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    Una introduzione alla Bibbia per ragazzi



    Bruno Ferrero

    (NPG 1978-05-62)


    «Dio ha parlato agli uomini», «Dio ci parla» sono espressioni che molti operatori di pastorale usano con eccessiva disinvoltura, specialmente rivolgendosi a ragazzi, che non ne afferrano l'enorme e sconvolgente significato. Spesso ci si dimentica, presi da foga esegetica, di dare ai ragazzi un quadro di riferimento generale sulla Bibbia e, quel che più conta, un metodo di lettura.
    Si usa la Bibbia, si prega con essa, si fanno incontri con testi biblici, portati come pezze d'appoggio in quasi tutte le conversazioni formative, ma quasi mai si pensa che i ragazzi trovano difficile comprendere i riferimenti ad altri libri o passi biblici, disseminati sempre generosamente; soprattutto i ragazzi non si abituano mai a considerare la Bibbia anche come «libro», come qualcosa di concreto, che possono tenere in mano, che può seguirli, che è un libro con una «storia», immutabile nel tempo, dono di secoli, come una roccia non fatta dall'uomo, che si può rifiutare ma contro cui, prima o poi, bisogna andare a sbattere.
    «Non si può chiudere gli occhi di fronte alle gravi difficoltà che la generazione degli adulti incontra per superare l'insegnamento biblico ricevuto decenni or sono e per accettare l'odierna esegesi scientifica. Non ci sarebbe, però, nulla di più irresponsabile che caricare le giovani generazioni degli stessi problemi e difficoltà che hanno subito le generazioni precedenti» afferma Alfred Läpple. I ragazzi hanno bisogno di una vera, seria, adeguata introduzione alla Bibbia. Si tratta di indicare ai ragazzi il sentiero e la casa in cui possono incontrarsi con Dio: prima occorre, che si accorgano che esiste, la vedano nel suo complesso, nelle strutture generali, poi li prenderemo per mano ed entreremo insieme per scoprire i tesori che vi sono contenuti. È necessario però che il ragazzo impari a scoprire da solo il sentiero per arrivare alla casa e le porte per entrarvi.
    È questo lo scopo dell'inserto «La Bibbia» di Mondo Erre (aprile '78): aiutare i ragazzi a muovere qualche passo nel misterioso, ma affascinante mondo della Bibbia.

    IL BEST-SELLER DELL'UMANITÀ

    Il primo passo è quello di far capire ai ragazzi che nella storia dell'umanità sono esistiti sempre dei libri carichi di un significato speciale. Libri che non sono rimasti «libri», carta stampata, ma si sono trasformati in vita di uomini, hanno formato popoli e sono diventati veicolo di ideali e di ideologie. L'esempio più vicino a noi può essere quello del libro dei Pensieri di Mao. Grazie a questo libretto, la più popolata nazione del mondo è passata dal Medioevo all'era moderna. La foto di migliaia di persone che manifestano stringendo il libretto rosso aiuta a fare con i ragazzi una riflessione importante: i giovani cinesi, i soldati e gli operai, sono fieri del loro libretto e proclamano apertamente la loro fiducia in questo libro. Quanti cristiani sono fieri del «loro» libro, la Bibbia? Quanti hanno il coraggio di dimostrare a viso aperto la loro fiducia in esso? Sono i ragazzi stessi ad accorgersi come la Bibbia, tra i cristiani, sia molto trascurata. Anche per loro, magari, ha la stessa importanza dei libri scolastici, mentre non è un libro di scuola (ed è necessario che non lo diventi).
    Da sempre la Bibbia è il «best-seller» dell'umanità. È il libro più diffuso anche tra i non cristiani, perché ha smesso da tempo di essere il libro solo dei cristiani, ed è inoltre l'unico libro che pretende di non contenere parole umane, ma parole «pronunciate» da Dio. C'è, in queste affermazioni, materiale sufficiente per suscitare non solo curiosità, ma anche la domanda «Come ha potuto accadere tutto questo?». il momento di spiegare come è nata la Bibbia. I ragazzi devono capire che la Bibbia non è piovuta dal cielo. Se c'è un libro è perché sono esistite delle persone che, in una determinata epoca storica, in un determinato luogo, si sono messe a scrivere. Quindi possiamo risalire, attraverso il libro, a quelle epoche storiche, a quegli avvenimenti che hanno determinato lo scritto e, seppure in forma minore, possiamo avere notizie sulle persone che hanno scritto.
    Tuffarsi nella storia della Bibbia risulta molto interessante per i ragazzi se l'animatore la possiede sufficientemente e la presenta con fantasia. È entrare in un mondo lontano da noi, ma per tanti aspetti legato a noi. Disponendo di tempo sufficiente si può far rivivere ai ragazzi l'avventura del popolo ebraico, mettendo sempre in evidenza che la Bibbia prima di essere un libro è stata la storia di un popolo. Un popolo che archeologia e storia ci fanno conoscere esternamente con le sue leggi, le sue usanze, i suoi drammi, le sue feste e di cui, nella Bibbia, troviamo l'anima. Un popolo che ha con Dio un rapporto speciale, che si chiarifica sempre meglio nei secoli. .È questa storia, rivissuta sempre più profondamente dalle generazioni successive, che viene con molta lentezza e a più riprese (e qualche contraddizione) fissata per scritto. L'animatore può coinvolgere ancora di più i suoi ragazzi facendo rivivere loro, in un momento ed in un luogo appropriati, il rito della Pasqua ebraica. È il modo più adatto per far comprendere come si tramandava una tradizione di padre in figlio e, nello stesso tempo, come gli ebrei «leggevano» la loro storia. Si possono così abituare i ragazzi a scoprire la loro «storia» personale, anch'essa piena di avvenimenti meravigliosi, se si hanno occhi per vedere, piena di incontri con Dio, come quella degli Ebrei.

