Attesi dal suo amore
    Proposta pastorale 2024-25 

    MGS 24 triennio

    Materiali di approfondimento


    Letti 
    & apprezzati


    Il numero di NPG
    luglio-agosto 2024
    600 cop 2024 2


    Il numero di NPG
    speciale sussidio 2024
    600 cop 2024 2


    Newsletter
    luglio-agosto 2024
    LUGLIO AGOSTO 2024


    Newsletter
    SPECIALE 2024
    SPECIALE SUSSIDIO 2024


    P. Pino Puglisi
    e NPG
    PPP e NPG


    Pensieri, parole
    ed emozioni


    Post it

    • On line il numero di LUGLIO-AGOSTO di NPG sul tema degli IRC, e quello SPECIALE con gli approfondimenti della proposta pastorale.  E qui le corrispondenti NEWSLETTER: luglio-agostospeciale.
    • Attivate nel sito (colonna di destra "Terza paginA") varie nuove rubriche per il 2024.
    • Linkati tutti i DOSSIER del 2020 col corrispettivo PDF.
    • Messa on line l'ANNATA 2020: 118 articoli usufruibili per la lettura, lo studio, la pratica, la diffusione (citando gentilmente la fonte).
    • Due nuove rubriche on line: RECENSIONI E SEGNALAZIONI. I libri recenti più interessanti e utili per l'operatore pastorale, e PENSIERI, PAROLE

    Le ANNATE di NPG 
    1967-2024 


    I DOSSIER di NPG 
    (dall'ultimo ai primi) 


    Le RUBRICHE NPG 
    (in ordine alfabetico
    e cronologico)
     


    Gli AUTORI di NPG
    ieri e oggi


    Gli EDITORIALI NPG 
    1967-2024 


    VOCI TEMATICHE 
    di NPG
    (in ordine alfabetico) 


    I LIBRI di NPG 
    Giovani e ragazzi,
    educazione, pastorale

     


    I SEMPREVERDI
    I migliori DOSSIER NPG
    fino al 2000 


    Animazione,
    animatori, sussidi


    Un giorno di maggio 
    La canzone del sito
    Margherita Pirri 


    WEB TV


    NPG Facebook

    x 2024 400


    NPG X

    x 2024 400



    Note di pastorale giovanile
    via Giacomo Costamagna 6
    00181 Roma

    Telefono
    06 4940442

    Email

    X-story /2. Giornata nera per mister LarabbIa



    Sussidio per L'educazione alla pace

    (seconda parte)

    (NPG 1986-10-81)


    Preseguiamo nella pubblicazione del sussidio Xstory (1) apparso nella sua prima parte su NPG nel numero di aprile di quest'anno. È un cammino per l'educazione alla pace costruito attorno ad un sussidio audiovisivo della Elle Di Ci (2), a cui abbiamo rimandato nella pubblicazione della prima parte; un sussidio ripensato per l'educazione dei preadolescenti.
    È la storia di una giornata insieme al Signor Larabbia. Esce al mattino per andare al lavoro, ma tutto gli dà noia. Lo irrita, lo provoca a reagire con violenza: ora è il cane maltrattato per la strada, ora il bimbo che gioca innocente, ora i clienti durante il lavoro, fino al vecchio che attraversa la strada con il suo bastone.
    Poi viene sera. Resta solo con se stesso. Si abbandona tra le coperte e, finalmente, lascia che nel sonno riaffiorino i rimbrotti di una coscienza migliore: porge ascolto all'angelo delle buone ispirazioni.

