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    Maria conservava nel suo cuore



    (NPG 1979-04-54)


    Questo recital, si impernia sulla figura di Maria, nell'intento di evidenziare il suo tipo di presenza nella dinamica della liberazione. Chiaramente Maria, così come emerge da questa proposta, è figura emblematica, assunta per quel che teologicamente è oggi nella chiesa: pienezza di gloria in cui si trova e contemporaneamente stimolo per arrivarvi.
    Maria è tolta da una visione di sacralità statica e fissata, a favore di una ulteriore e progressiva incarnazione.
    Di qui la scelta di un angolo di strada (la scena), in cui si ritrova casualmente a confrontarsi della gente (i personaggi, alcuni precisamente identificati). Maria esprime il "già" ed il "non ancora " proprio della chiesa: il tutto, nella proposta recital, in una fantasiosa interpretazione, ad uso scenico, di Maria personaggio, forse fuori dagli schemi sacrali a cui siamo abituati tradizionalmente, per non cadere in una facile ma distaccata (dalla realtà) presentazione di Maria, che crediamo in piena sintonia materna, di liberazione, con gli uomini di ogni tempo.
    Il testo è di Piero Borelli.


    (Il gruppo sparso sulla scena, in piedi o seduti. Buio. L'occhio di bue inquadra i personaggi man mano che intervengono)
    - Io ho gridato fino al mattino.
    Stanchi sono i miei occhi di guardare in alto.
    Tu hai preservato la mia vita dalla fossa della distruzione, perché ti sei gettato dietro le spalle tutti i miei mali.
    Ma stanchi sono i miei occhi di guardare in alto (Isaia, 38).
    - Orecchio degli uomini attento alle piccolezze, sapresti ascoltare?
    La donna è l'elemento di rischio che Dio ha deliberatamente introdotto nel cuore della sua prodigiosa costruzione per togliere all'uomo la sua falsa pace, per farlo uscire da se stesso e dal suo solitario conforto.
    Orecchio degli uomini attento alle piccolezze, sai ascoltare?
    - Si, sei mio fratello. Siete tutti i miei fratelli che amo. Fuori scroscia la pioggia. Si fa giorno.
    Ma che sapore spaventoso, a volte, ha la fraternità!
    - Voglio dire di noi. So quello che dico.
    No alla compassione quando sta al posto della giustizia.
    No alla tranquilla coscienza quando non è che stordimento.
    No all'ideologia, quando non è che furia per accendere roghi. No al futuro, se tutto è già stato programmato.
    Lasciatemi dire di no. Solo negando posso cominciare a sentirmi uomo.
    (si fa luce gradatamente. È iniziato il canto, che lentamente unisce tutti; solo 1 è in disparte. È entrata MARIA: si è unita al gruppo e al canto)
    Maria - (lo avvicina) Perché non vieni con noi?... Sei stanco? Non abbandonare... A casa hai moglie, i figli... Per loro, per te... vieni con noi..:
    1 - Io con quelli non ho niente da spartire. Li conosco appena... Io sono un emigrato... No, sono diverso, io...
    Maria - Abbiamo in comune tutto. Abbiamo tutti da urlare qualcosa, o da sperare in qualcosa...
    1 - No. Loro sono sicuri. Lo vedi da come sono vestiti, io sono mal messo. Hanno una casa bella, un lavoro più pulito... Sono diversi...
    2 - Anche tu cantavi.
    1 - Non vuol dire niente. Lasciatemi solo.
    3 - Ma io quest'uomo l'ho già visto... Alla stazione, sere fa, con tante valigie... Perché ce l'hai con noi?
    2 - Cercavo pane, cercavo un lavoro, e l'ho cercato a lungo, e camminavo - quanto ho camminato - per giorni intieri, senza sostare. Dalla parrocchia al sindaco al deputato, tutti avevano promesse a profusione, avevano tutti parole di conforto... Non era la speranza, né la fame a farmi andare così, di porta in porta: solo la disperazione e quell'udire tutte le notti i bimbi singhiozzare.
