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    Ricevuto - Passo - Restiamo in attesa



    Un avvento con i preadolescenti

    Gaetano Pozzato

    (NPG 1987-09-64)


    Il tempo di avvento è ancora sentito nelle nostre comunità parrocchiali come un tempo che deve avere qualcosa di diverso dal solito; e ogni parrocchia è alla ricerca di iniziative e di proposte che possano essere significative per le varie età e preparare a vivere il mistero dell'Incarnazione.
    Come si sa, ai preadolescenti non basta «dire e raccomandare» una cosa perché questa sia sentita come importante: devono vedere e sperimentare.
    Tenendo presente questo, il nostro gruppo di lavoro ha provato ad elaborare una proposta, diretta a servire la pastorale parrocchiale, perché anche i ragazzi delle medie possano vivere l'avvento in maniera adatta alla loro sensibilità.
    La presentiamo all'attenzione di chi lavora con i preadolescenti perché crediamo che raccontarci fraternamente i vari tentativi sia stimolo per inventare sempre qualcosa di meglio e non tanto perché sia semplicemente ripetuto quello che altri hanno fatto.
    La proposta non intende sostituire o intralciare il normale cammino catechistico dei ragazzi in parrocchia, ma nella nostra diocesi vi si riallaccia direttamente e diventa un allargare e un tradurre in vita e celebrazione il messaggio di alcune unità didattiche dei tre itinerari catechistici della diocesi per le medie.
    Questo per aiutare gradatamente le parrocchie a passare dal fare catechismo ad una pastorale dei preadolescenti.

    IL PROGETTO

    L'iniziativa comprendeva tre momenti:
    - «Ricevuto Passo Restiamo in attesa»: dieci minuti al giorno per passare informazioni a Gesù che viene.
    Da vivere in parrocchia.
    - Le domeniche dell'attesa: giornate per interiorizzare la proposta.
    Da vivere in vari centri della diocesi.
    - Veglia dell'attesa: riservata alla terza media.
    Da vivere in varie parti della diocesi, alcuni giorni prima di Natale.
    Scopo dell'iniziativa. Durante la preadolescenza i ragazzi iniziano a cambiare il loro modo di sentire Dio. Inizia il passaggio da un Dio «conosciuto» ad un Dio «amato», dal Dio «onnipotente e lontano», al Dio «amico e quotidiano» (cf L'età negata, pag. 115 ss).
    Se non si innesca questo processo, c'è il grosso pericolo che Dio venga gradualmente abbandonato.
    Vogliamo con questa iniziativa aiutare i ragazzi a sentire che il mondo di oggi (e il mondo personale del preadolescente) è amato da Dio. Dio lo prende sul serio. Ogni situazione umana è importante davanti a Lui.
    I ragazzi sono invitati quasi a distendere la vita quotidiana davanti a Dio per imparare a guardarla con i suoi stessi occhi.
    Messaggio. «Con l'incarnazione Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo» (GS 22). La festa del Natale che torna con fedeltà ogni anno ci ricorda che non solo gli uomini di duemila anni fa, ma ogni generazione è immensamente amata da Dio.
    Anche questo nostro mondo di oggi con i suoi drammi e le sue speranze, non è solo «affare nostro», perché è proprio in questo mondo che Dio verrà a mettere la sua tenda. È questa la «carne dell'uomo» che egli farà sua.
    Attuazione. Un momento di preghiera ogni giorno per parlare con il Signore dei fatti della vita.
    Tutto questo sintetizzato nello slogan: «Ricevuto-Passo-Restiamo in attesa». 10 minuti al giorno per passare informazioni a Gesù che viene.
    Tutto quello che un ragazzo riceve in una giornata dal mondo che lo circonda (notizie, incontri, avvenimenti positivi, negativi...), come anche tutto ciò che gli viene dal suo mondo personale (speranze, delusioni, sbagli, fatti vissuti in famiglia, nella scuola, con gli amici). Tutte queste informazioni le passa a Gesù perché sappia in quale mondo verrà a nascere.
    Il ragazzo è invitato a scrivere, durante la settimana, su un blocchetto particolare già predisposto, alcune di queste preghiere-informazioni. Fin dall'inizio è stato detto ai ragazzi che tutti questi blocchetti saranno raccolti per fare un libretto di preghiera per loro, quasi un «dossier» per dire a Gesù come i ragazzi delle medie sentono e vivono il loro mondo e quello che li circonda.
    Sussidiazione. Per entusiasmare i ragazzi di questa età è importante visualizzare in tanti modi l'iniziativa e creare molti richiami.
    Come per esempio, elenchiamo il materiale che il centro ha messo a disposizione delle parrocchie:
    - un poster con lo slogan dell'iniziativa;
    - un blocchetto a fisarmonica;
    - una cartolina con gli stessi fumetti;
    - la celebrazione di partenza.

