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    Introduzione a: Giovani per una animazione cristiana dei preadolescenti


     

    Una lettura di questa monografia, affrettata, a volo d'uccello sui titoli, può far incrociare le braccia a più d'un operatore pastorale. «Belle utopie! Purtroppo, la realtà di tutti i giorni è un'altra: più dura, meno disponibile alle elucubrazioni!...».
    D'accordo, in pieno.
    Stendendo le pagine di questo studio, la redazione aveva la precisa consapevolezza che... pochissime parrocchie avrebbero potuto permettersi il lusso di realizzare tutto quanto qui è suggerito (ammesso che se ne condivida l'impostazione e lo sviluppo). Eppure, non si è ridimensionato di una virgola il progetto.
    Per un servizio impegnato ed efficiente, per quella «tensìone spirituale profonda che tiene gli educatori continuamente desti, sempre pronti a trovare il loro nuovo posto nella vita di coloro, dei quali si deve aver cura» (RdC, 159) è necessario conoscere con precisione il punto d'arrivo: il quadro ideale.
    Non per trasportarlo di peso, acriticamente, nella propria situazione. Ma per farlo oggetto di un attento processo di ridimensionamento, a partire dalla propria quotidiana realtà. Solo così, si arriva ad un possibilismo che non mortifica le persone, ma fa procedere in avanti, con coraggio e prudenza.
    Se gli «adattamenti» sono portati nel momento della progettazione, l'impianto pastorale sarà sempre troppo angusto per permettere un cammino in avanti. E il cristiano, per definizione, è «uno proteso in avanti» (Fil 3,13).
    D'altra parte, non sono tutti sogni impossibili... le cose qui scritte. Qualcuno ha tentato. E c'è riuscito.
    Ci pare importante sottolinearlo. Questa monografia, anche se lo può apparire a prima vista, non è nata a tavolino. Sono state raccolte, pazientemente, molte esperienze. Le abbiamo analizzate, tentando di coglierne il denominatore comune. Da questo «materiale» sono sorte le molte annotazioni «teoriche», che formano l'ossatura di queste pagine.
    Una sola esperienza ha trovato, in sede di redazione, definitiva ospitalità sulle pagine. Quasi come test emblematico.
    Quindi... coraggio!
    I giovani e i preadolescenti degli anni 70 hanno bisogno di una decisa virata di bordo. Scalpitano allo starter.
    Le difficoltà sono molte: troppe. Ma sono «nostre». Le abbiamo noi. Loro... non possono aspettare!

    IL RINNOVAMENTO DELLA CATECHESI

    «Il rinnovamento della catechesi» sta segnando una svolta decisiva nella pastorale catechistica italiana.
    Si moltiplicano le realizzazioni, per tradurre nel tessuto delle cose di tutti i giorni, le linee di rinnovamento che caratterizzano il documento della C.E.I. Chiunque tenti qualcosa di serio, non accontentandosi di un inconcludente genericismo, tocca con mano la verità della annotazione conclusiva: «L'esperienza catechistica moderna conferma ancora una volta che prima sono i catechisti e poi i catechismi; anzi, prima ancora, sono le comunità ecclesiali» (RdC, 200). Le comunità e i catechisti non fanno da sufficiente supporto al rinnovamento. Soprattutto mancano catechisti che si sentano espressione viva, da «prima linea», di una comunità in stato di missione. Lo si costata presto. Ci si sbatte la testa contro, con sofferenza, vedendosi franare sul sorgere le più promettenti iniziative.
    Dall'esperienza si passa al tentativo di arginare la falla, coltivando e promuovendo «scuole» per catechisti.
    Ed è un gran bene.
    Ma c'è un grosso pericolo: rivestire di parole nuove, altisonanti, le realtà più trite. L'esperienza superata e contestata da «Il rinnovamento della catechesi» viene ripresa, dopo una sommaria riverniciatura. Si tira a nuovo la facciata. E tanto basta.
    L'argomento è di quelli «caldi».
    Anche Note di Pastorale Giovanile desidera offrire un servizio di riflessione. Lo fa, con umiltà e disponibilità, all'interno di alcune precise scelte pastorali che ne formano la filigrana.
    Abbiamo preferito rinunciare ad una facile rassegna di esperienze, anche se presentate con una chiave di lettura critica, per fornire invece uno scheletro di problemi e di proposte risolutorie. Sono maturate in un lavoro collegiale del gruppo di redazione, mediante un iter di stesura a cerchi concentrici: dalla scelta di caratterizzazione del progetto, alla stesura di un piano di massima; dalla riflessione comune sui vari temi, con il conforto di alcuni esperti, alla rilettura collegiale di tutta l'elaborazione.
    Davanti agli occhi, sempre alcune battute de «Il rinnovamento della catechesi», avvertite come parametro di una pastorale catechistica per la chiesa italiana d'oggi:

    «Ogni cristiano è responsabile della parola di Dio, secondo la sua vocazione e le sue situazioni di vita, nel clima fraterno della comunione ecclesiale» (RdC, 183; il tema è ripreso in molti altri passi: 12, 23, 198).
    «Per una catechesi sistematica, la comunità cristiana ha bisogno di operatori qualificati. È un problema che la interessa profondamente: la sua vitalità dipende in maniera decisiva dalla presenza e dal valore dei catechisti, e si esprime tipicamente nella sua capacità di prepararli» (RdC, 184).
    «La dissociazione tra fede e vita è gravemente rischiosa per il cristiano, soprattutto in certi momenti dell'età evolutiva, o di fronte a certi impegni concreti» (RdC, 53).
    «La catechesi abilita l'uomo all'esercizio della fede, della speranza e della carità nelle quotidiane situazioni concrete» (RdC, 30).
    «La parola di Dio deve apparire ad ognuno come un'apertura ai propri problemi, una risposta alle proprie domande, un allargamento ai propri valori ed insieme una soddisfazione alle proprie aspirazioni. Diventerà agevolmente motivo e criterio per tutte le valutazioni e le scelte della vita» (RdC, 52).
    «Per alimentare una mentalità di fede che consenta di vivere da figli di Dio, la catechesi deve raggiungere gli uomini nel tempo e nel luogo in cui essi operano, vale a dire nella situazione di vita che è loro propria. Sono pertanto da studiare fenomeni come... (il documento elenca i più caratteristici fenomeni della attuale situazione sociologica)» (RdC, 128).
    «Amare Dio significa trovare e servire l'uomo, l'uomo vero, l'uomo integrale» (RdC, 161).

