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    Gli obiettivi dell'intervento educativo



    Luciano Borello

    (NPG 1975-9/10-66)

    Se la preadolescenza è un periodo di sviluppo, è chiaro che l'intervento educativo dovrà proporsi come scopo precipuo quello di sostenere i ragazzi in questo difficile passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza e all'età adulta.
    Sostenere non vuol dire accettare passivamente tutto ciò che in essi si manifesta. Non vuol dire nemmeno reprimere dispoticamente deviazioni e immaturità, imponendo dall'esterno valori e comportamenti giudicati dall'educatore come irrinunciabili.
    Sostenere vuol dire, invece, porsi in attento ascolto delle loro esigenze, dei loro sogni e delle loro proposte: camminare con loro sulla strada avventurosa della esplorazione e della scoperta, in un atteggiamento di dialogo, di proposta e di analisi critica dei valori e delle motivazioni che portano a scelte libere e responsabili.
    Il che vuol dire che un piano organico di interventi educativi a servizio dei preadolescenti deve essere elaborato partendo dalla loro situazione concreta: partendo in seria considerazione per le loro aspirazioni e le loro tendenze, nell'intento di aiutarli a crescere con libertà e con autenticità.
    Di modo che le mete del processo di maturazione non risultino astratte e preconcette, ma siano adeguate continuamente al variare delle situazioni psico-sociologiche in cui i ragazzi vengono a trovarsi. [1]

    SOSTENERE LO SVILUPPO DELL'IO

    Il processo di desatellizzazione è provvidenziale, dal momento che deve portare alla piena indipendenza volitiva ed esecutiva della persona matura. Quindi va preso sul serio e non con diffidenza: va favorito e non represso.
    * Lo si favorisce, dando la possibilità concreta di scelte libere (gioco, lavoro, amicizia, letture) e aiutando a decidere con motivazioni non eteronome ( = per far piacere ai genitori, per paura, o per conformismo all'ambiente), bensì per convinzioni personali e responsabili.
    * Con l'inevitabile rischio di errori e deviazioni, dal momento che il rischio (pedagogicamente «calcolato» e commisurato al grado effettivo di maturazione dei ragazzi) è parte necessaria della «strategia» di un'educazione che voglia essere a servizio di persone libere. Del resto, errori e deviazioni devono diventare motivo di riflessione critica e di progressiva maturazione.

    SOSTENERE LO SVILUPPO CONOSCITIVO

    Lo sviluppo conoscitivo del preadolescente è caratterizzato da due fattori importanti: dal passaggio dalla logica concreta a quella formale, e dal progressivo allargamento degli interessi.
    * Il passaggio dall'intelligenza pratica all'intelligenza concettuale non avviene automaticamente. L'affermarsi dell'intelligenza concettuale suppone un certo grado di maturazione progressiva, attraverso l'esercizio pratico di un modo nuovo di pensare e di ragionare.
    L'educatore terrà conto di questa situazione, restando fedele al modo di apprendere dei ragazzi e, nello stesso tempo, favorendo il passaggio a forme più mature di apprendimento.
    Questa fedeltà suppone:
    - un grande uso dell'intuizione immediata (contatto diretto con le cose) e mediata (illustrazione, cartelloni, disegni, fotografie, racconti, fatti, documenti vari) e di agganci frequenti alla vita e all'esperienza dei ragazzi;
    - un largo posto alla manipolazione, all'attivismo, alla verifica sperimentale: scrivere, copiare, incollare, descrivere, cantare, costruire;
    - un avvio graduale al ragionamento, cioè al rendersi conto delle cose che apprende: poiché il ragazzo comincia ad essere in grado di farlo, lo gradisce molto e, poco a poco, matura nella riflessione personale.
    * L'allargamento degli interessi conduce certamente ad una crescita in umanità, premessa importante per una maturazione autentica della personalità.
    Quindi, va favorito in ogni modo, fornendo ai ragazzi quegli stimoli alla ricerca dell'esplorazione (non soltanto nella scuola, ma anche nel tempo libero) di cui spesso difettano.
    Ma perché l'allargamento degli interessi porti ad un'effettiva maturazione della persona, è necessario che esso si verifichi non soltanto in estensione, ma anche in profondità. È necessario, cioè, che l'attenzione dei ragazzi si sposti progressivamente dagli interessi superficiali ed immediati (sport, cinema, gioco, avventura) ad interessi più profondi (crescita personale, problemi sociali, responsabilità morale, solidarietà).
    È qui, l'intervento dell'educatore dovrà essere tempestivo ed intelligente, approfittando delle spinte interiorizzanti a cui l'interesse dei ragazzi è sottoposto.

