Attesi dal suo amore
    Proposta pastorale 2024-25 

    MGS 24 triennio

    Materiali di approfondimento


    Letti 
    & apprezzati


    Il numero di NPG
    luglio-agosto 2024
    600 cop 2024 2


    Il numero di NPG
    speciale sussidio 2024
    600 cop 2024 2


    Newsletter
    luglio-agosto 2024
    LUGLIO AGOSTO 2024


    Newsletter
    SPECIALE 2024
    SPECIALE SUSSIDIO 2024


    P. Pino Puglisi
    e NPG
    PPP e NPG


    Pensieri, parole
    ed emozioni


    Post it

    • On line il numero di LUGLIO-AGOSTO di NPG sul tema degli IRC, e quello SPECIALE con gli approfondimenti della proposta pastorale.  E qui le corrispondenti NEWSLETTER: luglio-agostospeciale.
    • Attivate nel sito (colonna di destra "Terza paginA") varie nuove rubriche per il 2024.
    • Linkati tutti i DOSSIER del 2020 col corrispettivo PDF.
    • Messa on line l'ANNATA 2020: 118 articoli usufruibili per la lettura, lo studio, la pratica, la diffusione (citando gentilmente la fonte).
    • Due nuove rubriche on line: RECENSIONI E SEGNALAZIONI. I libri recenti più interessanti e utili per l'operatore pastorale, e PENSIERI, PAROLE

    Le ANNATE di NPG 
    1967-2024 


    I DOSSIER di NPG 
    (dall'ultimo ai primi) 


    Le RUBRICHE NPG 
    (in ordine alfabetico
    e cronologico)
     


    Gli AUTORI di NPG
    ieri e oggi


    Gli EDITORIALI NPG 
    1967-2024 


    VOCI TEMATICHE 
    di NPG
    (in ordine alfabetico) 


    I LIBRI di NPG 
    Giovani e ragazzi,
    educazione, pastorale

     


    I SEMPREVERDI
    I migliori DOSSIER NPG
    fino al 2000 


    Animazione,
    animatori, sussidi


    Un giorno di maggio 
    La canzone del sito
    Margherita Pirri 


    WEB TV


    NPG Facebook

    x 2024 400


    NPG X

    x 2024 400



    Note di pastorale giovanile
    via Giacomo Costamagna 6
    00181 Roma

    Telefono
    06 4940442

    Email

    Verso una lettura «cristiana» del vangelo



    Mario Galizzi - Giancarlo Negri

    (NPG 1971-04-18)

    Ci troviamo alla confluenza di due «fatti» pastorali.
    I giovani stanno riscoprendo il Vangelo: ci arrivano per strade diverse («le molte strade» attraverso cui l'uomo cerca Dio, anche senza saperlo: RdC, 198).
    Dall'impegno sociale alla esigenza intellettualistica di conoscere; da un amore appassionato per l'uomo alla voglia di capirci di più nel groviglio della vita; o grazie ad un progresso dall'alto («è importante: quindi ve lo raccomando caldamente!») o in forza di una pressione di gruppo.
    Dall'altra parte, «Il rinnovamento della catechesi» concentra l'attenzione di «una predicazione del messaggio cristiano» su Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell'Uomo, come traspare dalle pagine del Vangelo (RdC, 82 e 83). Condurre alla scoperta di Cristo vuol dire condurre alla scoperta del Vangelo.
    La convergenza di queste due tensioni non è, per gli educatori della fede, motivo sufficiente per assaporare la gioia di un incontro riuscito. «È importante leggere il Vangelo; i giovani leggono volentieri il Vangelo: quindi... Deo gratias!».
    Una lettura «comunque» del Vangelo non è una lettura cristiana (RdC, 77).
    Quando non batte una strada giusta può portare ad approfondire il solco tra fede e vita. Con la triste esperienza di una carta preziosa, bruciata tra mano. La Parola di Dio non è efficace in tutti i casi (cf Note di Pastorale Giovanile, 1969/8-9, pag. 61-63): può aprire un pericoloso processo di rigetto. Quando la lettura del Vangelo è «cristiana»? La risposta nasce dall'intervento di due esperti: un biblista (Mario Galizzi) ed un catecheta (Giancarlo Negri): la sintesi delle due posizioni offre motivi di riflessione molto interessanti.

