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    Convertirsi all'amore



    Bartolino Bartolini

    (NPG 1970-04-64)

    Celebrazioni della parola sulla carità
    come conversione

    Non ci può essere vera conversione se non si rompe il cerchio di convergenza verso il proprio io.
    Convertirsi è decentrarsi: aprirsi, nell'amore, agli altri, in Cristo Signore. Fino a dare la propria vita per gli altri, come ha fatto Lui.
    Questo è il tema delle due celebrazioni «di conversione» che presentiamo:
    • la scoperta della comunità, come momento primo di una conversione all'amore;
    • la «voglia» di dare la propria vita per gli altri, come conseguenza e parametro della tensione di conversione.
    Caratteristica, in queste celebrazioni, la proposta di testimonianze dal vero, dalla voce di gruppi giovanili che hanno provato.
    Dopo la Parola di Dio, e come impasto nelle nostre situazioni, sono offerti alcuni stralci di esperienze vive, di gente che ha pagato di persona.
    Ci pare una movenza molto significativa. Per non correre il rischio delle belle parole e delle forti emozioni, che finiscono con l'ultimo «amen», è sempre più necessario scendere al concreto, al «che cosa facciamo, noi, qui?». Per storicizzare queste testimonianze, sembra opportuno privarle di ogni formalizzazione: possono essere mutate, integrate, «raccontate» da chi c'è stato, a viva voce.
    L'inventiva pastorale e la «fede» del responsabile sapranno trovare la formula giusta, equilibrata, vera.

    1. CONVERTIRSI È DECENTRARSI
    PER FARE COMUNIONE 

    1. RITI D'INIZIO

    Canto

    SG Carissimi, la vita cristiana è una conversione continua. Ora convertirsi è «decentrarsi». Impegnarsi a diventare persone sempre più capaci di comunione, di amicizia, di attenzione profonda a Dio e agli altri. Persone che non tengono i doni che hanno per sé, come privilegi, ma che li mettono in comune, a servizio degli altri. E questo con un lavoro lento e paziente che si nutre di concretezza, di gesti semplici e costanti; docili all'azione dello Spirito, che è Spirito di unione, di amore, di pace. Saremo così Chiesa «in costruzione», per arrivare ad essere «una cosa sola» secondo la preghiera di Cristo.

    2. DIALOGO PER DISPORRE ALL'ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO

    G Gesù ci dice:
    Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà; é verremo a lui e dimoreremo presso di lui, perché la parola che ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato (Gv 14,23).

    T Parla, o Signore:
    il tuo servo ti ascolta.

    G Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non è sottomesso a condanna, ma è passato dalla morte alla vita (Gv 5,24).

    T Parla, o Signore:
    il tuo servo ti ascolta.

    G Se rimanete nella mia parola, siete veramente miei discepoli; e conoscerete la verità
    e la verità vi farà liberi (Gv 8,31).

    T Parla, o Signore:
    il tuo servo ti ascolta.

    G Beato chi ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica (Lc 8,21)

    T Parla, o Signore:
    il tuo servo ti ascolta.

    SG O Dio,
    «viva è la tua Parola ed efficace,
    più tagliente
    di una spada a doppio taglio,
    penetrante fino alla divisione
    dell'anima e dello spirito,
    delle giunture e delle midolla,
    capace di discernere
    i sentimenti ed i pensieri del cuore».
    Concedi a noi
    di lasciarci penetrare e giudicare da essa,
    in modo che
    «purifichiamo le nostre anime
    nella obbedienza alla verità,
    per un amore fraterno,
    senza finzioni».
    Te lo chiediamo per Cristo,
    tua Parola vivente
    e nostro Signore.

    T Amen.

    3. LETTURA

    G La preghiera-testamento di Gesù, ormai prossimo a morire, è per noi cristiani un appello a cui dobbiamo continuamente confrontarci.

    L Dal Vangelo secondo Giovanni.
    Gesù durante l'ultima cena pregò così per i suoi discepoli: Padre, questi miei discepoli siano una cosa sola come tu Padre sei in me ed io in te, affinché anch'essi siano una cosa sola in noi; così il mondo creda che tu mi hai mandato. Ed io ho dato loro la gloria che tu mi hai dato, affinché siano una cosa sola, come noi siamo uno: io in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell'unità; e il mondo riconosca, che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me (Gv 17,18-23).

