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    Il sussidio per il campo scuola



    Franco Floris

    (NPG 1977-05-51)


    Precisiamo subito che cosa intendiamo per «sussidio». Un camposcuola ha bisogno dei più svariati sussidi: dalla raccolta di canzoni alla chitarra con cui accompagnarli, dalle diapositive per eventuali montaggi alla macchina per proiettarle... Qui intendiamo parlare di sussidio in senso molto stretto: l'insieme di fogli stampati, litografati o ciclostilati in dotazione di tutti i partecipanti, come strumento di lavoro durante il campo. Degli altri sussidi parleremo solo di sfuggita.
    Prenderemo anzitutto in considerazione il proliferare dei sussidi per campiscuola come risposta al manifestarsi di diverse esigenze sociali, giovanili ed ecclesiali. Ciò ci permetterà di mettere a fuoco la funzione che oggi, in genere, si attribuisce al sussidio nell'insieme del campo.
    Tenteremo poi alcune riflessioni di principio e indicazioni di metodo per «fare in casa» i sussidi.
    Concluderemo con una rassegna di progetti di campo già abbozzati negli anni passati da NOTE DI PASTORALE GIOVANILE e con un elenco di materiale vario a cui fare riferimento per costruire in concreto il sussidio.

    IL PROLIFERARE DEI SUSSIDI

    Di sussidi per campiscuola, tra i gruppi giovanili ne sono sempre circolati. Ciò che da qualche tempo è cambiato è il loro stile e la logica di fondo che li sostiene. Alle radici di questo cambiamento di impostazione sta il nuovo contesto sociale, ecclesiale e giovanile che è venuto delineandosi dopo il concilio e la contestazione giovanile del '68. A livello sociale intendiamo soprattutto parlare del pluralismo ideologico e della necessità, per i giovani, di fare i conti con le più svariate proposte di vita oggi circolanti.
    A livello giovanile ci riferiamo alla diffidenza dei giovani davanti a proposte che scendono dall'alto e alla voglia di gestire in proprio le iniziative che possono determinare il loro futuro. A livello ecclesiale dobbiamo sottolineare il pluralismo teologico e pratico che caratterizza oggi la chiesa italiana, pluralismo che ha portato da una parte a elaborare una ricca e disparata strumentazione teologico-operativa (basta pensare ai tanti catechismi circolanti e alle loro diverse impostazioni) e dall'altra a sentirsi spesso a disagio davanti a proposte elaborate da altri gruppi cristiani, da «Comunione e Liberazione» a «Cristiani per il socialismo». È in questo clima che sono proliferati anche i sussidi per i campiscuola. Si impone per altro una prima conclusione: non esistono dei sussidi validi per «tutte le stagioni», per tutti i gruppi.
    Una valutazione completa del diffondersi dei litografati e ciclostilati per campiscuola non può tuttavia non sottolineare anche alcune perplessità:
    - alcuni sussidi in circolazione sono del tutto moralistici: manca lo sforzo di analizzare a fondo i fatti, manca il confronto sui valori, propongono soltanto dei comportamenti, magari rifacendosi a formule di comodo («l'amore è tutto»; «diamoci da fare»);
    - altri sussidi sono del tutto ideologizzati: non è più la fede il metro ultimo su cui si misurano i problemi, ma le ideologie di destra o di sinistra;
    - altri sussidi sono in realtà delle somme teologiche ridotte per gruppi giovanili, ricche di «contenuti» da assimilare ma che non fanno emergere il problema di fondo della integrazione fede-vita.

