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    Un cammino alla militanza e alla fede per i giovani del mondo operaio (parte seconda)



    Materiale di lavoro a cura della GiOC Italiana

    (NPG 1982-9-61)


    La prima parte di questo «itinerario educativo» è stata pubblicata nel numero estivo (luglio-agosto-settembre).
    Ricordiamo il contenuto delle tappe precedenti:
    - prima tappa: «dall'aggregazione alle prime contraddizioni»;
    - seconda tappa: «dalle prime contraddizioni alle prime riflessioni ed azioni».


    Terza tappa: dalle prime azioni e riflessioni all'inizio del cammino di militanza

    * Il gruppo inizia il passaggio critico: da gruppo di appartenenza a gruppo di riferimento. Comincia a prevalere la dimensione sociopolitica, anziché quella psicoaffettiva, anche se le due dimensioni non si escludono, ma devono coesistere.
    * La scelta dell'impegno, vissuto magari in modo incostante o incoerente, è l'obiettivo più rilevante da raggiungere.
    * Oltre alla riflessione, che diventa più profonda, e all'azione che assume più densità, maggiore importanza va data all'aspetto etico-religioso. sono i valori di fondo che vogliamo vivere, le aspirazioni, il tipo di uomo e di società che vogliamo costruite le fondamenta su cui far radicate e vivere la militanza. L'aspetto religioso, cioè le domande ultime dell'uomo, la figura di Gesù Cristo e la sua proposta, cominciano ad essere affrontati in modo più attento e sistematico.

    1. Aspetto psicologico

    1.A. - AGGREGAZIONE

    Primo obiettivo intermedio: i rapporti diventano sempre più profondi ed autogestiti

    - Si vivono intensamente i rapporti nel gruppo, si sta insieme in modo diverso, si vuole conoscere a fondo le altre persone con i loro problemi, le loro attese.

    Ruolo del responsabile

    - Aiutare a superare eventuali tensioni, stimolando la comprensione e l'accettazione reciproca.
    - È preferibile in questa tappa non inserire altri giovani che si contattano all'esterno, eccetto che siano già affiatati con alcuni del gruppo.
    - Nascono contrasti di leadership che occorre affrontare e risolvere con tempestività, senza trascinarli.

    Cammino dei giovani

    - Si passa da rapporti spontanei a rapporti più ampi, stabili e profondi basati sul confronto, con un atteggiamento di responsabilità.
    - Bisogna portare la propria vita al gruppo: parlare dei problemi che si vivono, anche i più banali.
    - C'è maggiore capacità di incontro ed ospitalità. Disponibilità ad impostare rapporti di coppia. Si ridefinisce un rapporto di dialogo, confronto e autonomia in famiglia.

    Secondo obiettivo: apertura del gruppo verso altri giovani

    - Il gruppo utilizza lo stare insieme come slancio per aprirsi agli altri, in tutti gli ambienti, per comunicare le cose che si realizzano.
    - Il gruppo non avanza, ma si impoverisce, se ci si chiude, se «si sta bene tra di noi»,

    Ruolo del responsabile

    - Stimolare l'apertura del gruppo e dei singoli.
    - È indispensabile valorizzare i passi in avanti delle persone.

    Cammino dei giovani

    - Si inizia ad avere una presenza alternativa e coscientizzante con altri giovani.
    - Si iniziano a costruire nuovi legami di amicizia, in modo attivo con i giovani attorno a noi, in ogni ambiente.

    Alcuni strumenti

    - Inchieste, vendita di Gioventù Operaia come momento per entrare in contatto con altri giovani.
    - Tempo libero insieme: feste, gite, week-end, campi, ferie...

    1.B. - APERTURA

    Primo obiettivo intermedio: l'apertura alla coscientizzazione

    - Scoprire che è necessario che i giovani attorno a noi prendano coscienza delle loro situazioni per cambiare insieme.
    - Si capisce che il movimento è un movimento di educazione verso i giovani della classe operaia.

