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    Introduzione al dossier «Per una lettura esistenziale della Bibbia nei gruppi giovanili»



    (NPG 1989-06-5)


    Torniamo su un tema che di tanto in tanto ritorna urgente all'attenzione pastorale: il tema «giovani in gruppo e Bibbia».
    Ad esso abbiamo dedicato già un dossier (gennaio '87), ma la redazione ha continuato a lavorarci sopra.
    Ci interessa procedere oltre, e delineare un modello globale di lettura ricavato dalla prassi e da una riflessione seria intorno ad essa, per offrirlo come proposta-ipotesi da verificare nel concreto cammino dei gruppi giovanili.
    Del dossier intendiamo qui presentare i criteri di fondo che guidano il modello e la sua articolazione.
    Punto di partenza è quanto già richiamato altrove: a vent'anni dal Concilio ci sembra importante riprendere una delle sue istanze più profonde, il grande sogno di «dare la Bibbia in mano ai cristiani», e dunque alle nuove generazioni, perché essa diventi l'alimento che permette di assaporare il dono grande e misterioso della vita, la luce e il calore che riscalda il cuore dei giovani e rilancia la loro soggettività aprendola all'incontro con l'altro: il fratello, l'ospite, il povero, i luoghi entro cui la presenza velata e discreta del mistero prende volto. Per aprire le nuove generazioni, spesso catturate nel piccolo orizzonte del presente, al passato entro cui alimentarsi, al futuro come progetto da nutrire con il sogno in grande, alla densità e allo spessore del quotidiano come presente di salvezza dell'esistenza.
    Non partiamo da zero; ma, raccogliendo come un dono di viti l'esperienza maturata in tante realtà giovanili e comunitarie, ci confron tiamo criticamente e appassionatamente con quanto è maturato il numerose scuole della parola e di spiritualità, in tanti percorsi d accostamento-scoperta-appropriazione della Bibbia da parte di grupp giovanili conosciuti o anonimi.
    Il grande sogno del Concilio infatti è già realtà, provvisoria germinale il più delle volte, meridiana e solare altre. Queste numerosi esperienze e proposte vogliamo avere dinanzi, per la nostra riflessione da esse affiora il problema che intendiamo affrontare e che ha generati i criteri di lavoro che riteniamo essenziale presentare.
    Questo l'interrogativo: come può l'uso della Bibbia con i giovan credenti dare una mano nella loro avventura, personale e comunitaria di vita quotidiana e di produzione di vita qualitativamente nuova, Quale uso farne dunque e quale approccio entro un preciso modello, il un tempo di pluralismo?

    UNA PRECISAZIONE SUI DESTINATARI

    Sarà importante anzitutto precisare i giovani destinatari che abbiamo dinanzi. Riteniamo che il modello da noi ritagliato costituisca un punto di riferimento per dar vita a eventi narrativi in ogni fase del ciclo vitali dei gruppi giovanili. Esso infatti sollecita a una presenza invitante dell'adulto e a una attenzione alla comunicazione simbolica, cioè quella sulla vita, che ogni gruppo giovanile vive, anche se non giunge ancora a una lettura esistenziale della vita quotidiana in termini e linguaggi «religiosi».
    L'abilitazione a una lettura esistenziale diviene poi obiettivo educativo primario quando il gruppo giovanile, ritrovata la propria collocazione credente, consolida la propria fede religiosa in un periodo di apprendistato alla vita da credenti. In questo senso la lettura esistenziale è un momento tipico da avviare nella «terza area» dell'itinerario dell'educazione alla fede, lungo il sentiero della spiritualità giovanile Questa tappa si colloca in un progetto più ampio che implica il darsi ragione della propria fede, dar forma a uno stile di vita ispirato al vangelo, riconoscersi come comunità cristiana in maniera attiva, vivere e condividere i simboli della fede, capacità di celebrare la salvezza nei gesti e nei segni comunitari, elaborazione della sequela di Gesù nella vita quotidiana (cf R. Tonelli, Itinerari per l'educazione dei giovani alla fede, Elle Di Ci, Leumann 1989).