    IL SUSSIDIO NEL CAMPOSCUOLA

    In un camposcuola in primo piano non deve stare il sussidio, ma il gruppo dei giovani che si confronta. Spendiamo due parole su questa affermazione.
    In una impostazione «discendente» di campo il sussidio è uno strumento con cui tutti devono confrontarsi: il campo ha raggiunto buona parte dei suoi obiettivi quando sono stati assimilati i contenuti del sussidio.
    In una impostazione invece che tiene conto del nuovo contesto sociale ed ecclesiale, il sussidio del camposcuola assume una funzione diversa. Il sussidio sta anzitutto «tra» i partecipanti al campo, come stimolo a confrontarsi tra di loro, come strumento per lavorare in gruppo. In secondo luogo, il sussidio sta «tra» la realtà ed il gruppo: il sussidio ha il compito di evitare che il gruppo macini a vuoto; ha il compito di mettere in primo piano i fatti, il quotidiano e i suoi interrogativi.
    Da questa funzione del. sussidio possiamo derivare alcune indicazioni:
    - il sussidio non può essere una sintesi già confezionata su un dato argomento, ma solo un insieme di spunti e stimoli per la ricerca in gruppo;
    - non può essere un libro da leggere e studiare, ma deve offrire della documentazione su cui lavorare e delle piste su come lavorare insieme;
    - non deve servire ai singoli (anche se questo non viene escluso) ma al gruppo: più che per i momenti di interiorizzazione personale dovrebbe servire, come già detto, per aiutare i presenti a confrontarsi;
    - non deve offrire delle idee ma presentare dei fatti che toccano da vicino quelli che sono al campo, fatti che per se stessi fanno problema: il sussidio informa sui fatti e provoca a farsi delle idee su tali fatti, a partire, come vedremo, dalla «proposta» che il campo intende fare.

    VERSO LA CREAZIONE DI SUSSIDI

    Non si può parlare di come fare i sussidi senza precisare che tipo di campo si intende fare. Presentiamo alcuni interrogativi per orientare il lavoro:
    - si vuole organizzare un campo di formazione-base del gruppo o si vuole organizzare dei campi di specializzazione (come fede-impegno politico, educazione alla sessualità...)?
    - per chi è destinato il camposcuola: adolescenti con un modo «globale» d esprimersi e avvicinarsi alla realtà o giovani con i quali è possibile muoversi a livelli di analisi approfondite e di confronti teorici? studenti a cui piace un certo tipo di analisi intellettuale dei fatti oppure operai legati alla concretezza della vita?
    - si tratta di un camposcuola in cui, per diversi motivi, si esula dalle problematiche legate alla fede, per soffermarsi sui valori umani o si intende giungere anche ad una lettura di fede dei problemi che emergono?
    Rispondendo a questi interrogativi concreti si delimita già il cammino che porta al campo e la strada per creare dei sussidi adeguati. Ma come, in effetti, giungere al sussidio vero e proprio?
    Per meglio organizzare il lavoro suggeriamo di prevedere tre momenti diversi: il momento del progetto del campo e della scelta dei valori; il momento in cui si precisa il processo logico che anima il campo; il momento in cui si sceglie il tipo di materiale occorrente. E, infine, il montaggio del sussidio.

    Un progetto di campo ed un fascio di valori

    Man mano che si delinea la fisionomia che si vuol dare al campo si precisa quello che chiamiamo il «progetto di campo». Comprende le motivazioni per cui si vuol fare il camposcuola partendo dalla situazione concreta in cui si trovano i destinatari, gli obiettivi che si intende raggiungere, lo stile e il clima che si vuol dare alla conduzione del campo (si vuole privilegiare l'amicizia e la collaborazione tra i presenti o si vuole privilegiare la proposta e il confronto serio sui valori? si vuole creare un confronto tra tutti i presenti o si preferisce una comunicazione canalizzata continuamente verso l'esperto?), gli strumenti da prendere in considerazione per raggiungere gli obiettivi...
    Nel progettare il campo un'attenzione particolare va posta nel mettere a fuoco il «fascio dei valori». Si organizza un campo, in ultima analisi, perché si credono certi valori (umani e cristiani) e si ritiene utile «proporli» ad altri.
    Sulla proposta e sui valori che la sostengono occorre essere chiari, senza barare davanti ai giovani. Chiarezza vuol dire sapere a quale insieme di valori si fa riferimento. Parlando dei problemi della vita si può giudicarli molto diversamente: su quale metro proporremo di misurarli durante il campo? Non barare significa invece che i partecipanti al campo devono progressivamente venire a conoscenza dei termini precisi della proposta del campo. Altrimenti si finisce per fare del proselitismo, vendendo valori umani e/o cristiani con metodi pubblicitari.
    A completamento del progetto due parole sul rapporto tra le possibili letture umane dei fatti e la lettura di fede. In un camposcuola è fondamentale, per verificare in concreto l'integrazione fede-vita, che si operi in modo corretto: la lettura di fede non deve annullare o sostituire le diverse letture antropologiche (sociologica, psicologica, politica, filosofica...), ma riprenderle per cogliere il significato salvifico di tali letture; le letture umane (se l'obiettivo del campo è anche la maturazione della fede) non possono a loro volta essere esaustive: per un cristiano c'è sempre una logica «diversa», quella della croce, in cui tutti i fatti e tutte le letture umane vanno «completate».