    L'ATTUAZIONE

    Tre erano i momenti dell'attuazione del progetto: in parrocchia, le domeniche dell'attesa e la veglia dell'attesa.

    «In parrocchia»: primo momento

    Apertura: l'avvento per i ragazzi delle medie potrebbe iniziare con una celebrazione particolare durante la quale viene proposto un cammino. A chi accetta di impegnarsi per fare questa specie di «dossier» per informare il Signore che sta per venire, verranno date le spiegazioni necessarie e verrà consegnato il materiale. L'esperienza ci ha insegnato che dare a tutti indiscriminatamente il materiale dicendo che poi chi lo vuole lo adopera e aderisce all'iniziativa, è sminuire l'esperienza agli occhi dei ragazzi che la sentiranno come una delle solite cose.
    Il preadolescente ha bisogno di sentire che sta facendo qualcosa di importante, dove c'è bisogno di responsabilità, e che quello che sta facendo sarà utile anche ad altri.
    Per questo fin dall'inizio è importante sottolineare che i blocchetti con le loro preghiere saranno raccolti per fare un libretto che possa aiutare tutti i ragazzi delle medie a pregare, o propone qualche altra valorizzazione sentita come importante dai ragazzi.
    (Per la celebrazione di partenza, si veda di seguito).
    Ogni giorno i ragazzi sono invitati a riservare 10 minuti del loro tempo per un momento di preghiera da fare parlando con Gesù degli avvenimenti del mondo che maggiormente li hanno colpiti (sia avvenimenti del mondo personale, sia del mondo esterno).
    Il momento della preghiera potrà essere fatto passando per la chiesa al mattino prima di andare a scuola, o durante la giornata, o anche a casa propria, o alla sera, o in altro momento. Può essere comunque utile suggerire ai ragazzi qualche luogo e qualche modo diverso dal solito per fare questa preghiera, invitandoli magari a prepararsi un apposito «angolo di deserto» nella loro cameretta.
    Alcune volte la settimana, quando loro stessi desiderano, sono invitati a scrivere la loro preghiera sul blocchetto appositamente preparato e che è stato loro consegnato.
    A metà avvento, sarebbe utile fare qualcosa per risvegliare l'impegno e l'interesse dei ragazzi. Infatti passata la prima settimana di novità, è facile che entusiasmo e impegno si affievoliscano. Ci vuole un «richiamo».
    Ad esempio, noi avevamo trasformato in cartolina la copertina a fumetti (disegnata da un ragazzo) dei blocchetti della preghiera, e abbiamo invitato i e i catechisti / animatori a spedire questa cartolina ad ognuno dei ragazzi che si erano impegnati.
    Il ripetersi della stessa immagine e una frase personale dell'animatore può richiamare più facilmente tutta la proposta e aiutare i ragazzi a continuare con buon impegno fino alla fine.
    Conclusione. molto importante per i ragazzi delle medie che l'esperienza venga conclusa con un gesto comune significativo. Ad esempio, presentare i blocchetti con le preghiere dei ragazzi alla messa di mezzanotte o a qualche altra messa di Natale...
    Perché i ragazzi si sentano dentro la comunità parrocchiale, potrebbe essere significativo creare vari richiami, nella vita della parrocchia, a quello che i ragazzi stanno facendo (es.: lettura alla messa della domenica di qualcuna delle loro preghiere, cartelloni...).

    Le domeniche dell'attesa: secondo momento

    Si tratta di giornate di ritiro durante le quali gruppi di ragazzi di varie parrocchie, che stanno vivendo la proposta, accompagnati dai loro animatori, si trovano assieme per interiorizzare e approfondire quello che stanno vivendo.
    Poter fare la giornata con gruppi di varie parrocchie diventa più entusiasmante per i ragazzi e l'esperienza stessa diventa più ricca.
    Tutta la giornata è organizzata attorno all'ascolto di Luca 3,1-14, ed è suddivisa nel modo seguente.