    FAVORIRE LO SVILUPPO SOCIALE

    L'avvio verso una maggiore indipendenza, la ricerca di integrazione affettiva nel gruppo e il desiderio di trovare un proprio «status» nella società non sempre sono accompagnati da un adeguato senso di apertura e di comunione. Il più delle volte si tratta, prevalentemente, di ricerca egoistica di sé.
    * L'intervento educativo dovrà aiutare i ragazzi a passare gradualmente dalla fase egocentrica dell'amore (= desiderio di «essere con» gli altri, per ricevere consolazione e protezione), a quella altruistica (= desiderio di «essere per» gli altri, cioè di mettersi a servizio degli altri).
    È un lungo processo di maturazione che passa attraverso gli stadi intermedi della simpatia, della benevolenza, dell'amore erotico, fino a raggiungere lo stadio dell'amore personale: donazione personale e disinteressata di se stesso per gli altri, considerati come valori meritevoli di servizio.
    Ogni stadio ha la sua importanza e non può essere saltato: ma ha bisogno di essere vissuto con autenticità e con la necessaria apertura agli stadi successivi.
    * Luogo privilegiato di questo processo di maturazione è la vita di gruppo. A patto, però, che si tratti di un gruppo non troppo ristretto, aperto alle istanze di interessi svariati e sapientemente guidato verso forme di attività di donazione e di servizio.
    Un gruppo troppo intimistico (per le ragazze) o troppo consumistico (per i ragazzi) ha vita breve, oltre che non favorire un'autentica maturazione sociale.

