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    L'educazione alla libertà attraverso il gruppo


     

    Centro Catechistico Meridionale (Bari)

    (NPG 1982-09-24)


    Sembra che l'esperienza del gruppo, esigenza molto avvertita dai ragazzi, sia molto positiva agli effetti della educazione alla libertà, perché favorisce il ridimensionamento delle volontà piuttosto ribelli ed indipendenti e le orienta alla volontà comune attraverso l'acquisizione di doti di libertà e di senso critico che sono atteggiamenti fondamentali nel processo di inserimento nella società.

    PERCHÉ IL GRUPPO È LUOGO DECISIVO DI EDUCAZIONE ALLA LIBERTÀ

    Il gruppo, nei confronti dei ragazzi e dei loro problemi di crescita verso l'autonomia, assolve a diversi fondamentali compiti. Ne ricordiamo alcuni.

    Il gruppo soddisfa l'esigenza di amicizia

    Il bisogno di uscire dal ristretto mondo egocentrico della fanciullezza, per aprirsi alle prime esperienze affettive gratificanti, perché intessute di scambi reciproci coi coetanei, spinge il preadolescente a trovarsi un posto nel gruppo. Il ragazzo vi si trova a suo agio: può liberamente parlare e farsi capire, impara ad ascoltare e a sintonizzarsi sulle esperienze degli altri; si identifica in coetanei che hanno gli stessi problemi, sfrutta occasioni favorevoli al
    superamento di momenti di crisi e di solitudine...
    Una tale esigenza soddisfatta nelle sue implicanze antropologiche fondamentali offre al ragazzo (ed al suo educatore) la possibilità di intendere la libertà come rispetto di sé e degli altri. Libertà verso di sé significa acquistare fiducia nei propri mezzi, mettere in risalto le proprie qualità, sperimentare le proprie capacità operative e critiche, orientare i propri sforzi verso il raggiungimento di mete comuni.

    Il gruppo rende più chiara la coscienza della crescita

    L'esperienza della crescita come conquista della propria autonomia, come dominio e coordinamento delle energie psicofische di cui ci si rende conto, come possibilità di autogestirsi liberamente nelle prime scelte significative della vita... è un'altra importante funzione del gruppo nei confronti dei singoli.
    Essere liberi, in questo caso, significa acquistare la coscienza della propria dignità e della dignità degli altri; vuol dire rinforzare la fiducia in sé sicurezza personale) senza negare quella degli altri, significa impostare un progetto personale di vita basato sulla onestà, perché anche gli altri siano aiutati a farlo.
    Quando l'adolescente attribuisce al gruppo di appartenenza il diritto di proporre norme di condotta, afferma il diritto all'autodeterminazione, per sentirsi sullo stesso livello di uguaglianza con gli altri. Diventa psicologicamente importante perciò - agli effetti della educazione alla libertà - l'assunzione cosciente di questo diritto per superare lo stato di dipendenza; inizia il cammino autonomo come esercizio di scelte libere e responsabili.
    Libertà, in questo caso, per il ragazzo significa onestà di azione, negazione di pregiudizi, esercizio di conquiste personali, ricerca di verità e di amore.

    Il gruppo soddisfa il bisogno di accoglienza

    Chi non fa l'esperienza di essere accolto come uomo in mezzo ad altri uomini non può imparare il difficile tirocinio della libertà; la libertà è anche condivisione serena con gli altri; ed è perciò necessario imparare a proprie spese a impegnare mente, cuore e spirito nella sua ricerca.
    Nel confronto si supera il limite di una libertà intesa come ricetta già pronta ad uso e consumo personale; se anche gli altri non sono liberi, neppure la mia libertà ha diritto di esistenza.
    La solidarietà è il primo frutto di questa accoglienza: il vivere insieme liberamente, senza imposizioni, favorisce il cambio di mentalità, lo stesso modo di vivere: si passa progressivamente se aiutati dal disimpegno al servizio, dall'appiattimento allo spirito di iniziativa, dall'individualismo alla solidarietà e alla amicizia, dal «pensare a sé» al «pensare agli altri».
    Sentirsi accolti è il primo passo per imparare ad accogliere; sentirsi compresi è il tirocinio - dal proprio punto di vista -per entrare nell'atteggiamento di comprensione e nel punto di vista degli altri; vivere insieme favorisce il superamento delle difficoltà comuni e rende meno esasperati i problemi personali.