    Era l'anno... 1987. Notiziario di Tele-Pa
    L'evangelista Luca per prepararci all'incontro con Gesù, ci dà le coordinate temporali, storiche, sociali, religiose: era l'anno quindicesimo del regno dell'imperatore Tiberio. Ponzio Pilato era governatore...
    Primo momento del ritiro sarà quello di trovare le coordinate temporali, storiche, sociali... nelle quali il Signore verrà.
    Quindi riempire di storia la frase: «era l'anno... 1987»:
    Queste le attività:
    - lettura della prima parte del brano evangelico;
    - partenza degli inviati speciali (i vari gruppi) nel mondo, a cercare informazioni per trasmettere un telegiornale in «Paradiso Visione»;
    - nel cortile sono preparati grandi pannelli con ritagli di giornale riguardanti l'anno 1987, su questi temi: ragazzi medie: scuola, parrocchia, amicizia, famiglia, sport, canzoni, televisione, pace-guerra, notizie dal terzo mondo, cronaca della città e provincia;
    - i ragazzi hanno a disposizione un po' di tempo per cercare notizie su un tema prefissato ad ogni gruppo, scegliere tra le molte notizie quella principale e pensare a come trasmetterla (mimi, scenette, drammatizzazioni...);
    - si entra in «sala regia» e inizia il telegiornale. Il presentatore passa la linea ai vari inviati speciali (gruppi) che si susseguono nel presentare le notizie.
    I ragazzi in questo modo richiamano alla memoria e riflettono sui fatti e i problemi principali del nostro mondo.

    Nel deserto... Dio lo chiamò
    In mezzo a tutti i fatti che accadevano duemila anni fa, solo Giovanni Battista riuscì a percepire il messaggio di Dio e a capire cosa c'era da fare. Questo perché: «...era ancora nel deserto, là Dio lo chiamò».
    Andiamo quindi anche noi nel deserto per riuscire a percepire la voce del Signore che chiama.
    Queste le attività:
    - introduzione e lettura del tratto di Vangelo che interessa;
    - partenza per il deserto: ad ogni ragazzo viene data una stuoia, una penna e un foglio già predisposto con gli spazi per prendere appunti;
    - si entra in silenzio e si stende la propria stuoia nel luogo del deserto (un grande salone su una parete del quale è proiettata una grande immagine del deserto);
    - proiezione di un diapomontaggio a commento di Lc 3,3-14: con immagini e fatti si farà sorgere nei ragazzi la domanda: «e noi cosa dobbiamo fare?», rapportandola ai vari ambienti di vita.
    Nei momenti segnati si ferma il sonoro e si lasciano alcuni momenti di silenzio perché i ragazzi prendano appunti nella penombra sul loro foglio, annotando i suggerimenti di Giovanni Battista. un tentativo di attualizzazione del messaggio di questi versetti del brano evangelico.
    La proposta per il diapomontaggio e il commento è contenuta nel riquadro a sé.
    In fin dei conti, cosa dobbiamo fare?
    Riunione a gruppi con i propri animatori per trovare le cose da cambiare e concretizzarle in riferimento al proprio ambiente di vita.
    La giornata si conclude con la celebrazione dell'eucarestia. Noi siamo riusciti oggi a vedere il Signore, a percepire la sua voce che ci chiama dentro i fatti di ogni giorno, ora dobbiamo raddrizzare le strade, appianare le colline, perché anche gli altri, guardandoci, possano vedere meglio e sentire il Signore.
    - Durante la messa ogni gruppo può presentare gli impegni da realizzare in parrocchia.
    La veglia dell'attesa.
    È il terzo momento della proposta che è collegato con lo spirito dell'iniziativa ma che ha anche una sua autonomia e che qui non pubblichiamo per mancanza di spazio.

    CELEBRAZIONE Dl PARTENZA

    Questo il testo e la struttura della celebrazione dopo «l'apertura» del primo momento.
    - Canto.
    - Introduzione del celebrante, saluto, e richiesta di perdono per disporsi all'ascolto.

