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    Modelli di lettura della Bibbia



    Fausto Perrenchio

    (NPG 1978-05-33)

     

    Si accenna con frequenza, anche in riviste qualificate, a modelli e metodi di lettura della Bibbia (scientifico, spirituale, politico, ecc.) quasi si trattasse di realtà specificamente diverse. È un modo schematico di leggere il dato di fatto. Le esperienze di lettura in atto presentano sì differenze di accenti e di tendenze, ma con vaste fasce di convergenza e di intreccio. Da notare che le divergenze, anche a livello di lettura della Bibbia, dipendono perlopiù dalle vicende esistenziali che hanno contrassegnato il sorgere e lo svilupparsi dei vari gruppi.
    Nelle tre brevi radiografie, che sto per presentare, evidenzierò da ogni esperienza tre punti: l'importanza della Bibbia nella loro storia, l'aspetto tipico del loro accostamento al Libro Sacro ed infine le modalità concrete di questo accostamento. Una puntualizzazione conclusiva chiuderà il tutto.

    LE COMUNITÀ NEOCATECUMENALI

    Il Movimento Neocatecumenale nasce nel 1962 a Madrid fra i baraccati di «Palomeras altas» per opera di Kiko Argano e di un gruppo di laici, suoi amici. Oggi è presente in tutti i continenti.

    Importanza dell'accostamento alla Bibbia

    Il primo gesto, che caratterizzò il sorgere del Movimento, fu la proclamazione del Vangelo a questa gente povera e disperata delle baracche. Nasce in questa prima esperienza di annuncio l'abbozzo di quella sintesi catechetica, che costituisce l'elemento più originale della vita del Movimento. Annunciare a tutti le meraviglie che Dio ha compiuto e continua a compiere per l'uomo. In questo annuncio, l'impiego della Bibbia è fin dall'inizio fondamentale e massiccio. Una caratteristica che rimarrà costante.
    Il cammino neocatecumenale dura una decina d'anni e si dipana in sei tappe successive che scandiscono il progressivo crescere della fede. Assieme alla Liturgia e alla esperienza di vita comunitaria, l'ascolto e la riflessione sulla Parola costituiscono l'elemento-chiave dell'intero percorso, anzi i primi due elementi presuppongono e germinano dall'adesione alla Parola annunciata.
    La Bibbia è considerata il libro su cui pregare e su cui «lavorare», la sorgente, l'alimento a cui attingere per rinfrancarsi nel cammino e lo specchio in cui cogliere i criteri di Dio per orientare la propria vita. È significativo che gli «scrutini», che si effettuano al termine delle varie tappe, per rilevare il progresso compiuto, vertano principalmente sul grado di assimilazione dei contenuti biblici realizzato dai singoli.

    Tipicità di questo accostamento alla Bibbia

    Il Movimento Neocatecumenale ha una preoccupazione fondamentale: che la Bibbia sia percepita ed accolta come il messaggio di un Vivente, che interessa ed interpella la vita.
    Come per Israele la Scrittura non era tanto una serie di dottrine e di norme a cui ottemperare bensì la testimonianza di un incontro con Dio, garanzia del perpetuarsi della sua attività salvifica nel presente e nel futuro, così oggi la Scrittura va presentata come la parola, la voce di uno che vuol farsi conoscere ed entrare in contatto con l'uomo, per rivelargli il senso della sua esistenza.
    Sotto questo profilo è significativo il fatto che fin dai primi incontri con il nuovo adepto non ci si limita a discorsi sulla Bibbia, ma lo si aiuta a gustarne un concreto assaggio.
    Ma la Scrittura diviene Parola di Dio, e quindi colma di un'irresistibile eloquenza per l'esistenza concreta, a due condizioni. La presenza di una comunità ecclesiale, i cui membri abbiano fatto diventare la Scrittura carne e sangue della propria vita e in grado quindi di annunciarla, non come un contenuto nozionistico ed astratto, ma come un evento vissuto ed esperito. Senza la Chiesa che la vive e la riannuncia la Scrittura è uno scheletro senza carne. Per questo uno dei gesti del cammino neocatecumenale è la solenne consegna del Libro Sacro da parte del vescovo, proprio per indicare che è nella Chiesa che il Libro si dissigilla e prende vita.
    La seconda condizione è che il catechizzando a sua volta tenti di rifare nella sua vita il cammino descritto nella Scrittura. Nella misura in cui egli cerca lealmente di realizzare le vicende, l'esperienza, l'incontro ivi raccontati la Scrittura si anima, si accende e diviene Parola fascinosa di un Vivente.

