Attesi dal suo amore
    Proposta pastorale 2024-25 

    MGS 24 triennio

    Materiali di approfondimento


    Letti 
    & apprezzati


    Il numero di NPG
    luglio-agosto 2024
    600 cop 2024 2


    Il numero di NPG
    speciale sussidio 2024
    600 cop 2024 2


    Newsletter
    luglio-agosto 2024
    LUGLIO AGOSTO 2024


    Newsletter
    SPECIALE 2024
    SPECIALE SUSSIDIO 2024


    P. Pino Puglisi
    e NPG
    PPP e NPG


    Pensieri, parole
    ed emozioni


    Post it

    • On line il numero di LUGLIO-AGOSTO di NPG sul tema degli IRC, e quello SPECIALE con gli approfondimenti della proposta pastorale.  E qui le corrispondenti NEWSLETTER: luglio-agostospeciale.
    • Attivate nel sito (colonna di destra "Terza paginA") varie nuove rubriche per il 2024.
    • Linkati tutti i DOSSIER del 2020 col corrispettivo PDF.
    • Messa on line l'ANNATA 2020: 118 articoli usufruibili per la lettura, lo studio, la pratica, la diffusione (citando gentilmente la fonte).
    • Due nuove rubriche on line: RECENSIONI E SEGNALAZIONI. I libri recenti più interessanti e utili per l'operatore pastorale, e PENSIERI, PAROLE

    Le ANNATE di NPG 
    1967-2024 


    I DOSSIER di NPG 
    (dall'ultimo ai primi) 


    Le RUBRICHE NPG 
    (in ordine alfabetico
    e cronologico)
     


    Gli AUTORI di NPG
    ieri e oggi


    Gli EDITORIALI NPG 
    1967-2024 


    VOCI TEMATICHE 
    di NPG
    (in ordine alfabetico) 


    I LIBRI di NPG 
    Giovani e ragazzi,
    educazione, pastorale

     


    I SEMPREVERDI
    I migliori DOSSIER NPG
    fino al 2000 


    Animazione,
    animatori, sussidi


    Un giorno di maggio 
    La canzone del sito
    Margherita Pirri 


    WEB TV


    NPG Facebook

    x 2024 400


    NPG X

    x 2024 400



    Note di pastorale giovanile
    via Giacomo Costamagna 6
    00181 Roma

    Telefono
    06 4940442

    Email

    Densità di secolarizzazione nei giovani del Veneto



    Severino De Pieri

    (NPG 1971-04-31)

    «La Stampa» del 15 gennaio riporta una notizia che non fa più cronaca tanto purtroppo comincia ad essere frequente: «L'abolizione dell'insegnamento religioso nelle scuole è stata chiesta dall'Assemblea ecclesiale romana, che riunisce preti e laici progressisti».
    I giovani contestano la scuola di religione: quindi non facciamola più. I giovani abbandonano la pratica religiosa: quindi rivoluzioniamo metodi e sistemi. Il fatto è incontestabile.
    Ma, certamente, non sarà la fretta (la ricerca di vie nuove, quando quelle «vecchie» sono ancora le più utili) né l'arroccamento (l'ostinazione su interventi pastorali, solo in base alla motivazione estrinseca del «si è sempre fatto così») né la superficialità delle analisi (il passare cioè dal puro fenomeno alla creazione di una «legge generale», maturata senza un tentativo di cogliere il profondo dei fatti) che riuscirà ad allacciare un «rendez-vous» autentico tra «Dio che si rivela e l'uomo che lo va cercando per varie strade» (RdC, 198).
    Il terreno su cui ci si muove è molto incerto: non è possibile camminare a spanne, improvvisando o genericizzando.
    Por questo sono urgenti studi come quello che presentiamo, per avere tra le mani il polso reale, a livello di ogni situazione locale, della «religiosità implicita» dei giovani, in rapporto alla diminuita pratica religiosa (compensata da riti surrogatori).
    Questo esteso rapporto sulla densità di secolarizzazione nei giovani del Veneto fa seguito agli articoli già presentati su Note di Pastorale Giovanile sul tema della secolarizzazione ed approfondisce l'argomento a livello regionale. La regione considerata, il Veneto, è particolarmente significativa e lo studio effettuato diviene molto illuminante ai fini di una più adeguata impostazione della pastorale giovanile.
    Gli operatori pastorali sono chiamati a divenire, oggi soprattutto, «animatori di religiosità», vista l'aumentata criticità dei giovani nell'interesse di capire fino in fondo i molti loro problemi (in questo fatto, ci pare presente e crescente l'«attenzione per la questione religiosa», ritrovata al fondo di tutte le questioni), nonostante la riduzione quantitativa della pratica religiosa tradizionale. L'annotazione va sottolineata: è la strada per la pastorale giovanile degli anni 70. Forse una delle poche ancora aperte, se si crede alla pastorale come «dialogo con la massa dei giovani», rifiutando la riduzione del cristianesimo ad un privilegio di élites.
    Ed è la proposta di «conversione di metodo» che un gruppo notevole di esperti prospetta, per «salvare» il contestato insegnamento della religione nelle scuole (cfr. Catechesi, 1970/3, fasc. B).
    La redazione di Note di Pastorale Giovanile l'ha optata come scelta costitutiva del suo metodo pastorale (cfr. l'articolo su questo stesso numero «Appunti di pastorale giovanile»).