    Dialogo di riflessione

    (Letto alternativamente da 3 ragazzi).
    1. Ogni anno c'è avvento. Ogni anno Natale.
    2. Viene facile dire: so già tutto quello che succede. sempre la stessa cosa. Non cambia mai nulla.
    3. Eppure quest'anno io sono diverso: sono cresciuto nel corpo come uomo o come donna.
    1. Un anno in più sulle spalle: esperienze belle o brutte. Alcune le rifarei, altre no.
    2. Sono comunque «cambiato». A volte quasi non mi riconosco pensando a quello che ero un anno fa.
    3. Anche il mondo è cambiato: nuovi trattati, nuove guerre, carestie e parole di pace, parole di odio, di comprensione, di aiuto, uomini giusti e uomini malvagi.
    1. Anche il mondo, come me, è cresciuto: chi dice in meglio, chi dice in peggio.
    2. E Gesù viene quest'anno. Non ha voluto starsene tranquillo a guardare da lontano quello che succede in me e nel mondo attorno a me.
    3. Ha voluto scenderci dentro. Questo «nostro» mondo diventerà a Natale anche il «suo» mondo.

    Il mio mondo

    Dal diario di alcuni ragazzi delle medie.
    «Uffa! Non ce la faccio più a stare fermo un'ora di seguito. Mi prudono le gambe. Devo assolutamente sgranchirmi un po'. L'anno scorso stavo attento e mi piaceva un sacco venire a scuola. Quest'anno non mi piace tanto. Vorrei fare altro, ma non saprei che cosa... Mi piacerebbe scatenarmi un po'».
    «Oggi ho sbattuto la porta e ho urlato: 'Basta!' a mia madre. Mi dispiace, ma non ce la faccio più a farmi trattare come un bambino. Non voglio che mi chiami 'amore' o 'tesoro'. Voglio che mi chiami con il mio nome».
    «Cosa mi sta succedendo, Signore? Mi sono ritrovata a piangere senza sapere perché, senza un motivo preciso. Cosa mi sta succedendo? Vorrei essere ancora bambina, ma mi dicono: 'sei grande'!, vorrei essere già grande, ma mi dicono: 'sei ancora piccola'!. Cosa mi sta succedendo? In famiglia non mi trovo più a mio agio, ma se mi immagino senza famiglia mi viene da piangere. Con le mie amiche mi annoio, ma sola non posso stare.
    Mi piacerebbe sapere, conoscere, studiare, ma a scuola sono spesso distratta e non ho più l'entusiasmo di una volta. Cosa mi sta succedendo? Non sono più spontanea, ho paura del giudizio degli altri, divento rossa per niente. Qualcuno mi ha detto che è la crescita. Se è così Signore, aiutami a crescere».
    - Canto.
    - Lettura di alcuni passi di giornale che richiamino ai ragazzi le problematiche principali del nostro mondo.

    La parola del Signore

    Vangelo: Lc 3,16. Breve Omelia: Luca ci fa vedere che Gesù si è veramente inserito nel mondo. Ha intrecciato la sua vita ai fatti della storia, alla situazione del mondo di allora.
    Oggi viene per intrecciare la sua vita con la storia di oggi, e con il nostro piccolo mondo di ragazzi delle medie di oggi.
    Preparandoci alla sua venuta, vogliamo quindi raccontare a lui, con un po' di preghiera ogni giorno, come è fatto il nostro mondo di ragazzi che cambiano, e come è fatta questa nostra società.
    Sia il «nostro mondo» di ragazzi, sia il «grande mondo» che sta attorno a noi, sono immensamente amati dal Signore tanto che vuole venirci ad abitare dentro.