    LETTURA ANALITICA DELLA STORIA

    1. Rabbia n. 1: «Fuori dai piedi, stupida bestiola!». IBRRGZZSS: dissonanti e stridule le lettere si susseguono in guizzi rapidi, vibranti. Di colore rosso, acceso ed aggressivo sullo sfondo bianco, contrastano con i toni armonizzati dell'ambiente e caratterizzano perciò lo stile del racconto. Dal centro della scena rimandano alla testa-mente del signor Larabbia. Paonazzo ed accigliato sta sferrando un destro alla malcapitata bestia che stramazza a terra. Sembra gli domandi: «con chi ce l'hai, che cosa ti ho fatto?»; poi, la solita strada prosegue. Più calma e più chiara che mai.
    2. Rabbia n. 2: il signore soffre la musica! Gonfio fino ad esplodere digrigna i denti, si tappa un orecchio, minaccia con un pugno teso: «parassiti, vagabondi, urlatori» sembra inveire, mentre affretta il passo. Ma il terzetto giovanile non si scompone. Accovacciato e libero canta con effusione la sua canzone di vita.
    3. Rabbia n. 3: ci manca solo un moccioso e il suo gioco sbadato!
    Per somma ironia il cerchio spinto dal bambino finisce proprio a sbattere nel ginocchio dell'irascibile signore, il quale si contorce, saltellando di dolore, con una smorfia atroce.
    E il bimbo rimane a testa bassa, subisce mortificato lo spiacevole incidente.
    4. Rabbia n. 4: è la volta della scarica sul posto di lavoro: qui il signor Larabbia non ha più ritegno: esplode violento, intollerante, imperativo.
    E i poveri clienti, imbarazzati, si contengono in gesti rassegnati.
    I loro documenti non funzionano: la reazione dell'impiegato è minacciosa: meglio non fare resistenza, né obiezioni.
    5. Rabbia n. 5: finalmente sulla strada del ritorno! Ma l'umore non accenna a migliorare. Anche motorizzato il signor Larabbia sta inveendo: se la prende con un nonno dal passo incerto e lento che attraversa la sua strada.
    Si raccomanda: la pazienza è necessaria! Per tutta risposta ha un pugno teso ed un corpo che si agita sporgendosi dal finestrino fino ad investirlo.
    6. È notte. Un letto comodo, ristoratore,
    promette quiete e riposo.
    Pare che il signor Larabbia provi una grande fretta di abbandonarsi al sonno.
    Un gesto rapido ed è sotto le coperte. La sveglia pronta sul comodino. La lampada pure. Tutto è a posto, tranne la sua faccia che manifesta lo scontento del suo cuore. L'occhio è fisso nel buio.
    7. Dorme, un bel sonno profondo, placato. Ma ecco, chino su di lui, l'angelo della buona coscienza ha una felice idea. Guarda divertito la sua «controfigura», finalmente innocua, rilassata, e si decide: è questo il momento buono.
    Bisogna approfittarne.
    8. Si solleva in volo per non disturbare l'amico e predispone invece, con cura spiritosa, una audizone in «diretta»... Ecco: il collegamento è facile: l'orecchio in posizione ed il registratore misterioso in onda.
    9. Soddisfazione piena: funziona a perfezione!
    La buona coscienza ha registrato fedelmente tutto, ed ora sgrana-suono dopo suono - ogni nota, ogni parola pensata o pronunciata da Larabbia.
    Spiacevole l'effetto: la bocca fa una smorfia, ma la mente è sottoposta a riascoltare inesorabilmente tutto.
    10. Diventa insopportabile! La lezione sconvolge il poveretto che si drizza tremante nel più brusco risveglio.
    È un incubo o è vero? La mano sulla fronte, l'orecchio sbarrato, non crede a se stesso: sì, è sveglio! Ricorda e sente con chiarezza inquieta...
    11. Così esattamente! Si ritrova faccia a faccia con se stesso, tristemente pensoso in primo piano. È bloccato da un contorno nitido, stringente, fermo sullo sfondo scuro nell'atteggiamento di chi non può eludere il richiamo della piena consapevolezza.