    LA BIBBIA, MALFATTA COME UN GIORNALE

    Si può in seguito fermare un po' l'attenzione sull'avventura di questo libro nei secoli. Occorre spiegare ai ragazzi perché da sempre gli studiosi si accaniscono tanto sulla Bibbia, qual è il compito della Critica del testo, far capire come, dopo tanti secoli, si può tranquillamente affermare che il testo (anche questa però è una parola da spiegare) che noi possediamo è quello che è uscito dalle mani degli autori. Si accenni al problema delle traduzioni con un esercizio pratico: mettendo a confronto tre o quattro traduzioni italiane diverse, rilevando divergenze d'interpretazione, sfumature. È importante anche accostare i ragazzi ad alcune figure letterarie tipiche della Bibbia, come le etimologie, intraducibili spesso in italiano, ma con un peso notevole nel modo di esprimersi degli autori biblici, soprattutto di quelli dell'Antico Testamento.
    Il problema dei generi letterari e dell'ambientazione vitale è lasciato troppo spesso agli specialisti. È invece possibile, e anche facile, parlarne ai ragazzi. Tenendo sempre presente quanto afferma il Läpple: «C'è una responsabilità pastorale che non può essere rimandata al futuro, ma che presenta notevoli difficoltà: informare sulle fasi di formazione e sui generi letterari della Bibbia in modo adeguato e a tempo debito, cioè rispettando la maturità e l'età delle persone; liberare il terreno dalla concezione secondo cui la Bibbia dovrebbe essere considerata esclusivamente un documento storico e quindi interpretata alla lettera e in modo strettamente storico» (Dalla Bibbia alla catechesi, Bologna 1977, p. 6). Scoprire i generi letterari si trasforma per i ragazzi in un gioco avvincente che li aiuta ad addentrarsi ancora di più nel mondo biblico, che perde così quella patina di fiabesco ed irreale che fa porre a tanti sullo stesso piano Mosè e Pinocchio. Si tratta anche di presentare l'esegesi come una scienza concreta, con precisi e collaudati strumenti di lavoro.
    I ragazzi capiranno perfettamente i generi letterari e l'ambientazione vitale se si partirà dalla loro esperienza concreta. Esiste una notevole serie di esperienze riuscite in questo campo: la Bibbia è stata alternativamente paragonata ad una biblioteca formata dai libri più diversi, ad una antologia scolastica, all'album della famiglia di Dio, al baule dei ricordi in cui le cose più svariate formano la traccia della vita di una persona o di una famiglia.
    L'inserto di Mondo Erre ha preferito presentare la Bibbia come un giornale. I ragazzi devono essere, se non lo sono ancora stati, previamente informati su quel particolare mezzo di comunicazione che è il «quotidiano». L'inserto si avvale dell'illustrazione dettagliata di una ideale «prima pagina» del giornale-Bibbia che aiuta a comprendere il pensiero. Ogni giornale, infatti, è composto di articoli diversi, di genere e stile assai differenti (cronaca nera, politica, sport, umorismo, poesia, filatelia, cucina, critica, economia...) ma ha una «linea politica» unitaria. La Bibbia analogamente è formata da articoli di generi diversi che però hanno una linea politica unitaria: la salvezza degli uomini. La data di questo giornale particolare è «sempre oggi», l'articolo di apertura è la creazione, quello di spalla l'esodo, al centro c'è la nascita