    Invocazioni

    Perché il Signore venga nel mondo attorno a noi.
    L. Signore Tu sei venuto a portarci la gioia.
    T. Ma come potremo essere felici quando i giornali ci buttano in faccia cronache di sangue e di morte, di miseria e di meschinità.
    L. Signore, la tua gioia non è ancora tra di noi, per questo ti diciamo:
    Vieni di nuovo, Signore Gesù.
    L. Signore, tu sei venuto a portarci la pace.
    T. Ma come potremo parlare di pace quando la Tv ci ricorda che la guerra è di casa, che ha ragione il più forte e il debole è oppresso?
    L. Signore, la tua pace non è ancora tra di noi, per questo ti diciamo:
    Vieni di nuovo, Signore Gesù.
    L. Signore, tu sei venuto per insegnarci ad amare.
    T. Ma come potremo parlare di amore, quando sono troppi a morire di fame e di freddo, quando milioni di bimbi non hanno da sfamarsi?
    L. Signore, il tuo amore non è ancora tra di noi, per questo ti diciamo:
    Vieni di nuovo, Signore Gesù.
    Perché il Signore venga nel nostro mondo di ragazzi.
    Preghiera: «Signore a volte ho la tentazione di tenerti fuori dal mio mondo di ragazzo, fuori dalle mie amicizie, dalle mie parole, dai miei pensieri.
    Se fosse per me, lo sai, Signore, a volte ti lascerei fuori a suonare il campanello, facendo finta di non sentire.
    Ma in questo avvento ho deciso: voglio darti le chiavi di casa mia... perché tu possa entrare quando vuoi.
    Gesù Signore, potrai stare in casa mia, nei miei affari e nei miei problemi ogni volta che vorrai e non dovrai aspettare che ti apra la porta, e non dovrai aspettare che io mi decida.
    Perciò, vieni Signore quando vuoi, anzi, perché tu possa trovarti a tuo agio e non sentirti un estraneo, durante questo avvento ti riserverò ogni giorno un po' del mio tempo per parlarti di me e di questo mondo in cui vivo».
    Il segno.
    A questo punto può venire consegnato il blocchetto preparato dal centro per scrivere le preghiere, può essere mostrato e spiegato il poster e magari consegnato uno per ogni gruppo.