    (Qualche istante di riflessione in silenzio).

    4. MEDITAZIONE RESPONSORIALE

    G La primitiva comunità cristiana è la realizzazione della preghiera di Gesù, ed è il modello e la meta a cui deve tendere ogni comunità che voglia essere cristiana.

    L Tutti i convertiti perseveravano nell'ascoltare la Parola di Dio dalla bocca degli apostoli, nella comunione fraterna, nella Eucarestia e nella preghiera.

    T Signore, con la grazia dello Spirito Santo,
    vogliamo diventare
    un cuor solo ed un'anima sola.

    L I fedeli intanto si tenevano uniti ed avevano tutto in comune. E man mano che se ne sentiva il bisogno, vendevano beni mobili ed immobili e ne facevano distribuire a tutti il ricavato.

    T Signore, con la grazia dello Spirito Santo,
    vogliamo diventare
    un cuor solo ed un'anima sola.

    L Ed ogni giorno frequentavano unanimi il tempio e spezzavano il pane di casa in casa, nutrendosene con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutta la gente.

    T Signore, con la grazia dello Spirito Santo,
    vogliamo diventare
    un cuor solo ed un'anima sola.

    L E il Signore Gesù da parte sua continuava ad aggregare ogni giorno alla Chiesa coloro che si salvavano.

    T Signore, con la grazia dello Spirito Santo,
    vogliamo diventare
    un cuor solo ed un'anima sola.

    L Frattanto con grande fortezza gli apostoli continuavano ad attestare la resurrezione del Signore Gesù e riscuotevano tutti grande simpatia. Tra loro, in realtà, non c'era alcun indigente.

    T Signore, con la grazia dello Spirito Santo,
    vogliamo diventare
    un cuor solo ed un'anima sola.

    5. TESTIMONIANZA

    G Ecco come si esprime una comunità cristiana di giovani. Vi ritroviamo le istanze e gli ideali della primitiva comunità cristiana.

    L Anche nel nostro gruppo ci sono stati alcuni cambiamenti: alcuni giovani sono andati via, ma altri sono entrati. Noi che ci siamo dentro ci accorgiamo che:
    • dobbiamo farci più concreti (lasciare da parte le parole);
    • più poveri (meno spese personali, meno perdite di tempo);
    • più scomodi;
    • dobbiamo diventare più umili (accettare le critiche);
    • dobbiamo farci capire dagli altri, lavorando duro, lavorando bene, lavorando con umiltà, lavorando con costanza, continuando sulla strada intrapresa;
    • dobbiamo essere duri verso noi stessi nell'azione dove ciò che conta (e che è comprensibile) è pagare di persona.
    Questa strada è più lenta, meno appariscente, ma certo più cristiana.
    E così abbiamo deciso:
    • la lettura delle lettere di S. Paolo ogni giovedì alle ore 18;
    • la messa comunitaria ogni mese;
    • la ripresa delle lezioni e della assistenza ai bambini delle scuole elementari e medie;
    • lavori vari.
    Si prospetta la possibilità di un campo di lavoro invernale nelle vacanze di Natale.

    6. RIFLESSIONE

    Omelia
    oppure – se il gruppo è piccolo e preparato – conversazione.

    7. PREGHIERA

    Preghiera dei giovani
    (i presenti possono improvvisare una serie di intenzioni di preghiera. Poi il presidente conclude).

    SG Preghiamo!
    O Dio Uno e Trino,
    mistero luminoso che tutto illumina.
    Tu non sei solitudine ma comunione:
    tre Persone che si conoscono così intimamente,
    e si amano così profondamente,
    da essere una sola cosa.
    Tu ci chiami a rassomigliarti,
    a realizzare una profonda comunione fra noi
    e con te, in Cristo, per lo Spirito Santo.
    Tu ci chiami
    ad essere un cuor solo ed un'anima sola.
    E così, rassomigliandoti, ti riveleremo al mondo.
    O Dio Amore,
    nascosto ed inaccessibile,
    tu ti riveli solo in una comunità di amore,
    che ti renda manifesto ed accessibile.
    Concedi a noi, ti preghiamo,
    di conoscerci sempre più a fondo,
    e di amarci, sacrificandoci l'uno per l'altro.
    E così la luce del tuo volto
    risplenderà sul nostro volto,
    e i nostri fratelli che ti cercano a tastoni
    o che ti rifiutano senza averti conosciuto,
    ti potranno trovare.
    Te lo chiediamo con fiducia,
    per Cristo tuo Figlio e nostro Signore.