    PREMESSA

    Per affrontare uno studio così impegnativo e stimolante sarebbe necessario anzitutto chiarire il concetto stesso di «secolarizzazione» che, come ci è dato sovente di costatare, non risulta certo agevole e alieno da equivoci.
    In questo nostro contributo intendiamo accettare il termine «secolarizzazione» in senso abbastanza definito. Oggi secolarizzazione non significa più orientamento verso un ideale di razionalità assoluta, né verso un traguardo di una religione puramente naturale. «La secolarizzazione si presenta oggi come una più disincantata accettazione della condizione storica dell'uomo e una pratica assunzione dei compiti del tempo, come unica reale possibilità di impegno» [1].
    Per secolarizzazione intendiamo – in altre parole – una mentalità, uno stato psico-sociale più o meno diffuso, un complesso di valori specifici di una civiltà che si costruisce al di fuori del «sacro» tradizionale. Misurare la densità di un fenomeno così fluido e ancora in divenire potrebbe sembrare, oltre tutto, una velleità.
    I dati pertanto che vengono offerti dalle ricerche già condotte non possono essere utilizzati come sicura fonte di documentazione e nemmeno come diagnosi oggettiva della situazione. Essi tutt'al più vanno assunti come ipotesi di lavoro e in ogni caso devono essere inquadrati in una prospettiva più vasta che li giustifichi e nello stesso tempo consenta una valutazione sufficientemente critica.
    Descrivere inoltre un processo evolutivo che riguarda il mondo giovanile così arduo e imprevedibile, non risulta certo semplice e può prestarsi, oltre che a facili e gratuite generalizzazioni, anche a clamorose smentite nel volger di pochi anni.
    Le inchieste infatti sui giovani abbondano e sono ormai abituali quando si voglia sondare ogni fenomeno che li riguarda, non ultimo quello della secolarizzazione [2].
    In tale contesto si pone questo tentativo, certamente limitato e non del tutto esauriente, di valutare la densità di secolarizzazione dei giovani del Veneto, allo scopo di offrire non solo un rilevamento statistico sia pure significativo a livello regionale, ma anche di fornire qualche utile indicazione per l'orientamento della pastorale giovanile, specialmente catechistica.
    Daremo anzitutto un breve panorama sociologico dell'evoluzione del cattolicesimo veneto in questo secolo, analizzeremo quindi il fenomeno giovanile considerato sotto l'aspetto della secolarizzazione in atto e indicheremo infine alcune linee e direttive per la pastorale giovanile e catechistica.

    EVOLUZIONE DEL CATTOLICESIMO VENETO

    Il panorama che stiamo per offrire è prevalentemente sociologico e prescinde di sua natura da altre valutazioni più profonde che una realtà così complessa come quella religiosa ed ecclesiale comporta, particolarmente sul piano soprannaturale.

    Il cattolicesimo veneto nella prima metà del secolo

    Nella prima metà del '900 il cattolicesimo veneto permane notevolmente monolitico e condiziona tutti gli aspetti della vita personale e sociale. Assistiamo ad un integrismo largamente sacralizzato, nel quale si possono evidenziare le seguenti note caratteristiche:
    – una cultura di base di tipo rurale, dominata da una aristocrazia terriera borghese (i «Signori»);
    – un certo «familismo» temperato da bonarietà, ma sostanzialmente autoritario in fatto di educazione, tradizionalista circa la religione, rigoroso in materia sessuale e tendente a controllare tutti gli aspetti della vita;
    – una gerarchia ecclesiale fortemente strutturata in forma piramidale, tendente a scoraggiare le innovazioni e ad emarginare le iniziative autonome;
    – un comportamento prevalentemente ritualistico in fatto di pratica religiosa e conformistico nelle relazioni sociali.
    In tale cultura sacralizzata e integrista i giovani sono in posizione di forte dipendenza e sottomissione.