    Modalità concreta di accostamento alla Bibbia

    Il cammino neocatecumenale, con le sue tappe in progressione, determina i contenuti e le modalità di accostamento.
    Nella prima tappa, quella dell'annuncio, il contenuto biblico della catechesi comprende il nucleo fondamentale del Kerygma: il Cristo morto e risorto ed inoltre la figura di Abramo, quale paradigma della fede, e l'esperienza dell'Esodo, quale paradigma della liberazione. Una celebrazione sul significato della Bibbia nella vita della Chiesa e del credente, presieduta dal Vescovo, ed una convivenza di tre giorni dedicata, fra l'altro, ad approfondire i temi della Pasqua ebraica, della Pasqua cristiana e dell'Eucarestia sono gli apporti biblici che completano questo periodo di iniziazione. In esso l'atteggiamento del soggetto, che inizia il cammino, è fondamentalmente recettivo.
    Nelle tappe successive l'accostamento alla Bibbia diventa più intenso ed attivo. La nuova comunità, ormai nata, si riunisce settimanalmente per la celebrazione della Parola. Un gruppo di 5 o 6 persone, a turno, s'incarica lungo la settimana di preparare la celebrazione. I temi sono all'inizio molto semplici, tipo «l'acqua, la pietra, l'albero, l'olio, ecc.», e tuttavia questa reiterata aratura delle pagine della Bibbia crea pian piano una familiarità ed una sintonia immediata con il Libro Sacro. In seguito si indaga e si celebra mensilmente un momento della storia della salvezza: Abramo e i patriarchi, Mosè e l'Esodo, il Deserto, ecc. Ogni neocatecumeno viene impegnato a preparare una catechesi sui vari temi. Poi si approfondiscono le singole figure bibliche: Adamo, Abele, Melchisedech, ecc. Più avanti ancora, dopo essere stati iniziati alla comprensione e alla preghiera dei Salmi, la celebrazione della Parola verte sui vari articoli dei Credo ed infine sulle petizioni del Padre nostro. Un itinerario, dunque, lungo e organico, in cui l'approccio alla Bibbia è realizzato, alternando armonicamente il momento personale e quello comunitario.

    LE COMUNITÀ DI BASE

    La denominazione «Comunità di Base» copre un fenomeno ampio e complesso, a dimensioni mondiali, con aspetti comuni e tratti molto differenti. Il mio intervento riguarda esclusivamente le CdB dell'area italiana. Il Convegno tenuto a Roma il 23-24 ottobre 1971 sul tema del Concordato ne segna la nascita ufficiale, ma esse avevano avuto una gestazione lunga e travagliata. Più che per il numero degli aderenti, la loro presenza è stata ed è significativa per il ruolo di rottura che essi hanno giocato nell'ambito della Chiesa italiana.