    Ruolo del responsabile

    - Il responsabile è attento, nello stimolare l'apertura dei giovani, ad equilibrare il cammino fatto in gruppo, la personalità di ognuno con la capacità di sostenere un lavoro di aggregazione e di coscientizzazione. Il rischio è di bruciare i giovani.

    Cammino dei giovani

    - Si partecipa ai momenti di massa del movimento, ci si inserisce gradualmente nella gestione.
    - Si contattano altri giovani e ci si assume la responsabilità di seguire dei gruppi.
    - Rispetto al movimento:
    * coinvolgimento costante e organizzato ad alcuni momenti di studio ed approfondimento:
    * prospettiva graduale di un lavoro di zona e di movimento (coordinamenti, azioni...);
    * passaggio dall'essere aggregato ad aggregare;
    * ci si identifica nei contenuti della GiOC ed emerge l'esigenza di approfondimento del compito educativo, del metodo e delle caratteristiche del Movimento.

    Secondo obiettivo intermedio: l'apertura alla realtà operaia e al movimento operaio organizzato

    - Attenzione alla realtà che vivono altri giovani e a tutte le forze che operano per un cambiamento.

    Ruolo del responsabile

    - Comunica nel gruppo esperienze di altri gruppi e zone ed aiuta il gruppo a crearsi nuovi legami e nuovi interessi.
    - Fa scaturire da riflessioni ed azioni di gruppo l'incontro col movimento operaio.

    Cammino dei giovani

    - Occorre darsi strumenti e momenti di informazione (lettura di quotidiani e libri) che permettano una conoscenza di movimenti e istituzioni.
    - Presentare le azioni e riflessioni agli altri per un confronto.

    Alcuni strumenti

    - Partecipazione a campi scuola con altre zone.
    - Partecipazione a dibattiti e manifestazioni gestiti da altre forze sociali.
    - Interscambi tra gruppi e zone su situazioni ed azioni.
    - Partecipazione graduale ai coordinamenti del gruppo, di alcune azioni comuni.
    - Partecipazione alla scuola militanti.

    2. Aspetto sociopolitico

    Questa tappa è caratterizzata:
    - da una certa autonomia di analisi e di azioni personali. La riflessione e l'azione non viene più fatta solo nel gruppo, ma si ha capacità di analisi proprie, assumendosi gradualmente impegni e ruoli precisi;
    - dalla riflessione sull'orientamento all'impegno nelle prime scelte di vita.

    2.A. - RIFLESSIONE

    Primo obiettivo intermedio: si inizia a fare Revisione di vita (RdV)

    - Si parte da fatti e impegni precisi.
    - Le riflessioni sono ordinate e profonde, si utilizza tutto il metodo, non si sta sul generico.

    Ruolo del responsabile

    - Rispetto al metodo:
    * Situazioni: si affrontano tutti i fatti della vita; si analizza la realtà giovanile complessiva; si affrontano situazioni che toccano anche una persona sola del gruppo.
    * Conseguenze: si vedono le conseguenze rispetto a tutta la vita; si vedono le conseguenze sugli altri giovani, su come sono manipolati.
    * Cause: si analizza il perché dei perché, come è strutturata la società, quali sono i meccanismi di sfruttamento, come agiscono; si analizza l'individualismo, l'incoerenza, la sete di potere e anche i pregi, le doti.

    Cammino dei giovani

    - Si è scoperta l'importanza del riflettere ed agire con altri: si determina una maggior costanza, continuità. Non si riflette soltanto più in base agli umori!

    Secondo obiettivo intermedio: gli altri diventano l'oggetto del nostro riflettere

    - Si analizza la realtà giovanile, non si parla solo più di sé, ma anche di come vivono i giovani in generale.
    - Si ricercano strumenti per capire meglio la realtà a livello strutturale e a livello personale.

    Ruolo del responsabile

    - Occorre che il responsabile sia preparato e si confronti sulla realtà giovanile, sociale, politica.
    - Il responsabile propone alcuni momenti di approfondimento, a partire dai problemi emersi nelle Revisioni di vita.