    I principali aspetti della recente trasformazione socio-economico-culturale

    Il Veneto ha incominciato a muoversi attorno agli anni cinquanta ed è esploso in coincidenza col «boom» economico del 60-62. La trasformazione socio-economica ha avuto una importanza determinante nel mutamento culturale. Fatti salienti di questo processo attualmente in corso sono la rivoluzione industriale e micro-industriale, il sorgere di nuove classi professionali, il contenimento dell'emigrazione, l'accentramento urbano, il massiccio accesso all'istruzione e la mutazione dei modelli di comportamento sociale.
    Questi fattori di sviluppo socio-economico-culturale non sono stati accompagnati da una corrispondente evoluzione sul piano religioso. Si è anzi provocato un fenomeno di recessione nella pratica religiosa ed il distacco tra fede e vita, favorendo la dicotomia «religione-religiosità» (Acqua-viva, De Sandre, ecc.).
    Tutto il sistema religioso cattolico è entrato in crisi, particolarmente nelle nuove classi operaie e nel mondo giovanile, un tempo tenuto in posizione subalterna. Si costata infatti il progressivo declino dell'autorità, la riduzione del controllo educativo-sociale, la crisi delle associazioni cattoliche e delle vocazioni religiose, lo sfaldamento dei seminari, specie negli ultimi anni, la revisione del modello «familista», ecc. Tutti questi fenomeni hanno determinato alcune precise conseguenze sul piano culturale e religioso, dando il via al processo della secolarizzazione e alle spinte della contestazione.
    Con ciò non si può tuttavia dire che nel Veneto d'oggi ci si trovi di fronte ad una autentica innovazione nel campo religioso-ecclesiale. Abbiamo dei fermenti di innovazione in atto, ma verifichiamo anche la contemporanea presenza di altri fattori di freno e di conservazione dello «status quo».
    Il conformismo rituale resta abbastanza diffuso. Si fa strada un certo «indifferentismo» religioso molto più micidiale per la fede che un clamoroso rigetto. L'istituzione parrocchiale conserva ancora i suoi schemi tradizionali pur con l'apparenza di qualche maggiore elasticità, nonostante che il Concilio abbia invitato ad una sostanziale revisione delle strutture e dei ruoli in merito. I gruppi spontanei religiosi e politici sono scarsamente diffusi e ripropongono quasi esclusivamente aspetti marginali in uno stile di contestazione di solito intellettualistica e verbale.

    Cattolicesimo veneto tra innovazione e conservazione

    Come si può osservare la situazione è ancora indeterminata e non si può forse dire che nel Veneto esista oggi un dinamismo culturale così generalizzato ed efficace da ottenere una vera e propria innovazione. Si rimane sostanzialmente in una ambivalenza tra innovazione e conservazione, aperta a tutte le evenienze. La stessa secolarizzazione si manifesta come un fenomeno contenuto («strisciante»), in qualche modo coesistente con mentalità e costumi ancora tradizionali.
    In tale contesto va studiato il mondo giovanile che con la sua problematica e i suoi valori agisce da forza propulsiva e innovatrice.

    ANALISI DI ALCUNI ASPETTI DELLA SECOLARIZZAZIONE NEI GIOVANI DEL VENETO

    Esponiamo ora alcuni dati e risultati di ricerche condotte tra i giovani del Veneto negli ultimi anni, a partire dal 1966. Disponiamo praticamente di quattro ricerche di psico-sociologia religiosa, relative a soggetti maschi e femmine dai 15 ai 20 anni, appartenenti a zone particolarmente significative della regione veneta. Ci limitiamo a recensire sinteticamente le suddette ricerche, soffermandoci sugli aspetti che maggiormente interessano il tema della secolarizzazione.

    Crisi della scuola cattolica

    Nel 1966 G. Milanesi ha effettuato una approfondita indagine tra tutti i giovani di una grande scuola cattolica del Veneto. Il sondaggio [3] verteva prevalentemente sulla religiosità dei giovani della scuola cattolica, ma inquadrava il problema anche in una prospettiva psico-pedagogica, analizzando la personalità dei soggetti che frequentano le istituzioni educative cattoliche.
    Ecco i principali risultati raggiunti:

    ♦ Sintesi dello studio sulla personalità
    I giovani dell'istituzione educativa cattolica considerata presentano caratteristiche di immaturità e ambivalenza adolescenziale (instabilità, ricerca del riconoscimento, bisogno di farsi valere, esibizionismo, ecc.). In concomitanza con l'evoluzione socio-economica della regione, si assiste ad una quasi generale crisi dei valori tradizionali, con il capovolgimento pratico (se non ancora teorico) della gerarchia classica dei valori. Si dà cioè prevalenza ai valori del benessere economico e del successo, con assenza o quasi di ideali superiori di socialità e di religiosità.
    Le aspirazioni di questi giovani che frequentano la scuola cattolica sembrano porsi in direzione prevalentemente individualistico-borghese. La corsa al benessere e al facile guadagno è collegata con le motivazioni profonde della personalità e perciò proiettata nel futuro, quando cioè questi giovani della élite cattolica saranno alla guida della società veneta. Tali aspirazioni ci descrivono in anticipo i «modelli culturali» della società veneta di domani.
    È una gioventù in transizione di valori. Mentre da un lato è pervasa da fermenti innovatori, dall'altro è ancora attardata su posizioni tradizionali difficili da abbandonare. Ci riferiamo con ciò alle apparenti condotte di sottomissione all'autorità familiare ed ecclesiale, in contrasto con atteggiamenti interiori di ribellione, dubbio e rifiuto.

     Sintesi dell'indagine sulla situazione morale e religiosa
    In complesso si può dire che questi giovani sono particolarmente sensibili alla problematica etico-religiosa, anche se vissuta con ambivalenza e bisognosa di sicuro orientamento nel momento di crisi che attraversano.

    L'immagine che si fanno di Dio i giovani veneti
    In forza forse della struttura educativa veneta, particolarmente rigida ed autoritaria per parte della «figura paterna» tradizionale e del suo «transfert» nella figura dell'educatore, nell'immagine di Dio prevalgono i sentimenti di timore: Dio è visto più come padrone e giudice che Padre. Il venire meno da parte dei giovani alle norme fondate e sanzionate dalla religione del timore, li pone in una situazione di grave disagio, con acuto senso di colpa e timore del giudizio di Dio. Ciò porta anche la psicologia dei giovani a figurarsi e ad invocare una immagine più comprensiva, paterna ed accondiscendente di Dio.

    Valutazione della struttura morale
    Anche tra i giovani della scuola cattolica sembra che la disgregazione del sistema dei valori socio-morali e latino-cattolici sia ormai un fatto compiuto. Sembra inoltre che i valori dell'area sessuale, familiare e religiosa, siano i più duramente colpiti, con un netto cedimento dalle norme della morale obiettiva (es. relazioni prematrimoniali, divorzio, ecc.). Grave soprattutto è lo scarso impegno solidaristico, pur nella dimostrata «socievolezza di comodo». Grave lo scarso senso di appartenenza ecclesiale (nuovo anticlericalismo).

    Valutazione della situazione religiosa
    La ricerca accenna ad un tasso di dubbio e di incertezza nei vari contenuti della fede maggiore per i giovani della scuola cattolica veneta che
    per quelli di altre regioni d'Italia. Tale fatto può essere un segno di maggiore sensibilità al problema religioso e perciò un bisogno maggiore di approfondire verità che sono certamente di ardua comprensione e che sono percepite come importanti per la vita. L'urgenza della soluzione provoca talora il dubbio; non aver dubbi non è sempre segno di maggiore adesione di fede, ma talora piuttosto di indifferenza. Può essere anche la conseguenza di tutte le trasformazioni socio-culturali in atto nella società veneta, che abbiamo visto influire sulla struttura delle valutazioni morali e religiose dei giovani. Probabilmente il maggior tasso di dubbio nei veneti è dovuto proprio alla gravità, rapidità e profondità del fenomeno del cambio e della transizione che coinvolge più gravemente che altrove i valori religiosi che si erano conservati più tradizionalmente e più a lungo.

    Dissociazione tra fede e vita nei giovani veneti

    Nel 1966-67 S. De Pieri ha presentato in sintesi i risultati di alcune indagini psico-sociologiche e religiose effettuate tra i giovani d'ambo i sessi dai 14 ai 20 anni in due diocesi del Veneto [4]. Prescindendo dai risultati raggiunti circa la personalità dei giovani, ecco quanto rilevato per la vita di fede:

    • In genere il problema prevalente è quello della fede, collegato con i riflessi che essa ha con la vita morale, personale e sociale. Di solito costituisce difficoltà il problema dell'esistenza di Dio, della divinità di Cristo e della missione salvifica della Chiesa. La crisi della fede nei giovani pare connessa con la povertà di cultura religiosa e con la difficoltà di integrare la fede nella vita. Si nota quasi ovunque una tendenza a rigettare gli aspetti culturali-esteriori della religione cattolica per accentuare piuttosto una religiosità di tipo soggettivo-naturale. Il rifiuto della fede tradizionale appare tuttavia carente di motivazioni, giustificate cioè dalla paura del conformismo e dalla difficoltà di praticare la morale cristiana. L'esigenza di un cristianesimo convinto e vitale sembra più velleitaria che reale.