    PER UNA LETTURA PSICO-PEDAGOGICA

    A ben considerare la nostra realtà di ogni giorno, possiamo incontrare mille motivi per manifestare ira, aggressività, per esprimere irrequietezza. E nessuno sfugge a questa situazione: ogni uomo, per il fatto di vivere, di doversi rapportare con gli altri e con le circostanze, di non poter dominare indiscriminatamente gli eventi della sua esistenza, può avere molteplici motivi per sentirsi contrariato, sconfitto, frustrato. Ma è pure vero che, come nessuna persona è totalmente padrona dei propri sentimenti (amore, paura, gelosia, ira...), così è in grado di dare un orientamento personale agli stimoli che percepisce in sé, e li può investire in senso positivo o in modo distruttivo.
    Dall'infanzia e in seguito nell'adolescenza è possibile educare le tendenze impulsive che soggiaciono ad ogni psicologia, impostando un cammino di realismo, di una visione oggettiva e completa delle circostanze, superando rivendicazioni egocentriche, prospettive idealistiche, che sfasano la realtà e inducono a volerla riportare, ad ogni costo, a proprio vantaggio.
    riconosciuto che l'aggressività (manifestazione tipica dell'ira) trova la sua spinta motivazionale in numerosi fattori, ma che si possono ricondurre ad una fondamentale difficoltà a situarsi in posizioni di realismo, una posizione che tenga conto delle esigenze degli altri e delle circostanze. Può denotare anche una scarsa integrazione della personalità in se stessa, per cui si è vittime delle situazioni contingenti più che capaci di dominarle con coraggio e maturità.
    Per la persona aggressiva inoltre i rapporti interpersonali sono impostati in termini di possessività, con esigenza di autoaffermazione, mancanza di capacità profonda di sintonizzare con il vissuto degli altri, e di disponibilità a «mettersi nei panni altrui». Sono in realtà molteplici le cause del comportamento aggressivo, sia dentro che fuori la persona.
    - La frustrazione sembra essere il fattore principale. L'esigenza di soddisfazione di un bisogno può essere così forte, che la sua privazione scatena spontaneamente un moto di ribellione: dipende dal grado più o meno alto di tolleranza dell'individuo il far fronte a tali situazioni. E questo è relativo alla sua maturità.
    - Il sentimento di incapacità, di inadeguatezza, di inferiorità può essere un altro fattore di scariche aggressive. Il dislivello tra realtà e aspirazione viene così accentuato da provocare profondi conflitti e insoddisfazioni che sembrano equilibrate soltanto da un comportamento vibrato.
    - Il rifiuto, la carenza d'affetto costituiscono pure una fonte molto frequente d'aggressività.
    - Anche l'atteggiamento contrario di troppa protezione, indulgenza, libertà eccessiva producono gli stessi effetti.
    Sotto il profilo educativo è importante condurre il preadolescente, l'adolescente ad un itinerario, programmato con lui, verso: - il senso di responsabilità, che include l'essere padrone di se stesso;
    - un cammino di realismo e di aderenza alla concretezza;
    - il superamento dell'impulsività, con connessa capacità di riflessione e di ponderazione di ogni comportamento.

    GUIDA ALL'USO DELLE SCHEDE

    Il cuore, autentico, semplice, libero da maschere e trampoli, può diventare luogo di accoglienza e di pace.
    Accoglienza di sé, prima di tutto, nella consapevolezza serena e positiva di quello che siamo e di quello che abbiamo. Accoglienza degli altri nella loro realtà quotidiana e semplice, nelle loro richieste, nella loro presenza silenziosa che forse esige solo rispetto, attenzione e pazienza, ma che riempie di felicità e compagnia la vita. Il nucleo di schede che sviluppa la seconda parabola del nostro sussidio, propone un itinerario progressivo verso il cuore accogliente:
    - «leggere» i comportamenti «grrr» che si incontrano nella vita di ogni giorno, per interrogarsi sul perché si vive con grrr;
    - riconoscere e chiamare per nome i propri comportamenti grrr e analizzarli;
    - prendere coscienza che il vivere con grrr non rende felici; qualcosa esige un ripensamento e una conversione: dal cuore chiuso al cuore accogliente.