    T Amen.

    Canto finale

    2. CONVERTIRSI È DECENTRARSI
    PER DARE LA VITA 

    1. RITI D'INIZIO

    Canto

    SG Carissimi, la vita ha significato solo quando è donata. Noi realizziamo la nostra umanità solo quando viviamo per gli altri.
    Chi vive solo per se stesso, chi si isola, mortifica la sua vita. Vivere vuoi dire: comunicare, inserirsi, donare.
    Chi non ama è morto. Non ha la vita in se stesso. Non solo, ma chi non ama semina la morte intorno a sé. Fa morire gli altri.
    Un bambino non vive se non ci sono due persone che si sacrifichino per lui. Lasciato solo, abbandonato, muore o fisicamente o spiritualmente. Chi ama, chi si sacrifica per gli altri, diffonde la vita intorno a sé. Fa vivere. Gesù è il vivente perché è colui che ha dato tutto se stesso per Dio ed i fratelli, perché ha dato la vita per gli altri.
    È il vivente che dà vita, perché la vita affonda le sue radici nell'amore.
    Noi viviamo perché siamo «radicati in Lui».
    L'umanità continua a vivere perché affonda le sue radici in quell'atto di amore infinito che è la morte di Cristo. Senza di lui e senza il suo amore, il mondo sarebbe un deserto inabitale. Un mondo senza amore, un mondo senza amici, senza verità... chi potrebbe vivere?

    2. DIALOGO PER DISPORRE ALL'ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
    Cfr. celebrazione precedente.

    3. LETTURA

    G Ascolteremo la parola di Gesù, il racconto del suo atto. Poi la mediteremo coralmente con le parole di coloro che conobbero Gesù.
    La donazione di Cristo è sempre un appello che i giovani accolgono. Ne ascolteremo alcune testimonianze.

    L Gesù ci dice:
    Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi: rimanete nel mio amore.
    Nessuno ha amore più grande di questo: di chi dà la sua vita per gli amici. E allora prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo dato per voi.
    Fate questo in memoria di me».
    Similmente dopo la cena diede la coppa dicendo:
    «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue sparso per voi».
    Ecco vi do un comandamento nuovo: di amarvi gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così voi amatevi gli uni gli altri.
    Da questo conosceranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri.
    Chi vuol salvare la sua vita la perderà; e chi perderà la sua vita per causa mia e dell'evangelo, la salverà.

    (Qualche istante di riflessione).

    4. MEDITAZIONE RESPONSORIALE

    L Noi, amando i fratelli, sappiamo di essere passati dalla morte alla vita.
    Chi non ama, dimora nella morte. E chi odia il proprio fratello, è omicida. E sapete che nessun omicida ha la vita eterna dimorante in lui.

    T Chi non ama, è morto
    e semina la morte intorno a sé.
    Chi ama è vivo,
    e dà la vita.

    L Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Cristo ha dato la sua vita per noi.

    T Anche noi
    dobbiamo dare la nostra vita,
    per i nostri fratelli.

    L Se uno ha dei beni terreni e vede suo fratello nel bisogno e gli rifiuta ogni pietà, in che modo l'amore di Dio potrà dimorare in lui?

    T Non amiamo soltanto a parole e con la lingua,
    ma con i fatti e in verità.

    L Nella tenerezza verso i nostri fratelli, dovremmo cercare di donar loro non solo l'evangelo, ma anche la nostra vita. Tanto ci devono essere cari.

    T Sentiamoci uniti con tutti i nostri fratelli,
    nella morte e nella vita.
    Portiamoli nel nostro cuore.
    Spendiamo tutto, volentieri,
    per loro.
    E spendiamo interamente anche noi stessi.

    5. TESTIMONIANZA

    G La volontà di donazione deve tradursi in atti concreti, banali, semplici. Il modo normale di dare la vita per gli altri è «lavorare per gli altri». Il pane che il padre spezza ai figlioli, è frutto del suo lavoro. Lavorare non per arricchirsi, ma per donare. Lavorare sodo, lavorare insieme.