    • Le cause della profonda trasformazione intervenute sembrano essere le seguenti: tramonto della civiltà agricola, crisi del sacro e avvio del processo di secolarizzazione, avvento dell'era industriale, diffusione della concezione materialistica della vita, trasformazione della famiglia da patriarcale a nucleare, crisi delle istituzioni educative, mancanza di una specifica catechesi e pastorale giovanile.

    • Si nota in genere che il rapporto parrocchia-giovani è molto tenue o inesistente. Essi tendono a rifiutare le forme associative tradizionali e tentano ovunque esperienze di vita di gruppo, prevalentemente impostate sui valori umani. Sorgono ovunque piccoli gruppi spontanei, specialmente di incontro e discussione, ma piuttosto instabili e cristianamente disimpegnati. Ottiene un certo successo la catechesi più specializzata e differenziata quando essa è svolta col metodo del dialogo e della vita di gruppo.

    Evoluzione religiosa della gioventù femminile

    Ancora nel 1966-67 G. Milanesi e M. Fiori hanno svolto una vasta indagine psico-sociologica e religiosa scegliendo alcuni campioni di studentesse appartenenti a due regioni d'Italia tra cui il Veneto. Ecco le conclusioni raggiunte:

    • Il fenomeno del livellamento e della transizione dei valori già ampiamente dimostrato nell'ambito della cultura giovanile italiana viene ulteriormente confermato dalla ricerca sulle ragazze venete. La transizione dei valori comporta confusione e viene ad essere più accentuata nelle aree della morale sessuale-familiare, del comportamento religioso, delle relazioni interpersonali di gruppo. Ciò può portare le giovani a esasperare l'opposizione e la protesta al vigente sistema sociale, proprio come meccanismo di difesa contro un ordine di cose che, prolungando la difficoltà dell'interiorizzazione dei valori, non permette loro di identificarsi con modelli validi e consistenti. Di qui una delle cause per cui la protesta rimane in gran parte sterile; perché appunto è impotente a modificare il ritmo imponente delle trasformazioni e a proporre valori nuovi.

    • Tra i vari fenomeni del cambio culturale cui le giovani sembrano fare da protagoniste riveste grande importanza l'area del comportamento religioso, o meglio l'area delle motivazioni religiose del comportamento. Da molti indizi sembra potersi dedurre un vasto fenomeno, in atto, di
    secolarizzazione delle condotte delle nostre giovani, in quasi tutte le aree del comportamento individuale e sociale.
    Le condotte tendono cioè insensibilmente a staccarsi dalle motivazioni religiose che più o meno esplicitamente erano sottese a tali condotte. Senza entrare in merito alla difficile discussione sul significato di questa progressiva secolarizzazione del costume, ci sembra doversi segnalare la costante diminuzione della pratica religiosa, una lenta autonomizzazione delle giovani dal clima e dagli impegni della appartenenza religiosa, una crescente interpretazione «umanistica»del dato religioso e degli impegni derivati dall'appartenenza.

    • In connessione con i fenomeni che ci sembra di avere intravisto, ci pare di dover sottolineare il timido affacciarsi di un nuovo tipo di umanesimo giovanile, o meglio di un nuovo tipo di impegno umano. Una caratteristica di questo umanesimo è senz'altro il suo orientamento solidarista in opposizione alla tradizionale situazione di isolamento individualista della cultura italiana.
    Spesso questo equilibrio si risolve in una forma di impegno acerbo, idealista, romantico, teorico e non ancora orientato ad una realizzazione concreta delle istanze di vita comunitaria [5].

    Crisi di identità psico-religiosa nei giovani veneti

    Nel 1969 G. De Bernardin e S. De Pieri hanno effettuato una eccezionale inchiesta interrogando la grande maggioranza dei giovani della Diocesi di Vittorio Veneto, comprendente le zone di Conegliano, Vittorio Veneto, Oderzo e Sacile [6]. Le province interessate erano quattro.
    L'analisi dei dati dell'inchiesta ha messo in evidenza non solo la mentalità generale dei giovani, ma anche le differenze esistenti tra giovani e ragazze, tra giovani dei licei, delle magistrali e dei vari istituti tecnici e professionali, tra giovani del biennio e del triennio e infine tra i giovani delle diverse zone di appartenenza.
    I risultati sono stati messi a confronto con la recente indagine Doxa su scala nazionale e dimostrano il persistere di una situazione che sembrava ormai superata agli inizi degli anni '60.
    L'apertura rivoluzionaria è per lo più accarezzata come un'utopia buona per tacitare certe inquietudini intellettuali. La preoccupazione più vera è la loro personale insicurezza economica e psicologica.

