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    L'educazione alla fede: aspetti psicologici


     

    Giuseppe Sovernigo

    (NPG 1990-03-49)

     

    Alcune caratteristiche contrassegnano la religione nella sua specificità e autenticità. Esse prendono corpo attraverso le strutture costitutive della religione. Tra queste caratteristiche alcune sono particolarmente centrali, quali il suo essere specificatamente un fattore totalizzante della vita personale, una proposta e risposta ad un tempo di significato ultimo, radicata nella profondità della vita personale e collettiva, soprattutto il suo essere un fattore centrale dell'integrazione della persona, una disposizione cardinale dello psichismo umano.
    Tuttavia questo «compito» di integrazione personale non è né facile né immediato. Non va da sé. La stessa ambivalenza dell'esito delle situazioni cruciali della vita pone alcuni interrogativi. Ora questo processo di integrazione, operato dalla religione, quanto e quando di fatto avviene nelle concrete persone? Quale rapporto ne risulta nei confronti del radicalmente Altro?
    Quale legame intercorre tra la persona concreta e la sua esperienza religiosa e viceversa?
    Perseguire l'integrazione religione e persona fa parte dell'obiettivo più ampio della crescita, cioè l'integrazione fede e vita. Inoltre in questo processo integrativo sono molteplici i fattori all'opera, tra loro molto intrecciati. Essi possono essere raggruppati nelle tre grandi linee: fattori psicopersonali, fattori socioculturali, fattori etico-religiosi. In questo ambito vengono approfonditi i fattori legati alla persona, alla struttura e alla dinamica del suo psichismo, ovviamente in collegamento con le altre componenti.
    I fattori personali sono primari e condizionanti tutti gli altri al positivo o al negativo. In presenza di un loro serio disturbo o a volte di una disorganizzazione, tutti gli altri risultano alterati, nonostante le più buone intenzioni e sforzi o le migliori condizioni esterne.

    ATTEGGIAMENTI RELIGIOSI E CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE: I DATI DI UNA RICERCA

    Il rapporto tra persona e religione presenta molte implicanze riguardanti il modo di concepire queste realtà in se stesse e nella loro interazione. Questo comporta precise conseguenze per un'adeguata impostazione di un cammino di formazione umana e religiosa integrata.
    Alcuni studi-ricerche in questo settore evidenziano una convergenza significativa di risultati. Sono le ricerche di A. Vergote, di R. Vancottem, di
    A. Vannesse, di J. Ledoux, di L. Rulla, di Ridjck, di Imoda, ecc. In particolare lo studio di Vancottem, frutto di una équipe di ricercatori, è illuminante.
    Egli analizza alcuni vettori paradigmatici della problematica psicologica del soggetto, in base ad una scala di cinque gradi che va dal sano e normale al profondamente disturbato. Ricerca poi quale correlazione esiste tra la religione vissuta e i singoli tratti visti nella loro articolazione.
    I vettori studiati sono i seguenti:
    - la relazione con gli altri e con l'autorità, con le principali prese di posizione: il confronto libero e personale, l'accomodamento o una sottomissione al quadro disciplinare, l'autarchia, il rifiuto dell'autorità espresso tramite una critica esacerbata nella diffidenza e nel rancore, una fissazione al quadro disciplinare passato e idealizzato;
    - la sessualità con i vari modi di viverla: la sessualità come dimensione umana fondamentale e integrata in un progetto di vita attuale e pienamente riconosciuto, la sessualità riconosciuta come dimensione esistenziale ma vissuta con un certo disagio come colpevolezza ed ansietà, la sessualità misconosciuta o negata, la sessualità neutralizzata dall'idealizzazione, messa tra parentesi, la sessualità deprezzata e ridotta ad un istinto che bisogna dominare e di cui bisogna diffidare, vissuta con un atteggiamento di aggressività difensiva;
    - il rapporto con le persone di sesso opposto al proprio: una valorizzazione dell'uomo o donna come essere sessuato, riconosciuto e complementare, una valorizzazione della persona dell'altro sesso, ma vissuta con un certo disagio e impaccio, una supervalutazione della donna o uomo come realtà che consentirebbe di sfuggire alla solitudine fondamentale dell'essere umano, una desessualizzazione dell'uomo o donna tramite uno sforzo affettivo negativo, una svalutazione dell'uomo o donna tramite la diffidenza;
    - le relazioni con le figure parentali con i vari modi di viverle: ricordi di relazioni calorose con le due figure, ricordo idealizzato della figura materna con una idealizzazione della madre vergine e onnipotente, ricordo idealizzato e dominante della relazione con la figura materna securizzante e talora autoritaria.
    Ora, quale atteggiamento religioso è collegato con i vari aspetti della problematica psicologica e viceversa? A partire da quale situazione di fatto è possibile intervenire in vista di una adeguata formazione religiosa?
    La relazione con Dio presenta varie sfaccettature che danno luogo a diversi atteggiamenti religiosi. Questi spesso sono compresenti, con uno come predominante. È questo che dà il tono, la qualità e la direzione alla relazione con Dio.
    Portare alla luce questo legame pregnante non vuol dire dimostrare o infirmare una verità religiosa, la cui interpretazione è di ordine diverso dall'interpretazione psicologica. Invece si tratta, come osserva Vergote, «di esaminare il senso umano del vissuto della relazione con Dio e la sua verità relativa in rapporto alla sua inerenza ai molteplici vettori che compongono l'umano».
    I principali atteggiamenti religiosi evidenziati nella ricerca sono i seguenti.