    VANGELO: CHI È GESÙ

    Uno dei principi fondamentali dell'educazione cristiana è quello di aiutare il giovane a sviluppare in se stesso l'immagine di Cristo. Più si renderà conforme a Cristo e più riuscirà a realizzare se stesso come uomo. Gesù infatti è l'uomo perfetto, l'unico che realizza totalmente il disegno di Dio sull'umanità. Gli altri (noi) lo realizziamo in base al nostro conformarci a Gesù. «Il Padre - dice Paolo - ci ha predestinati ad essere conformi all'immagine del suo divin Figliolo» (Rom 8,29). Non realizzare in noi quest'immagine o non realizzarla nei giovani, vuol dire essere degli uomini mancati, vuol dire frustrare il giovane nella sua formazione umana.
    Come fare? L'immagine da ricopiare è quella di Cristo. Da qui l'inderogabile necessità di conoscere e di far conoscere Cristo. Da qui anche la necessità di approfondire lo studio della testimonianza apostolica su Gesù, contenuta nel quadriforme Vangelo.
    Qualche semplice principio di lettura è sufficiente per indirizzare sul sodo la formazione cristiana dei giovani. Il Vangelo dev'essere letto per sapere 1) Ciò che Gesù ha fatto e insegnato; 2) Chi è Gesù; 3) Chi è Gesù per me.

    Ciò che Gesù ha fatto e insegnato

    Se leggiamo Lc 5,27-28: «Gesù vide un pubblicano, di nome Levi, seduto al banco del dazio e gli disse: Seguimi! E quello, lasciata ogni cosa, lo seguì», noi diciamo che qui il Vangelo narra ciò che Gesù fece in un determinato giorno. Se invece leggiamo Lc 6,21: «Beati voi che ora avete lame perché sarete saziati», diciamo che il Vangelo ci offre, in questo caso, un insegnamento di Gesù.
    È quindi facile dedurre che il Vangelo contiene ciò che Gesù ha fatto e insegnato. Se però ci limitassimo a sapere ciò, saremmo condannati a rimanere alla corteccia del libro, alla superficie e ridurremmo il Vangelo ad un semplice libro di Storia.
    Il termine Vangelo non significa Storia, ma «Annuncio», «Messaggio», «Lieta Novella». È il Messaggio di Dio a noi. Attraverso ciò che il Vangelo narra, Dio intende interpellarmi ed esigermi una risposta. Orbene per raggiungere tale messaggio noi dobbiamo formulare una semplice domanda: Chi è Gesù?

    Chi è Gesù?