    Voi, questo, non lo capite, vero? Ancora una volta ho sbagliato...
    3 - No... forse... No. Perché pensi, perché pensate che io fossi alla stazione quella sera?
    2 - (a 1) Ma piantala! Sta' zitto! Se sta gente ti sta a sentire, è solo per educazione, o per carità! Non vedi quant'è schifata?
    Tu sei solo uno dei tanti disgraziati, soli, e costoro non sanno neppure che possano esistere persone come te... Andiamo.
    3 - No, non andare. Pensi, pensate che fossi alla stazione perché mi piacciono i treni? No... ma perché quando uno è solo va a nascondersi in mezzo alla gente. Forse nella speranza di trovare qualcuno... Io non so, io cercavo qualcuno, qualcosa... Non siete mai stati alla stazione fra le 8 e le 11 di sera, quando arrivano o partono i treni per il Sud, e la tanta gente che c'è? Io sì, sovente. (a 1) Se ti va, continua. 1 - Coraggio brav'uomo, diceva il primo, védrai che prima o poi tutto passa. Non ti preoccupare, provvederemo, diceva l'altro. Dammi il tuo voto e poi, sta' sicuro, e ti troverai certo sistemato.
    E dopo le elezioni sono ritornato. Invano ho atteso che arrivasse il turno, e sono andato via senza capire... E quante volte ho chiesto l'assunzione: cento domande tutte uguali, e... cento risposte tutte uguali come gocce d'acqua: ora non si può. Ci dispiace molto...
    E così.
    2 - Poveraccio! Io un lavoro ce l'ho. Mio figlio mangia.
    4 - Sappiamo come! Fai il mestiere...
    1 - I miei, no.
    (accordi, canzone. Sullo sfumato interviene)
    Maria - Non v'importi di sapere chi sono. Vi dirò che sono una madre. Come vi capisco tutti, perché mio figlio assommava, come dire?, incarnava tutte queste esperienze. E io, tramite lui, continuo a vivere con tutta la gente, non rimango fuori della vostra storia... (reazione varia) No, non chiedetemi chi sono, cosa faccio, perché sono qui e il resto. Chiamatemi madre, perché sono una donna che vive in sé la tragedia di madre universale. Della gente mi chiama e mi considera beata, ma io non faccio che constatare che molta di questa gente non lo è.
    4 - (diffidente) Ma tu chi sei? Non sei del rione. (indica i12) Una sua collega? Ce n'è una vera invasione...
    Maria - Sono qui per caso, stasera... di passaggio. Non sono del rione, ma vi ho sentiti e... Ho anch'io la mia solitudine e la mia disfatta da raccontare. È la vostra disfatta e solitudine. Io non ho più niente di mio, neppure più il figlio... ho voi. Voi. Io... se ho avuto un senso, vedete, l'ho avuto solo per voi. Sovente ho qualche dubbio, legittimo, credo...
    Mi piace andare in giro, incontrare la gente, continuare a capire, fare un pezzo di strada con chiunque... Come facevo con mio figlio... Spero di non essere ingombrante.
    3 - Ma chi sei?
    Maria - Non importa chi sono... non importa più. Forse qualcuno ha capito, ma non ha importanza...
    3 - Vi sembrano strane 'ste cose? No, non lo sono. Il peso del mondo è solitudine, e forse tu (indica Maria), anche tu cerchi qualcosa o qualcuno. Io mi sono ritrovato ad avere 18 anni, un giorno, quando un certo volto di ragazza mi ha dato il fuoco. Non avrei trovato pace finché non fossi riuscito a parlarle... l'ho inseguita, quella faccia pulita, poco provocante e tanto dolce, che non pensavo neppure potesse esistere, abituato come ero allo spettacolo di tante facce da manichino. L'ho inseguita.
    (dal gruppo)
    - Naturalmente le facce da manichino sembrano esistere realmente.
    - Forse non lo siamo anche noi, stasera?
    - Ci mimetizziamo, per nascondere la nostra solitudine.