    L 1 Questo approfondimento deve essere fatto con decisione. E non spaventatevi se rimarrete in pochi, quattro o cinque, perché la decisione di dare tutto, fino in fondo, fa paura anche a me, soprattutto a me, perché vedo come è difficile, duro, per niente eroico e poetico.

    L 2 Di fronte alla sofferenza dei poveri cerchiamo di non... soffrire troppo, ma di lavorare, di darci sotto, di rimetterci di persona, di combattere con le unghie e con i denti, finché non saranno consumati. E quando saranno consumati, a combattere e a lavorare senza di quelli, fin quando il nostro corpo non si sarà consumato completamente.
    Il vecchio motto «basta con le chiacchiere», è sempre valido... Solo Cristo mi dà la forza!

    L 3 Cara mamma, sono felice. Però penso che il cristianesimo sia per me una grande fregatura. Se lo accetti non ti è più possibile uscirne; se veramente avremo messo il Cristo al centro della nostra vita, dobbiamo essere disposti ad abbandonare tutto: dalle persone che ci amano, a quel poco che si ha, per una vita che, a pensarci bene, è poco confortante.

    L 4 Niente di speciale: non discorsi trascendentali, non intellettualismo: abbiamo solo portato tubi con gli altri, per gli altri, facendoci nel senso più pratico «altri».
    Qui credo sia il nocciolo di tutto: «farsi altri» nel senso concreto, nel senso più semplice; farsi altri con i fatti è qualcosa che vale la pena provare.

    L 5 Dopo l'esperienza forte del campo, ho ripreso il tran tran della mia vita di studente.
    Però l'aver lavorato sodo per tre mesi per gli altri, in gruppo, mi ha cambiato profondamente. Faccio ora la stessa vita di prima, ma è «tutta un'altra vita». Studio con un altro animo: le lunghe ore di studio le vivo come preparazione ad un servizio per gli altri. Così vado riscoprendo la donazione fatta di piccole cose, a cominciare dai rapporti con i miei in casa...

    L6 Ho venduto la moto. Forse a voi non importa, ma a me sì. Era la spada di Damocle che pendeva sul mio capo quando parlavo di povertà. Ora mi sento meglio.

    6. RIFLESSIONE

    Omelia
    oppure – se il gruppo ne è capace – conversazione.

    7. PREGHIERA
    Cfr. celebrazione precedente.

    SG Preghiamo!
    O Signore,
    Dio dell'amore e della vita,
    concedi a noi di fare quello che ha fatto
    Gesù tuo figlio:
    verificare il nostro amore nel sacrificio per gli altri,
    nelle piccole occasioni quotidiane,

    nelle cose da poco,
    perché forse le grandi non verranno mai.
    E così il nostro amore
    sarà rivelazione del tuo amore.
    Per Cristo nostro Signore.

    T Amen.

    Canto finale.

    APPENDICE 
    PER COSTRUIRE COMUNITÀ... 

    TESTI BIBLICI DALLE LETTERE DEGLI APOSTOLI 

    COMUNICARE CON DIO
    Che il Dio della speranza e della consolazione
    vi conceda di avere sentimenti concordi,
    ad esempio di Cristo,
    affinché con un sol cuore ed una sola voce
    glorifichiate il Dio
    e Padre del Signor nostro Gesù Cristo (Rom 15,5-6).

    ACCETTARE
    Vi scongiuro che vi comportiate in maniera degna
    della vocazione a cui siete stati chiamati,
    con tutta umiltà e mansuetudine,
    con longanimità,
    accettandovi caritatevolmente gli uni gli altri,
    impegnandovi a conservare
    l'unità dello spirito nel vincolo della pace (Ef 4,1-3).

    STIMARE
    Amatevi a vicenda di un amore fraterno;
    ritenete gli altri più degni di onore (Rom 12,10). Non sognate grandezze ma amate le cose umili. Non tenetevi sapienti ai vostri occhi (Rom 12,16).

    PARLARE
    Nessun cattivo discorso esca dalla vostra bocca,
    bensì quello buono, atto ad edificare,
    e a comunicare grazia a quelli che ascoltano (Ef 4,29).
    Deposta la menzogna, parlate ognuno al vostro prossimo secondo verità,
    perché siamo membri gli uni degli altri (Ef 4,25).