    Sintesi dei dati sulla personalità giovanile

    I soggetti si caratterizzano come una gioventù «socio-influenzata» profondamente pervasa cioè dalle recenti trasformazioni socio-culturali e con una concezione moderatamente ottimistica della vita. Essi sono bisognosi di autonomia e indipendenza, protesi verso aspirazioni di tipo quasi edonistico-borghese nonostante la contestazione verbale alla civiltà delle immagini e dei consumi.
    L'indagine ci fa vedere che i giovani sono ancora alla ricerca, presentano una caratteristica «ambivalenza», ancora adolescenziale. Essi ci danno il volto di una «gioventù in transizione» di valori. Presentano una personalità ancora insicura, con delle reazioni di insofferenza e di aggressività (crisi di identità).
    Una parte del campione interrogato esprime un certo dissenso per i «valori tradizionali». Tutti invece indistintamente simpatizzano per un nuovo «umanesimo sociale», anche se non ne hanno approfondito le motivazioni e le realizzazioni.

    Il problema della fede e della pratica religiosa e morale 

    In rapporto alle precedenti indagini, questa ha messo in luce l'aspetto forse più originale della nuova generazione nei confronti di quella passata.
    Esso consiste nel capovolgimento psicologico effettuato nei confronti dei valori religiosi. Dall'inchiesta infatti risulta che il futuro dell'uomo e del mondo è sentito dal 58% dei giovani come il problema religioso assolutamente più importante, ancor più importante del problema di Dio (indicato come prevalente dal 48%).
    È la prima volta che nelle indagini giovanili si avverte un mutamento così notevole nella gerarchia classica dei valori. Maggiormente sensibili sono
    i giovani dei centri più industrializzati che più degli altri sembrano aver progredito nel processo di secolarizzazione.
    Tuttavia la maggior parte crede nell'esistenza di Dio. Solo il 16% avanza dubbi e una percentuale assolutamente trascurabile si professa atea (1,5%).
    Le motivazioni della fede in Dio risultano per lo più varie e non sempre valide, in ogni caso condizionate dalla situazione socio-culturale. La civiltà industriale dimostra ancora una volta il suo influsso ambivalente, in quanto suscita problemi e difficoltà che erano meno sentiti in altre situazioni, ma costituisce anche una occasione per la maturazione di una fede più cosciente e personale, pur attraverso il travaglio doloroso del dubbio.
    La pratica religiosa risulta nel complesso abbastanza soddisfacente, in confronto con altre regioni d'Italia, ma variamente distribuita secondo l'età, il sesso e le zone socio-economiche.
    Sottentra un certo abbandono critico col procedere dell'età specialmente tra i giovani delle zone più industrializzate.
    Quanto all'educazione morale si nota che essa è stata improntata prevalentemente a eccessiva rigidezza e severità. Questa forza oppressiva del Super-Io morale ha creato sovente inibizioni e tabù difficilmente superabili e ha contribuito ad impedire uno sviluppo autonomo nell'orientamento morale dei giovani.
    In generale i giovani interrogati sembrano sentire maggiormente i problemi morali di indole comunitaria e sociale e mettere in secondo ordine quelli di natura più personale e individuale. Il problema del sesso passa in secondo ordine rispetto a quello della giustizia sociale. Tuttavia manca ogni sensibilità per il problema politico e i problemi culturali brillano per la loro assenza.

    Atteggiamenti verso l'istituzione ecclesiastica 

    Nei confronti della Chiesa i giovani del Veneto assumono un atteggiamento che nell'insieme si può ritenere positivo. Essi tuttavia la vogliono non come società trionfalistica e clericale, ma come popolo di Dio e come comunità di salvezza per tutto il genere umano. In tal modo rifiutano una concezione e una prassi largamente diffuse e affermate nel Veneto tradizionale.
    Nel complesso si può dire che i giovani del Veneto oggi si mostrano in piena crisi di transizione. Il loro problema vero è quello dell'identificazione: non sanno più cosa devono diventare, come giudicare e giudicarsi,
    a quale misura riferirsi. La tradizione morale e religiosa serve loro come base provvisoria, ma sono in attesa di risposte più autentiche, maggiormente confacenti alle nuove aspirazioni. La loro ricerca è appena incominciata e per il momento è segnata da una grande inquietudine.
    Parlare allora di secolarizzazione sembra prematuro. Siamo probabilmente agli inizi di un processo che potrà forse sfociare in una nuova visione della vita e della religione, dando l'avvio ad un mondo secolarizzato.

    INDICAZIONI PRATICHE PER LA PASTORALE GIOVANILE E CATECHISTICA

    Dopo aver esposto i principali e più recenti dati sull'evoluzione religiosa dei giovani del Veneto alla luce del processo di secolarizzazione, presentiamo alcune indicazioni orientative per la pastorale e la catechesi, desunte dall'ultima ricerca psico-religiosa citata [7].