    Ecco, allora, la nostra scelta: il tema di questa monografia. Due centri di interesse ed una risposta:
    • i preadolescenti italiani degli anni 70, come punto terminale dei progetto pastorale qui descritto;
    • «l'animazione cristiana», una educazione globale alla vita di fede, speranza e carità nella Chiesa, nuovo volto della catechesi per i preadolescenti;
    • i giovani (18-20 anni) come i principali operatori della animazione cristiana dei preadolescenti, in collegamento con l'intera comunità ecclesiale, responsabile in solido di una proposta di fede ai ragazzi.
    Queste conclusioni operative sono frutto di una attenta riflessione che caratterizza il percorso logico di queste pagine.
    Non è possibile progettare un «tipo» di educazione alla fede se non a partire da una reale situazione. Non è sufficiente conoscere «che cosa» trasmettere, per inventare i «modi» concreti della trasmissione; ma è urgente chiedersi» a chi» comunicare, in quale contesto sociologico è chiamato a vivere questo «chi».
    I progetti «in astratto» sono inconcludenti e quindi alienanti. Da qui l'urgenza di delineare con precisione la condizione giovanile nella società italiana. Lo studio di G. C. Milanesi, come una lunga premessa, fornisce il quadro su cui muoverci e determina i criteri delle scelte:» la misura e il modo», come ricorda RdC 75.
    La descrizione è fatta con chiavi di lettura prevalentemente sociologiche: quindi evita di ricercare componenti più profonde e trascendenti, di marca prettamente psicologica e teologica. Ne risulta un quadro parziale. Ma denso di istanze urgenti, che non possono più essere ignorate, pena la sterilizzazione a priori di ogni impianto pastorale. Se è vero il mistero dell'Incarnazione e l'economia ordinaria della storia della salvezza.

    • I preadolescenti vivono «dentro» il contesto sociale descritto: più di ogni altro ne sono influenzati, perché meno critici e più spontaneamente sintonizzati alle nuove lunghezze d'onda.
    Perciò hanno bisogno di un nuovo tipo di approccio catechistico: non è solo questione di inventare metodi nuovi. C'è un ribaltamento di prospettive, da porre in atto, per coinvolgere tutte le esperienze quotidiane, nel mistero della fede-speranza-carità.

    • I giovani sono in stato di conflittualità religiosa ed in atteggiamento di contestazione a molto dell'attuale clima della società: stanno sganciandosi da una religiosità tradizionale, con tendenze allo slittamento o verso l'indifferenza e l'ateismo o verso una nuova e più intensa religiosità; e stanno ricercando punti su cui condensare un crescente desiderio di responsabilità e di azione diretta.

    Non è possibile convogliare la generica disponibilità giovanile verso un impegno di animazione cristiana dei preadolescenti, dal momento che di fatto sono già loro modelli? Anche per recuperare, nell'azione, quella loro maturazione cristiana che si va sfaldando.
    La risposta affermativa connota una ulteriore domanda: come vanno scelti e come vanno formati questi giovani, per essere «animatori qualificati nel processo di maturazione umana e cristiana del preadolescente?
    Pregiudiziale, un terzo interrogativo: che cosa si intende per «animazione cristiana» dei preadolescenti, nell'ambito della comunità parrocchiale? (chiaramente si dà per scontata l'esistenza della catechesi sistematica ed organica che è offerta ai ragazzi nell'ambiente scolastico e la stessa iniziazione liturgica della comunità parrocchiale).
    Le risposte che Note di Pastorale Giovanile, in questa monografia, offre ai tre interrogativi vogliono essere unicamente la prima battuta di un dialogo. Sono proposte molto informali (anche lo stile della monografia lo denuncia: si è preferito l'«indice ragionato» allo sviluppo organico). Sono una griglia di soluzioni, da ripensare e da verificare a livello di ogni situazione locale. Come tutte le pagine di Note di Pastorale Giovanile, queste aprono il discorso. Non lo concludono.
    I pareri dei lettori, le loro esperienze, le riflessioni degli studiosi sono graditissime ed attese. Sentendoci tutti Chiesa in cammino, a servizio reciproco, tutti assieme collaboriamo a realizzare quanto ci viene suggerito dal paragrafo 149 del RdC: «Nella comunità parrocchiale, la catechesi può trovare normalmente l'ambiente adatto per una piena presentazione della parola di Dio. Qui, più che altrove, la catechesi può diventare unitariamente insegnamento, educazione, esperienza di vita».

    Hanno collaborato alla elaborazione di questa monografia:
    Guido Abà Bartolino Bartolini - Pietro Damu - Ennio Fabbracci - Anna Fabriziani -Gennaro Luce - Giancarlo Negri - Mario Pollo - Elio Scotti - Riccardo Tonelli - Romano Vecchi.
    Con articoli: Roberto Giannatelli - Giacomo M. Medica - Giancarlo Milanesi.


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