    - Io faccio il barbiere, e quando sono libero dai clienti schiaccio sempre il naso contro il vetro della porta, per esplorare fuori la gente che passa... forse le facce da manichino esistono veramente.
    1 - Io vado ancora di porta in porta, strada dopo strada, con nelle orecchie il pianto dei figli che ho picchiato, per spegnere sulla bocca quelle odiate parole: abbiamo ancora fame.
    2 - Ho un'idea. Ho un cliente che... beh si, potrebbe darti una mano. Mi interesso. Altrimenti lo mando a quel paese. Parola mia: non vale molto, ma credici.
    3 - L'ho inseguita. Non era la prima ragazza. Ero su di giri, mi aveva elettrizzato, ma non era lei, capite?... Niente, non ne ha colpa, ma io... io... tutto è crollato. Gli amici? E chi ci crede se ti rubano la ragazza?... Di qui il passaggio alla stazione per me è stato semplice... a vivere la mia solitudine, a smaltirla...
    (da un momento di silenzioso imbarazzo, sorge il canto che tutti accomuna)
    Maria - Continuerò, figlio Cristo, a sentire i dolori del parto finché l'ultimo uomo non si senta nato, vivo. La mia gioia per averti fatto nascere, per averti fatto presente al mondo come un frutto maturo, sarà sempre unita all'angoscia profonda dell'attesa dolorosa e paziente della nascita degli altri. La mia gioia non sarà totale e definitiva finché l'ultimo uomo non sia nato, come te, dalle mie viscere, come un vero frutto. Ma tu lo vedi, Cristo, che la nascita di ogni uomo è lenta; che pochi sono gli uomini che nascono veramente ogni giorno. Porto un terribile carico di dolore nelle mie viscere. Non nascono perché non riescono a essere liberi; perché non riescono a creare il loro pezzo di storia, nella fedeltà a te, Cristo, il migliore e il più originale di tutti loro.
    2 - Che strane parole, donna, vai dicendo... Forse la capisco. Hai avuto un figlio difficile... Anch'io. Ma l'uomo se n'è andato, e sono sola. E devo mantenerlo e farlo crescere, difenderlo e dargli un nome... Per questo faccio il mestiere. Lo so, è ripugnante... ma non me ne importa. (indica gli altri) Questi non lo capiscono: io sono sporca per loro. Che rabbia! Ho un figlio, 7 anni... che cosa gli dirò? Che sua madre si vende per fame? Per garantirgli un posto, li... tra loro? Mi guardi anche tu con lo stesso disgusto? Che vita di merda, donna! Senza possibilità di uscita... Nessuno che tenti di prendermi sul serio. Nemmeno io. E come faccio a credermi? Ho un'anima anch'io?... ho voglia di piangere...
    Maria - Mi ricordo di quella volta che Maria Maddalena, una come te, ha asciugato i piedi con i suoi capelli, a mio figlio... Aveva capito che poteva esprimergli il suo amore senza che le chiedesse niente. Io osservavo tutto quanto, in un angolo. Mi sono commossa. E lui rideva, rideva a vedere le facce sbigottite dei benpensanti... mio figlio che parla con una donna, con una prostituta... mi facevano tenerezza quei benpensanti nel loro bollore di difendere la legge... E mio figlio piangeva anche lui, ma la donna non più perché aveva scoperto la possibilità di amare...
    2 - Grazie, donna!
    1 - Ma chi sei? Non sei una di noi... Sei diversa da noi, qui, hai qualcosa...
    2 - Non m'importa di sapere chi sei; forse ho intuito; m'importa di sapere che esiste una come te... resta nel mistero...
    4 - Ti fa comodo trovare qualcuno che ti difende... Ma questa (indica Maria) è una creatura illusoria. Piedi per terra, gente! Chi vuol lasciarsi incantare, padronissimo. Per me, non ci casco.
    5 - La signora sì che se ne intende! Magari ha studiato... ha una cultura; non può avere dei misteri, per lei tutto è chiaro, non c'è spazio per i sentimenti. Di cosa vive? Di radici quadrate e assiomi-base. Ma, e il cuore?...