    1. Grrr: vivere con rabbia

    Quotidianamente ci misuriamo con tensioni più o meno forti che ci vengono dal rapporto con noi stessi, con la realtà quotidiana, con coloro con cui condividiamo la vita. A volte si riesce a sorridere, a volte anche le cose più banali ci rendono irascibili. Capita a tutti di alzarsi col piede sinistro: ogni incontro, ogni lavoro, ogni cosa può essere causa di tensione e aggressività. Si assume un atteggiamento certamente non invitante. Le motivazioni? A ben guardare spesso non si sanno.
    La prima scheda di questo nucleo vuol porre i ragazzi di fronte a questa realtà della loro vita e di quella degli adulti.
    - Grrr: parola onomatopeica che dà al volto di chi la pronuncia un'espressione certamente non distesa e accogliente. Basta osservare la posizione delle labbra, dei denti, ecc. Può essere utile allo scopo realizzare il «concorso faccia più pietosa» proposto dalla scheda.
    L'invito a disegnare il proprio viso Grrr e Smile vuol far sperimentare concretamente che espressione assume chi vive con grrr.
    - Dall'espressione del viso si passa ad interrogarsi sulle parole grrr. Il vocabolario in bianco e nero va costruito mettendo in contrapposizione parole grrr a parole di pace. Ad esempio:
    ^ Non mi scocciare/cosa desideri?
    ^ Va via, non posso / puoi attendere, per favore.
    ^ Sono stufo di... /pazienza.
    ^ Imbranato! / correggi, per favore, è sbagliato.
    L'animatore dev'essere attento che i ragazzi non facciano un elenco di parole più o meno volgari, ma che si sforzino di contrapporre a parole grrr espressioni di pace.
    - perché si vive con grrr? A volte ci sono contrattempi che sembrano infilarsi uno dietro l'altro come le perline. A volte è solo perché si è tristi, depressi, stanchi, e allora si vede tutto nero, insopportabile, noioso. Certi capricci dei fanciulli o certi «musi lunghi» dei preadolescenti non sono manifestazioni di un atteggiamento grrr? La proposta di scrivere la litanie grrr della propria giornata vuole appunto aiutare i ragazzi a toccare con mano questi atteggiamenti radicati in loro.

    Scheda / 1
    GRRR: VIVERE CON RABBIA

    Guardando bene...
    - Su due bei cartelloni bianchi, all'interno di un riquadro, disegna la tua faccia «grrr» e la tua faccia «smile», magari con l'aiuto di uno specchio o di qualche fotografia in cui ti sei fatto riprendere nelle due diverse situazioni.

    Esperienze-giochi-ricerche
    - Realizza insieme al tuo gruppo una esposizione delle facce più grr che siete riusciti a ritagliare dalle riviste o che avete immortalato dal vivo attraverso l'implacabile obiettivo della vostra macchina fotografica istantanea di gruppo.
    - Concorso: «la faccia più grrrrintosa!». Vincerà chi riuscirà a mimare il grrr tanto da far... spaventare (almeno la giuria)!
    - Confrontatevi in gruppo se un faccia grrr è bella, accogliente, serena, amica... oppure... Riportate su di un cartellone, come conclusione del confronto di gruppo, lo schizzo delle varie mimiche facciali che siete riusciti ad individuare con l'aiuto dell'animatore e di un buon manuale di espressione corporea.
    - Il vocabolario in bianco e nero. Su un grande paginone il gruppo può riportare i vocaboli del grrr quotidiano e quelli della pace, ricordando che la pace deve... vincere perché la vita è più forte della morte.
    - Si è grrr spesso senza sapere perché, e allora si trovano mille ragioni per dipingere di nero la vita. Prova a pensarci e senti cosa pensano i tuoi amici. Ricercate in gruppo le cause.
    Quando capita una giornata così, anche nel gruppo si sentono le litanie del grrr: «sono arrabbiato, non rompere!» - «tutti ce l'hanno con me, uffa!» - «che scocciatura la gente»... (continuate voi!).