    Cammino dei giovani

    - Lo studio di inchieste. il fare indagini sulla realtà giovanile/sociale e su aspetti più specifici sono uno strumento privilegiato per allargare le analisi.
    - Nell'analisi di queste realtà di interdipendenza cresce la coscienza collettiva. Si inizia lo studio su aspetti specifici della vita, sia in gruppo, sia personalmente.

    Terzo obiettivo intermedio: cresce la coscienza di classe: si fa la scelta di classe

    - Analizzando le situazioni si prende coscienza di appartenere ad una classe e si scopre la lotta di classe.
    - Si inizia a fare scelta di classe, scelta ancora abbastanza insicura, più intuita che radicata.

    Cammino dei giovani

    - Si fa più chiara la propria condizione di giovane del mondo operaio, ci si identifica nella propria estrazione operaia. Emerge la fierezza e la dignità di appartenere alla classe operaia.
    - Emerge sempre più chiaro che le situazioni concrete di sfruttamento hanno dimensioni mondiali, che si caratterizzano con la divisione tra paesi ricchi e poveri, tra Nord e Sud.

    Alcuni sistemi

    - Studiare il metodo, leggersi i documenti della GiOC.
    - Partecipare a scuole militanti, ad incontri pubblici e confrontarsi sui problemi sociali del momento.
    - Leggere il giornale e qualche rivista e discutere in gruppo di alcuni articoli.
    - Riflessioni su esperienze di lotta, storia dei popoli, testimonianze di militanti...

    2.B. - AZIONE

    Primo obiettivo intermedio: l'azione si fa stabile e diventa prassi di vita

    - Fare azioni che partano da una analisi precisa e da motivazioni coscienti. Azioni che comincino ad essere più incisive, di cambiamento della realtà e che richiedano quindi più continuità.
    - Fare azioni che ci fanno crescere nella responsabilità e militanza, dove si impara gradatamente ad essere protagonisti.

    Ruolo del responsabile

    - Le azioni devono sempre partire da un fatto preciso e non essere inventate al di fuori della realtà.
    - Le azioni devono tener presente il livello d'analisi raggiunto, la maturazione personale, la situazione e la possibilità reale di cambiamento.
    - Le azioni devono essere pianificate in gruppo.
    - Il responsabile deve essere sempre meno per loro, sempre più con loro e le azioni devono essere fatte sempre più da loro.

    Secondo obiettivo intermedio: l'azione apre alla realtà, agli altri

    - L'azione deve mettere in rapporto con altri ed avviare un processo di coscientizzazione.
    - Occorre fare azioni che facciano conoscere di più la realtà in cui si vive (scuola, lavoro, quartiere).

    Cammino dei giovani

    - Come gruppo coordinarsi con altri gruppi del Movimento che fanno le stesse azioni.
    - Collegarsi, su azioni specifiche, ad altre organizzazioni del Movimento Operaio.
    - In questa tappa vi sono tre livelli di azione:
    1. azione con responsabilità precisa nel gruppo e nel movimento;
    2. azione personale;
    3. azione, con altri, all'esterno nei vari ambienti di vita.

    Terzo obiettivo intermedio: la verifica dell'azione

    - L'azione deve essere sempre verificata per vedere se ha raggiunto gli obiettivi prefissati e per determinare la continuità da dare all'azione.

    Ruolo del responsabile

    - Il responsabile deve favorire la verifica su aspetti precisi, i lati contraddittori e da trasformare, la continuità.
    - Il responsabile deve verificare all'interno del suo gruppo militanti come applica il compito educativo all'interno del gruppo.

    Cammino dei giovani

    - Le azioni devono essere sempre riflettute e verificate nel gruppo, soprattutto per le azioni personali.

    Alcuni strumenti

    - Pianificare insieme nel gruppo l'azione.
    - Inchieste, mostre, recital.
    - Vendita Gioventù Operaia, espressione dell'azione tramite articoli e ciclostilati.

