(NPG 1980-04-1)
UNA COSTATAZIONE
Molti amici, in giro per l'Italia, ci chiedono: dove sta andando, la pastorale giovanile, oggi?
La domanda nasce dalla costatazione diffusa, che stiamo vivendo un momento felice nell'esperienza ecclesiale italiana. E proprio perché felice, forse un poco pericoloso.
Si sono ormai spenti i toni polemici che hanno caratterizzato i primi passi del rinnovamento pastorale, negli anni caldi della,, contestazibne giovanile e della pubblicazione de 11 rinnovamento. della catechesi. Allora i modelli di pastorale giovanile erano ben delineati, perché spesso si identificavano proprio sulla reciproca contrapposizione. Ora le diversità stanno fortunatamente decantandosi. Anche ruscita del Catechismo dei giovani ha ' favorito un nuovo confronto e ha, almeno in parte, stemperato le diversità operative, riproponendo a tutti alcune esigenge educative da salvaguardare in ogni caso.
Questi fatti, sicuramente positivi, possono pero favorire due-posizioni negative.
In molti educatori sta prevalendo, sembra, una fase di stanéhezZa pastorale: la sfiducia di chi le ha provate tutte e si è sempre trovato a mani vuote.
palla stanchezza ai rigurgiti autoritari o regressivi il passo è-facile: e da qualche parte si sta tornando indietro, con la speranza che i mezzi di una volta possano funzionare a pennello ancora oggi.
Questa nostra situazione fa i conti con una condizione giovanile e culturale profondamente mutata, ricca almeno di domande, di attese, di bisogni nuovi.
In questo contesto, accennato per veloci battute, rimbalza la grossa domanda: che fare?
Noi preferiamo riformularla coal: è possibile riflettere su quello, che sta capitando oggi in campo di pastorale giovanile, per decidere assieme che cosa fare?
La ricerca che abbiamo in cantiere su "giovani e valori" si inserisce su queste problematiche. Esse, però, sono evidentemsnte più vaste, perché coinvolgono da una parte il salto dai valori alla domanda religiosa e, dall'altra, la verifica della nostra "risposta pastorale" a queste spontanee domande giovanili.
2. UNA IPOTESI DA VERIFICARE CON I LETTORI
Cosa dunque sta capitando? Dove va la pastorale giovanile in Italia?
Per riuscire a comprenderlo, dobbiamo interrogare prima di tutto coloro che operano. Abbiamo quindi un gran bisogno della collaborazione dei nostri lettori.
1. Ci preme, prima di tutto, evitare i discorsi generici. Sollecitiamo perciò ciascuno a reagire tenendo conto concretamente di alcuni "tipi" fondamentali di situazioni pastorali.
E cioè: la diversità che corre tra i grossi centri urbani e i piccoli paesi di campagna, tra i giovani studenti e i giovani operai, tra il Nord e il Sud dell'Italia; la diversità legata ai stratificazione sociale, all'età (15-17 anni, giovani, giovani' adulti).
Chi reagisce alla nostra proposta, è invitato a farlo "collocandosi": accettando/contestando queste diversità é specificando a quale tipologia si riferisce.
2. In appendice a questa "lettera aperta", riportiamo una nostra ipotesi di massima, come strumento di lavoro e di stimolo. Ci interessa moltissimo raccogliere le reazioni, sia sul fronte delle attese giovanili sia su quello delle risposte nei vari Modelli di pastorale giovanile.
- sembra che le cose vadano veramente cosi, oppure vanno privilegiate altre ipotesi, per comprendere meglio la realtà?
- quali, sono le nuove "domande" giovanili: le loro attese, i bisogni, i valori a cui sono particolarmente sensibili, soprani in merito alla "domanda religiosa"?
- quali risposte pastorali sono veramente "nuove" e quali invece rappresentano aggiustamenti di posizioni ormai consolidate? Come si diceva, la risposte vanno "collocate": riferite possibilmente ad un tipo di giovani/ambienti.
3. Come reagire?
Prendendo carta e penna, e scrivendo in redazione. È il metodo aperto a tutti. Non è il più facile, ma risulta l'unico realisticamente praticabile. Oppure, semplicemente, facendoci pervenire documenti significativi.
