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    Dai lavori di gruppo (su Giovani e nuovi valori: un'analisi)



    (NPG 1990-07-10)


    Il lavoro di gruppo si proponeva:
    - un confronto sulle esperienze fatte;
    - un approfondimento del tema;
    - l'individuazione di alcune ragioni in base alle quali i giovani possono decidersi a promuovere e vivere i «nuovi» valori.
    L'ambito del lavoro di gruppo era ampio.
    Sono emerse, quindi, molte stimolazioni e riflessioni. Ma dall'insieme il criterio dell'alterità viene sottolineato con forza. È l'esigenza e la condizione per costruire una società in cui ognuno possa abitare con gioia e responsabilità.
    L'altro, con il suo bisogno, è il punto di partenza, che dà buone ragioni per lottare contro ogni segno di morte e che stimola ad elaborare una «nuova» cultura della solidarietà.

    Pace

    Dire pace per noi:
    - è fare riferimento ad alcune esperienze di obiettori di coscienza, a un modo di porsi di fronte alla società con le sue logiche;
    - è vagliare in modo critico le proposte, è saper pagare di persona quando ciò che viene proposto non incrementa vita, ma genera morte;
    - è assumere un atteggiamento costante di serenità, che fa reagire all'ingiustizia. È una dimensione della vita del credente e va oltre l'impegno alternativo nel servizio civile.
    Nella società attuale non c'è pienezza di vita e di felicità per tutti. Si parla, infatti, della cultura di morte come cultura prevalente.
    - Parlare di pace, credere alla pace è proporre una relazione nuova da cui scaturiscono le relazioni vitali, in cui l'interdipendenza tra le persone non sia sentita come limite, ma come dono, come ricchezza.
    Allora la pace diventa solidarietà, condivisione, giustizia.
    - Pace è accettare come dono la diversità dell'altro, purificando il nostro sguardo, il nostro atteggiamento critico, il nostro giudizio, che tende a definire l'altro, a possederlo, a oggettivarlo.
    - Pace è lasciar libero l'altro di essere se stesso, di manifestare l'infinita ricchezza che possiede per il fatto di essere uomo, figlio di Dio.
    La pace intesa come nuova modalità di relazione con la persona non è un punto di arrivo, ma di partenza.
    Una società nuova richiede di essere in pace con se stessi, con i fratelli, con Dio e di creare solidarietà, che è rispetto per ogni forma di vita, tolleranza, capacità di dare e di ricevere. Richiede come atteggiamento di fondo l'umiltà: non sentirsi i migliori, gli arrivati...
    La pace è condizione fondamentale per realizzare il Regno di Dio.
    Esige la presenza di profeti e testimoni. Occorre educarci alla pace, elaborare una cultura di pace a cominciare dalle nostre relazioni interpersonali.

    Solidarietà

     

    La società attuale ha bisogno di «ecologia». I motivi sono molteplici e scaturiscono dal fatto che:
    - siamo convinti che la società, oggi, da questo punto di vista, è in degrado, non offre speranza. Manca la fiducia nelle cose e nelle persone;
    - c'è bisogno di comunicare per creare una maggior attenzione al rapporto uomo- ambiente.
    È qui che si inserisce il dialogo uomo-uomo e uomo- Dio. Occorre creare gesti e linguaggi capaci di far recepire il valore di questo rapporto;
    - siamo chiamati ad amare la vita per:
    * vivere in armonia con noi stessi, star bene con se stessi (corporeità);
    * essere in armonia con le persone, recuperare la comunione;
    * avere il senso della giustizia: no allo spreco, attenzione agli altri;
    * affermare l'uomo, la vita sul potere, sugli interessi (l'altro non deve essere dominato!);
    * esprimere la fraternità, il rispetto dei fratelli, il rispetto per la casa comune, il mondo;
    * incontrare Dio mediante la riscoperta del sacro, lo stupore e la meraviglia di fronte al creato.

    Mondialità

    Il problema della mondialità si pone come sensibilità non ancora abbastanza riflessa tra i giovani.
    Spesso si riduce a curiosità per il folklore, pura assistenzialità. Manca uno sguardo attento alle persone. Spesso, tra gli adulti, manca anche una presa di coscienza a questo livello.
    Parlare di mondialità è interrogarsi sul rapporto tra identità personale, identità culturale ed accoglienza dell'identità culturale altrui.
    La chiesa, in questi ultimi tempi, sottolinea più volte l'esigenza di accogliere la differenza, di valorizzare l'alterità.
    Basti pensare al tema della giornata mondiale per la pace 1989.

    Alcuni aspetti storico-culturali
    Educare alla mondialità significa prendere coscienza di alcuni fatti quali:
    - l'uomo di oggi è un uomo planetario. Attraverso i mass media le distanze si sono annullate e può conoscere quello che capita in ogni parte del mondo;
    - l'interdipendenza nord-sud: basta pensare a fatti come il debito estero, il commercio delle armi, la deforestazione...;
    - la transnazionalità: l'uomo è già multirazziale, multireligioso. Ha bisogno di organismi transnazionali, che affrontino i suoi problemi;
    - la cooperazione. La convivialità delle differenze: vi sono delle differenze, ma non vanno affrontate in modo conflittuale. Gli altri non sono una eccezione, ma la norma. Non è sufficiente la tolleranza, il lasciar vivere; occorre la cooperazione, la convivialità.
    Qual è il punto di partenza per la definizione dell'identità personale?
    Possiamo riferirci ad Ulisse: Itaca è il suo punto di partenza e di arrivo. L'identità non è modificata.
    Ma possiamo anche pensare ad Abramo: ha una città, un nome, una famiglia. Non li abbandona, però esce dalla sua terra.
    Dopo l'incontro con l'altro (Altro) non si ritrova più come prima. È diverso. Abramo è espressione dell'uomo nomade.

    Giustizia

    La giustizia, come valore universalmente riconosciuto, si concretizza nel rispetto del diritto dell'altro come limite al proprio diritto.
    Visto nella nostra società multirazziale, cosmopolita... il discorso sulla giustizia si concretizza non solo nella giustizia tra i singoli, ma nella giustizia tra i popoli e, più in particolare, nella giustizia dello sviluppo dei popoli.
    L'attitudine che va sviluppata è quella di aiutare a prendere coscienza che ciascuno di noi ha un'appartenenza planetaria.
    Il bisogno di giustizia in questa nostra società è motivato da:
    - ragioni di vita:
    * rispettare e promuovere ogni persona umana;
    * farsi uno con tutti, entrare nei panni dell'altro, senza perdere la propria originalità;
    * dare la possibilità agli ultimi di vivere una esistenza normale, nel rispetto dei diritti fondamentali della persona;
    * fermare i giochi di interesse, fatti sulla pelle delle persone;
    * denunciare le situazioni ingiuste;
    * riaffermare il valore dell'alterità;
    - ragioni dovute all'interdipendenza:
    Alcune linee educative possono essere:
    * rispondere tutti alle domande di tutti;
    * possedere una informazione vera;
    * operare un discernimento, leggendo i bisogni della realtà;
    * assumere il ruolo di educatori allo sviluppo e alla giustizia;
    * promuovere programmi adeguati di cooperazione;
    - ragioni di condivisione:
    * promuovere e attuare la condivisione dei beni spirituali e materiali come le prime comunità cristiane, è un'esigenza evangelica.


    T e r z a
    p a g i n A


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