    3. Aspetto etico-religioso

    3.A. - VALORI

    Primo obiettivo intermedio: la scoperta dei valori interroga su una scelta di vita insieme

    - Si scopre che l'uomo è un valore e si va più a fondo nel cercare di capirlo.
    - Ci si rende conto che le azioni e le analisi ci mettono di fronte ad una scelta di vita che è anche una scelta di valori.
    - Si inizia a fare scelte di vita, sforzandosi di viverle con coerenza e continuità.

    Cammino dei giovani

    - Nella revisione dell'azione si arriva a percepire che esistono visioni diverse di vita.
    - Si individuano i valori proposti e offerti dalla società capitalistica.
    - Di contro, si scoprono altri valori, una diversa concezione di uomo: solidarietà con la storia degli ultimi; non c'è vera liberazione se è solo «per noi», se non coinvolge anche altri.
    - La lotta per la giustizia si allarga... si percepisce l'esigenza dell'essere uniti.
    - Ci si pone domande su cosa significa realizzarsi, vivere da uomo, essere maturi, adulti.
    - Ci si pone infine la domanda sul senso della vita.

    Alcuni strumenti

    - Revisione dell'azione.
    - Campi scuola.
    - Articoli di fondo di Gioventù Operaia.
    - Partecipare ad incontri di riflessione religiosa.

    3.B. - RICERCA RELIGIOSA

    Primo obiettivo intermedio: una ricerca più intensa e un po' autogestita

    - Il gruppo si pone le domande di fondo della vita che sfociano nella ricerca del senso ultimo, nella ricerca di Dio.
    - La ricerca diventa anche esperienza. Si sbloccano i pregiudizi.

    Cammino dei giovani

    - Si conosce la storia di Gesù, le sue scelte, il suo messaggio.
    - Si partecipa ad eucarestie nelle quali si porta la propria esperienza. Si organizzano alcuni incontri di preghiera.
    - Ci si pongono gli interrogativi radicali sul senso della vita.
    - C'è atteggiamento di ricerca attiva e costante: partecipazione ad alcuni momenti, letture, confronti, utilizzo sussidi, interrogativi, preghiera personale.

    Alcuni strumenti

    - Organizzare momenti precisi di approfondimento (week-end) sulla ricerca religiosa, sul senso della vita.
    - Approfondire le scelte di fondo di Gesù.
    - RdV concluse con eucaristie.
    - Aprirsi ad altre esperienze di fede.
    - Dialogare e confrontarsi con militanti credenti e non.
    - Riflessioni su fatti di morte e resurrezione della nostra vita.

    Quarta tappa: dall'inizio del cammino di militanza alla militanza più piena

    * La quarta tappa e la tappa del Gruppo Militanti.
    Con questa affermazione si vuole evidenziare come la dinamica educativa cambia notevolmente dalle altre tappe. Non esiste più il responsabile di gruppo, ma tutti i militanti del gruppo sono corresponsabili.
    La Revisione di vita diventa revisione della propria vita e della propria azione di militante.
    * Sempre di più il gruppo si caratterizza come gruppo di riferimento. È il luogo in cui si confronta, verifica e si condivide la militanza, negli ambienti dove si vive a contatto con altri lavoratori e giovani della classe operaia.
    * La militanza diventa un modo di vivere. Il militante non è la persona perfetta. Il suo cammino è segnato da contraddizioni, dubbi, cadute, difficoltà che deve saper affrontare in modo sereno.
    La militanza non ha termine, soprattutto se vista come scelta di vita e non come attività momentanea.

    1. Aspetto psicologico

    1.A. - AGGREGAZIONE

    Rispetto all'aggregazione si ha qui una diversità nel modo di concretizzarla a seconda se il gruppo ha un itinerario educativo vissuto nella GiOC o se è un gruppo che proviene da altre esperienze e che si deve ricostituire o «riciclare».
    È poco consigliabile l'inserimento di persone nuove quando il gruppo ha già una sua identità e un suo cammino. In questo caso occorre essere attenti e puntare alla stabilità del gruppo.