    Importanza dell'accostamento alla Bibbia

    Il ricorso alla Bibbia è stato fin dall'inizio uno degli elementi caratteristici delle CdB. Ma è stata in parte un'opzione istintiva, quasi un contrappeso al rifiuto dell'istituzione. In seguito, continuando la prassi di lettura, se ne sono approfondite le motivazioni anche a livello riflesso. Oltre a riconoscere nella Bibbia un luogo privilegiato per incontrare il Signore e diventare credenti ed oltre a evidenziare il carattere di supporto, di stimolo e anche di verifica critica che essa ha nei confronti della prassi, l'aspetto che le CdB ritengono fondamentale e decisivo viene espresso con il termine «riappropriazione». Ogni membro delle CdB deve abilitarsi ad accostare la Bibbia in prima persona, a partire dalla propria esperienza popolare, senza deleghe di comodo, per «far cessare il monopolio della Parola da parte della casta sacerdotale e della chiesa gerarchica affinché il popolo di Dio, in vera fraternità, acquisisca la capacità e gli strumenti per una lettura comunitaria. Troppe volte nella storia la mediazione sacerdotale ha rubato ai poveri e ha rivolto contro di loro la forza liberatrice della Parola di Dio». Dunque è urgente rifrequentare la Bibbia per liberarla dalle deformazioni ideologiche, con cui è stata contaminata, e farla tornare una forza ed un mezzo di presa di coscienza e di liberazione.

    Tipicità di questo accostamento alla Bibbia

    Le CdB indicano un presupposto come criterio discriminante per una corretta lettura della Bibbia: il tipo di collocazione politico-esistenziale del lettore. Punto di partenza è l'affermazione che una lettura neutrale della Bibbia, cioè indipendente dal contesto economico, sociale e politico in cui si è inseriti, è impossibile. Si deve dunque prendere posizione. Ora, a giudizio delle CdB, l'unica posizione che consenta una comprensione vera della Bibbia è la condivisione della condizione dei poveri. Ma perché questa condivisione non resti astratta è indispensabile che essa si traduca in una scelta di classe, della classe proletaria. È dunque la collocazione di classe, all'interno delle lotte del movimento operaio, il «luogo teologico», la preocomprensione ottimale per una autentica lettura biblica.
    Una simile impostazione è gravida di conseguenze sul piano metodologico, in quanto implica l'utilizzazione degli strumenti culturali che il proletariato storicamente si è dato. È ciò che si connota con l'espressione «lettura materialistica della Bibbia». Essa non significa lettura «atea», quasi si volesse escludere la trascendenza, e nemmeno soltanto un approccio alla Bibbia lasciandosi stimolare dal proprio inserimento sociale e politico (questa sarebbe la lettura politica), bensì anche l'utilizzazione dell'analisi marxista dei rapporti sociali di produzione nei confronti sia della situazione del lettore, a partire dalla quale egli legge la Bibbia, sia di quella in cui sono sorti i testi biblici e che condizionava la visione culturale e religiosa dei loro autori.
    I risultati a cui si mira con un simile tipo di lettura: deideologizzare la lettura borghese e idealista della Bibbia imposta finora dalla cultura dominante; scoprire la dimensione sociale e politica del messaggio biblico e quindi far ricuperare alla classe operaia simpatia e familiarità con il Libro Sacro, rimasto ad essa per tanto tempo estraneo ed incomprensibile.

    Modalità concreta di accostamento alla Bibbia

    L'obiettivo di fondo delle CdB è dunque quello di una lettura biblica comunitaria e popolare, in cui ognuno divenga corresponsabile e protagonista nell'ascolto e nell'interpretazione del testo. Di qui la necessità per le singole comunità di accostarsi alla Bibbia in forma continuata, sistematica, metodica, imparando ad utilizzare gli strumenti e le tecniche d'indagine esegetica, magari con l'aiuto di qualche esperto che accetti di inserirsi organicamente nell'ambito della comunità e di condividerne il cammino.
    Alcune iniziative degne di menzione: il «servizio biblico», cioè lo scambio fra comunità dei frutti del proprio lavoro biblico; la designazione di un responsabile per ogni regione incaricato di raccogliere e diffondere i materiali biblici elaborati dalle comunità; l'istituzione di corsi di preparazione biblica a livello regionale, frequentati da qualche rappresentante per ogni comunità; l'incontro periodico di diverse comunità su passi biblici studiati precedentemente dalle singole comunità; la programmazione di lettura annuale (una o più libri), concordata fra tutte le comunità di una regione con confronto finale e messa in comune di frutti, difficoltà e rischi incontrati.