    Il gruppo facilita l'esercizio dell'esigenza di partecipazione

    Al ragazzo non fa piacere essere considerato un eterno bambino; ci rimane male ad essere considerato incapace a fare delle scelte personali, reagisce a modo suo se lo riteniamo incapace di responsabilità. Nel gruppo, al contrario, il ragazzo fa esperienza di partecipazione, di solidarietà, è capace di collaborazione.
    La libertà si esercita e cresce nell'impegno; non si tratta tanto di impegni occasionali, saltuari, individualistici...; dice Freire che nessuno diventa libero da solo; ma insieme si diventa veramente e progressivamente liberi:
    - nell'esercizio dell'amore fraterno: alla libertà si oppone la schiavitù, l'egoismo, la sopraffazione. Il gruppo facilita al ragazzo il passaggio dall'egocentrismo all'altruismo. In questa dinamica è più facile educarsi alla capacità di donare, di aiutare, di amare; questo significa diventare
    sempre più liberi, perché si matura la propria personalità;
    - nella ricerca della verità: non è il semplice confronto su verità astratte o sulle verità che costituiscono il credo personale, ma nella sincera ricerca di verità concrete, vissute, operative; il gruppo facilita l'acquisizione di un equilibrato rapporto coi valori che ci trascendono; partecipare agli impegni di gruppo per raggiungere obiettivi comuni, significa subordinare per alcuni aspetti se stessi agli scopi positivi del gruppo. Aiutare gli altri a liberarsi è garanzia per la propria libertà. Soltanto se autentica, la nostra libertà ci porterà a rispettare, accettare, costruire la libertà degli altri;
    - nelle scelte e nelle realizzazioni progettuali; si tratta evidentemente di scelte di vita profondamente impegnative, che segnano indirizzi esistenziali: lotta, coerenza, volontà, fedeltà! Un uomo non può costruire un'autentica libertà obbedendo a scelte occasionali motivate da capriccio, da comodo...: si è liberi solo se si è fedeli al proprio progetto, al proprio ideale in ogni scelta...
    - nell'accettazione del rischio della libertà. La vera libertà non teme, anzi sa valutare ed affrontare i rischi che sono inerenti alla condizione umana. Gli altri, nel gruppo, mi aiuteranno a valutare ed affrontare il rischio. In un simile clima l'impegno di realizzazione si vede facilitato da una forte carica di disponibilità, di responsabilità, di sacrificio. È il prezzo che è necessario pagare per la propria libertà; perché la libertà più che dono è conquista.

    Il gruppo opera una apertura sociale

    Il trovarsi insieme a tanti coetanei favorisce nel ragazzo l'allargamento del cerchio degli interessi e facilita l'approfondimento dei problemi dei propri simili. Un tirocinio importante, come si vede, per diventare sufficientemente aperti ai diversi problemi della società che permette di sceverare anche ciò che davvero aiuta a maturare nella libertà personale e ciò che capziosamente tende a strumentalizzare...
    Il gruppo diventa uno dei luoghi privilegiati per il raggiungimento di questi obiettivi educativi socializzanti, se i singoli membri di essi sono aiutati a mettersi di fronte come libere persone in relazione... questa relazione realizza l'interazione educativa.
    Si tratta di una acquisizione pedagogica della stessa scuola di stato; così scrivono i Nuovi Programmi di Scuola Media Inferiore: «Non minore importanza rispetto all'educazione al conoscere, riveste l'educazione al vivere insieme, all'operare in spirito di solidarietà con gli altri, nella costruzione del bene comune».
    Dal punto di vista dell'educatore si distingua il momento della rimozione degli ostacoli principali al vivere insieme che è l'aggressività ed il momento propositivo della educazione che mette i singoli in relazione educativa, favorendo una umanizzazione piena aperta alla solidarietà universale.
    Molti giovani oggi si dichiarano aperti e sensibili ai problemi sociali, ma nell'impegno concreto si comportano nella maniera più disparata. Non si può essere «rivoluzionari» nelle idee ed individualisti nella prassi. Chi desidera una società più giusta deve impegnarsi concretamente nelle cose che gli sono possibili. In questo senso la vita di gruppo può diventare una scuola di servizio ai fratelli e di sensibilità ai problemi della società.