    Quando un uomo agisce, quando un uomo insegna rivela sempre qualcosa di ciò che egli è. Così è anche di Gesù uomo. Ciò che Egli fa e ciò che Egli dice è segno di ciò che Egli è, ed è un veicolo per penetrare nel mistero della sua persona.
    Alla lettura del Vangelo una domanda domina su tutto: Gesù chi sei? «Chi è costui a cui il vento ed il mare ubbidiscono?». La domanda è imposta dallo stesso Vangelo. Si leggano Mc 1,1 - 9,7 o Lc 3,1 - 9,35 e si costaterà subito come tutta la narrazione è orientata in modo tale da rispondere a quest'unica domanda: Chi è Gesù?
    Nel fatto del battesimo è il Padre che lo dichiara: «Tu sei il mio figlio diletto (Mc 1,11; Lc 3,22), ma in seguito è la gente, il discepolo, ogni cristiano che deve scoprirlo.
    Siamo nella Sinagoga di Nazaret. Gesù legge una pagina del Profeta Isaia ed arrotolato il volume dice: «Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete sentito con le vostre orecchie» (Lc 4,21). Ma la gente rimane su un piano materiale: «Non è costui il figlio di Giuseppe?» (Lc 4,22). Era incapace di andare oltre.
    Nella sinagoga di Cafarnao, Gesù insegna e scaccia un demonio e la gente dice: «Che succede! qui vi è uno che insegna una nuova dottrina con autorità; comanda agli spiriti immondi e questi gli ubbidiscono» (Mc 1,27 cf v. 22; Lc 4,36 cf v. 32).
    La domanda si fa ancor più esplicita quando gli calano un paralitico dal tetto. Gliel'avevano presentato perché lo guarisse, ma Gesù gli dice: «Ti sono rimessi i tuoi peccati». Egli va oltre la materialità della malattia. La reazione è spontanea: «Chi è Costui... che si azzarda a perdonare i peccati? Solo Dio lo può fare» (Lc 5,21; Mc 2,7).
    Che siano i fatti che ci conducano al mistero di Gesù è pure palese dall'ambasciata che Giovanni gli invia. La domanda suona chiara: «Sei tu colui che deve venire (il Messia) o dobbiamo aspettarne un altro?» (Lc 7,19). La risposta è data dai miracoli. Uno dimostra ciò che è da ciò che fa e non da ciò che dice. L'agire di Gesù manifesta che Egli è il Veniente.
    Al calmarsi della tempesta sul lago, ritorna la stessa domanda: «Chi è mai costui che comanda al vento e all'acqua e gli ubbidiscono?» (Lc 8,25; Mc 4,41).
    Il problema «Gesù» premeva ed anche la gente esigeva, cercava una risposta: «È Giovanni risuscitato dai morti - dicevano certuni. Ma altri ribattevano: È apparso Elia. Ed altri ancora dicevano: Qualcuno degli antichi profeti è risuscitato dai morti! Ma Erode disse: Giovanni io l'ho decapitato. Chi è mai costui?» (Lc 9,7-9; cf Mc 6,14-16).
    Gesù non poteva essere considerato alla pari con gli altri uomini. C'è qualcosa in lui che trascende gli schemi umani.
    Siamo però arrivati ad un culmine del Vangelo ed il discepolo dev'essere già in grado di formulare una risposta. Gliela esige Gesù stesso: «Per voi chi sono io?». La risposta è altrettanto categorica: «Tu sei il Messia» (Lc 9,20; Mc 8,29).
    Il Padre ne completa la risposta nella Trasfigurazione ripetendo come nel battesimo: «Questi è il mio figlio diletto» (Lc 9,35; Mc 9,7).

    Per me chi è Gesù?

    La richiesta di Gesù ai discepoli: «Per voi chi sono io?» non ha unicamente lo scopo di suscitare una dichiarazione esatta su ciò che Gesù è, ma anche di ingaggiare il discepolo ad una vita coerente con la verità conosciuta.
    Pietro l'aveva confessato come Messia e Gesù «incominciò allora a parlare ad essi con molta franchezza» (Mc 8,32):
    - Mi avete confessato come Messia. Ebbene, sentite che cosa vuol dire essere Messia. Vuol dire andare a Gerusalemme, lasciarsi uccidere e risorgere al terzo giorno (cf Mc 8,31; Lc 9,22).
    - Signore, gli dice Pietro, io non l'ho detto in questo senso (Mc 8,32; Mt 16,22).
    - E allora vattene via, poiché «se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mc 8,34; Lc 9,23; Mt 16,24).
    Se per me Gesù è Messia, queste sono le conseguenze. Leggere il Vangelo, soprattutto dopo la confessione di Pietro, vuol dire confrontarsi continuamente con la necessità di decidersi di fronte a Cristo (cf Mc 10, 35-45). Solo chi ha il coraggio di affrontare questa terza domanda e di rispondervi con lealtà, può capire che non si è dinanzi a della semplice storia, ma ad un Vangelo. La storia parla di coloro che sono morti, il Vangelo di colui che è morto, risorto e vive e che continuamente mi interpella ed a cui non posso esimermi di dare una risposta.
    Nella lettura del Vangelo il giovane dev'essere continuamente messo di fronte alla necessità di prendere coscientemente una decisione di fronte a Cristo.
    Per ottenere ciò sarà bene formulare altre domande. Per esempio: Come agisce Gesù? Come tratta con gli altri? Quali sono i suoi interessi, i suoi ideali? Che considerazioni ha di noi uomini? Come si comporta in relazione al Padre? Che cosa vuole da me?
    Gesù dev'essere presentato come colui che intende impegnare fino in fondo la vita di ogni discepolo. Seguirlo vuol dire essere deciso a tutto (cf Lc 14,26.27.33 ove per tre volte si ripete: «Se... non può essere mio discepolo»). Gesù esige degli eroi, perché si tratta di imitare lui, l'Eroe per eccellenza. Nessun fumetto ne ha mai offerto uno uguale.
    Con questi principi si tratta di presentare gli insegnamenti di Gesù come logica conseguenza di ciò che egli è ed esige per essere suoi discepoli. È bene far entrare profondamente i giovani nei suoi ideali di giustizia («Beati i poveri»), di amore (condannando i ricchi, non li odia), di bontà (va incontro ad ogni indigenza umana).
    Esemplificare ci porterebbe lontano. Preferiamo rimandare il lettore a due nostri libretti (Una lieta Novella per te e Il Signore Gesù uno dei nostri, LDC) che abbiamo redatto secondo i principi esposti. Gesù vuol essere presentato come un ideale di vita, come un eroe che vale la pena ricopiare in sé per essere veri uomini.
    (M. Galizzi)