    COMPRENDERE E RISPETTARE LO SVILUPPO BIO-FISIOLOGICO

    Qui, l'intervento educativo può avere soltanto in parte una funzione promozionale, dato che la biologia e la fisiologia hanno leggi autonome. Autonomia di sviluppo che non può essere manipolata, ma che esige comprensione e rispetto.
    * Comprendere e rispettare vuol dire, anzitutto, tenere in debito conto ciò che avviene nei ragazzi e nelle ragazze di questa età, favorendo lo sviluppo fisico con il gioco, con il lavoro manuale, ma senza sottoporli a sforzi eccessivi.
    * Ma vuol dire anche dimostrare ai ragazzi interesse e rispetto per l'identità sessuale che vanno scoprendo, manifestando comprensione e ottimismo di fronte ai piccoli drammi della loro esperienza quotidiana.
    * Qui si aprirebbe l'importante capitolo dell'educazione sessuale. Un compito delicato, ma indispensabile e che deve vedere impegnati in un'azione concordata, graduale e articolata: famiglia, scuola, parrocchia ed istituzioni educative collaterali.
    Rimandiamo a trattazioni specifiche, ricordando unicamente alcuni principi che toccano da vicino il compito educativo della scuola.
    - La grande maggioranza dei pedagogisti concorda sulla necessità che la scuola includa nei suoi programmi educativi questa importante dimensione della vita dei ragazzi.
    - L'educazione sessuale non può limitarsi all'informazione anatomico-fisiologica dell'apparato genitale, ma deve mirare ad una progressiva presa di coscienza della propria identità sessuale, in vista di un comportamento etico-sociale.
    - Un intervento educativo così importante e complesso non può essere fatto da una sola persona, né da una sola istituzione: è necessaria una programmazione che preveda interventi specifici e complementari dei genitori, degli insegnanti e degli esperti nei vari settori.
    - Un contributo determinante all'equilibrio psicologico dei ragazzi di fronte al sesso proviene dal clima di serenità e di naturalezza in cui saranno immersi senza tabù e senza ossessioni, ma anche senza leggerezze e senza spregiudicatezze.
    * Per quanto riguarda, in modo particolare, il contributo che la formazione religiosa e morale può dare ad un atteggiamento equilibrato dei ragazzi di fronte ai problemi sessuali, ci limitiamo a ricordare la grande importanza che per essi riveste la valutazione etica che di questo argomento si fa nella catechesi, nella predicazione e nell'esame di coscienza.
    Gradatamente, i ragazzi devono essere educati a valutare comportamenti sessuali in relazione al loro apporto positivo o negativo nella costruzione di personalità autentiche. È bene ciò che mi fa essere persona più matura, ed è male ciò che mi fa regredire a stadi di immaturità e di egocentrismo.
    * Anche il clima di serenità che si sarà instaurato nel gruppo dei coetanei (generalmente misti) potrà dare un contributo determinante. Il rispetto reciproco, la conoscenza degli interessi diversi e delle diverse sensibilità tra ragazzi e ragazze porteranno certamente ad un arricchimento prezioso, oltre che costituire la base indispensabile per la comprensione della sessualità nella prospettiva della relazione interpersonale, basata su un progetto di donazione e di servizio.
    Si tratta, cioè, di far passare i ragazzi, anche in questo campo dalla fase semplicemente egocentrica, a quella oblativa.

    AIUTARE LO SVILUPPO MORALE E RELIGIOSO

    Lo sviluppo morale

    Va seguito con grande attenzione educativa. Sta cambiando la base su cui poggia il suo sistema di valori. Il ragazzo, infatti, sta passando da un orientamento «satellizzato» di apprendimento e di accettazione dei valori ( = è buono ciò che è tale per le persone per me significative) ad un orientamento di esplorazione ( = è buono ciò che io personalmente «scopro» che è tale in se stesso).
    * Di fatto, questa evoluzione spesso non avviene e troppi ragazzi passano dall'accettazione dei valori dei genitori, a quella dei valori (o disvalori) dell'ambiente, dei compagni, senza procedere veramente verso uno sviluppo umano personale.
    Di conseguenza, il tipo di intervento educativo ha grande influsso sulla formazione del carattere morale: coerenza-incoerenza, autoritarismo-remissività, fiducia-sospetto, proposta-impostazione costituiscono altrettante alternative di riuscita o di fallimento educativo.
    * Ricerche pedagogiche in questo campo hanno messo in evidenza che, per ottenere dal ragazzo la formazione di una coscienza morale progressivamente autonoma, occorre che i genitori ed educatori:
    - amino il ragazzo e facciano apprezzare il loro amore come un bene;
    - lo lascino, nel tempo stesso, incerto sulla conservazione di questo amore (dipende dal comportamento del ragazzo);
    - ma gli dimostrino anche, concretamente, che il loro amore è disinteressato, basato, cioè, più sulla fiducia e sulla stima che essi hanno per lui come persona, che non sui risultati concreti del suo comportamento.
    * Anche la progressiva illuminazione dei motivi oggettivi che regolano l'agire umano personale e comunitario ha la sua importanza nel processo di maturazione del ragazzo. Il che comporta la revisione critica delle prescrizioni e delle proibizioni, per una progressiva «scoperta» dei valori che esse racchiudono e propongono.