Per i lettori di alcune città/province abbiamo previsto anche tre incontri di confronto:
- a BRESCIA (presso il Centro di spiritualità "Mater divine gratiae - Via S. Emiliano 30), dalle ore 16 alle 19 di giovedì 24 aprile.
- a VERONA (presso la "Casa serena" - Settimo di Pescantina), dalle 16.30 alle 19.30 di domenica 27 aprile.
- a ROMA (presso l'Istituto salesiano di Via Marsala 42), dalle ore 16 alle 19 di lunedì 12 maggio.
3. ESTATE 80: UNA PROPOSTA
L'ipotesi di partenza e le reazioni dei lettori vogliamo utilizzarle sulle pagine della rivista e in una settimana residenziale di confronto e di riflessione per operatori della pastorale giovanile italiana.
La realizziamo, come gli altri anni, a LE PIANAZZE di Farini d'Olmo, dal 13 al 19 luglio 1980. Particolari più precisi saranno forniti in seguito, soprattutto agli interessati. Per il momento ci preme lanciare l'iniziativa.
La settimana sarà impostata in un dialogo serrato tra partecipanti ed esperti, attorno a questi "nodi":
1. Quello che sta capitando: una descrizione
A partire dalla prassi concreta e quotidiana, ci preme individuare alcune linee di tendenza emergenti (= modelli), da identificare e descrivere con una certa ricchezza di particolari.
Prevediamo di fornire qualche ipotesi, costruita anche attraverso la vostra collaborazione. E di sollecitare il senso critico dei partecipanti, per aggiustare, integrare, allargare l'ipotesi.
2. Quello che sta capitando: una interpretazione-valutazione
Per comprendere e valutare meglio la prassi, si richiede l'accordo su "criteri". In altre parole: a partire da quali punti di vista interpretare e valutare?
La riflessione elaborata in questi anni attorno a NPG ha suggerito alcuni criteri, a carattere interdisciplinare: ogni disciplina si definisce nell'autonomia che le compete, ma si richiama alle altre, perché tutte sono attraversate da uno stesso modo di concepire il rapporto tra educazione e educazione alla fede.
Concretamente pensiamo di lavorare sulla prassi a partire da quattro "approcci":
Un approccio di teologia pastorale. Partendo da una precisazione sulla funzione delle mediazioni umane nell'educazione alla fede, i diversi modelli sono analizzati in prospettiva pastorale. Quali mediazioni vengono privilegiate? Quale consapevolezza si possiede a proposito dell'importanza delle mediazioni? Quali mediazioni le nuove esperienze mettono in evidenza, in rapporto alla nuova domanda dei giovani?
Un approccio di sociologia della condizione giovanile. si prende in esame soprattutto le domande emergenti nell'attuale condizione giovanile, la loro eventuale evoluzione in "domanda religiosa" e le condizioni socioculturali per poter esprimere tutto ciò all'interno dell'esperienza ecclesiale. A partire da queste precisazioni: come i modelli tengono effettivamente conto delle spontanee domande giovanili? Quali destinatari concreti ogni modello si ritaglia?
Un approccio di teologia della salvezza. Dal teologico viene precisato il rapporto esistente tra vita-impegno storico: un determinato rapporto tra dhi mondo. Su questi parametri vengono esaminati i singoli Quale cristiano si vuole formare? Una fede come "fuga una fede che lancia nel quotidiano? E come? Come si int storia quotidiana con la storia della salvezza? Dove sta la comunità ecclesiale oggi?
Un approccio di animazione culturale. Ogni modello di pastorale giovanile prevede un suo itinerario educativo, per passar*, situazione di fatto al dover-essere che si sogna come me Questa verifica permette di definire a quale immagine di "animazione" si vuole dare credito. Da questa valutazione la riflessione si allarga facilmente: quale uomo? Come si costruisce l'uomo nuovo? Quali processi, ritmi, scadenze ricorrono nei diversi modelli?
3. Verso un progetto
Il lavoro di riflessione sulla prassi si conclude, come nella definizione di una nuova prassi: un progetto metodo capace di funzionare oggi. Capace cioè di collegare in profetico le nuove domande religiose dei giovani e Vespe cristiana nella comunità ecclesiale.