    VANGELO PIÙ OGGI

    Per una lettura cristiana della Bibbia

    «Abbiamo venduto 64 vangelini», dopo la Messa.
    Notizie come queste sono consolanti, poiché il Vangelo significa ovviamente conoscenza di Gesù Cristo.
    Ma quando ricordiamo che i Testimoni di Jehova ed altri gruppi di denominazione non cattolica leggono con molta più intensità il Vangelo e la Bibbia, allora ci si apre davanti un orizzonte di questioni e pensiamo a quei 64 vangelini, augurandoci che siano letti con una lettura cattolica della Bibbia.
    Ma in che cosa consiste una lettura «cattolica» del Vangelo? Basta, per rispondere a questa domanda, ricordare le note a pié pagina nei testi biblici cattolici? La «Tradizione», che per i cattolici è inseparabile dal testo biblico, è costituita soltanto da quelle piccole note in margine? Basta questo perché quei lettori dei 64 vangelini combinino insieme giustamente, come vuole lo spirito della Costituzione conciliare «Dei Verbum», la Bibbia e la Tradizione?
    Il discorso si porta avanti e si precisa così: basterà che il cattolico legga la Bibbia «dentro la comunità della Chiesa», cioè in affiatamento con i suoi pastori e con i suoi fratelli nella fede.
    Altri precisano invece la dimensione liturgica: pensano a celebrazioni della Parola, pensano ai testi nella serie del ciclo liturgico.
    Ma «celebrazioni della Parola» sono costitutive della pietà non cattolica e ugualmente il fatto estrinseco di applicarsi ai testi biblici, programmati per l'anno liturgico, non immette certo nelle coscienze dei lettori la dimensione liturgica nemmeno della sua sostanza.
    A questo punto uno spirito insofferente può trovare tutto ciò un sacco di sottigliezze e concludere che in ogni modo leggere il Vangelo fa sempre bene.
    Uno spirito preciso, invece, prende atto di queste inseparabili componenti della Bibbia cattolica, cioè la componente ecclesiale e la componente liturgica ed allora si pone gli interrogativi conseguenti: come iniziare ad una lettura «cattolica» della Bibbia?