    Primo obiettivo intermedio: il Gruppo Militanti come gruppo di riferimento

    - Passaggio ad una nuova fase di rapporti e superamento di un periodo critico. Accettazione della diversità con cui si può esprimere la militanza e le scelte di vita tra i componenti del gruppo. Accettazione non passiva, ma attiva, discussa e confrontata.
    - Ristabilire un nuovo equilibrio tra vita personale di ciascuno, vita di gruppo e l'apertura agli altri.

    Cammino dei giovani

    - È necessaria una viva attenzione, reciproca, per cogliere le difficoltà, le incertezze e le ricchezze degli altri.
    - Il militante impara a conoscere meglio i suoi limiti, le sue reazioni.
    - Si stanno maturando scelte di vita che risentono di mediazioni e di compromessi: il confronto diventa più lacerante e più faticoso; cade l'entusiasmo e cresce l'esigenza di autonomia.
    - Capacità di accettare la conflittualità come dimensione della vita.
    - È importante che tra loro i militanti abbiano dei rapporti personali profondi, non solo funzionali ad una maggiore efficacia del gruppo, ma costitutivi di un nuovo modo di vivere.
    - È indispensabile avere momenti di vita comune come gruppo, oltre la RdV. Sono momenti di spontaneità, di gratuità e di amicizia passati insieme dandosi anche delle scadenze fisse (non sono e non devono essere momenti di evasione).

    Secondo obiettivo intermedio: trasformazioni e nuovo equilibrio del Gruppo Militanti

    - Raggiungere un nuovo equilibrio di ruoli nel gruppo. È una dinamica di gruppo diversa. È un inizio di stare insieme tra adulti.
    - Il gruppo si trasforma gradualmente in piccole comunità (da non idealizzare). Diventa: momento in cui si verifica il proprio impegno; luogo in cui si organizza e gestisce l'intervento educativo nella realtà giovanile; comunità in cui si fa esperienza di un modo nuovo di vivere la fede.

    Cammino dei giovani

    - Cogliere e portare a livello di discussione in gruppo questi sintomi in modo che la ristrutturazione dei ruoli avvenga comunitariamente.
    In questa situazione ognuno deve maturare responsabilità, dare spazio agli altri, superare l'atteggiamento di competizione.
    - Questa esperienza embrionale di piccola comunità deve essere vissuta in un atteggiamento di grande apertura a tutti.

    Alcuni strumenti

    - Brevi campi scuola tra militanti.
    - Momenti di tempo libero insieme.
    - Ferie ed esperienze forti fatte insieme.

    1.B. - APERTURA

    In questa tappa si ha la piena apertura del gruppo militanti verso tutte le realtà e dimensioni.

    Primo obiettivo intermedio: apertura alla realtà giovanile del mondo operaio

    - Si assumono le problematiche e le aspettative dei giovani. Si diventa protagonisti e propulsori di un modo nuovo di essere giovani.
    - Il lavoro educativo di base diventa costitutivo dell'essere militanti nella GiOC.

    Cammino dei giovani

    - Il militante non è mai estraneo alla realtà giovanile di massa. È informato e conosce in modo profondo le condizioni di vita e di lavoro dei giovani. È in mezzo a loro con uno stile ed un ruolo propositivo.
    - Per il militante l'apertura dei giovani lavoratori si concretizza in modo profondo, concreto e sistematico nel lavoro educativo di base, vissuto in modo gratuito.

    Secondo obiettivo intermedio: il pieno inserimento nel Movimento Operaio e nella realtà sociale

    - Non ci si apre al Movimento Operaio, ma si è parte integrante in confronto e dialettica con le forze che ne fanno parte: sindacato, partiti, movimenti.
    - Aprirsi a realtà non operaie e di emarginazione: cultura contadina, handicappati, cultura montana.
    - Aprirsi alla realtà cittadina, regionale, nazionale, internazionale.
    - Aprirsi alla realtà ecclesiale.

