(1989-06-11)
Nell'apertura del dossier ci interroghiamo anzitutto sul posto e sul ruolo della Bibbia nella pastorale giovanile. L'articolo di premessa intende anzitutto assicurare un posto centrale alla Bibbia nella pastorale giovanile, come dato oggi acquisito e condiviso. Qui la convergenza c'è in quanto punto di arrivo.
Dove sta invece il problema?
Esso è individuato nel «come» la Bibbia viene di fatto utilizzata nella pastorale giovanile. Sul come e sulla diversità di modelli si pone il problema di una collocazione propria, perciò della rivista stessa, nel vasto campo del pluralismo. La scelta della rivista orienta anche l'animatore a una specifica utilizzazione della Bibbia nel gruppo.
Perché si parla di «utilizzazione»? Perché, dobbiamo dircelo anzitutto, la Bibbia non è il fine della pastorale e la pastorale giovanile non ha come fine l'incontro crei giovani con essa. Fine è, e resta, l'accoglienza da parte del mondo giovanile dell'amore di Dio come fondamento dell'esistenza quotidiana e la fedeltà alla «causa» di questo amore.
Per il conseguimento di questo fine, riconosciamo nella Bibbia uno strumento, un «mezzo» prezioso e insostituibile.
Solo così essa è collocata nella prospettiva che le compete.
Infatti il cristiano, per vivere di fede, ha bisogno di decifrare la realtà delle cose fino a giungere alla soglia del mistero che esse contengono.
La via del mistero non è però frutto di una raffinata capacità di interpretazione dell'esistenza; essa ci è «donata» dentro l'esperienza narrata dai linguaggi di un popolo che nella fede ha accolto il mistero.
Per questo la fede ha bisogno di ascolto, dell'ascolto di una voce che viene dal silenzio dell'Assoluto, e riporta al silenzio della contemplazione e della risposta personale.
La Bibbia dunque come strumento per l'ascolto e l'interpretazione credente dell'esistenza. Un'interpretazione nuova, di «secondo livello», rispetto ad una interpretazione di «primo livello» (una lettura intessuta di scienza e sapienza) che non può in ogni caso essere elusa, ma da cui, in ogni modo, la Bibbia si distanzia.
E, tra i molteplici sentieri per l'uso, la proposta di un modello narrativo che associa esperienza giovanile e Bibbia in un'unica buona notizia.