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    Quale spiritualità per i ragazzi?



    Antonio Martinelli

    (NPG 1986-06-78)


    Non si tratta di una rubrica-recensioni ultimi libri.
    Ma a partire da un fatto editoriale, per questo a proposito di..., lasciarsi stimolare da un argomento, ragionandoci su, cercando di andare anche oltre ciò che viene offerto, tentare in poche parole di introdurre uno stimolo nei gruppi e nelle comunità.
    Il seguente contributo prende avvio da un libro pubblicato lo scorso anno e curato da un gruppo di animatori dell' ACR Lombardia. Porta il titolo: Autografo e raccoglie una serie di indicazioni per l'educazione alla spiritualità dei ragazzi. Vuole essere un sussidio per gli animatori, ma anche per tutte le persone che nelle comunità sono sensibili alla realtà dei ragazzi e si lasciano da loro interpellare.
    Dopo una prima parte in cui si tenta di definire il significato di spiritualità e il suo ambito di educazione, offre una serie di indicazioni per le tre fascie d'età: sei/otto anni, nove/undici, dodicil quattordici anni.
    È chiaro che trattazione sulla spiritualità dei ragazzi non può non essere oggi un sussidio: non pretende di essere un trattato sistematico, perché mancano molti riferimenti che diano una possibilità di muoversi con precisione e determinazione; non può che offrire indicazioni tratte dall'esperienza concreta e dalle situazioni in continuo movimento.
    Una dichiarazione iniziale qualifica Autografo: hanno lavorato alla sua stesura e formulazione non studiosi teorici di spiritualità, ma persone a contatto con i ragazzi.
    Non c'è da formulare nessun giudizio su questo fatto: c'è solo da annotare la circostanza.
    La provocazione da cogliere da quest'insieme di delimitazioni può essere espressa nei seguenti termini:
    - le iniziative durature e significative hanno il loro terreno migliore dentro le comunità e i gruppi;
    - la perfezione... iniziale di un testo e di un progetto non è sempre indice di aderenza alla realtà e frutto di ricerca insieme;
    - bisogna ritrovare il coraggio da parte degli operatori di cimentarsi con argomenti seri impegnativi e un tempo riservati solo ad alcuni preti! Il coraggio di pensare e di scrivere sulla spiritualità dei ragazzi va salutato con soddisfazione e riconoscenza. Responsabili di gruppi ed animatori devono imparare a percorrere questa strada, senza timori e senza complessi di inferiorità.

    SCELTE PRIMORDIALI

    Ci sono due grappoli di principi primi da cui partire per scrivere e riscrivere alcuni appunti di spiritualità, anche quando ci si riferisce agli adulti e non solo ai ragazzi.
    Autografo li richiama in apertura. Ci si potrà lamentare che nello sviluppo le scelte iniziali si perdono o non sono considerate sufficientemente.
    In questo senso è molto importante la coerenza interna tra scelte e interventi. Ma in campo di spiritualità questo criterio non funziona sempre: tra parole ed esperienze si pone un gap un po' pericoloso.
    Il primo grappolo di scelte.
    La spiritualità non incomincia quando si incomincia a parlare di spiritualità. C'è un ampio campo di lavoro educativo con i ragazzi che rappresenta la condizione e l'introduzione più efficace nella spiritualità.
    Né la spiritualità va confinata in alcuni gesti, in alcuni momenti, in alcuni frammenti di vita. Se ci si preoccupa dell'orientamento dei ragazzi, è possibile aiutarli a scoprire il significato vocazionale dell'intera esistenza. Tutto ciò che è giustapposto dà una sensazione di fastidio e di inefficacia. Quando ci si rivolge ai ragazzi questa sensazione diventa una scorrettezza educativa con tutte le conseguenze che si possono immaginare. Una spiritualità che non aiuti i ragazzi a sprigionare le proprie potenzialità non può chiamarsi spiritualità secondo il vangelo del Signore, che è venuto perché tutti abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.
    Il secondo gruppo di scelte.
    La spiritualità non si pone a lato della storia e della cultura.
    Viviamo in un contesto, si dice in Autografo, di rivoluzione industriale, di facile consumismo, di civiltà dell'immagine, nell'era dei computer: ebbene tutto ciò come condiziona e orienta la spiritualità oggi?
    Anche in questo caso, il principio posto lo si lascia poi in disparte, deprivandolo della forza nell'indicare la strada più opportuna per un cammino di spiritualità.

    METODO E PRINCIPI DI METODO

    Non sono poche le indicazioni offerte da Autografo in questo ambito. Se ne possono raccogliere almeno sei: metodicità, attenzione al singolo, rispetto della coscienza di ognuno, discernimento delle situazioni e degli orientamenti, cammino progressivo senza richiedere tutto e subito, itinerari di cammino spirituale secondo le età e gli anni che compongono fanciullezza e preadolescenza.
    Certamente il discorso sul metodo e sulle metodologie può essere condotto in modo formale oppure in modo diretto e concreto. Formale, nel senso che si dicono e si offrono indicazioni generiche, che esprimono esigenze molto ampie più che articolazione di interventi, a seguito di una ricerca e di una selezione delle possibilità che si vogliono realizzare.
    Diretto e concreto, invece, comporta non tanto trascrivere delle affermazioni, ma saperle mettere in circolo con le esigenze della vita dei ragazzi, in contesti ambientali ben determinati, essendo attenti agli interessi e ai problemi di vita.
    È questo riferimento alla vita il criterio più interessante nell'organizzazione della spiritualità.
    Riferimento alla vita quotidiana, alle semplici cose dell'esperienza di un ragazzo, agli impegni di scuola e di amicizia in famiglia e con i coetanei, al gioco e al desiderio di muoversi per provare che si è vivi: tutto ciò risulta abbastanza lontano da Autografo. Perché?

    CATECHESI O SPIRITUALITÀ

    I progetti che si possono costruire, gli itinerari formativi che vengono offerti partono abitualmente da una doppia modalità di vedere le cose e perciò di organizzarle.
    Si può partire dalla prospettiva di una evangelizzazione esplicita e di una catechesi organica che contengano in sé, in modo piuttosto formale, i diversi interrogativi che ogni esistenza è costretta ad affrontare.
    Oppure si prende l'avvio dalla vita, la si interroga alla luce dei criteri che sono tipicamente evangelici, si ritorna alla vita arricchiti dell'esperienza che la comunità credente ha condensato nella sua storia e nella cultura che è riuscita a produrre. Una strada sicuramente più difficile, ma più corretta da un punto di vista educativo e più efficace nell'aiuto per la crescita dei ragazzi.
    Questa seconda strada richiede che si parli non al ragazzo considerato in astratto, ma ai ragazzi concreti, quelli che oggi vivono nelle nostre città e nei paesi, nelle parrocchie e nei gruppi, dentro la comunità credenti o lontani già dal cammino di ricerca religiosa e cristiana, nel rischio vicino e ricorrente dell'emarginazione.
    La catechesi oggettiva si potrà accontentare di un discorso pulito e completo; la spiritualità, come discorso coinvolgente l'esistenza di ciascuno, abbisogna di riferimenti più personali, più occasionali, più sulla misura del ragazzo.
    Autografo esprime la convinzione che spiritalità è realizzazione della particolare originalità che ogni persona si porta dentro di sé, come dono e come responsabilità. Ma in seguito non sviluppa questo seme nell'offerta pratica che presenta.

    NOTE

    (1) ARC Lombardia, Autografo. Indicazioni per l'educazione alla spiritualità dei ragazzi, Ancora, Milano, 1985.


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