    Una Bibbia letta con spirito liturgico ed ecclesiale

    Il nocciolo della questione sta nel Cristo che «compie», attua, realizza fa succedere ciò che è scritto: in Lui la Parola si fa carne.
    Dire che «la Parola si fa carne» vuol dire sostanzialmente uscire dal libro, dai buoni pensieri, dagli ammonimenti ed entrare nella storia, nel l'evento, negli avvenimenti.
    Questo vale sia per la Parola dei libri veterotestamentari e sia per il Nuovo Testamento, poiché Gesù Cristo non solo realizza e rende «evento» storico quanto era scritto prima di Lui, ma anche quanto è scritto dopo di Lui: Vangeli, Atti e Lettere fino all'Apocalisse.
    Questo diventa chiarissimo se si evita una volta per sempre di distinguere in Gesù il Cristo storico, il Cristo eucaristico, il Cristo mistico, come se fossero tre Cristi.
    Gesù è identico a se stesso, è «ieri, oggi e nei secoli», proprio Lui, il soggetto di cui si parla nel Vangelo, è anche protagonista principale delle nostre azioni liturgiche e protagonista della vita del Corpo Mistico, cioè in pratica di tutta l'umanità vivente al di qua e al di là della morte.
    E non si tratta di un «accumulo di cariche», non si tratta di un succedersi di avventure dello stesso personaggio, come se dopo l'avventura in Palestina egli vivesse l'avventura del Corpo mistico e poi ogni tanto l'avventura di una azione eucaristica. Questa impostazione successiva è forse responsabile nella catechesi italiana ed estera di tanta separazione tra il Cristo storico, il Cristo liturgico e il Cristo mistico.
    In realtà è l'identico Personaggio che vive in unità di coscienza queste diverse (secondo noi) esistenze. Quindi incontrarlo quale è, significa tentare anche noi di capire questa unitaria coscienza di misteri storici, vissuti come Capo di un corpo mistico, rivissuti nelle modalità spaziotemporali, costitutive dell'evento eucaristico (l'«oggi» e il «qui» di ogni chiesa locale).
    Non è nostro compito ora ritrovare il combinarsi insieme delle tre esistenze unificate: quella storica in Palestina, quella eucaristica ed ecclesiale in ogni luogo e momento umano.
    Sappiamo, tanto per avviare il discorso, che l'esistenza storica costituisce la sostanza del mistero; infatti nelle azioni eucaristiche si opera «in memoria mei», il che non significa, lo sappiamo, commemorazione nel senso di una commemorazione patriottica dei caduti o di una vittoria di significato nazionale, ma significa che quanto è reso vivente «qui-ora-con-noi» dalla Chiesa locale, nell'Eucaristia, quanto viene, diciamo così, «localizzato» dalla Chiesa locale è in sostanza il Gesù risorto, che visse, operò, morì in Palestina 2000 anni fa. «Perché cercare tra i morti Colui che è vivente?».
    Ma il suo rivivere eucaristicamente i misteri di salvezza «qui-oggi-con-noi» non è indipendente da ciò che viviamo noi oggi-qui: il suo intervenire «oggi-qui» (Grazia attuale) è fatto facendo propri, nel suo corpo mistico, gli eventi che «oggi-qui» capitano, purché siano eventi che riguardano persone umane: egli non vive una esplosione stellare, ma vive invece, cioè assume con una intensità indescrivibile, gli eventi «locali»: un'alluvione, una buona riuscita di affari o di esami, un fidanzamento, una lite, una rappacificazione, un delitto, una buona azione e poi tutti quei piccoli eventi, apparentemente insignificanti, del lavoro e del tempo libero.
    In sostanza il volto di Cristo eucaristico ha i tratti di tutta l'esistenza in Palestina, ma ha anche i tratti di tutte le nostre esistenze storiche «qui-ora», quando per mezzo nostro Egli compie il sacrificio eucaristico.
    Leggere la Bibbia, figurarsi di conseguenza Gesù Salvatore tra i pastori, tra i dottori, tra il popolo di Galilea e di Giudea, senza tener ben presente che Gesù è salvatore oggi tra i meccanici della Fiat, tra gli impiegati dei ministeri, dentro ogni «popolazione locale» là dove si compie l'Eucaristia, vuol dire scombinare tutta la realtà che è Gesù Cristo nostro Salvatore.
    Una lettura cattolica della Bibbia è quella che mentre legge, ad esempio, la risurrezione di Gesù o il suo moltiplicare i pani, coglie o almeno si indirizza a cogliere la dimensione eucaristica ed ecclesiale di questi fatti storici di Gesù, quasi entrando nella mente di Gesù che visse quel suo risorgere, quel suo moltiplicare i pani con coscienza storica, eucaristica insieme.

    Come iniziare ad una lettura cattolica della Bibbia: i gruppi del Vangelo e la revisione di vita