    La gratuità

    Dio è riconosciuto come radicalmente altro, ma non come un estraneo. Interpella l'uomo e lo rispetta nei suoi limiti e nella sua autonomia. È una persona con cui si stabilisce un rapporto interpersonale in cui si vivono ad un tempo l'amore, l'amicizia, il desiderio, il legame e la distanza, la separazione, la carenza. Dio è padre senza paternalismi. Chiama a prendere le proprie responsabilità e accetta la separazione da lui. È promessa di avvenire. Si è benevolmente manifestato rivelando il suo nome nel suo unico figlio Gesù. La religione si configura come un rapporto intersoggettivo tra Dio e l'uomo entro la comunità.
    Caratteristiche psicologiche: il gruppo della gratuità si presenta come un gruppo molto omogeneo: 90% si ritrovano nel confronto libero e personale con l'autorità; 87,5% si ritrovano nella sessualità riconosciuta senza o con un certo disagio; 85% valorizzano le persone di sesso opposto senza o con un certo disagio; 75% hanno avuto relazioni calorose con le loro figure genitoriali.
    Si può dire che questo atteggiamento religioso della gratuità va di pari passo con tutte le nozioni umane di libertà e di riconoscimento di se stessi e degli altri, e questo in tutti i settori psicologici.
    In questo atteggiamento di gratuità la religione viene vissuta come un rapporto interpersonale tra Dio e l'uomo. Questa categoria è caratterizzata dal riconoscimento di Dio come altro dall'uomo, rivelato in Gesù Cristo.
    Circa i vettori psicologici, noi ritroviamo qui gli elementi del riconoscimento dell'altro. Carenza e desiderio sono riconosciuti. L'assenza di Dio e il desiderio di lui sono riconosciuti assieme. Dio, offrendosi al desiderio dell'uomo in un rapporto da persona a persona, è riconosciuto come altro, diverso, separato, desiderato nella sua identità, ad un tempo vicino e distante, assente e presente. Da quando l'uomo stabilisce dei rapporti interpersonali con Dio, la religione suscita la gioia nella persona che si sa desiderata e che diviene sorgente di creatività e di gioia. Quando l'uomo si confronta con Dio, lo raggiunge così come egli si rivela nella sua parola o come egli lo interpella nella sua libertà. Quando l'uomo si situa nella sua vera posizione strutturale nei confronti di Dio, la religione diviene un luogo di integrazione, potenza dinamica capace di animare i diversi ambiti dell'esistenza.