    I FOCOLARINI

    La prima cellula del Movimento dei Focolari si forma a Trento nel 1943, in piena guerra, attorno a Chiara Lubich e ad un piccolo gruppo di sue amiche, desiderose di accogliere ed attuare il progetto del Signore nella loro esistenza. Oggi i Focolarini sono sparsi, in variegate forme espressive, in tutto il mondo. Per questa esperienza, ritengo che non si possa parlare di un metodo di lettura della Bibbia, quanto piuttosto di una sua utilizzazione costante, convinta e anche, per alcuni versi, originale.

    Importanza dell'accostamento alla Bibbia

    Proprio per conoscere il progetto del Signore sulla propria vita, la Scrittura appare subito al primo sparuto gruppetto come la fonte privilegiata. La familiarità con il Libro Sacro diviene quotidiana. Da essa fiorisce una serie di intuizioni e di scoperte. Pagine, materialmente conosciute, acquistano luce nuova. Soprattutto la Bibbia s'impone come un codice di vita, come una parola da incarnare nell'esistenza quotidiana. Alcune espressioni dell'annuncio evangelico assurgono, in particolare, a punti di riferimento e linee di direttiva per il Movimento che sta nascendo: «Amatevi a vicenda come io vi ho amato», «che tutti siano uno», «dove due o più sono uniti nel mio nome, ivi sono io in mezzo ad essi», «chi ascolta voi, ascolta me».
    Il tentativo di mettere in pratica con semplicità queste parole ha come esito il cambiamento della vita. Un'affermazione tipica degli inizi: «Se, per ipotesi assurda, tutti i Vangeli della terra venissero distrutti, noi desidereremmo vivere in modo tale che gli uomini, considerando la nostra condotta, possano, in certo modo, riscrivere il Vangelo».

    Tipicità di questo accostamento alla Bibbia

    L'aspetto che spicca nettamente fino a diventare uno dei tratti fondamentali dell'intera spiritualità del Movimento è l'assunzione del Vangelo «sine glossa» e la sua traduzione immediata nella vita. Il Vangelo non si comprende, a giudizio del Movimento, attraverso lo studio, ma attraverso la sua messa in pratica. Lo studio puramente esegetico e l'approfondimento teologico possono essere utili, ma giocano un ruolo secondario, l'essenziale è che la Parola di Dio diventi alimento, criterio e principio di tutta quanta la vita, fino a trasformare progressivamente l'individuo in un Vangelo vivente.
    Alla base di quest'impostazione sta la convinzione che Gesù è risorto e vivo e che oggi nella sua Chiesa Egli ripete la sua parola ad ognuno non come il ricordo di un fatto trascorso e inerte, ma come un impegno da attuare continuamente.

    Modalità concreta di accostamento alla Bibbia

    A parte l'iniziativa e l'impegno dei singoli, il Movimento ha avuto fin dall'inizio due modalità particolari di approccio alla Bibbia. La prima è stata designata come l'ascoltare la Parola di Dio dentro di sé, «ascoltare quella voce». Una forma di meditazione attenta a quel germe di voce di Dio seminato nel cuore fin dal Battesimo, fatto maturare via via dallo Spirito e bisognoso d'essere continuamente ravvivato.
    La seconda modalità, più tipica, è indicata con l'espressione «Parola di vita». Si tratta di una frase della Scrittura, di senso compiuto, generalmente di carattere pratico. Essa viene scelta per un determinato periodo di tempo (all'inizio era una settimana, attualmente un mese) e va vissuta da tutti con l'impegno leale. Un commento, sottoposto previamente all'autorità ecclesiastica, l'accompagna, spiegandola e attualizzandola. È una forma di esegesi, anche se semplice e piana, ma sul tipo di un attore, che interpreta un brano scritto da un altro, sotto la regia di un terzo.
    I frutti di questa esperienza di Vangelo vissuto vengono poi comunicati e spartiti nella comunità dei fratelli, ad edificazione ed incoraggiamento di tutti.