    2 - Io non valgo molto come donna. Lo so da me che non valgo molto... Lo sapete tutti... Eppure la gente come me, e ce n'è tanta, lo faccia per mestiere o no, se non avesse la certezza di incontrare sul suo cammino, di poter incontrare qualcuno come te, una come te, sarebbe disperata... Più niente da fare. Come faremmo a continuare a vivere con un po' di speranza addosso, con un filo di speranza nella bontà della gente, se anche tu ci sei tolta?
    Maria - La Maddalena... Quasi non l'aveva guardata... O meglio, non come un uomo guarda una donna... C'era rimasta male, l'aveva ferita nel suo orgoglio. Gli ha domandato: Che sei venuto a fare? E mio figlio: a rimettere in libertà gli oppressi! E lei: e io che c'entro con gli oppressi? "Tu sei più che oppressa, sei una schiava, una schiava di te stessa".
    2 - Una, ma gli va dietro anche in capo al mondo a uno che ti dice così.
    (canto)
    (dal gruppo, verso Maria)
    - Madre degli sfruttati, siamo una lunga teoria, un'interminabile processione che si snoda nel tempo. Quando sarà il momento, verremo tutti a mostrarti le nostre piaghe...
    1 - Verrò io, il disoccupato a cottimo.
    2 - E io, la prostituta di turno.
    - E io, l'immigrato analfabeta.
    - E io, la ragazza madre che non ha trovato una pietra su cui posare il capo.
    - E io, il profeta inascoltato.
    - E io, l'aborto scaricato in una latrina.
    - E io, il soldato ammazzato in una guerra senza senso.
    - E io, il dissidente torturato nella cella della morte.
    - E io, l'amante abbandonato.
    - E io, l'eretico bollato.
    - Madre degli sfruttati, quando sarà il momento, verremo tutti a mostrarti le nostre piaghe...
    1 - No, non c'erano chiese sulla mia strada, eppure tutta la vita ho camminato, pellegrinaggio amaro, a volte disperato: no, non c'erano chiese sulla mia strada... Maria - Mio figlio ha vissuto 3 anni favolosi... ma la maggior parte della gente non l'ha incontrata al tempio o nelle sinagoghe, ma per la strada o nelle case in cui è entrato o l'hanno invitato... che strano! Eppure la sua casa avrebbe dovuto essere il tempio... In principio, si... Ma poi ho avuto l'impressione che lo soffocasse, e poi tutta quella mercatura... (a 2, a tutti) La gente come te lo interessava... come voi... Sono stati tutti incontri favolosi... Ricordo quel ragazzo che non ci vedeva, e suo padre e sua madre, e quei presuntuosi di benpensanti, mezzo intellettuali e mezzo razionalisti, che non volevano credergli, che non dovevano credergli... (sorride) interessante... 4 - Oh, basta con 'ste storie! Che cosa pretendete, che cosa pretendiamo?
    6 - Appunto! Ma questa donna chi è? Si può sapere? Un nuovo Gandhi o un Che Guevara travestito, versione donna? Beh, sei fuori moda, illusa, con i tuoi discorsi... Non hai ancora capito, non avete ancora capito che il problema è vivere, stare a galla e basta? Allora viviamo... Ma per carità...
    4 - Appunto! Finalmente...
    Maria - Pilato è sempre di moda, eh? Era un po' imbarazzato, non aveva coraggio... forse non sapeva neppure lui che cosa voleva...
    Gli ha fatto una faccia disgustata, mentre si lavava le mani... era convinto che fosse un po' tocco, doveva fargli pena... ma non ha avuto coraggio... come voi.
    6 - Ma coraggio di che? E perché?... Perché lasciarci la pelle? Meglio non sapere, meglio fingere una parte... Per me, è chiaro. Viviamo la nostra condanna all'ingiustizia, senza tragedie, salvando il salvabile... Il resto non conta nulla.