    Il gruppo soddisfa l'esigenza della comunione ecclesiale

    Il ragazzo cristiano ha bisogno di sperimentare con altri la vita comunitaria ecclesiale. La chiesa è un mistero di comunione e deve essere visibile nelle strutture comunitarie, di cui il gruppo è una esemplificazione pratica ed efficace. Non si può vivere da cristiani operando una vita individualistica, per non cadere nell'egoismo, nel sentimentalismo ed intimismo religioso.
    Oggi, al di fuori dei gruppi ecclesiali, è molto difficile per i ragazzi vivere il cristianesimo comunitario e sentirsi cellule di un corpo che è la Chiesa.
    Il gruppo diventa un riconoscimento pratico ai ragazzi, da parte della comunità cristiana, di uno spazio proprio nella pastorale parrocchiale, che offre la possibilità di:
    - sperimentare insieme i valori della vita ecclesiale e dell'essere concretamente chiesa; questa esperienza facilita la progressiva scelta cristiana;
    - partecipare a iniziative comunitarie in cui i ragazzi si sentono coinvolti sia a livello di inventiva che di corresponsabilità;
    - operare scelte morali in uno spazio di autonomia e di libertà, non condizionati alle scelte degli adulti in genere e dei genitori in specie;
    - discutere, in un coinvolgimento personale, le scelte pastorali della comunità parrocchiale.
    Così i ragazzi scopriranno di vivere una esperienza cristiana con il proprio gruppo di coetanei, all'interno della stessa comunità: si accorgeranno che si offre loro la possibilità di esprimersi in libertà, di sentirsi vivi, interpellati personalmente, di realizzarsi in pienezza. Ciascun ragazzo diventa così soggetto cosciente della propria crescita cristiana e s'impegna in prima persona nel cammino di fede.

    TAPPE EDUCATIVE DEL GRUPPO VERSO LA MATURITA DELLA LIBERTÀ

    Il processo di maturazione verso la conquista della libertà, nel gruppo di coetanei, diventa più facile, perché i ragazzi si sentono soddisfatti nelle esigenze e nei bisogni esistenziali.
    Ci fa osservare Freire: «Ci si libera nella comunione, non da soli, né per opera di uno solo». Risulta abbastanza evidente alla nostra esperienza che lo sforzo personale, per quanto insistente e tenace, non è sufficiente per liberarsi da certe abitudini oppressive (personali e comunitarie); non possediamo la forza necessaria a spezzare certe catene che ci rendono schiavi di egoismi, di preconcetti, di mentalità cristiane errate...
    Liberi si diventa insieme a coloro con cui si vive, di cui si condivide un modo di vivere, con cui si marcia verso la conquista di ideali ed obiettivi comuni, facendo lo stesso cammino verso l'unica libertà.
    Questo diventa un salto di qualità che il ragazzo compie con l'aiuto del gruppo: passa dalla fase della libertà di dipendenza, dalla fase della libertà del fare quello che si desidera, a quella dell'essere liberi insieme. Si acquisiscono in questo processo di maturazione atteggiamenti di responsabilità che sono visti come esigenze di relazione: rispondere a qualcuno che mi interpella, rendere ragione delle proprie scelte, venire incontro alle attese ed alle necessità di coloro con cui si pone in relazione, alle aspettative del gruppo umano di cui si fa parte.
    Questa responsabilità è frutto di libertà ed è la sintesi di vari atteggiamenti operativi che pure vanno educati: capacità di sapersi mettere insieme, forza di rinuncia al proprio punto di vista, sforzo di accoglienza della visione altrui, capacità di uscire dal proprio guscio, accettazione del sacrificio per una impresa comune. Cresce così nel ragazzo il senso del noi, una nuova solidarietà che conferirà un valore profondo alla libertà personale.
    I passaggi di questo salto di qualità, a livello pedagogico, sembrano essere i seguenti.

    Il riferimento significativo a valori autentici

    Nel nostro sistema fluttuante di vita sembra meno indicato cercar di trasmettere valori acquisiti, ben catalogati; mentre appare sempre più importante orientare ad apprendere e valutare le situazioni, per fare delle scelte.
    Nel flusso e riflusso dei valori discordanti, che presenta la vita di oggi, bisogna imparare a trovare in se stessi la capacità di dare un giudizio su ciò che è buono, su ciò che è male, su ciò che è migliore. Ciò implica l'illuminazione dei valori da parte dell'educatore e la capacità di scelta dei valori da parte dell'educando.
    È certo che i valori si trasmettono innanzitutto con il contatto con persone «signi-
    ficative» di tali valori e con i gruppi dove quei valori sono riconosciuti, vissuti, appoggiati. I valori sono gli ideali, le mete, i punti di riferimento che guidano la condotta e permettono di discernere il bene dal male ed il meglio tra i diversi beni. Essi agiscono sull'uomo come calamita: ne polarizzano il cuore, lo spirito e le energie, provocano sia la promozione umana sia la degradazione.
    Non si può vivere senza valori. Solo chi sa precisare e scegliere i valori sui quali intende costruire la vita, può aspirare alla libertà. C'è qui una visuale educativa di primaria importanza.
    Ma come aiutare ad accedere a questo tipo di libertà? In una società in evoluzione non si possono trasmettere valori per tradizione, ma si scelgono in base ad un impegno e ad una esperienza personale. Per questo il gruppo può mediare questa capacità di decisione.
    Quando si trasmettono valori già fatti, in genere i ragazzi reagiscono con rifiuti, risentimenti o accettazione passiva... Per aiutarli a rendersi capaci di scelte, bisogna orientarli ad apprezzare le esperienze riuscite e soddisfacenti, a valutare le situazioni di vita più impegnative in base al proprio ideale di uomo, a prendere decisioni e a giudicarne le conseguenze.