    Mete pastorali e catechistiche

    I giovani criticano la dissociazione tra fede e vita che trovano sovente nel mondo degli adulti. E questo uno dei significati della contestazione giovanile.
    Per una adeguata trasmissione e assimilazione dei valori occorre ricordare che il messaggio viene ricevuto secondo la natura del ricevente. La Catechesi e la Pastorale, come trasmissione di un messaggio, devono ricordare che i recettori sono in fase di transizione ed è pertanto prioritario adeguarsi ai loro condizionamenti psico-sociali.
    I contenuti e i metodi della Catechesi devono essere pertanto commisurati alla situazione giovanile descritta. Di conseguenza con i giovani d'oggi, risulta molto probabilmente più importante la precatechesi che la catechesi (preevangelizzazione).
    La precatechesi è intesa come creazione di condizioni psicologiche e sociali atte ad una recezione conveniente della catechesi vera e propria. Pertanto per i giovani Veneti è preminente la formazione generale della personalità umana, prima ancora di quella cristiana.
    Tale processo di maturazione dovrà mirare al conseguimento della libertà e dell'autonomia personale, allo sviluppo dello spirito critico, alla conquista della sicurezza interiore. Tali valori umani costituiscono le mete prioritarie da raggiungere in tutto lo sforzo formativo della precatechesi. Quanto alla catechesi vera e propria, l'indagine effettuata sui giovani della Diocesi di Vittorio Veneto ci riporta ad una angolazione fortemente incentrata su tre contenuti essenziali: Dio - uomo - chiesa. Tutti gli altri aspetti del messaggio catechistico dovranno essere ricondotti a questo trinomio.
    – In particolare il problema di Dio è sentito in modo sofferto e angoscioso. Sta infatti cambiando l'immagine di Dio.
    – La catechesi sull'uomo deve tenere presenti soprattutto gli sviluppi intervenuti a seguito delle conquiste dell'era spaziale, che hanno aperto dimensioni insospettate sul futuro anche religioso dell'uomo e del mondo. I valori umani che i giovani desiderano siano investiti dalla visione cristiana sono quelli del sesso, della famiglia, dell'appartenenza sociale e comunitaria e dell'inserimento professionale.
    – Anche la catechesi sulla Chiesa deve cambiare, in derivazione concreta e pratica dal magistero conciliare. I giovani sono oltremodo sensibili ad una appartenenza più interiore e comunitaria che esteriore e trionfalistica. In nessun modo vogliono la Chiesa condizionata da interessi politici o terreni.
    La Parola di Dio deve raggiungere i giovani d'oggi immersi in un mondo di cui scoprono le dimensioni e i valori. Se si vuole che per essi il vangelo sia la buona notizia di salvezza bisognerà tener conto del fatto che sono inseriti in un processo di secolarizzazione.
    Nella Pastorale e nella Catechesi pertanto sarà necessario uno sforzo di rinnovamento dottrinale, programmato secondo la fedeltà alla Parola di Dio e secondo le istanze psico-sociologiche. In tal modo la fede adotterà risolutamente il linguaggio con cui i giovani si esprimono, valorizzerà la loro capacità di libera ricerca e li orienterà verso una presenza viva ed attiva nel mondo.

    Mezzi e metodi da usare

    I giovani sentono urgente il bisogno di genuinità e autenticità nella trasmissione del messaggio. Tale genuinità si esprime in amore alla verità, in distacco, fiducia e donazione. Solo su questa base la trasmissione del messaggio si attuerà in atteggiamenti autentici e metodi efficaci.
    Accenniamo a qualcuno:

    • Atteggiamento generale di fiducia e accoglienza.
    La fiducia è ciò di cui hanno maggiormente bisogno e può essere una molla per suscitare energia e slancio verso i valori. Essa si accorda mirabilmente con il rispetto della libertà personale o con la possibilità che ognuno ha di sbagliare.

    • Atteggiamento di dialogo nel rispetto della verità.
    Esso suppone che i trasmettitori si mettano umilmente a cercare insieme, senza tuttavia allontanarsi dalla verità. Suppone però schiettezza anche nelle cose che richiedono sacrificio e coraggio. Il dialogo e la discussione sembrano particolarmente adatti al temperamento aperto e cordiale dei veneti.

    • Partecipazione dei giovani all'attività di programmazione e attuazione della pastorale, specialmente per quella che li riguarda.
    Essi sono sensibili all'aspetto comunitario e sociale di tale partecipazione. Inoltre è il momento in cui praticamente si concede loro fiducia e li si chiama ad assumersi la corresponsabilità comunitaria e sociale.