di Gesù e così via. Si può affidare ai ragazzi stessi l'elaborazione delle analogie e la redazione di un giornale-Bibbia murale. L'animatore si fermi soprattutto a sottolineare come trovino posto nella Bibbia alcune «tecniche» giornalistiche che rispecchiano anche il modo di comunicare dell'uomo antico, legato alla emotività, al gioco mnemonico, all'immaginazione, all'esagerazione, alla ripetizione (esattamente come avviene con i titoli «caldi» dei giornali di oggi). Vi sono nella Bibbia tecniche di manipolazione, la tecnica del silenzio o dell'insistenza, la scomposizione o alterazione del tempo, il richiamo all'emotività, l'inversione di causa ed effetto.
    La spiegazione dei generi letterari, dell'ambientazione vitale, dell'intenzione dell'autore si faccia partendo da esperienze semplici e quotidiane, come i modi «stereotipati» di scrivere una lettera o di salutarsi, le differenti relazioni di un medesimo avvenimento fatte da testimoni diversi. Soprattutto si lasci nei ragazzi l'impressione che tutto questo è molto semplice e naturale e serve, nell'umiltà e nella verità, ad arrivare al messaggio che gli autori biblici volevano veramente comunicarci, superando la barriera dei secoli e delle mentalità così lontane dalla nostra.
    Si portano così i ragazzi alla domanda cruciale: «Che cosa significa allora "la Bibbia è parola di Dio"?». Il tema dell'ispirazione deve essere affrontato con semplicità, ma con grande rispetto per il mistero, mettendo in risalto l'atteggiamento di Gesù nei confronti dell'Antico Testamento, atteggiamento che diventa paradigmatico per i cristiani. Si dimostri come Dio ha formato degli uomini secondo il suo cuore (non delle macchine da scrivere) e questi sono diventati parola di Dio. Basta scorrere la storia dei profeti (è bene che lo facciano i ragazzi e siano loro stessi a trarne le conclusioni).
    È utile anche dare ai ragazzi qualche informazione sul canone e la sua storia, sul problema dell'inerranza (legato del resto ai generi letterari), sugli apocrifi.
    Prima di passare ad una presentazione dei singoli libri, che per quanto è possibile i ragazzi devono memorizzare, ci si fermi a lungo, se è necessario, sulla diversità della Bibbia rispetto agli altri libri. Si può leggere la Bibbia come una grande opera letteraria, come una storia d'Israele o come una fonte d'informazioni teologiche. Essa è tutto questo. Ma è mancare l'obiettivo più importante cui essa mira. Il suo fine è di realizzare qualche cosa nella vita della persona che legge e non solo accontentare il suo gusto estetico o fornirgli informazioni storiche e teologiche. Si faccia capire ai ragazzi che la Bibbia, nata da un popolo, deve al suo termine fondare un altro popolo e per questo si privilegia la lettura comunitaria della Bibbia.
    Senza dimenticare mai che «nella Bibbia – afferma il noto teologo protestante Karl Barth – troveremo sempre quel tanto che cerchiamo: il grandioso e il divino, se cerchiamo il grandioso e il divino; fatti importanti e storici, se cerchiamo fatti importanti e storici; niente, se non cerchiamo niente. Gli affamati troveranno nutrimento a sazietà e ai sazi passerà la vaglia prima ancora che aprano queste pagine. Nella Bibbia c'è un mondo nuovo, il mondo di Dio!». È pericolosamente vero, soprattutto per i ragazzi.