    CRITERI DI ELABORAZIONE DEL MODELLO

    Ne indichiamo quattro.
    * Criterio ermeneutico. Di fronte a letture povere, fondamentaliste oppure estremamente riduttive, ci interessa aiutare i gruppi a rapportarsi al Libro in una prospettiva ermeneutica, cioè con un accostamento che sia capace di rispettare la «distanza» del testo dal gruppo che legge e favorire l'accostamento progressivo al «mondo umano e vitale» che sottostà al testo, e che sia insieme rispettoso della serietà e della dignità del soggetto attuale interrogante il testo (il gruppo giovanile), le cui domande di vita e di senso non possono non coinvolgere il testo stesso per una «produzione» sempre nuova e feconda di «senso» e di «senso donato», così ricercato e atteso dall'uomo d'oggi e dai giovani.
    Ci interessa dunque aiutare i gruppi e i loro animatori a penetrare i movimenti ed esplorare le fasi di un corretto procedimento ermeneutico, quale «ponte» tra testo lontano e giovani vicini.
    L'attenzione che ci interessa non è di una riflessione astratta, ma di acquisizione di una pratica che comporta processi interiori e relazionali, culturali e spirituali profondamente intrecciati.
    In altre parole ci interessa chiarire le condizioni soggettive e oggettive, personali e comunitarie, che permettono ad un gruppo di gestire concretamente l'attività ermeneutica.
    * Criterio culturale. L'attenzione al presente momento culturale, soprattutto per come lo stanno vivendo le nuove generazioni, si fa criterio e ottica di lettura, precomprensione all'interpretazione.
    Vogliamo allora tener presente la sensazione di differenza incolmabile tra valori astratti (e magari proclamati «in parole») e vissuto soggettivo, il ripiegamento su domande di piccolo cabotaggio che richiedono impegno di elaborazione per autocomprendersi alla soglia del religioso, i tentativi di andare oltre l'indifferenza, alla ricerca di «nuovi sogni» a partire dai quali «pro-gettarsi» come individui e come comunità verso il futuro (i temi della vita quotidiana e della sua qualità personale, relazionale, comunitaria da ridefinire e contrattare).
    Ci interessa da una parte vedere in quale misura nell'azione pastorale ha luogo un processo ermeneutico tra Bibbia ed esperienza di gruppi giovanili, e dall'altra quali i nuovi temi generatori attorno a cui costruire l'incontro giovani e Bibbia, giovani e salvezza cristiana.
    * Criterio esistenziale. È la scelta di collocazione tra i diversi modelli di accostamento e di interpretazione.
    La lettura esistenziale è vista come il momento e l'attività da privilegiare attraverso cui un gruppo giovanile, che ha a disposizione (perché già da esso compiuto) uno studio storico-critico del testo e una sua pur globale e mai compiuta attualizzazione teologica nella presente cultura, «applica» in maniera creativa e attiva il testo alla sua vita concreta, per coglierne il «dono di senso per l'oggi» e aprirsi così alla sua celebrazione (alla celebrazione del mistero che si fa vicino) nei simboli della preghiera liturgica e nei simboli vitali (i gesti) della prassi di vita quotidiana.
    * Criterio teologico. Lo poniamo per ultimo, ma come il fondamento che si raggiunge attraverso l'intensa esperienza spirituale dell'incontro della vita con la Bibbia. A fondamento di questo e sua motivazione riconosciamo il mistero stesso di Dio che come «Padre viene incontro ai suoi figli e parla con essi» (AV 2). Sicché la lettura si fa dossologia, rendimento di grazie, adorazione del volto di Dio santo e buono: è il momento più maturo dell'esperienza biblica: la contemplazione del soggetto ultimo e assoluto.

    ARTICOLAZIONE DEL DOSSIER

    Alle brevi pagine di apertura sul senso e sul posto della Bibbia nella pastorale giovanile, in quanto «mezzo» per accedere alla verità delle cose dalla parte del mistero in esse contenuto, segue un momento di recensione di alcuni dei principali approcci di lettura oggi compiuti in Italia nei gruppi giovanili.

    * Quattro sono i modelli di lettura esistenziale da noi presentati:
    - l'approccio alla Bibbia nella comunità monastica di Bose;
    - il modello della «revisione di vita» proprio della GiOC;
    - un'esperienza di lettura in chiave di liberazione e socio-politica operata dai giovani della comunità ecclesiale di base di Pinerolo;
    - la descrizione dell'approccio alla Bibbia all'interno delle comunità neocatecumenali.
    In questa tipologia dal basso siamo interessati a individuare i processi comunitari attivati e le precomprensioni culturali assunte, in quanto esse danno vita oggi a modalità diverse di applicazione alla vita quotidiana e di riorganizzazione stessa della vita del gruppo attorno alla produzione nuova di vita.
    L'articolo conclusivo di C. Bissoli vuole essere un contributo utile ad orientarsi tra modelli diversi e a delineare i criteri per una valutazione di ogni modello.