    Il processo logico del sussidio

    Il progetto di campo va tradotto in strumenti. Ciò che è importante è che tutti gli strumenti, compreso il sussidio, siano orientati da una logica unica, quella che deve animare tutto il cammino del campo. Per capire la logica del campo ci rifacciamo alla terminologia e al metodo della revisione di vita. Il processo logico è dato dalla sequenza di vedere-giudicare-agire. Presentiamo il sussidio dentro questa logica.

    Vedere
    Il punto di partenza di ogni campo sono i fatti della vita, nella loro immediatezza, negli interrogativi che il loro stesso porsi sollevano, nelle scelte a cui essi portano. Il campo non ha anzitutto lo scopo di mediare dei contenuti, ma primariamente quello di orientarci positivamente tra i fatti. Troppi campi sembrano dipendere più da schemi mentali, per di più sorpassati, che dagli interrogativi sempre nuovi che la vita pone.
    In concreto questo primo momento del processo logico solleva il problema di quali fatti e di come, in vista del sussidio, documentarsi su tali fatti.
    Poiché poi, nel documentarsi, non si colgono mai i fatti allo stato puro, ma già e sempre anche delle letture orientate da ideologie, sistemi di valori, pregiudizi, occorre raccogliere e catalogare anche le diverse letture dei fatti. Così, ad esempio, per impostare un campo sui problemi sessuali dei giovani, non basta raccogliere delle statistiche sul loro comportamento: occorre anche raccogliere le interpretazioni: da quella marxista a quella radicale, da quella consumista a quella cristiana.

    Giudicare
    Il momento successivo alla raccolta dei dati, nella logica interna del campo, è quello della analisi dei dati e della loro valutazione da parte del gruppo.
    Delineiamo alcuni momenti:
    - la comprensione dei fatti con una certa spregiudicatezza, sforzandosi di liberarsi da un approccio emotivo (vi è in gioco il proprio modo di vivere!) e dalle proprie precomprensioni;
    - la messa a fuoco e il confronto tra le diverse letture alla ricerca del criterio (= l'insieme dei valori) che determina ogni lettura e del progetto/modello di uomo sottostante;
    - il confronto tra i partecipanti per trovare un fascio di valori con cui misurare con maggior oggettività i fatti in questione e con cui relativizzare le altre letture; è a questo punto che entra in gioco la «proposta» del campo, l'insieme dei valori che si presentano.

    Agire
    È il terzo ed ultimo passo del cammino logico del campo: partiti dai fatti, ci si è incamminati verso una lettura critica che comporta una decisione personale e di gruppo, decisione che si esprime nello sforzo di riprogettare la propria prassi, il proprio atteggiamento verso i fatti.
    Perché la «conversione» a cui ogni campo tende non sia generica è decisivo il fatto che il gruppo affronti l'interrogativo su quale sia, in concreto, la prassi più rispondente alla valutazione dei fatti e alla adesione ai valori che la proposta del campo ha fatto emergere.

    La impostazione del campo e il «materiale» del sussidio

    Vediamo ora più da vicino che cosa il sussidio può contenere. Qui entra in gioco la impostazione e conduzione che si intende dare al campo.
    Verificando attentamente la proposta di campo con il processo logico che deve animarlo vengono a delinearsi dei grossi blocchi di materiale attorno a cui lavorare. L'abbozzo di questi blocchi va fatto considerando anche il tempo a disposizione e, più da vicino, la mole di lavoro che il gruppo è in grado di svolgere giorno per giorno.
    Una volta suddiviso il lavoro tra le giornate di campo occorre verificarsi sulla impostazione da dare al campo e sui diversi tipi di intervento educativo che si prevedono nell'arco di una giornata.
    In vista del sussidio, sottolineiamo questi possibili interventi da coordinare dentro una giornata di lavoro:
    - la proposta da parte di chi anima la giornata: ha il compito di inquadrare il lavoro, farne emergere il significato alla luce di tutto il campo, sottolineare i valori di fondo su cui misurare la realtà;
    - il confronto in gruppo: dopo la presentazione della giornata si passa al lavoro di gruppo (o dei sottogruppi, se al campo si è in molti) per analizzare la documentazione e dare un giudizio;
    - l'assemblea generale: al termine dei lavori di gruppo si riunisce nuovamente l'assemblea per confrontarsi sui dati emersi nei singoli gruppi, per un ulteriore approfondimento, per un accordo di massima su alcuni punti basilari in vista del lavoro successivo;
    - la preghiera: non può essere considerata come un momento a sé stante, perché ha una sua funzione precisa nell'arco dei lavori;
    - il tempo di interiorizzazione: il campo non deve permettere solo che i partecipanti si confrontino, ma deve anche aiutare i singoli ad una personale revisione di vita: quale materiale mettere a disposizione? il campo può prevedere degli intervalli per l'approfondimento mediante la lettura di articoli di riviste o capitoli di libri: quali segnalare e quali, se è il caso, litografare o ciclostilare, come materiale aggiunto al sussidio vero e proprio?

