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    Il programma educativo



    Pietro Gianola

    (NPG 1968-08/09-56)

    Il programma di lavoro di un istituto scolastico (cioè di una scuola inserita entro una più ampia, una più impegnata istituzione di educazione totale, com'è in genere la situazione degli internati e dei sempre più numerosi esternati, semiconvitti), può essere formulato, nel suo momento esecutivo, su questo modello di riferimento.

    1. Problemi di COMUNITÀ educativa

    Ormai è impegno generale del nostro sistema educativo, improntare ogni istituto, ogni sezione e classe di esso, sul modello della «comunità». Non ripetiamo cose conosciute. È sufficiente ricordare i problemi che ne derivano:
    a) preparare presso gli educatori, gli insegnanti, i giovani alunni un clima, una mentalità, una volontà e un'idea concreta tali da favorirne la nascita e lo sviluppo;
    b) avvio delle iniziative di attuazione: organizzazione dei programmi, dei metodi di unione e di attività;
    c) svolgimento dei programmi di ogni comunità;
    d) verifiche e aggiornamenti;
    e) regolamenti, orari, disciplina, rapporti, risolti in tale stile, clima, metodo.
    NB. È evidente che questo discorso avrà una formulazione propria differente, e progressiva di anno in anno, lungo lo sviluppo dei diversi anni di frequenza e scuola; tale formulazione dà origine ai dettagli del «piano annuale» di lavoro.

    2. Problemi di ETÀ evolutiva

    Meglio sarebbe dire problemi molteplici di personalità e condotta e rapporto, connessi con le fasi di sviluppo mentale, affettivo, operativo, sociale..., fino alle differenze richieste proprie di ogni irrepetibile individualità, bisognosa di una propria considerazione e di un corrispondente trattamento. Sono problemi vari:
    a) conoscenza e valutazione preventiva individuale anamnestica, bio-psicologica (intelligenza, affettività e adattamento, normalità di sviluppo, interessi, valori, atteggiamenti, condotte, rendimenti), socializzazione, orientamento e sviluppo religioso, morale, vocazionale-professionale...
    h) rilevamento e soluzione dei problemi dello sviluppo fisico, sessuale, mentale, affettivo, sociale, culturale e morale, connessi con lo sviluppo; interventi al «giusto momento»; considerazione dei casi dei sopradotati, dei soggetti in difficoltà scolastica, dei caratteriali e disadattati; trattamenti individuali...

    3. Problemi di SCUOLA (programma dell'anno)

    a) avvio e sviluppo di rapporti umani e cristiani educativi e didattici validi ed efficaci, alla base del lavoro e della disciplina;
    b) analisi dei programmi e piani di lavoro, impegno di collaborazione generosa alunni-insegnanti per assicurare buoni esiti (promozione come segno di obbiettivi conseguiti);
    c) sviluppo del metodo di apprendimento, di studio e di esercizio per ogni materia;
    d) significato e funzione delle prove e delle valutazioni (voti);
    e) coordinamento dei singoli programmi di lavoro, per un miglior profitto; integrazione reciproca delle discipline; conseguimento di obbiettivi formativo-educativi;
    f) animazione e riferimento «cattolico» di ogni disciplina: sviluppo di una coscienza e di una «vita» di fede e grazia;
    g) partecipazione corresponsabile, attiva, delle famiglie; collaborazione scolastica e continuità domestica;
    h) la scuola al centro di una più larga formazione parascolastica ed extrascolastica.

    4. Problemi di EDUCAZIONE COMPLETA

    Anche se le famiglie collaborano, anche se vi contribuiscono movimenti e gruppi giovanili esterni, ma soprattutto perché le prime non hanno tempo, capacità, volontà, e i secondi non esistono o stentano..., i nostri istituti devono preoccuparsi di integrare i programmi di formazione umana e cristiana in vista della completa formazione dei giovani per un pieno sviluppo e per un adeguato e maturo inserimento nella società civile ed ecclesiale. Consegue un lavoro:
    a) personale: guida dello sviluppo dei singoli fattori della vita bio-psicologica; cesellatura ed eventuale riadattamento del carattere; socializzazione della personalità; sviluppo sessuale; maturazione della coscienza e della padronanza morale (come fatto psicologico);
    b) socio-culturale: appartenenza, convivenza, partecipazione responsabile; informazione e comunicazione; giuoco e sport; attività di tempo libero; partecipazione e creatività culturale; solidarietà con i problemi sociali vicini e lontani; inserimento civico e politico; evoluzioni e rivoluzioni; vocazione e professione; aperture europee e internazionali; pluralismi di ogni genere...
    c) religioso-morale: introduzione e sviluppo catechetico, liturgico, sacramentale, ecclesiale, missionario, evolvendo verso la maturità adulta autonoma e definitiva; maturazione dell'opzione morale istruita, cosciente, generosa, in direzione del bene, nelle principali forme della vita fisica, spirituale, sociale, religiosa; guida alla presenza, al dialogo, alla partecipazione cristiana nell'ambito del pluralismo del mondo...

    VERSO IL PIANO DI LAVORO EDUCATIVO ANNUALE

    In conseguenza delle linee programmatiche sopra esposte, devono essere elaborati anno per anno, corso per corso, i concreti piani di lavoro.
    1. Esigono la collaborazione generosa, intelligente, psicologicamente e professionalmente matura, di tutti gli operatori e anche di qualche esperto.
    2. Il primo lavoro consiste nell'operare nel programma generale un taglio orizzontale che evidenzi e precisi la porzione di obbiettivi da conseguire nell'anno nei problemi di comunità, di età, di scuola, di educazione generale.
    3. È molto opportuna una divisione per trimestri. In genere il primo si distingue per le prese di contatto, per gli avvii, per i primi progressi in ogni campo, per concludere con il primo bilancio al suo termine. Tale bilancio è molto prezioso, se trasformato in lavoro di verifica, di esame approfondito, di partenza rinnovata per eventuali ricuperi o per sviluppi oramai bene preparati.
    Segue il secondo trimestre; tempo di lavoro intenso in ogni direzione; la collaborazione metodica secondo precisi piani di lavoro garantisce esiti soddisfacenti per quasi tutti i casi, eccetto i più difficili, che però ancora esigono un intervento «clinico» a fondo, prima di desistere.
    Il bilancio del termine del trimestre si trasforma in guida per il lavoro conclusivo del terzo: raccolta e stabilizzazione degli esiti, preparazione alla «prova di autonomia» delle vacanze e sguardo all'anno successivo.
    4. Rinuncio a ogni esemplificazione più concreta perché richiederebbe troppo altro spazio. Perciò viene fatta altrove.


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