    La domanda inquieta

    L'atteggiamento religioso delle persone che vivono la loro relazione di fede con disagio è segnato da un senso di colpa e di indegnità. Temendo di non essere all'altezza della esigenza divina, esse cercano la riconciliazione e la pacificazione, sopportando male la distanza e il silenzio. In questa relazione Dio è roccia, misericordia e giudice. Queste persone vorrebbero la fiducia come atteggiamento centrale della loro vita e fede, ma l'indegnità personale impedisce loro di abbandonarsi a questa fiducia. Vivono il senso della propria miseria come il luogo preferito del loro incontro con Dio e sono molto soggette a dubbi di ordine religioso.
    Caratteristiche psicologiche: c'è una corrispondenza al 70% tra questa categoria della domanda inquieta e il riconoscimento della sessualità con disagio. Nei confronti dell'autorità queste persone si trovano distribuite nella confrontazione libera e personale, nell'accomodamento e nel rigetto. Esse portano dentro un conflitto aperto e irrisolto tra la legge e il desiderio.
    C'è una omologia tra la problematica psicologica di queste persone e il loro vissuto religioso: la coscienza della loro limitazione, l'affettività insoddisfatta, la loro insicurezza e instabilità emozionale si accordano con il loro senso di indegnità davanti a Dio, la distanza sofferta, l'ambivalenza della fiducia in lui e le oscillazioni del loro vissuto religioso.
    L'atteggiamento religioso inquieto si trova infatti particolarmente legato a due categorie psicologiche la cui caratteristica fondamentale è il conflitto: sessualità riconosciuta con disagio e autorità rifiutata. Ci sono alcuni tratti caratteristici dell'adolescenza: la tensione tra la fiducia e la paura, il bisogno di presenza, la colpevolezza e i dubbi religiosi. Il conflitto è l'elemento chiave di questo gruppo, un conflitto legato all'antagonismo legge/desiderio.

    La ricerca di appoggio e di sicurezza

    Altre persone evidenziano un atteggiamento di ricerca di sicurezza in un Dio invulnerabile. Questo atteggiamento si richiama ad un Deus ex machina, roccia incrollabile. Queste persone vedono Dio come un padre benevolo in cui hanno molta fiducia perché egli è aiuto, protezione e appoggio. Per queste persone il miglior modo di condurre la propria vita è di evitare l'attaccamento alle contingenze terrestri e di ricorrere all'essere fedele e buono, il solo che è risposta valida alle domande poste dal dolore, dalla morte, dall'ingiustizia, dalla miseria. Relazione fiduciosa, familiare e semplice da cui è assente l'inquietudine, ma dove l'elaborazione teologica e concettuale è povera.
    Caratteristiche psicologiche: questo atteggiamento religioso è collegato con l'accomodamento all'autorità o all'opposto ad una forma di autarchia nei confronti dell'autorità, una neutralizzazione della sessualità, una tendenza alla desessualizzazione delle persone di sesso opposto, una tendenza all'idealizzazione di uno o di entrambi i genitori, la nostalgia per un quadro disciplinare passato securizzante, con forme di arroccamento ad un mondo arcaico.
    Inoltre questi soggetti si sentono depositari della risposta divina alle domande che l'umanità pone e si pone.
    Questo atteggiamento religioso di ricerca di appoggio e di sicurezza religiosa mette tra parentesi certe caratteristiche umane, come ad esempio l'uomo come essere sessuato, limitato, mortale e sottolinea una fuga davanti al mondo profano per rifugiarsi in un mondo rassicurante dove Dio colmerebbe i limiti umani e soddisferebbe i desideri pulsionali dell'uomo. Si ritrova qui una specie di compensazione dell'impotenza umana, un trasferimento su Dio della megalomania infantile, una ricerca di soluzioni immaginarie ai problemi esistenziali.

    L'intimismo

    L'atteggiamento intimistico è caratterizzato da vari elementi tra cui il linguaggio sensoriale. Sono insistenti le espressioni come «io sento Dio», «io lo tocco», «egli è vicinissimo a me». Il desiderio di una unione molto stretta con Dio è esplicita e diffusa. Si fa strada il senso di un Dio pregnante fino al l'invasione di campo. L'insicurezza è profonda nei confronti delle realtà terrestri. Solo Dio è indefettibile.
    Caratteristiche psicologiche: queste persone sono caratterizzate dalla carenza dell'autonomia affettiva e relazionale. Nei confronti dell'autorità è nettamente prevalente l'accomodamento e l'autarchia. Nei confronti della sessualità è presente la neutralizzazione, e di fronte alle persone di sesso opposto al proprio la desessualizzazione. Prevale nettamente la tendenza ad idealizzare la madre.
    Sembra che queste persone non abbiano accettato la distanza o la mancanza. Vivono nella nostalgia dell'intimità con la madre. Ciò li spinge a creare e a ricreare questa situazione intimistica nel loro rapporto con Dio. L'onnipotenza del desiderio li mantiene nell'illusione e favorisce in loro la tendenza fusionale all'annullamento. Ciò lascia intravvedere il fatto che il loro centro di interesse si situa meno in Dio che in loro stessi. Sfamo di fronte alla relazione duale madre-figlio che fa da parametro.
    I soggetti di questa categoria trasferiscono inconsciamente su Dio la situazione fusionale pre-edipica. Al limite la loro relazione con Dio non è con un radicalmente Altro. Annullando la distanza che permetterebbe il confronto con l'altro e il suo riconoscimento in quanto altro, essi ricercano una fusione che è negazione della vita e, al contrario, desiderio di morte. L'insufficienza del gioco dialettico distanza- prossimità rende in ogni caso questa situazione esistenziale ambigua. Questi soggetti non risultano per niente tormentati dalla dialettica vita/morte come quelli della domanda inquieta, per i quali questa dialettica è sorgente di angoscia.