    Per scendere a problemi immediati e pratici, prendiamo in esame i cosiddetti «gruppi del vangelo», confrontati con i gruppi che fanno Revisione di vita (RdV).
    Si sente di tanto in tanto che in tale parrocchia, in tale istituto si sono iniziati con frutto i «gruppi del vangelo». Si sente anche che in alcuni luoghi, trovando piuttosto difficile la RdV, si è passati ai gruppi del vangelo, che sono più semplici.
    Ma proprio questa «semplicità» pone un problema: se essa significa riduzione di Gesù Cristo alla sola sua esistenza palestinese, dimenticando il suo essere eucaristico e mistico, la cosa ci lascia perplessi. La lettura del vangelo non sarebbe molto diversa dalla lettura di un sapiente dialogo di Platone o di una pagina del Corano: con le migliori buone intenzioni si riduce Gesù Cristo al fatto d'essere un grande personaggio storico e non un Dio.
    Si dirà che nessuno nega la divinità di Gesù Cristo, ma non è il negarla con parole esplicite che si prende di mira, ma il metterla tra parentesi nel far immaginare Gesù Cristo come si immagina un Platone o Abramo o Elia, cioè con una umanità non «pervasa di divina presenza». Se invece tutte le volte debbo pensare un Gesù Cristo con questa straordinaria e sovrumana esistenza per cui è storico, eucaristico, mistico insieme, per cui è qui con me ed è con ogni persona umana allo stesso modo, per cui è vivente oggi, i suoi misteri di incarnazione, morte, risurrezione sotto le specie sacramentali, allora vivo ogni volta l'immane mistero del Dio-uomo e non di Uno di cui si dice che è Dio ma in pratica lo si pensa come fosse solo uomo o di Uno di cui si dice che è Uomo, ma in pratica lo si presenta e descrive come fosse solo Dio.
    Torniamo a dire: «perché cercate tra i morti Colui che è vivente?», perché parlare di Gesù con forme verbali del passato? perché spiegare i fatti evangelici senza intrecciarli con i fatti attuali di ognuno? Non basta l'intreccio morale con cui anche un precetto ascetico di Epitteto può essere «applicato» ai casi nostri.
    Abbiamo accennato al rapporto tra fatti evangelici e fatti contemporanei ed è proprio questo il punto cruciale di distinzione tra «gruppi del Vangelo» e RdV.
    * Quanto ai fatti «locali», che sono la materia viva della Chiesa locale i gruppi del Vangelo li toccano genericamente per via di applicazioni; i procedere di un gruppo del vangelo è infatti deduttivo:
    - lettura del passo biblico che viene in una «lettura continua»
    - esegesi e considerazione
    - applicazione a casi della vita, richiamati dal passo stesso;
    * La linea della RdV è diametralmente opposta: è induttiva:
    - lettura di fatti di vita locale che impegnano le coscienze
    - ricerca nel Vangelo di passi, richiamati dal fatto di vita
    - animazione cristiana del fatto di vita locale, in collaborazione a Cristo.
    La presenza del Vangelo è dentro i due metodi, ma il rapporto tra Vangelo e vita è diverso.

    I gruppi del vangelo

    Nel caso dei gruppi del vangelo i fatti di vita sono non quelli urgenti e impegnativi nella Chiesa locale e nella comunità locale, ma sono i fatti richiamati dal brano biblico che veniva di seguito al precedente.
    In tal caso può capitare che la Chiesa locale sia tutta impegnata da uno sciopero generale degli studenti per contestare l'intervento della polizia nella scuola, ad esempio, e in quella stessa settimana il gruppo del vangelo stia tranquillamente commentando, perché viene di seguito, la disputa tra Cristo e i farisei circa il tributo a Cesare.
    È chiaro che c'è una via per cui, se si ha coscienza di Chiesa locale e quindi si è impegnati in coscienza dai fatti che travagliano urgentemente la propria comunità locale, si può ritrovare Cristo nella vita locale e la vita locale in Cristo. Ma ciò avviene se c'è già viva e forte questa coscienza d'essere Chiesa, cioè Salvezza locale (grazia attuale) per la gente del luogo.
    E in ogni caso è sempre forzata, sovraggiunta, estrinseca l'attenzione ecclesiale ed eucaristica ai fatti locali, nei quali Cristo è sempre vivente con noi.
    A lungo andare questo porta a due conseguenze:
    * conseguenza teologica: separazione del Cristo storico dal Cristo eucaristico e mistico, poiché, abituati a scegliere i passi come vengono di seguito, studiandone l'esegesi presto si rischia di divergere sempre di più dalla esistenza eucaristica e mistica di Cristo, molto più evocata dai «fatti di vita locale», che sono materia viva della Chiesa locale e del pane eucaristico;
    * conseguenza ecclesiale: un inavvertito divergere dalla massa dei propri fratelli della comunità locale, un distrarsi dai loro urgenti problemi, un non partecipare alle vicende, un disincarnarsi che si avverte nella dimenticanza di quanto sta accadendo nel quartiere, e nel linguaggio sempre più d'élite aristocratica rispetto alla massa, in cui siamo viventi. E ciò rischia anche di attenuare il profondo senso della Messa, fino a preferire celebrazioni della Parola, il che è anche buono, se non porta con sé il progressivo dimenticare che la Messa è il nocciolo dell'intervento salvifico di Cristo «qui ora-con-noi», nell'«oggi» della gente del luogo che diventa l'«oggi» di Dio.
    E il misconoscimento della Messa starà nel non riconoscerne più i tratti di «attualità», di «pronto intervento», in cui i fatti locali diventano un poco i tratti del Cristo eucaristico, impegnatissimo a «fare tutto nuovo», a «far passare da morte a vita» i suoi fratelli, identificati con le situazioni quotidiane del loro esistere.