    Cammino dei giovani

    - Si è militanti nel lavoro, nella scuola, nel territorio, si è iscritti al sindacato, si è delegati di squadra o di reparto o di classe, si partecipa a scioperi, assemblee, manifestazioni, dibattiti.
    - Si è aperti a conoscere e ad approfondire e assumere, per quel che è possibile, le realtà di emarginazione e subordinazione: handicappati, anziani, disadattati, ecc...
    - Apertura e riflessione sulla dimensione più vasta, nazionale e internazionale, del lavoro, dello sfruttamento.
    - Si entra in contatto e in rapporto con altre esperienze ecclesiali: gruppi, comunità, ecc...

    Alcuni strumenti

    - Settimana di solidarietà.
    - Confronti con militanti adulti, con credenti, con comunità vivaci.
    - Riviste internazionali, incontri internazionali.
    - Libri di testimonianze.

    2. Aspetto sociopolitico

    2.A. - RIFLESSIONE

    Primo obiettivo intermedio: la Revisione di vita (RdV) e dell'azione operaia, luogo centrale di verifica per il militante

    - La Revisione di vita assume la sua pienezza nell'azione del militante.
    - Assumere le esigenze di tutti nel gruppo e approfondire tutti gli aspetti della vita e della militanza.
    - Si apprende compiutamente a fare Revisione di vita.

    Cammino dei giovani

    - La Revisione di vita è centrale. Si unisce riflessione-azione, fede-vita, personale-politico. Non è soltanto un metodo, ma un modo di porsi di fronte alla vita, in definitiva una pedagogia.
    - Nella Rdv si acquisisce anche una capacità personale di analizzare la vita e la realtà che si vive.
    - Metodologicamente: non solo si applica il metodo, ma si impara a preparare le tracce, a impostare la riflessione, anche di fronte a situazioni nuove.

    Secondo obiettivo intermedio: si percepisce la capacità di vedere sia il piccolo che il globale

    - Si matura la coscienza di classe superando gli slogans con analisi sempre rinnovate.
    - Si matura un atteggiamento di ricerca e la percezione della complessità della realtà.

    Cammino dei giovani

    - Il militante acquisisce una capacità di analisi che non si limita alla realtà locale, ma si spinge ad analizzare sia la realtà nazionale che internazionale.
    - La RdV è l'elemento centrale per questa riflessione, ma non è il momento esclusivo: occorre dare al militante momenti di informazione e studio.

    Alcuni strumenti

    - La scuola militanti passa da un ruolo prevalentemente recettivo (terza tappa) ad un ruolo di partecipazione attiva. Diventa luogo di elaborazione teorica del Movimento e di elaborazione culturale personale.
    - Approfondire: psicologia e psicanalisi, economia, sociologia, marxismo, ecc...
    - Fare monografie delle Revisioni di vita ed approfondimenti.

    2.B. - AZIONE

    Primo obiettivo intermedio: la militanza personale

    - Si stabilizza e cresce progressivamente l'impegno nel proprio ambiente di vita: lavoro, territorio, scuola...
    - Si dà priorità al lavoro di coscientizzazione coi giovani del mondo operaio: si formano gruppi di base...

    Cammino dei giovani

    - Il militante esprime una militanza più marcata in tutti gli ambienti della sua vita: fabbrica e scuola.
    - Nel territorio: partecipazione e gestione di iniziative, presenza nel Comitato di quartiere, nei centri di incontro (unità locale servizi).

    Secondo obiettivo intermedio: l'azione nel gruppo militanti

    - Si scopre l'azione tipica della GiOC.
    - Si coordina il lavoro di base e si sostengono le azioni dei gruppi di base, acquisendo la dimensione della zona.