    La scoperta delle persone come persone e non come cose

    La relazione interpersonale facilitata dal gruppo è di primaria importanza a questo proposito. L'uomo è il valore e tutte le nostre scelte devono essere fatte in relazione al valore uomo.
    Ogni persona ha delle esigenze fondamentali alle quali la vita di gruppo deve essere attenta. In uno schema rapido presentiamo quelli che sono normalmente i principali bisogni della persona umana:
    - di ordine fisiologico (cibo, aria, materiali vari...)
    - bisogni psicologici (affetto, sicurezza, stima di sé, considerazione, indipendenza, riuscita, esperienze personali)
    - esigenze sociali (partecipazione, approvazione e consenso)
    - bisogni esistenziali (realizzare con soddisfazione la propria vocazione, sentirsi in sintonia con il creato, dare un senso alla vita e al futuro, ricerca della verità, libertà religiosa).
    Questi fondamentali bisogni devono essere patrimonio di ogni persona, anche di chi è povero, di chi ha poche capacità, di chi è handicappato, di chi vive nella disperazione della delinquenza o della emarginazione.
    In questa direzione il gruppo ha un arduo compito...

    La considerazione della vita in chiave prospettica

    Il processo di maturazione è una tensione verso il domani della persona; è riferito cioè a quello che la persona può e deve diventare. Il ristretto cerchio dell'adesso, la attuale situazione di fatto è intrinsecamente contraria alla possibilità dell'azione educativa; anche se è punto di riferimento per l'esperienza personale.
    Educare comporta sempre in certa misura progettare, anticipare le possibilità che saranno acquisite dalla singola persona. Questo orientamento prospettico consente di far fronte a quelle che spesso possono essere considerate richieste pressanti del momento ma che si oppongono alla realizzazione di questo progetto; che non sono in armonia con la tensione futura. In questa prospettiva la libertà diviene responsabilità che fa guardare al futuro.

    L'accettazione delle conseguenze delle proprie scelte

    Quanto più un uomo si sottrae alla responsabilità delle sue scelte nel senso che non se ne sa assumere le conseguenze, tanto meno è in grado di conquistare l'esercizio della sua autentica libertà. Questa deresponsabilizzazione perpetua lo stato di infantilismo soprattutto dei ragazzi in stato di crescita, perché arresta il cammino della responsabilità; perciò imparare a scegliere (ciò che serve a confermare l'autentica crescita integrale) è importante per l'acquisizione della libertà personale.
    Sia a livello personale che di gruppo, la capacità di scelta va educata attraverso una serie di interventi educativi:
    - gli educatori devono saper offrire uno spazio maggiore alla operatività e alle libere scelte dei ragazzi;
    - per il retto uso di questa capacità è indispensabile favorire l'attitudine al sacrificio ed alla rinuncia; questa attitudine è necessaria per saper scegliere;
    - i gesti di altruismo e di donazione sono i passi concreti di questa abilitazione a scegliere; il gruppo favorisce l'esercizio di questi gesti;
    - ogni scelta va verificata; se questo traguardo non sempre è realizzabile a livello personale per certi meccanismi di difesa, è molto più facile in gruppo perché lo si può mettere come obiettivo.
    L'esercizio della verifica, a lungo andare, porta a scegliere con autocontrollo e auto-valutazione;
    - la vita di gruppo facilita inoltre l'esercizio della autenticità, perché sentendosi a proprio agio non si è portati ad assumere delle maschere; la correlazione sincera tra ideali personali e vita di gruppo favorisce la capacità di scelta.
    In conclusione, tutto ciò favorisce nel ragazzo la capacità di scoperta della propria vocazione, al di là dei facili entusiasmi, nella libera presa di coscienza delle proprie segrete aspirazioni e nello sviluppo delle sue disposizioni e qualità.
    Da sottolineare infine, anche se questa osservazione era implicita in tutta la ricerca, l'apprendimento da parte dei ragazzi di un serio metodo di ricerca sul campo, guidati dagli insegnanti e da un esperto di metodologia della ricerca sociologica.


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