    * Al momento di lettura della prassi segue un secondo momento: quello di tipo teorico, finalizzato ad aprire una prospettiva globale di progettazione del modello. In esso crediamo di poter indicare con sufficiente precisione gli elementi per una definizione del nostro approccio.
    Il quadro sistematico è offerto da A. Rizzi.
    L'atto interpretativo è il gioco tra diversi fattori: un testo distante nel tempo, un evento a cui il testo si riferisce e che lascia trasparire mentre nasconde, il vissuto personale dell'uomo d'oggi con le sue povertà e le sue domande di salvezza, una comunità quale luogo ermeneutico.
    Cosa vuol dire allora interpretare, ed interpretare esistenzialmente? Quali tappe per un itinerario di interpretazione? Quale orizzonte culturale nell'oggi post-moderno di una cultura occidentale? Quale il ruolo della comunità, del singolo, degli esperti, dei poveri e semplici per i quali il Libro vuol essere parola di consolazione e di promessa?
    I contributi di G. Barbaglio e C. Di Sante invece riprendono rispettivamente il tema della lontananza ed estraneità della Bibbia all'uomo di oggi (distanza) e la sua condiscendenza ed accessibilità (vicinanza) all'uomo di ogni tempo e a quello di oggi in particolare in quanto «sapere radicale».
    C. Bissoli sviluppa, riprendendo l'intera prospettiva, la risposta all'interrogativo: la Bibbia riesce ancora a fare dei cristiani nell'oggi? Ne esplicita la intrinseca pretesa del Libro sacro, il come, l'«in che senso», e le condizioni per una funzione di ermeneutica religiosa e cristiana dell'esistenza dell'uomo.

    * Il terzo momento del dossier sviluppa, con maggior attenzione al gruppo giovanile e alle sue dinamiche educative, la ricerca delle «condizioni» per una maturazione della lettura esistenziale in comunità giovanile.
    - M. Pollo rilancia il tema del gruppo quale mondo vitale e luogo ermeneutico privilegiato per far risuonare la parola nel tempo esistenziale dell'uomo toccato dal tempo di Dio.
    - A. Bonora richiama, dal punto di vista biblico, la gamma di atteggiamenti di fondo che una lettura sapienziale della Bibbia indica quali precomprensioni esistenziali di accesso al testo e al suo dono di senso.
    - C. Molari indica il frutto che produce una lettura esistenziale della Bibbia dentro una comunità credente: il dar vita a un evento narrativo quale originale evento linguistico, capace di ritessere insieme le tre storie importanti: quella del narrato, del narratore e del destinatario anch'egli abilitato a narrare. Questo tipo di lettura non è novità dei giorni nostri, ma riesprime nell'oggi, in continuità con la millenaria tradizione ecclesiale, la formula della lectio divina.

    * Il quarto momento del dossier si sporge più in direzione dell'azione pastorale e degli interventi operativi.
    - L'educatore, l'adulto credente (singolo e in comunità), ha un compito e una funzione irrinunciabile, come è irrinunciabile la funzione educativa dell'adulto in un gruppo giovanile.
    Tra silenzio complice e grido autoritario di chi crede di non dover parlare prima per se stesso, ritagliamo un modello di comunicazione vitale e simbolica dell'educatore adulto nel gruppo giovanile tale da renderlo narratore dell'evangelo ai giovani coi quali vive.
    - C. Bissoli offre ancora un «capitolo grigio» al dossier, sull'inutilità della Bibbia nel gruppo quando mancano alcune condizioni essenziali.
    - J. Vecchi sviluppa tre constatazioni attorno a modalità di accostamento della Bibbia da parte dell'operatore pastorale.
    - Il «manifesto» raccoglie, in sintesi, dieci tesi che delineano il quadro globale delle scelte (non solo teoriche ma anche prassiche) che realizzano il modello di lettura da noi delineato.
    - I materiali allegati invece si offrono come schede di lavoro per un accostamento multiplo (approcci parziali e diversificati) al Libro, qua momenti preparatori dell'approccio globale delineato.
    Certamente quanto qui diciamo non ha la pretesa di essere tutto ci che si può dire, e nemmeno l'unico modo di educare i giovani ali Bibbia.
    È un profilo di incontro che nasce dal nostro riflettere sulla condizione giovanile oggi, e sul difficile e impegnativo dialogo tra comunità ecclesiale che narra e testimonia e giovani.
    Sono soltanto alcuni punti-forza che chiedono integrazione, ma che d'altra parte consideriamo come prospettiva preziosa per itinerari di incontro che restano da fare.


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