    Cammino dei giovani

    - Si interiorizza e si approfondisce il significato della educazione e coscientizzazione.
    - Le azioni di gruppo sono possibili e necessarie specialmente nella prima fase del gruppo militanti (inchieste, denunce...).
    - Si assume la costruzione e la gestione del Movimento ai vari livelli: gruppi di base, zona, federazione.
    - Il gruppo militanti attua e pianifica il programma di lavoro deciso annualmente dal Movimento.
    - Su situazioni o aspetti specifici decide di fare azioni (come gruppo) quando le ritiene opportune.
    - Si individua la specificità dell'azione del Gruppo Militanti e della GiOC: è un'azione rivolta ai giovani operai e del mondo operaio; è rivolta ad altri su problematiche giovanili; è cosciente e coscientizzante (educativa e graduale); non in alternativa alle realtà che già operano nei vari ambienti; è legata alla massa ed aggregante.

    Alcuni strumenti

    - Programmazione, pianificazione e verifica dell'azione.
    - Impostazione del gruppo rispetto ai vari momenti: azioni di gruppo, coordinamento, revisioni di vita, approfondimenti...

    3. Aspetto etico-religioso

    3.A. - VALORI

    Primo obiettivo intermedio: il discernimento

    - Discernere i valori che vivono gli altri e che viviamo noi nelle piccole e nelle grandi cose.

    Cammino dei giovani

    - Fare una ricerca dei valori legata all'esperienza: chiedersi come li viviamo, li realizziamo.
    - Vivere con intensità i valori fuori del solito giro, nella fabbrica e nella scuola, sperimentando lo scontro dei valori, le diverse impostazioni di vita.
    - Discernere tra diversi valori presenti nella realtà, individuarne delle priorità, dei criteri di discernimento.

    Secondo obiettivo intermedio: concretizzazione e fedeltà ai valori

    - Dalla scoperta alla pratica dei valori: l'interiorizzazione.
    - Occorre dare coerenza alla vita rispetto ad una serie di valori. Inizia da questo un orientamento della personalità.

    Cammino dei giovani

    - Nella revisione di vita dare e garantire spazio a questa parte: spesso invece questa parte resta un po' schiacciata per mancanza di tempo.
    - Per evitare il pericolo di cadere nel generico occorre restare ancorati ai fatti, porre domande precise e concrete.
    - Occorre motivare in modo nuovo i valori in cui si crede. -- Darsi dei momenti personali di interiorizzazione.
    - Superare il tempo dell'integrazione... C'è un periodo in cui si fa la scelta dell'impegno (17-19 anni). Ma poi, verso i 22-25 anni, bisogna rifare questa scelta: c'è la prospettiva di scelte definitive, si vedono i vecchi compagni che hanno fatto carriera, si inizia a sentirsi un po' soli. È l'età del «realismo», del «mettere su famiglia», del «finito il militare».

    Terzo obiettivo intermedio: approfondimento e radicamento

    - Approfondimento dei valori scoperti e del come si manifestano nelle varie realtà.
    - Radicamento: ci si interroga fino a che punto ha senso vivere questi valori, nonostante le difficoltà e perché.

    Cammino dei giovani

    - A proposito dei valori espressi dalla classe operaia occorre: valorizzarli e difenderli (specialmente in periodi come questi); senza farne però dei nuovi idoli.
    - Il confronto con le visioni dell'uomo quali emergono dai compagni di strada nella lotta (radicale, marxista, esistenzialista) induce ad interrogarsi sempre più a fondo sui valori che scegliamo a base della nostra vita e sul loro fondamento.

    Quarto obiettivo intermedio: le aspirazioni e il senso della vita

    - Le aspirazioni scoperte precedentemente si purificano e si universalizzano; la realizzazione delle nostre aspirazioni viene mediata con la realizzazione di quelle degli altri uomini.
    - Si fa più organica la riflessione sul senso della vita.