    La RdV

    Nel caso invece della Revisione di vita, i fatti di vita della comunità locale, gli eventi personali, quelli che travagliano le coscienze e accomunano tutti in una stessa barca, quelli sono la prima cosa presa in mano: si aprono i fatti delle persone prima di aprire la Bibbia.
    Questo è subito un atto che proviene da una certezza e cioè che Dio-sia-con-noi, che sia vivente qui, prendendo su di sé gli eventi impegnativi dei suoi figli. Per chi crede, questo «dasein», questo «esserci» di Dio con noi, è puntualizzato nel mistero eucaristico e nel mistero della Chiesa locale.
    Come propone il Documento di Base della catechesi italiana: ll Padre, il Figlio, lo Spirito Santo sono pensati al vivo, come «protagonisti di salvezza» là dove noi uomini siamo invece o «collaboratori di salvezza» o protagonisti di perdizione.
    La Bibbia si apre sempre in seguito ad un logicissimo e fondamentale interrogativo: come è Dio in mezzo a noi in questo evento? Questo è mistero e viene illustrato dalla Bibbia, dove vediamo descritte le intenzioni di Dio, il piano di Dio, l'opera di Dio per salvarci. Ma tale lettura è intensamente «cattolica», cioè collegata all'idea che adesso Cristo è vivente «qui-ora-con-noi».
    Tale fatto porta a leggere la Bibbia ma per capire il Cristo eucaristico e mistico, cioè porta a prendere sul serio la Risurrezione e «non cercare tra i morti di 2000 anni fa, Colui che è vivente oggi». È una lettura diversa da quella che si fa per Socrate e Platone: è un leggere nel passato una realtà presente, è un leggere sempre profetico in questo senso.

    Il realismo storico o il realismo eucaristico-ecclesiale?