    SI PUÒ FARE UNA SCELTA?

    Alcuni rilievi conclusivi globali, semplici stimoli per avviare un approfondimento di valutazione delle esperienze di lettura analizzate.
    Il Movimento Neocatecumenale e quello dei Focolari manifestano una notevole affinità di clima e d'impostazione. La Bibbia è accolta in forma kerygmatica, cioè come un annuncio da cui lasciarsi interpellare e orientare.
    La Chiesa è considerata come il «luogo» indispensabile perché la lettura della Bibbia sia viva ed autentica. Così pure fortemente sottolineata la necessità che la Parola s'incarni nella vita e ciò anche al fine di meglio comprenderla. L'esegesi scientifica non è negata o misconosciuta; fra i Neocatecumenali il ricorso agli strumenti scientifici basilari è pacifico, così i commenti alla «Parola di vita», redatti dai Focolarini, pur nell'affiato volutamente spirituale che li caratterizza, sono esegeticamente dignitosi e corretti. È indubitabile, comunque, che entrambi i Movimenti non dimostrino una gran fiducia nella scienza esegetica.
    Le esigenze delle persone a cui il messaggio è rivolto non sono ignorate; l'accostamento alla Scrittura viene realizzato, infatti, nell'ambito di una comunità attenta e cordialmente disponibile alle necessità di ognuno; tuttavia sembra che la dimensione esistenziale, cioè il bagaglio di problemi, di esperienze, di risonanze che i singoli, variamente innestati nel tessuto sociale, portano con sé, non sia considerata un elemento costruttivo e stimolante per una più profonda interpretazione del testo.
    Per quanto riguarda più propriamente il metodo d'approccio, i Neocatecumenali raggiungono certamente, per l'itinerario molto più organico che devono percorrere, una conoscenza della Bibbia di gran lunga superiore a quella raggiungibile dai Focolarini. Particolarmente negativa nella metodologia di questi ultimi l'atomizzazione delle frasi bibliche, strappate al loro contesto e trattate alla stregua di una serie di frasi celebri, senza contare che larghi settori, il VT in particolare, sono completamente ignorati. Altrettanto negativo inoltre il fatto che non ci sia un vero momento di ascolto comunitario della Parola e che l'incontro avvenga soltanto dopo nello scambio dei frutti che la Parola realizza incarnandosi nella vita.
    Le CdB, in confronto agli altri due movimenti, si caratterizzano per un maggior coinvolgimento politico-sociale e per una collocazione ecclesiale di tipo contestativo. Questo radicamento esistenziale influisce decisamente sul loro approccio alla Bibbia. Il soggetto, con il suo corredo di istanze ed esperienze, è ben valorizzato, ma sono le esigenze della Bibbia che rischiano di non venire più rispettate. Così la Chiesa, nella sua dimensione magisteriale, è percepita in contrapposizione alla Scrittura.
    I testi biblici vengono selezionati e come filtrati attraverso l'opzione sociopolitica, assunta come assoluto criterio di autenticità. Si ritorna così al primato dei criteri dell'uomo su quelli di Dio, cosa che alla luce della fede appare del tutto inaccettabile.
    Lo spaccato ecclesiale analizzato, rivela dunque luci e ombre, valori e limiti, varietà di accentuazioni e rischi di unilateralità. Nella misura in cui i vari movimenti, pur nella fedeltà alla loro fisionomia primigenia, resisteranno alla tentazione di chiudersi nel loro bozzolo e si dimostreranno invece disponibili al confronto e alla correzione, il loro apporto animatore e profetico nella Chiesa potrà sortire frutti ancora più fecondi e abbondanti.


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