    A confronto con...
    Ci sono parole di Gesù che vorrebbero cancellare il grrr dalla faccia della terra. Cercate e fatene un grande striscione da appendere nella vostra sede (Gv 14,27 oppure...).

    2. Grrr: il tarlo della pace

    La rabbia, la violenza, l'aggressività che facilmente incontriamo lungo la nostra strada quotidiana non è solo all'esterno, ma come un piccolo tarlo si annida dentro di noi.
    Come il signor Larabbia ci capita, a volte, di prendercela con tutti a casa, a scuola, nel gioco, nel gruppo... spesso succede che gli altri ci dicano o pensino: «Quello si è alzato con il piede sinistro!». E infiliamo uno dietro l'altro mille gesti o parole o silenzi di stizza, di dispetto, d'intolleranza.
    È il tarlo Grrr che lavora, lavora e corrode la pace, la intacca, la «buca» da ogni parte. Bisonga scovarlo, guardarlo in faccia, chiamarlo per nome.
    È questa la proposta della scheda.
    - È necessario prima di tutto identificare e chiamare per nome questo piccolo tarlo. Che nome avrà per i preadolescenti (scontrosità, muso lungo...)?
    I nomi variano, ma inevitabilmente se esistono tarli bisogna riconoscere che mentre intaccano noi stessi contribuiscono a tartare il mondo... Allora ognuno è responsabile del mondo, non solo i politici o i grandi.
    - Il gioco del «capro espiatorio» può far prendere coscienza che facilmente siamo portati a scaricare la nostra colpa su altri, talvolta sui più deboli (cf gioco della «città assediata», in B. Grom, Metodi per l'insegnamento..., LDC, p. 82.
    - Qualcosa che guarisca il nostro male e il male del mondo va ritrovato. Fermarsi solo a diagnosticare il male non serve. Ritrovare e indovinare la cura può essere più impegnativo e faticoso. Non esistono ricette prefabbricate e soprattutto talismani guaritori. La ricetta va costruita su misura e vissuta in prima persona.
    - Il confronto evangelico può orientare ad una riflessione più matura tra le «ricette» nostre, quelle del mondo e quelle di Gesù.
    Si può ricercare in Mt 25,35-40 e negli altri passi indicati per la preghiera.

    Scheda / 2
    GRRR: IL TARLO DELLA PACE

    Guardando bene...
    Disegnate in gruppo le diverse scene in cui mister Larabbia se la prende con qualcuno. Successivamente ognuno cerca di elencare le persone con le quali se la prende di solito, quando ha dentro il tarlo della pace.

    Esperienze-giochi-ricerche
    - Il tarlo della pace è dentro di noi, nel gruppo, nella famiglia, nella scuola, nel mondo... Provate in gruppo a identificare alcune di queste situazioni e rappresentatene una attraverso una scenetta.
    Costruite insieme il planisferio del mondo... tarlato.
    - Vivete l'esperienza del tarlo della pace giocando a «il capro espiatorio (l'animatore vi insegnerà il gioco).
    - «Ho chiesto un'informazione e mi hanno risposto male...»; «Ho chiesto un favore e me l'hanno negato...»; «Ho sbagliato senza volerlo e sono stato rimproverato malamente...». Quando vi capitano queste cose, che cosa provate? (Rispondere prima individualmente, poi mettere in comune le risposte in gruppo).
    - La rabbia è una brutta malattia. Cercate informazioni e fatevi spiegare da un medico (ci sta proprio bene una bella intervista) le cure naturali o farmaceutiche che possono guarire un ammalato di rabbia.
    Per la «rabbia» di cui si parla forse è utile un incontro con uno psicologo in cui voi stessi interrogherete per ricercare le cause della aggressività e della violenza e trovare qualche ricetta.
    - Sarà possibile guarire un po' alla volta il mondo? Con i consigli dello psicologo e col vostro buon senso di gruppo provate a scrivere qualche ricetta per il mondo malato e a prendere ogni giorno la medicina prescritta.