    Cammino dei giovani

    - Il gruppo non deve fermarsi a ricercare le aspirazioni immediate, ma risalire dalla manifestazione delle aspirazioni alle aspirazioni vere e profonde.
    - Dalla riflessione e dall'analisi si può sviluppare il discorso sul senso della vita (perché crediamo in questo tipo di uomo? da dove parto per dire che l'uomo è così? in base a quali motivi?).

    3.B. - RICERCA RELIGIOSA

    Primo obiettivo intermedio: un nuovo confronto col Vangelo

    - Il militante acquista una conoscenza del Vangelo. Il riferimento non viene più fatto e gestito dal responsabile o dal prete. I militanti diventano protagonisti.
    - Nel confronto col Vangelo: passaggio da un approccio un po' esterno ad un interrogarsi reciproco (la vita interroga il vangelo, il vangelo interroga la vita).

    Cammino dei giovani

    - Emerge l'esigenza di un approfondimento biblico come studio e preghiera della parola di Dio.
    - Il movimento non esercita più molto una funzione protettiva (a differenza delle prime tappe). Il militante si impegna sempre più fuori del movimento e si trova minoranza.
    - La struttura della proposta della fede nella GiOC necessita di un approfondimento qualitativo proprio in questa tappa.
    Solo nella quarta tappa si percepisce che la fede è un aspetto «profondo» della vita ed è particolarmente qui che si fa l'esperienza della grazia e del perdono.

    Secondo obiettivo intermedio: fare esperienza di fede

    - Fare un'esperienza di fede un po' continuativa, costante: come preghiera e come celebrazione nella vita e nell'azione di Cristo, giungendo così a percepire la vita nella dimensione della fede (i segni del Regno).
    - Individuare una esperienza di chiesa in classe operaia.

    Cammino dei giovani

    - Passare da un riferimento episodico al Vangelo ad un modo continuativo di vivere la fede che diventa mentalità di fede.
    - Si esperimentano insieme alcuni sacramenti come elementi culminanti di vita (matrimonio, battesimo, eucaristia, sacerdozio).
    - Inserimento in comunità di chiesa vivaci.
    - Rapporto con la chiesa e gerarchia. Studio dei documenti.
    - La fede non è solo ricerca teorica o confronto col Vangelo, ma è esperienza di un rapporto personale con Gesù, da cui nasce l'esigenza della preghiera e della celebrazione.

    Terzo obiettivo intermedio: la ricerca gestita ed approfondita

    - Chiarire alcuni nodi tra «fede e vita» e «fede e politica».
    - Chiarire la proposta cristiana fatta dal movimento e la caratteristica cristiana.
    - Affrontare alcune tematiche: fede e cultura operaia, sacramenti, ministeri, il ruolo della Chiesa: i documenti, ecc...

    Cammino dei giovani

    - La Revisione di vita esige una conoscenza più articolata e globale della Bibbia (passaggio dal confronto col Vangelo alle risposte di fondo, di salvezza).
    - Si scopre anche che la Bibbia acquista una coloritura nuova a partire dalla realtà dei poveri (rilettura). Discernimento tra messaggio e veste culturale.

    Alcuni strumenti

    - Eucaristie nel Gruppo Militanti dopo la RdV.
    - Momenti forti di esperienze e di approfondimento religioso (settimana santa, settimane ad Assisi/Camaldoli, 3 giorni per militanti...).
    - Studio di un Vangelo specifico o di un libro della Bibbia, a livello di Movimento.

    Per un approfondimento della proposta della GiOC

    Aa.Vv., I giovani degli anni 80. Atti del convegno nazionale, 22/23 novembre 1980, Torino 1980.
    Aa.Vv., Quali valori? Una proposta di militanza nel Movimento Operaio per i giovani della società dei consumi, Torino 1980.
    Aa.Vv., La revisione di vita. Una pedagogia ed un metodo sperimentati ed elaborati dai giovani e militanti del mondo operaio, Torino 1982.
    Richiedere i volumi direttamente alla GiOC, via Vittorio Amedeo 11/16 - 10121 Torino


    T e r z a
    p a g i n A


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