    Una obiezione è questa: se i passi biblici sono ritrovati a partire dai fatti di vita, quando si farà una lettura continua della Bibbia?
    La risposta è pregiudiziale: è necessaria una lettura continua della Bibbia? Ai biblisti sì, per aiutarci a capire che cosa ci vuol dire Gesù Cristo; ma ai semplici fedeli?
    La lettura continua della Bibbia porta la mente ad una serie di eventi compiuti 2000 anni fa e questo rischia di dimenticare la serie di eventi che stiamo vivendo oggi, noi con il Cristo insieme.
    Gesù Cristo sta vivendo oggi la sua storia sacra, che ha nei 30 anni palestinesi un punto di riferimento irrinunciabile, per capirlo come è, ma che ha nei fatti odierni e locali il punto di riferimento non meno irrinunciabile per capirlo come interviene nella Eucaristia, nella Grazia attuale, nella Chiesa.
    Mentre la visione del Cristo storico è spontanea e analoga alla visione di qualsiasi altro personaggio della storia, la visione di Cristo eucaristico e mistico è unica e singolare, quindi va più curata, più aiutata, più incrementata. E per questo si preferisce la lettura della bibbia nel metodo RdV, cioè restando fortemente dentro l'oggi, i fatti delle persone, le persone stesse, in cui è fortemente presente Dio come creatore («Egli crea direttamente l'anima di ogni uomo»).
    Il pericolo di lacune nel meditare e rimeditare Gesù Cristo secondo il metodo della RdV è superato da questi elementi:
    * La persona umana con tutte le sue esigenze è il punto cruciale dei fatti di vita; ora tale persona è umana e come tale richiama gli aspetti essenziali dell'umanità e con questo fa ritrovare Gesù, che si è fatto uomo ed ha fatto un Regno di salvezza «propter nos homines». Se il regno di Cristo fosse angelico, questa via sarebbe inadeguata, ma essendo un regno umano come è Uomo il suo fondatore, dalla persona umana si è aperti a ritrovare gli aspetti essenziali del Vangelo in quei lati umani che poi per rivelazione risultano contenere la divinità (Col 2,9).
    * La varietà degli eventi che impegnano, la ricchezza di aspetti umani implicati, la guida soprattutto di un «adulto nella fede» permette quella giusta apertura di aspetti che apre a tutti gli aspetti essenziali dell'opera di Dio.
    * In ogni caso l'essenziale, cioè la sostanza della salvezza risulta anco meglio ripresentata alle coscienze che nei gruppi del vangelo, poiché tutte le volte con intensità si ritrova l'esistenza eucaristica, l'esistenza mistica e quella storica di Cristo, mentre, come si è visto, in altri metodi è non improbabile il progressivo dimenticare o deformare l'esistenza eucaristica e mistica di Cristo.
    Tra questo «essenziale» c'è il Padre, c'è la Grazia, c'è la fede-speranza carità, c'è la morte-risurrezione, c'è la Pentecoste, ma vorremmo sottolineare che vi è anche un aspetto centrale dello spirito biblico: il fatto che Dio è entrato nella nostra storia. Ciò è addirittura accentuato in ogni Revisione di vita con in più quella visuale escatologica, verso il futuro verso il costruire un domani che è già innata negli stessi fatti umani che si esaminano.
    Del resto il Documento di Base della catechesi italiana al par. 75 prescrive che «la misura e il modo» di una piena esplicitazione dei contenuti biblici sia relativa al contesto culturale dei soggetti, proprio perché si ricerca quella meditazione di Cristo che è volta per volta richiesta per collaborare con Lui al compiersi della Salvezza attualmente (Grazia attuale).
    Ora tale prescrizione dei vescovi, mentre tranquillizza le coscienze quanto ad una conoscenza della bibbia sulla linea di «letture continue», conferma la validità prioritaria del metodo della RdV per la pastorale della Chiesa locale.
    È infatti detto nel par. 77: «Chiunque voglia fare all'uomo d'oggi un discorso efficace su Dio, deve muovere dai problemi umani e tenerli sempre presenti nell'esporre il messaggio. È questa, del resto, esigenza intrinseca per ogni discorso cristiano su Dio», un discorso, come si voleva, dato da una lettura «cattolica» della Bibbia.
    (G.Negri)


    T e r z a
    p a g i n A


    NOVITÀ 2024


    Saper essere
    Competenze trasversali


    L'umano
    nella letteratura


    I sogni dei giovani x
    una Chiesa sinodale


    Strumenti e metodi
    per formare ancora


    Per una
    "buona" politica


    Sport e
    vita cristiana
    rubrica sport


    PROSEGUE DAL 2023


    Assetati d'eterno 
    Nostalgia di Dio e arte


    Abitare la Parola
    Incontrare Gesù


    Dove incontrare
    oggi il Signore


    PG: apprendistato
    alla vita cristiana


    Passeggiate nel
    mondo contemporaneo
     


    NOVITÀ ON LINE


    Di felicità, d'amore,
    di morte e altro
    (Dio compreso)
    Chiara e don Massimo


    Vent'anni di vantaggio
    Universitari in ricerca
    rubrica studio


    Storie di volontari
    A cura del SxS


    Voci dal
    mondo interiore
    A cura dei giovani MGS

    MGS-interiore


    Quello in cui crediamo
    Giovani e ricerca

    Rivista "Testimonianze"


    Universitari in ricerca
    Riflessioni e testimonianze FUCI


    Un "canone" letterario
    per i giovani oggi


    Sguardi in sala
    Tra cinema e teatro

    A cura del CGS


    Recensioni  
    e SEGNALAZIONI

    invetrina2

    Etty Hillesum
    una spiritualità
    per i giovani
     Etty


    Semi e cammini 
    di spiritualità
    Il senso nei frammenti
    spighe


    Ritratti di adolescenti
    A cura del MGS


     

    Main Menu