    AVERE FIDUCIA NEGLI ALTRI
    La carità scusa tutto,
    crede tutto, spera tutto,
    sopporta tutto (1 Cor 13,7).

    ESSERE ATTENTI
    La vostra carità
    più e più ancora, abbondi
    in conoscenza e pienezza di discernimento (Fil 1,9).

    ESSERE DISPONIBILI
    Ciascuno agisca secondo il dono ricevuto:
    mettetelo a servizio gli uni degli altri,
    come bravi amministratori
    della molteplice grazia di Dio (1 Pt 4,10).
    Mediante la carità,
    mettetevi a servizio gli uni degli altri.

    CONDIVIDERE
    Godere con chi è nella gioia,
    soffrire con chi soffre (Rom 12,15).

    AIUTARE
    Aiutatevi a vicenda a portare i vostri pesi:
    così adempirete la legge di Cristo (Gal 6,2).

    DONARE E RICEVERE
    Ciascuno dia
    secondo quello che ha stabilito in cuor suo,
    non di malavoglia o per forza,
    perché Dio ama chi dà lietamente (2 Cor 9,7).

    NON GIUDICARE
    Non giudichiamoci più gli uni gli altri.
    Proponetevi piuttosto di non creare inciampo o scandalo
    a danno del fratello (Rom 14,13).

    ESSERE VERI E SINCERI
    Purificate le vostre anime
    nell'obbedienza alla verità,
    per un amore fraterno senza finzioni.
    Amatevi gli uni gli altri con cuore puro,
    intensamente.
    Siate figli, rigenerati
    non da seme mortale ma da seme di Vita,
    per la Parola vivente ed eterna di Dio (1 Pt 1,22-23).

    NON DISCRIMINARE
    Fratelli miei,
    non vogliate avere
    una fede nel Signor Nostro Gesù Cristo glorificato,
    mista ad indebite discriminazioni,
    nei riguardi del vostro prossimo (Giac 2,1).

    NON CERCARE IL PROPRIO INTERESSE
    Non guardate al vostro interesse personale,
    ma piuttosto pensi ciascuno a quello degli altri (Fil 2,4).

    VOLONTÀ DI COMUNIONE
    Vi scongiuro, fratelli,
    per il nome del Signore Nostro Gesù Cristo,
    di essere tutti d'accordo,
    di non tollerare tra voi scissioni;
    ma di essere perfettamente concordi,
    in uno stesso sentimento
    e in uno stesso modo di pensare (1 Cor 1,10).

    PERDONARE ED ACCETTARE IL PERDONO
    Siate benigni gli uni con gli altri,
    misericordiosi,
    perdonatevi reciprocamente,
    come anche Dio in Cristo ha perdonato a voi (Ef 4,32).
    ll sole non tramonti sulla vostra ira (Ef 4,26).

    CORREGGERE ED ACCETTARE LE CORREZIONI
    Se qualcuno fosse colto da voi in qualche fallo,
    voi che siete spirituali,
    correggetelo con spirito di dolcezza (Gal 6,1).

    AMARE PER PRIMI
    Dio dimostra il suo amore per noi,
    per il fatto che Cristo è morto per noi,
    quando eravamo ancora peccatori (Rom 5,6).

    AMARE SENZA ESSERE AMATI
    Benedite chi vi perseguita,
    benedite invece di maledire.
    Non rendete a nessuno male per male,
    non lasciatevi vincere dal male,
    ma trionfate sul male col bene (Rom 12,14.17.21)

    AMARE PERSONALMENTE E TUTTI
    Il Signore vi conceda
    la pienezza della carità scambievole
    e verso tutti (1 Tess 3,12).

    METTERSI A SERVIZIO DEI POVERI
    L'amore fraterno perduri:
    non dimenticate l'ospitalità,
    ricordatevi di coloro che sono in prigione,
    come imprigionati con loro;
    di quelli che sono maltrattati,
    avendo voi pure un corpo (Eb 13,1-3).

    ACCETTARE L'AUTORITÀ
    Vi preghiamo, fratelli,
    di avere riguardo per quelli che lavorano per voi,
    che vi dirigono nel Signore,
    e vi guidano con i loro avvisi; tributate loro grande stima
    e una particolare carità,
    a motivo della loro funzione (1 Tess 5,12-13).


    T e r z a
    p a g i n A


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