    Il legalismo

    La relazione di fede delle persone legaliste nei confronti di Dio è ambivalente: da un lato la bontà di un Dio provvidenza, e dall'altro il rispetto timoroso. L'uomo non può avvicinarsi a Dio castigo o premio se non attraverso la mediazione di un certo formalismo e ritualismo obbligati e prescritti. Il bene ed il male sono definiti in modo assoluto e chiaro. La religione è la custode della legge morale e particolarmente della morale sessuale. Il ritualismo si trova anche nella preghiera sotto forma di rispetto minuzioso degli orari e di timore delle dimenticanze. Disorientati davanti a qualunque cambiamento, queste persone tendono a disprezzare chiunque non ha la loro stessa ottica. Talora si trova in loro una religiosità rivolta verso la Madonna o verso qualche devozione particolare rassicurante, in contrasto con la rigidità del loro comportamento religioso generale.
    Caratteristiche psicologiche: nei confronti dell'autorità sono prevalenti la fedeltà e l'obbedienza al quadro disciplinare.
    Nei confronti della sessualità è caratteristica la sessualità deprezzata. Nei confronti delle persone di sesso opposto prevale la desessualizzazione e la svalorizzazione. Nei confronti delle figure genitoriali prevale l'idealizzazione della madre. La figura materna infatti è protettrice, catturante e moralizzatrice ad un tempo. La figura paterna è quella di un padre severo e duro, spesso idealizzato e oggetto di identificazione parziale. In questi soggetti l'identificazione al padre è mancata o si è limitata ad una identificazione parziale all'aggressore. Temendo un conflitto con il padre, il bambino accetta una legge castratrice. Lo stesso atteggiamento lo si trova nei confronti di Dio il cui giudizio è necessario rappacificare... Il soggetto si rifugia presso la madre protettrice, consolatrice e vergine che intercede presso il padre. È presente qui l'atteggiamento di chi vive con Dio una relazione ambivalente di bontà e di timore, con invocazione della Madonna rassicurante.
    In sintesi: i diversi tipi di atteggiamenti nei confronti di Dio si iscrivono in costellazioni psicologiche determinanti:
    - le categorie religiose della gratuità e della domanda inquieta corrispondono alla problematica psicologica del riconoscimento senza o con disagio;
    - le categorie religiose di appoggio, di intimismo, di legalismo corrispondono ad una problematica di neutralizzazione della sessualità e di idealizzazione delle figure parentali, o ancora ad una problematica di negazione della sessualità con idealizzazione della figura materna.
    Di fatto la gratuità va di pari passo con una struttura di riconoscimento senza disagio; la domanda inquieta si accompagna ad una struttura di riconoscimento conflittuale; l'appoggio e la sicurezza corrispondono, a livello psicologico, ad una fuga davanti agli elementi conflittuali della vita mediante la ricerca di un quadro rassicurante di tipo paternalistico; l'intimismo religioso ricerca una relazione fusionale; il legalismo va messo in relazione con un atteggiamento difensivo e aggressivo di fronte all'emergere del desiderio umano autonomo.
    Inoltre la gratuità nella relazione con Dio corrisponde al riconoscimento della sessualità; la domanda inquieta al riconoscimento della sessualità con un disagio; l'appoggio e la sicurezza come anche l'intimismo con la neutralizzazione della sessualità; il legalismo con il deprezzamento della sessualità.

    sovernigoridotto


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