    Quale materiale?

    Se ripensiamo il sussidio tenendo presenti questi diversi momenti della vita di campo riusciamo a precisare ancora meglio il tipo di materiale che può o deve contenere un sussidio. Per ogni tema-giornata di lavoro è possibile prevedere questo tipo di materiale:
    - La proposta: la presentazione del significato del tema-giornata nel quadro d'insieme del campo e della logica del sussidio. Una specie di lettura profonda e sintetica dei fatti, dei valori in gioco nei fatti e della proposta dei nuovi valori di riferimento. La proposta, rivolta direttamente ai giovani, vuole dialogare lealmente con loro, con la loro intelligenza, superando approcci emotivi o istintivi. I giovani nella proposta devono trovare con chiarezza dove si vuole arrivare: valori, concezione di vita, atteggiamenti di base...
    La proposta, anche se presente sinteticamente nel sussidio, va fatta a voce. È compito dell'animatore del campo o dell'esperto del tema. In quanto proposta scritta tuttavia, può essere fatta oggetto di lettura personale o anche in gruppo, all'inizio della giornata.
    - La documentazione: i fatti, a cui nella proposta si faceva riferimento, vengono ora presentati attraverso dei «documenti». Il lavoro di gruppo dovrà strutturarsi proprio a partire dall'esame attento dei documenti che il sussidio riporta. I documenti possono essere i più diversi: l'importante è che presentino dei fatti e le diverse letture in circolazione, per rispettare da una parte la oggettività e dall'altra il pluralismo.
    Giornali, rotocalchi, colonne sonore di film ritrascritte, testi di canzoni, interviste a giovani e non giovani, dati statistici, documenti ufficiali, pagine di vangelo, brani di saggisti e di teologi... Non si tratta di inventare ma di ricercare con cura, ritagliare e incollare. Molto utili sono anche i sussidi già fatti da altri gruppi o anche stampati.
    Più la scelta del materiale è accurata e fortunata, più il lavoro di gruppo potrà procedere con ordine o con frutto.
    Su questa documentazione il gruppo dovrà ricercare anzitutto per rendersi conto criticamente di come stanno i fatti e poi per dare un giudizio alla luce della proposta del campo. Con la possibilità di non ritrovarsi nei termini con cui la proposta è stata fatta.
    - Le piste di lavoro: offrire della documentazione non è sufficiente, almeno per la maggior parte dei gruppi. C'è il rischio di non afferrare il tipo di lavoro richiesto e di partire pertanto, come si dice, per la tangente. Le piste di lavoro sono così il terzo tipo di materiale, dopo la proposta e la documentazione, che il sussidio deve contenere. Il loro scopo non è di condizionare il lavoro imponendo una certa analisi ma di far si che il lavoro dei gruppi possa essere fruttuoso: spunti e non conclusioni dunque, stimoli perché i gruppi ricerchino e facciano emergere la propria esperienza, modalità secondo cui organizzare il tempo a seconda del tipo di lavoro richiesto e del materiale a disposizione, domande la cui risposta non sia scontata ma che costringano ad essere creativi...
    In effetti è la parte del sussidio che richiede più attenzione, se si vuole che il campo sia basato sull'analisi di fatti e delle proposte di vita e sul confronto tra i partecipanti.
    - Le indicazioni per un approfondimento: un sussidio troppo esteso non serve. Ci si perderebbe nel cumulo di materiale da esaminare. La documentazione deve essere dunque sobria e ben calibrata. D'altra parte certi problemi non possono essere esauriti nel volgere di poche pagine o facendo riferimento solo ad alcuni documenti. Occorrono dunque dei rimandi per un approfondimento personale e di gruppo, rimandi da consultare durante lo stesso campo, se è opportuno, o anche dopo. Una selezione bibliografica di facile reperimento e accessibile a quanti partecipano al campo. Molto utili sono gli articoli di riviste come DIMENSIONI NUOVE, ROCCA, IL REGNO, la stessa NOTE DI PASTORALE GIOVANILE, ed altre riviste magari di impostazione non cristiana, fondamentali per rendersi conto delle diverse valutazioni dei problemi.
    Rifacendoci al discorso del materiale di approfondimento presenteremo più avanti una rapida sintesi di articoli su temi specifici comparsi in questi anni nella rivista DIMENSIONI. Quanto a NOTE DI PASTORALE GIOVANILE rimandiamo all'INDICE 1967-1976.
    - La preghiera e la liturgia: è un settore in cui si preferisce in genere la creatività dell'ultimo momento e perciò l'improvvisazione. E così mentre in tutta la giornata si procede con una certa serietà, per la preghiera ci si accontenta della buona volontà. In realtà è determinante per la stessa vita del campo che preghiera e liturgia si incarnino con una certa credibilità nel lavoro del campo. Preghiera e liturgia devono «celebrare», cioè riprendere festosamente, ciò che si fa al campo per una lettura pasquale che dia il senso definitivo di quanto faticosamente sta emergendo.
    Si può partire dal materiale in circolazione, come ad esempio, PREGARE GIOVANE, ma occorre ripensarlo per tempo in vista del campo. Del resto PREGARE GIOVANE è uno strumento che non permette improvvisazione: per un incontro di preghiera sufficientemente lungo si richiede di saper passare con intelligenza da una parte all'altra.