    Lo sviluppo religioso

    Sarà favorito da una catechesi che tenga conto delle particolari esigenze psicologiche e sociologiche che caratterizzano questa età.
    In particolare, l'intervento educativo deve venire incontro alla situazione di ambivalenza che caratterizza questa fase dell'età evolutiva (incertezze ed incipienti dubbi di fede), dell'istintivo rifiuto della religiosità tradizionale e del permanere di atteggiamenti religiosi ancora infantili (animismo e ritualismo).
    Sinteticamente, possiamo applicare ai preadolescenti le mete che il documento dei vescovi italiani (Il Rinnovamento della Catechesi) indica come tappe necessarie per formare una autentica mentalità di fede.
    * Una conoscenza sempre più profonda e personale della realtà cristiana (RdC 39-41)
    Dal momento che «c'è una vera mentalità di fede, quando c'è capacità di comprendere e di interpretare tutte le cose secondo la pienezza del pensiero di Cristo», è evidente che anche i ragazzi di questa età dovranno, anzitutto, riscoprire in maniera nuova e personale, un'adeguata conoscenza degli aspetti fondamentali del mistero cristiano.
    E siccome lo sviluppo intellettuale del preadolescente fa sentire la esigenza di una conoscenza sempre più organica e ragionata, sarà indispensabile che anche le conoscenze religiose passino da una conoscenza soltanto episodica e frammentaria, ad una conoscenza più organica e sistematica: secondo criteri di importanza, di dipendenza, di centralità e di convergenza.
    * Una progressiva iniziazione alla vita ecclesiale (RdC 42-48)
    La sola conoscenza (anche se organica e sistematica) non basta a formare un'autentica mentalità di fede: è necessario che essa si esprima in un'esperienza concreta di appartenenza ad un gruppo che vive coerentemente la propria fede.
    Proprio nel periodo in cui il preadolescente è tentato di abbandonare la pratica religiosa, l'esperienza di una comunità di fede lo deve portare alla scoperta del significato autentico della sua appartenenza alla Chiesa. Ciò si ottiene, principalmente, attraverso una intelligente iniziazione ai segni liturgici, una partecipazione attiva e cosciente alla celebrazione ed una graduale iniziazione alla preghiera personale.
    * Una forte integrazione tra fede e vita (RdC 52-55)
    In questa fase dell'età evolutiva, il pericolo di una frattura tra ciò che si crede e ciò che si vive rappresenta l'insidia più comune al formarsi della personalità. L'integrazione tra fede e vita, necessaria per ogni cristiano, richiede che il preadolescente venga aiutato a stare in piedi da solo, a formarsi un suo modo costante di agire, incarnando la fede nella sua vita quotidiana e ponendola al centro della propria personalità in costruzione. Ciò esige, in modo particolare:
    - Un primo avvio alla revisione critica dei valori che sono proposti dalla società in cui il ragazzo vive: benessere, consumismo, dedizione, solidarietà, in vista di un giudizio di valore personale e motivato.
    - Un costante appello alla coerenza tra convinzione e azione, evitando il conformismo, il rispetto umano, i compromessi ed ogni sorta di cedimento di fronte alle pressioni seducenti dei propri istinti o delle mode sociali.
    - Una salutare apertura all'ottimismo e alla fiducia di fronte alla esperienza quotidiana dell'insuccesso o delle contro-testimonianze che provengono dall'ambiente.
    - Un graduale avviamento verso un progetto personale di vita, costruito in collaborazione con il gruppo e con Dio. È l'importante capitolo del progetto di vita come vocazione-missione, che dovrebbe costituire la meta di tutto il programma educativo.

    In una prospettiva unitaria

    Queste mete educative, indicate in base alle esigenze concrete dei preadolescenti, devono costituire il continuo punto di riferimento di ogni programmazione pratica-operativa. Saranno le diverse situazioni ed i diversi contesti che potranno suggerire le modalità concrete di attuazione.
    In ogni caso, però, è necessario che si tratti di una programmazione fortemente unitaria, cioè senza fratture con la realtà esistenziale, e senza pericolosi «comportamenti stagno» tra i vari momenti dell'intervento educativo.

    NOTE

    [1] Per uno sviluppo più ampio di questo tema, cf Prontuario dell'insegnante di religione, Queriniana.


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