Giuseppina e Enrico Alba
(NPG 1978-04-69)
Premettiamo che il punto chiave di ogni discorso sessuale è quello di non perdere mai di vista che qualsiasi intervento in questo campo debba essere visto nell'ottica dell'educazione all'amore. Ciò premesso, e perché il nostro contributo ci viene richiesto soprattutto nell'ambito dell'informazione sessuale, crediamo di dover sottolineare anzitutto che l'informazione e l'educazione in fatto di sessualità non siano scindibili, ma debbano coesistere, così come di fatto appaiono strettamente intercomunicanti. Nessuno può più pensare oggi ad una informazione totalmente priva d'interpretazione e quindi di educazione: il modo stesso di presentare l'informazione, la scelta degli argomenti, il tempo dedicato ai vari temi, ecc. sono chiaramente soggetti ad interpretazione ed anche a manipolazione.
Dopo queste precisazioni, rispondiamo anzitutto a due domande che esigono una risposta piuttosto precisa: quando cominciare a trasmettere l'informazione sessuale? Come trasmettere tali nozioni?
Evidentemente, è un dato ormai acquisito, l'informazione sessuale va trasmessa sin dai primissimi anni. Ma ciò andrà fatto senza alcuna ostentazione. Non è il caso, per esempio, di portare il figlio a fare il bagno col papà e la mamma, così come non è necessario chiudere a chiave la porta quando in bagno c'è l'uno
o l'altro dei genitori. Bisogna poi essere pronti a rispondere in modo adeguato agli interrogativi dei bambini, a seconda della loro età. Come non è conveniente prevenire, così non è bene negare risposte. Tutto questo almeno finché il bambino non sia in grado di sviluppare un ragionamento astratto e di porsi dei problemi esistenziali.
In che modo trasmettere poi l'informazione sessuale? Inserendo l'uomo e il suo processo biologico-sessuale nell'ambito della natura. Nel portare gli esempi tratti dalla natura si deve mettere in risalto soprattutto ciò che è stimolante per l'uomo: gli atteggiamenti di tenerezza, di dipendenza, di protezione amorosa degli animali, per esempio.
È fondamentale trasmettere ai ragazzi che vivere la sessualità è scoprire fino in fondo il proprio ruolo di uomo o di donna, una sessualità che noi come educatori ci impegneremo di spogliare della violenza che i mezzi di comunicazione più in voga associano allo stesso concetto di sessualità. Più avanti negli anni faremo presente ai nostri giovani una alternativa: o una sessualità vista unicamente in funzione del piacere personale, egoistico, di violenza psicologica all'altro, di sfruttamento; o una sessualità «adulta» a tutti gli effetti in funzione dell'amore-dono, del rispetto per l'altro, il volere il bene dell'altro, creare una vita, ecc.
IL COMPITO DEI GENITORI
Quanto al compito educativo che spetta ai genitori, vogliamo sottolineare l'importanza della serenità della coppia, della testimonianza di vero amore, della sincerità, della disponibilità vicendevole, ed inoltre di tutte quelle piccole affettuosità – baci, attenzioni, complimenti – che gli stessi coniugi non si rifiuteranno in presenza dei figli e attraverso le quali i ragazzi devono giungere alla conclusione che papà e mamma non hanno dato loro la vita per sbaglio, ma per una profonda esigenza di amore.
Per giungere a questa armonia familiare è fondamentale che sia raggiunta da parte dei genitori un'intesa affettivo-sessuale. I genitori non possono parlare di educazione sessuale ai loro figli se prima non hanno risolto i propri problemi sessuali di coppia.