    DUE OSSERVAZIONI

    Prima di concludere ci sembra utile aggiungere due osservazioni spicciole.

    Confrontarsi con i progetti già esistenti

    La voglia di inventare tutto da capo può essere un rischio. Molte volte è preferibile ricorrere a progetti di campo già esistenti e servirsi di sussidi litografati da altri gruppi o stampati dalle diverse associazioni e case editrici. Del resto il confronto serio con tutto questo materiale rimane una condizione indispensabile per avviarsi ad un nuovo progetto di campo.
    NOTE DI PASTORALE GIOVANILE, ad esempio, in questi anni è ritornata più volte sul tema dei sussidi per campiscuola offrendo dei sussidi completi e delle tracce abbastanza particolareggiate. Più avanti le riprenderemo. Per ora ci interessa insistere sulla necessità di analizzare a fondo tali progetti e sussidi per approfondire il discorso che qui abbiamo appena iniziato. Lo studiare tali montaggi chiarirà maggiormente che significhi progettare e realizzare un sussidio per campiscuola.

    Fatto in casa e... da buttare via

    Il farsi da sé il sussidio è molto faticoso ma molto utile in vista del campo. Ci sembra fondamentale, in particolare, per preparare quelli che saranno gli animatori del campo e dei singoli gruppi. Il progettare insieme il campo, il preparare il sussidio svolgendo la traccia di base e reperendo il materiale, permette e costringe gli animatori ad un duro lavoro di confronto delle proprie idee e a crearsi una sensibilità comune circa i problemi e il metodo di lavoro.
    Perché il sussidio riesca gradito è determinante non solo il tipo di discorso ma anche la presentazione grafica. Sembra che il successo oggi vada ai sussidi... da buttare via, ai sussidi cioè che sanno di provvisorio, di immediato, di strumento di lavoro, di qualcosa da integrare e superare nella ricerca di gruppo... Un libro perciò non è il sussidio più adatto ad un camposcuola. Non ha mordente sufficiente. Il modello più vicino sembra essere quello di certa stampa alternativa che circola nella scuola e nei movimenti giovanili più o meno politicizzati.
    Il sussidio deve essere fatto in modo che ognuno lo possa fare suo, appropriarsene: un sussidio da personalizzare. A questo volto del sussidio, oltre a quanto detto, contribuisce il tipo di stampa (il litografato a formato rotocalco sembra essere il migliore), la impaginazione agile, l'utilizzazione della grafica moderna, le foto bruciate più che foto normali, l'inserzione di strip di umoristi impegnati come Quino, Schulz, Steinberg e quelli che pubblicano in genere su stampa di tipo alternativo, gli spazi liberi per appunti personali e per trascrivere le conclusioni dei lavori di gruppo della assemblea...


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