    A confronto con...
    Gesù ha fatto delle proposte per guarire il mondo. Cercatele e leggetele insieme.
    Cosa possono cambiare nella vita del gruppo e di ognuno dei suoi membri?
    Confrontatele con le ricette che vi eravate prescritti (Mt 25,35-37).

    3. Ssst: chi può sentire?

    Rabbia, violenza, aggressività inquinano l'aria che respiriamo e ci stordiscono. Chi tra tanto caos può sentire? Chi entra nel segreto della sua stanza, nello spazio intimo del proprio cuore. «Ma tu... nel segreto della tua stanza», è la parola che anche Gesù fa risuonare. Senza questo «ritirarsi» nel silenzio è impossibile maturare un ripensamento.
    La scheda, nella serie delle proposte, vuol condurre i ragazzi a riconoscere l'esigenza di spazi e di tempi di silenzio.
    - Per sentire ci vogliono orecchie capaci di ascoltare la buona coscienza che ci abita, ma che ha voce delicata e sottile.
    - Fare il gioco dei sordi può diventare significativo soprattutto per ragazzi: alcuni membri del gruppo parlano ad altri che devono fingersi sordi. Come risponde chi non sente o finge di non sentire? La baraonda che può nascere (chi parla, per farsi sentire, griderà sempre di più) invoca l'esigenza del silenzio totale. L'animatore dovrà trovare il modo per creare un silenzio che consenta di ripensare chi - fuori dal gioco - è il sordo che non vuol sentire, e perché non vuol sentire.
    - Il gioco opposto è quello di porsi in ascolto totale degli altri, della natura, di Dio.
    Ci sono passi dell'Antico e del Nuovo Testamento che possono essere significativi di quando e come Dio parla.
    Ad esempio: 1 Sam 3,1-11; 1 Re 19,9-13; Mt 6,6.

    Scheda / 3
    SSST: CHI PUÒ SENTIRE?

    Guardando bene...
    - Sapresti identificare (oltre a te stesso) quei volti che fanno la parte della buona coscienza (l'angelo) nella tua vita?
    E nella vita del vostro gruppo?
    - Ciò che guida correttamente e permette di vivere in pace e non in guerra nel gruppo è la «legge del gruppo». Ad essa le «buone coscienze» si ispirano e richiamano.
    E il vostro gruppo se l'è già data questa legge per la vita e la pace nel gruppo? Esponetela con solennità... e se non correte ai ripari!

    Esperienze-giochi-ricerche
    C'è però anche chi non vuol sentire... : fate il gioco dei sordi costruendo alcune scenette di ragazzi che fanno finta di non sentire.
    - Per sentire ci vuole un po' di tempo e di calma per ascoltare con attenzione: ognuno cerca un angolo e fa un quarto d'ora di assoluto silenzio in ascolto della natura, della vita, di se stessi, del proprio io più profondo.
    - Alcuni brani della bibbia che vi saranno indicati dall'animatore potranno essere drammatizzati nel gruppo: scoprite poi l'atteggiamento dei personaggi verso la voce di Dio che li chiama. Quando e come Dio parla loro?

    A confronto con...
    Pensando al modo di fare di Gesù di Nazareth, ognuno compone una preghiera per chiedere perdono alle persone con cui si è stati «grrr».
    La sera può essere il momento personale per pregarla.