    CAPIRE LA BIBBIA

    Ed ecco come l'inserto di Mondo Erre sintetizza i passaggi necessari di fronte ad un brano o un libro della Bibbia.

    1978-5-65

    INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE

    - La Bibbia: parola di Dio?, Quaderni RES, n. 17, Queriniana, Brescia 1977.
    Fascicolo pensato per la scuola secondaria superiore, ma utile anche per scuola di catechisti, tocca con semplicità tre aspetti fondamentali: la natura della Bibbia (C. Bissoli), la verità della Bibbia (B. Maggioni), l'interpretazione della Bibbia (A. Rizzi e B. Maggioni).
    - Ad un livello di studio segnaliamo A. Rizzi, Bibbia ed interpretazione, in I Libri di Dio, Marietti, Torino 1975, 273-321.
    Eccellente panoramica della questione ermeneutica moderna nello sviluppo storico e nelle esigenze operative.
    - Più concettualmente elaborato e di grande valore sono tre articoli di P. Ricoeur radunati in un volumetto: Ermeneutica filosofica ed ermeneutica biblica, Paideia, Brescia 1977.
    - Più in rapporto alla prassi per un inquadramento dell'uso della Bibbia oggi in Italia suggeriamo C. Bissoli, Fenomeno biblico e problematica biblica oggi, in La Parola di Dio nella Chiesa oggi, LAS, Roma 1978.
    Nello stesso libro ora citato vi sono articoli assai validi per venire a conoscere modi diversi di lettura e quindi di attualizzazione della Scrittura oggi (lettura politica, lettura spirituale...).
    - Un numero interessante è quello di Servitium, 1977/19-20, dedicato a Letture attuali di un testo unico 1 Cor 15 (storico-critica, esistenziale, politica, materialista, strutturalista, dossologica).

    - Materiale utile per ricavarne degli stimoli è quello presentato da C. Bissoli, I giovani e la Bibbia, LDC, Torino-Leumann 1974 (commenti all'Esodo, Marco, Atti); R. Fabris, Temi per gruppi biblici, Cittadella Ed., Assisi 1976; Tracce per gruppi biblici, in Atti degli Apostoli, Borla, Roma 1977.
    - Per presentare la Bibbia ai ragazzi non esistono molti sussidi impostati seriamente. Ancora meno sono quelli destinati direttamente ai ragazzi, al di là del pullulare di libri-regalo per prime comunioni o cresime, caramellosi e super illustrati, che fanno più male che bene.
    Tra i libri destinati ai ragazzi segnaliamo:
    - Bibbia per la gioventù, LDC 1960: nonostante gli anni, rimane l'unico esempio corretto di adattamento del testo biblico per ragazzi. Permette di comprendere il valore dell'insieme dei libri sacri con l'aiuto di frequenti sottotitoli.
    - Parliamo di Gesù, LDC 1976; non si tratta della tradizionale vita di Gesù scritta per ragazzi, che consiste di solito in una parafrasi e in una semplificazione (o infantilizzazione!) dei racconti del vangelo, illustrati e colorati. Gli autori di questo sussidio hanno voluto preparare una vera e propria guida o itinerario di scoperta di Gesù e del grande movimento spirituale che da lui ha preso l'avvio attraversando tanti secoli di storia.
    - Una iniziativa notevole è la «Bibbia a Fumetti» della LDC: una serie di 10 album di grosso formato a colori (sono usciti i primi tre) che usando il codice «fumetto», istintivamente gradito ai ragazzi, li avvicina al testo biblico, adattato da una équipe di catechisti. I disegni sono di grande qualità, né mielosi né drammatici.
    Per l'animatore suggeriamo:
    - G. LOHFINK, Ora capisco la Bibbia, EDB 1977 e D. ARENHOEVEL, Così nacque la Bibbia, EDB 1977: sono due libretti utilissimi perché scritti con linguaggio semplice e ricchissimi di esempi. Il primo è uno studio sulle forme letterarie della Bibbia, mentre il secondo è un saggio introduttivo dell'Antico Testamento.
    - Per una introduzione graduale all'Antico Testamento sono ottimi anche i due volumetti di A. LÄPPLE, Dalla Bibbia alla Catechesi, EDB 1977.


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