    Il diapomontaggio: l'esperienza del deserto

    Deserto: (Mentre i ragazzi entrano e leggono la testimonianza sul foglio).
    Bg 13-10 Giovanni Battista: In quel tempo Giovanni il figlio di Zaccaria era ancora là nel deserto. Là Dio lo chiamò.
    Bg 13-11 Giovanni Battista: Allora Giovanni incominciò a percorrere tutta la regione del Giordano e a dire: «cambiate vita e fatevi battezzare e Dio perdonerà i vostri peccati».
    Bg 13-9 Deserto: Si realizzava così quello che aveva detto il profeta Isaia: «Ecco una voce risuona nel deserto: preparate la strada al Signore che viene! Spianate le vie per il suo passaggio: le valli siano tutte riempite, le montagne e le colline abbassate. Raddrizzate le curve delle strade, togliete tutti gli ostacoli».
    Bg 13-31 Folla: Una gran folla andava da Giovanni ed egli diceva loro: «Fate vedere con i fatti che avete veramente cambiato vita».
    Bg 13-33 Gente: Tra la folla qualcuno lo interrogava: «In fin dei conti che cosa possiamo fare? che cosa vuole Dio da noi?». Giovanni rispondeva: «Chi possiede due abiti ne dia uno a chi non ne ha, e chi ha dei viveri li distribuisca agli altri».
    (Silenzio: appunti personali).
    Bg 13-13 Esattori: Anche alcuni esattori incaricati di far pagare le tasse vennero da Giovanni. Gli domandarono: «Maestro, noi cosa dobbiamo fare?». Giovanni rispose: «Non prendete niente di più di quanto è stabilito dalla legge».
    Bg 13-19 Soldati: Lo interrogarono anche alcuni soldati: «E noi che cosa dobbiamo fare?». Giovanni rispose: «Non portate via soldi a nessuno né con la violenza né con false accuse, ma accontentatevi delle vostre paghe».
    Bg 19-10 Ragazzo/rete: Interrogarono Giovanni anche alcuni ragazzi appassionati del gioco del calcio e gli chiesero: «In fin dei conti noi cosa possiamo fare?». Giovanni rispose: «Scuola media, ora di educazione fisica. Oggi c'è in programma la supersfida a calcio tra la IIB e la IID.
    Il professore ha detto ai ragazzi di organizzare le squadre. La partita inizia. Ai bordi del campo le ragazze fanno il tifo.
    Luca appoggiato alla rete dietro la porta sta guardando silenzioso.
    È arrivato da poco in questa scuola e nella formazione non lo hanno inserito. Marco è in porta: lo sanno tutti che è il miglior portiere in circolazione.
    Mentre il pallone è fuori portata, Marco scambia con Luca due chiacchiere: 'Ma tu dove abitavi prima, giocavi al calcio?': 'Sì!' 'Che ruolo avevi?' 'Facevo il portiere' risponde Luca.
    Passano alcuni minuti e nella testa di Marco frulla un'idea che lo tormenta.
    'Senti Luca, facciamo una cosa. Io finisco il primo tempo, poi entri tu'.
    Luca non risponde, ma basta un'occhiata per capire quanto è felice».
    Bg 13-21 Giovanni Battista: «Raddrizzate le curve delle strade, togliete tutti gli ostacoli, fate vedere con i fatti che volete veramente cambiare vita».
    Ragazzi a scuola: Anche i componenti la IE di una scuola di ... andarono da Giovanni e gli chiesero: «E noi cosa dobbiamo fare? Cosa vuole Dio da noi?» Giovanni raccontò una pagina del diario di Laura:
    «Ieri come tutte le domeniche sono stata a messa. Avevo vicina la mia compagna di banco. Abbiamo pregato, cantato. Alla pace ci siamo date calorosamente la mano. Ci siamo comunicate l'una accanto all'altra.
    Oggi Signore c'è stato il compito in classe. Lei mi ha sussurrato: 'Aiutami, non ricordo la formula'. Io le ho risposto: 'Non la ricordo nemmeno io!'. Invece io Signore la sapevo benissimo. Ma la mia amica è più brava di me.
    Questa era la volta buona per rifarmi. E così è stato: ha sbagliato il problema». Bg 13-17 Giovanni Battista: «Raddrizzate le curve delle strade, togliete tutti gli ostacoli, fate vedere con i fatti che volete veramente cambiare vita».
    Hc 19-17 Ragazzi che giocano: Anche un gruppetto di amici delle medie che erano uniti in una compagnia e che volevano essere liberi e moderni, interrogarono Giovanni, e questi raccontò:
    «Quattro mattoni delimitavano le porte. Si divisero in due squadre, e incominciò la partita. Il campanile della chiesa suonava le nove: era una bella domenica di primavera. Francesco giocava da terzino, e sapeva anche farsi rispettare. Era solo un po' preoccupato per le scarpe nuove.
    La sua squadra stava vincendo per cinque a tre quando il campanile suonò le dieci.
    - Scusate, devo andare. Giorgio, entra tu al mio posto disse Francesco rivolto ad uno dei ragazzi che assistevano ai bordi dello spiazzo.
    - Perché te ne vai? lo redarguì Ugo, cui dispiaceva perdere un valido compagno. ancora presto, no?
    - Vado a Messa.
    - Ma dai, non sei mica una pia donna... E poi, che cosa ci vai a fare? Non farmi ridere, gioca.
    - Vado a Messa - disse semplicemente Francesco. E girò l'angolo sorridendo.
    Però, Francesco ha un bel coraggio!».
    Bg 13-36 Giovanni Battista: «Raddrizzate le curve delle strade, togliete tutti gli ostacoli, fate vedere con i fatti che volete veramente cambiare vita».
    Hc 22-16 Ragazzo che aiuta: Ed infine anche Paolo, un ragazzo di 2a media che si sentiva troppo stretto in famiglia ed era convinto che i suoi genitori gli dessero troppo poca libertà, disse a Giovanni: «E io cosa posso fare?». E Giovanni spiegò: «un bambino di 13 anni che abita a Borgo Nuovo. Ha perso la madre ed il padre è sofferente, non in grado, comunque, di interessarsi di lui. Si chiama Emanuele.
    Ha frequentato la prima media. Abita con una sorella madre di 7 figli, il più grande di 11, il più piccolo di 8 mesi. Emanuele, la sorella e i bambini vivono, in 10, in una «casa minima» di Borgo Nuovo: tre stanze umide, malsane e deteriorate dal tempo.
    Più di una volta, nella stagione buona, è stato visto, prestissimo, alle 5 o alle 6 del mattino, spingere una carrozzella per le strade di Borgo Nuovo: c'era uno dei nipotini più piccoli. Emanuele, accortosi che piangeva e che non riusciva a riprendere sonno, lo portava a spasso perché non svegliasse i fratellini».
    Hc 37-20 Giovanni Battista: «Raddrizzate le curve delle strade, togliete tutti gli ostacoli, fate vedere con i fatti che volete veramente cambiare vita».
    (Le sigle delle diapositive indicano la serie LDC)


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