    4. Ssst: vivere come?

    Accogliere il silenzio, accettare di ascoltare la voce-coscienza, rientrare nel segreto del proprio cuore... non può non avere un perché e non aprirsi ad un cambiamento, ad una conversione, cioè ad una decisione verso una direzione: dal grrr alla pace. Quale strada allora percorrere per raggiungere il traguardo di un cuore accogliente?
    Alcune piste sono indicate nella scheda.
    - Fare una scelta, decidersi per... Resta sterile ogni ripensamento che non si traduce in impegno fattivo. E gli impegni vanno presi nel terreno quotidiano, nelle situazioni reali di vita.
    Facilmente si può essere portati a ipotizzare grandi programmi di cambio, che però toccano il cambiamento degli altri più che di se stessi.
    L'insistenza dell'animatore non è volta a banalizzare l'impegno, ma piuttosto a renderlo attuabile e possibile a cominciare dal proprio ambiente (famiglia, scuola, parrocchia, gruppo, quartiere...).
    - Il mimo del signor Lapace diventa la controfigura del signor Larabbia, e una volta realizzato serve al confronto personale: dove mi riconosco maggiormente? Che cosa va cambiato in me? Quali sono le parole del signor Lapace da contrapporre a quelle del signor Larabbia?
    I due giochi proposti: quello del «gomitolo» (n. 274) e quello delle «mani guidate» (n. 281) che si possono ritrovare in Giochi a schede, LDC, Torino, si rivelerenno utili attività coinvolgenti la totalità della persona, per poter successivamente mettere in luce alcuni atteggiamenti fondamentali di accoglienza, di recettività e sintonia, di rilancio delle relazioni dialogiche con gli altri.
    La beatitudine evangelica della pace può diventare il punto focale della riflessione e
    del confronto (Mt 5,9).
    Essere costruttori di pace significa avere un cuore capace di vivere l'esigente proposta delle beatitudini evangeliche. Il passo di Mt 5 o di Lc 6,20ss possono essere scelti a seconda della sensibilità e della maturità del gruppo.
    Così pure può essere significativo il passo di Ger 31,31-34; Ez 11, 17-20.
    Come pure il discorso di Giovanni Paolo II su «La pace nasce da un cuore nuovo».

    Scheda / 4
    SSST: VIVERE COME?

    Guardando bene...
    Che cosa prova mister Larabbia riascoltandosi? Quale decisione sente di dover prendere?

    Esperienze-giochi-ricerche
    - Ricercate in gruppo le condizioni necessarie perché il signor Larabbia decida di cominciare a vivere in modo diverso.
    - Inventate in gruppo una giornata ideale di mister Lapace (si tratta di mister Larabbia che ha deciso di cambiare vita).
    - Fate il gioco dell'eco (un ragazzo grida una parola di pace o di rabbia e il gruppo... risponde): imparerete che ogni parola lancia un messaggio al mondo.
    - Un gioco per accogliere i contatti che gli altri vogliono allacciare con noi: «la rete ornamentale» ovvero «il gioco del gomitolo di lana».
    - L'animatore vi propone un altro gioco perché possiate verificare la capacità di «sintonizzarvi con l'altro»: il «gioco delle mani guidate». Potrete provare una variante del gioco facendo il portiere e il lanciatore del rigore con le mani (non valgono le finte!).

    A confronto con...
    - Rileggete in gruppo la beatitudine della pace: «Beati quelli che fanno la pace». Ora esprimetela con parole vostre. Fatene uno striscione per la vostra sede.

