variabili soggettive.
    In conclusione, il tempo libero è un'area significativa per i giovani di Sezze, che riveste grosse valenze anche educative e di crescita, personale e collettiva. Per il momento però appare troppo inquinata da altre problematiche. Voler intervenire sul tempo libero dei giovani per offrire uno spazio di sviluppo e di crescita comporta, inizialmente, la rimozione delle problematiche inquinanti. Non fare queste considerazioni significa andare incontro al fallimento di qualsiasi iniziativa.
    È necessario quindi «liberare» il tempo libero: dalla subordinazione dei giovani nei riguardi degli adulti, dal problema della disoccupazione, dalle condizioni sfavorevoli dei lavoratori, dalle diseguaglianze delle ragazze.


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