    Maria - (soprappensiero) Salvando il salvabile... salveresti anche lei, lui, tutti i presenti?... No, non sei capace di salvare nessuno, non t'interessa, e neppure di lasciarti salvare... Perché tu hai delle cose da difendere, e magari neppure troppo pulite... Ti interessano solo questi 4 anni che hai da vivere e i 4 stracci che hai racimolato nei tuoi magazzini... Sei un po' stolto, non ti pare?
    6 - No, affatto... io ho tutto, e sto bene.
    Maria - Lo credi?
    (passaggio musicale)
    1 - Il giorno che me ne vado, vi lascerò poche cose. Mille baci d'amore, i sogni non sognati, i biglietti di tram presi al mattino, il fumo respirato nelle ciminiere, i turni di notte, le scarpe consumate e le gocce di sudore...
    3 - Il giorno che me ne vado, vi lascerò poche cose. Tante bestemmie e lacrime di rabbia, le notti di tenerezza a letto con la mia donna. Gli alberi d'inverno, i giorni di vento e quelli di nebbia. È poco quello che vi lascio, ma sappiate che ho cercato sempre un mondo migliore.
    Maria - Anch'io un giorno me ne sono andata... ho lasciato tutto. Così mio figlio. C'è qualche libro che parla di noi... A volte ho il dubbio di aver lasciato qualcosa... ma sicuramente vi ho lasciato il dubbio, che c'è qualcuno che comprende ed ama contro ogni follia di disperazione...
    Dovrei forse ritornare tra voi, in maniera stabile, per qualche tempo; rifare un po' di esperienza comunitaria in mezzo a voi, fare qualche iniezione di coraggio e di fiducia, e portare insieme un pezzo di croce redentiva...
    - No, non servirebbe a niente, forse continueranno a non capire... ritorna da dove sei venuta, o continua il tuo giro per il mondo... Di te, quel che dobbiamo sapere, lo conosciamo. Tocca a noi, non è che non ti vogliamo, ma tocca a noi... a noi...
    (canto: è la prima parte di quello finale)
    6 - Sulla mia tomba si dovrebbe scrivere questo epitaffio:
    Non seppi perché stavo al mondo. Mi lasciai sempre condurre. Non protestai, né presi mai posizione. Ritenni più facile pensare con la testa degli altri. Mi bastò una casetta, una poltrona e il mio giornale. Quando venne la morte la pregai: "Lasciami in pace: non vedi che nessuno mai si è accorto di me? Io non sono un uomo, sono solo un televisore ".
    - Ognuno di noi ha il suo epitaffio.
    - Mi piacerebbe conoscere il tuo, il tuo... (a Maria) il tuo lo conosco: Maria di Nazareth.
    - Il mio ce l'ho scritto sulla faccia.
    - Lascia perdere... sappiamo tutto di tutti a questo punto.
    - Solamente noi di te, non è che non sappiamo... sappiamo, ma... vedi, è difficile... siamo complicati noi... e se non complichiamo, ci sembra di non essere abbastanza intelligenti...
    2 - Io credo che la mia vita è un mistero... diversamente, come potrei accettarmi e capirmi?... quello che mi dà speranza, è che 'sto mistero affonda delle lunghissime radici nel tuo cuore, madre degli uomini...
    Maria - Basta! Vado.
    - Te ne vai già?
    - Resta con noi, è sera... parliamo ancora un po'; abbiamo ancora delle cose da dire, perché abbiamo scoperto qualcosa con te...
    - C'è qualcosa in te che c'interessa.
    Maria - Vado. Il mondo è pieno di angoli di strada in cui si confronta la vita, specialmente di notte...
    - Ma è tardi, dovrai dormire...
    2 - C'è un letto in casa mia.
    1 - Vieni a casa mia: c'è anche mia moglie e i miei figli... e c'è qualcosa sul fuoco... si mangia un boccone e si sta insieme.
    3 - Se vai dalle parti della stazione ti do un passaggio...
    (Maria è uscita - musica)


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