    GIOCO/TEST

    Puoi verificare la tua disponibilità agli altri, la tua capacità di accoglienza e di armonia, leggendo attentamente e confrontando con il tuo comportamento le affermazioni che seguono. Segna con una crocetta (spesso/qualche volta/mai) la risposta che fa al tuo caso.
    1. I miei insegnanti e genitori mi sottolineano che sono disordinato. (spesso-qualche volta-mai)
    2. Quando le cose non vanno come voglio io mi arrabbio forte, perdo la pazienza, anche se non lo dimostro all'esterno. (spesso-qualche volta-mai)
    3. Mi sento dire: «Oggi sei di cattivo umore». «Stai calmo». «Ma che ti succede?». (spesso-qualche volta-mai)
    4. Di solito, quando vado a letto, fatico ad addormentarmi e non ho un sonno calmo. (spesso-qualche volta-mai)
    5. Quando i miei amici si dimenticano di invitarmi a una festa o di coinvolgermi in qualche iniziativa mi dimostro molto arrabbiato e abbattuto. (spesso-qualche volta-mai)
    6. Sono tanto sensibile che certi rumori (come lo stridio del gesso sulla lavagna, il gocciolare di un rubinetto) mi riescono insopportabili. (spesso-qualche volta-mai)
    7. Mi arrabbio facilmente con gli altri, in particolare coi miei familiari, quando vengo criticato o punito. (spesso-qualche volta-mai)
    8. Quando perdo una partita, me la prendo con me e con gli altri e vado su tutte le furie. (spesso-qualche volta-mai)
    9. Prima di un'interpretazione o di un avvenimento importante, sono particolarmente nervoso e agitato. (spesso-qualche volta-mai)
    10. Se mi prendono in giro o mi fanno piccoli dispetti, reagisco con parole o con gesti impulsivi. (spesso-qualche volta-mai)

    Interpretazione

    La risposta «spesso» vale un punto.
    La risposta «qualche volta» vale 1/2 punto. La risposta «mai» vale 0 punti.
    Se la somma va da 8 a 10: attenzione! Può essere pericoloso vivere vicino a te, perché le tue esplosioni provocano guai (soprattutto a te stesso!). Con un punteggio da 5 a 7, dimostri vitalità e forza di impulso che devi imparare gradualmente a ben canalizzare.
    Se sei al di sotto di tali valori ti dimostri capace di controllo e di equilibrio (attento però che il punteggio non vada a zero: potrebbe denotare scarsa energia e poca sensibilità).

    NOTE

    (1) Per gentile concessione della rivista per la pastorale giovanile «Da mihi animas» delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Hanno collaborato: Maria Perentaler, Giuseppina Teruggi, Emilia Musatti, Gabriella Scarpa, Paola Guidali. Adattamento di Mario Delpiano.


    T e r z a
    p a g i n A


    NOVITÀ 2024


    Saper essere
    Competenze trasversali


    L'umano
    nella letteratura


    I sogni dei giovani x
    una Chiesa sinodale


    Strumenti e metodi
    per formare ancora


    Per una
    "buona" politica


    Sport e
    vita cristiana
    rubrica sport


    PROSEGUE DAL 2023


    Assetati d'eterno 
    Nostalgia di Dio e arte


    Abitare la Parola
    Incontrare Gesù


    Dove incontrare
    oggi il Signore


    PG: apprendistato
    alla vita cristiana


    Passeggiate nel
    mondo contemporaneo
     


    NOVITÀ ON LINE


    Di felicità, d'amore,
    di morte e altro
    (Dio compreso)
    Chiara e don Massimo


    Vent'anni di vantaggio
    Universitari in ricerca
    rubrica studio


    Storie di volontari
    A cura del SxS


    Voci dal
    mondo interiore
    A cura dei giovani MGS

    MGS-interiore


    Quello in cui crediamo
    Giovani e ricerca

    Rivista "Testimonianze"


    Universitari in ricerca
    Riflessioni e testimonianze FUCI


    Un "canone" letterario
    per i giovani oggi


    Sguardi in sala
    Tra cinema e teatro

    A cura del CGS


    Recensioni  
    e SEGNALAZIONI

    invetrina2

    Etty Hillesum
    una spiritualità
    per i giovani
     Etty


    Semi e cammini 
    di spiritualità
    Il senso nei frammenti
    spighe


    Ritratti di adolescenti
    A cura del MGS


     

    Main Menu