La prospettiva entro cui ci collochiamo è quella descritta dall'approccio ermeneutico al testo e al dono di senso in esso nascosto.
Due sono i punti, a prima vista distanti, che intendiamo collegare, come le due sponde di un fiume: la condizione culturale dell'uomo di oggi e in particolare dei giovani, con le loro domande esplicite e quelle più profonde, spesso non tematizzate: domande fortemente aperte, dal nostro punto di vista, alla ricerca del senso; e dall'altra «sponda del fiume» il testo biblico, con il suo contesto vitale e la pretesa offerta di senso, in tutta la sua «distanza» storica, cioè culturale.
In quest'ottica si collocano i contributi.
* Per Armido Rizzi è l'atto interpretativo (l'atto ermeneutico), approfondito nella sua struttura, che si pone come il ponte capace di recuperare la distanza tra testo e lettore, e renderlo «vicino» restituendoglielo con le sue domande originali e con il dono di senso che offre.
Tre sono i pilastri che sostengono questo ponte, come tre sono le tappe perché l'atto interpretativo sia compiuto: la tappa dell'esegesi del testo, che implica il trasferimento del lettore nel «mondo del testo» per aprirsi al «suo» senso; la tappa successiva è l'attualizzazione culturale nell'orizzonte del lettore, perché testo e messaggio vogliono essere disponibili per «altri» ancora; questa tappa implica il viaggio dentro il mondo del lettore per rendere presente, in un linguaggio nuovo rispetto al passato, il «senso» che si offre. L'ultima tappa è quella della attualizzazione esistenziale, in modo che parola e messaggio diventino appello vitale e coinvolgente il qui-ora del giovane e della comunità.
L'autore infine offre un tentativo di risposta a due interrogativi pressanti: quali figure culturali assumere nello sforzo di attualizzazione culturale del testo, dal momento che l'irruzione della coscienza moderna ha messo a soqquadro le categorie del passato? E inoltre, quale è il compito e lo spazio riservato alla «persona», al mistero che essa è, nell'attualizzazione esistenziale?
* Al contributo di impostazione seguono due articoli che intendono approfondire la resistenza e la condiscendenza della Bibbia alla lettura.
- Giuseppe Barbaglio sollecita a prendere sul serio, senza superficialità e scorciatoie, la realtà della «lontananza ed estraneità» della Bibbia all'uomo odierno, in quanto essa appare come testo lontano, testimonianza remota e riproposizione di eventi fondanti che o scandalizzano o toccano poco da vicino l'uomo di oggi.
- Il contributo di Carmine Di Sante invece sviluppa il tema della condiscendenza e della vicinanza della Bibbia in quanto sapere radicale.
La sua ricerca di una visione unificante della vita, il gusto sapienziale, la prospettiva di attenzione alla vita, e alla vita quotidiana, alla ricerca di felicità e di pienezza di senso, aprono una possibilità di sintonia e di accostamento all'uomo d'oggi, ai giovani in particolare, al punto che l'autore propone la «lettura sapienziale» della Bibbia come l'unica oggettivamente possibile e sempre valida, rispetto alla quale ogni altra si propone o come propedeutica o derivata.
* L'ultimo contributo di questa parte, di Cesare Bissoli, mentre prende avvio dall'interrogativo: «la Bibbia riesce ancora oggi a fare dei cristiani?», sviluppa il «come» essa possa riuscirvi.
Indicate le condizioni entro le quali solo l'uomo può appropriarsi della potenza della Parola, l'autore propone tre nuclei generatori, temi vitali attorno ai quali l'uomo di oggi ritesse la sua identità di credente nel Dio di Gesù, il Dio cristiano della Bibbia.