    • Far loro sperimentare, quasi toccare con mano, i valori.
    E necessario dare ai giovani la possibilità di fare il bene, di collaborare, di sentirsi uniti nell'attività pratica. Con questo mezzo potranno efficacemente discriminare ed assimilare i valori umani e cristiani. Questo è quindi anche il mezzo per una educazione vera dello spirito critico.

    • Cogliere ed utilizzare gli aspetti nuovi della società moderna Sarà utile ed agevole cogliere specialmente il gusto dell'essenziale, la bontà e il dovere del progresso, il senso dell'uomo, la socialità, l'apertura ecumenica, la valorizzazione dell'apporto giovanile, ecc.
    Questi valori occorrerà sviluppare nell'educazione, creando movimenti di cultura giovanile e gruppi di pressione. La vita di gruppo assumerà così dimensioni complete umane e cristiane, andrà incontro a tutte le aspirazioni valide dei giovani in funzione coraggiosamente apostolica e sociale, chiedendo loro anche il sacrificio e la rinuncia per un impegno comunitario.

    NOTE

    [1] Crespi F., Il processo di secolarizzazione, in «Processo alla religione», IDOC, Mondadori, 1968, p. 24.
    [2] Cfr. Densità di secolarizzazione dei giovani italiani, in «Note di Pastorale Giovanile», 1970 /8-9, pp. 37-45. Lo studio più significativo al riguardo resta ancora quello di Rusconi G. E., Giovani e secolarizzazione, Vallecchi Editore, Firenze, 1969.
    [3] G. Milanesi, Indagine etico-religiosa su una scuola cattolica del Veneto, Roma, PAS, 1966 (rapporto non pubblicato).
    [4] S. De Pieri, I giovani del Veneto e la fede, in «Note di Pastorale Giovanile», 1968 /4, pp. 51-64.
    [5] G. Milanesi-M. Fiori, Ideali, problemi e atteggiamenti di 900 studentesse italiane, in «Orientamenti Pedagogici», 82 (1967) n. 4, pp. 801-880. Si veda anche: M. Fiori-S. De Pietri, Profilo di personalità etico-religiosa di un gruppo di studentesse italiane, in «Note di Pastorale Giovanile», 1970 /3, pp. 38-47.
    [6] G. De Bernardin-S. De Pieri, I giovani d'oggi: ideali, valori, problemi. Uff. Catech. Dioc. di Vitt. Veneto in collab. col Centro Salesiano di Orientamento di Mogliano Ven., 1970. Cfr. pure G. De Bernardin, Ideali, valori e problemi dei giovani d'oggi, in «Catechesi», 39 (1970), n. 42, pp. 13-16; e G. Madona, I giovani del profondo Veneto, in «Il Regno», 15 (1970) n. 9, pp. 186-188.
    [7] G. De Bernardin-S. De Pieri (cit. nota 6). Si veda inoltre per un riferimento ad un contesto più vasto il recente volume di G. Milanesi, Ricerche di psico-sociologia religiosa, PAS-Verlag, Zurich, 1970.


    T e r z a
    p a g i n A


    NOVITÀ 2024


    Saper essere
    Competenze trasversali


    L'umano
    nella letteratura


    I sogni dei giovani x
    una Chiesa sinodale


    Strumenti e metodi
    per formare ancora


    Per una
    "buona" politica


    Sport e
    vita cristiana
    rubrica sport


    PROSEGUE DAL 2023


    Assetati d'eterno 
    Nostalgia di Dio e arte


    Abitare la Parola
    Incontrare Gesù


    Dove incontrare
    oggi il Signore


    PG: apprendistato
    alla vita cristiana


    Passeggiate nel
    mondo contemporaneo
     


    NOVITÀ ON LINE


    Di felicità, d'amore,
    di morte e altro
    (Dio compreso)
    Chiara e don Massimo


    Vent'anni di vantaggio
    Universitari in ricerca
    rubrica studio


    Storie di volontari
    A cura del SxS


    Voci dal
    mondo interiore
    A cura dei giovani MGS

    MGS-interiore


    Quello in cui crediamo
    Giovani e ricerca

    Rivista "Testimonianze"


    Universitari in ricerca
    Riflessioni e testimonianze FUCI


    Un "canone" letterario
    per i giovani oggi


    Sguardi in sala
    Tra cinema e teatro

    A cura del CGS


    Recensioni  
    e SEGNALAZIONI

    invetrina2

    Etty Hillesum
    una spiritualità
    per i giovani
     Etty


    Semi e cammini 
    di spiritualità
    Il senso nei frammenti
    spighe


    Ritratti di adolescenti
    A cura del MGS


     

    Main Menu