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     Vocazione exallievo

    (giovane, almeno per ora)

    Matteo Lai *

     


    N
    on ricordo il giorno nel quale ho iniziato il mio viaggio con don Bosco, ero piccolo e i ricordi sono confusi; ho frequentato però la scuola salesiana da sempre e qui ho avuto la possibilità di formarmi e crescere così da essere, bene o male, la persona che sono.

    Non sempre il percorso è stato facile, qualche volta accidentato e faticoso, devo però riconoscere che tre persone, tre salesiani hanno guidato la mia esperienza.
    Io studente distratto e confusionario ho imparato il rigore e la precisione da don Natale, che con costanza e attenzione, tipica di un contadino, raddrizza il germoglio di una pianta che tendeva a svergolare sotto i vari venti.
    Il momento di maggiore entusiasmo e divertimento è stato durante il liceo scientifico nel quale sono davvero umanamente cresciuto. Don Gianni mi coinvolse nell’animazione delle attività della scuola, cogliendo probabilmente (come don Bosco insegnava) il punto su cui far leva e mettere me stesso in moto; ricordo delle belle estati passate con i miei amici a sistemare il caotico gabinetto scientifico, gli strani attrezzi dei laboratori di chimica e la polverosa biblioteca. Concluso il liceo, mi sono iscritto al corso di laurea in ingegneria civile, un mondo tutto nuovo, diverso e poco “salesiano”.
    Mi sono allora posto la domanda se fosse possibile vivere salesianamente usciti dalle mura della casa di don Bosco. Molti non ne vogliono più sapere nulla (anche tanti miei compagni), altri diventano animatori negli oratori, nel servizio civile, diventano cooperatori e altro. Non lo sapevo ancora, ma non era quella la mia strada. Ricevetti un sussurro all’orecchio da un salesiano che conoscevo poco, don Angelo, che insistette: “vieni a vedere gli exallievi”. Non avevo alcuna idea di cosa fossero e cosa facessero, certamente non sembravano le alumni association anglosassoni. Il “vieni e vedi” mi ha incuriosito e sono andato a vedere. Le persone e le età sono completamente differenti, mi ha però colpito il fatto che persone non più giovani si sforzino di lavorare per i giovani e con i giovani: sembrava effettivamente un forte controsenso. Ho sperimentato che non lo è!
    All’interno dell’unione di Cagliari ho maturato la mia vocazione (sì, vocazione: non è un dato di fatto che mi è "successo", ma una scelta perché mi sono sentito chiamato) di exallievo, semplice e riconoscente, consapevole che quanto ricevuto fosse un dono da testimoniare e "offrire" nella vita civile.
    Che intuizione geniale quella di don Bosco: far lievitare nella società e nella chiesa i ragazzi da lui cresciuti e testimoniare cosa vuol dire essere buoni cristiani e onesti cittadini.
    Ho lavorato nel settore giovanile dell’associazione, nella pastorale universitaria e nelle attività unionali, reinventando, cercando nuove strade di coinvolgimento. La formazione è stata fondamentale, non vi è nulla di meglio per un exallievo giovane che confrontarsi con le altre realtà d’Europa, e così è stato negli Eurogex di Malaga (2010), Scuole di leaders di Venezia (2012) e Bratislava (2013); in questi incontri si sono stretti legami di amicizia che superano i confini nazionali.
    Oggi mi ritrovo a curare le attività giovanili degli exallievi d’Italia, un’esperienza che mi fa "tremare le vene e i polsi": 16 realtà ispettoriali, oltre 200 unioni. Richiede davvero un grande impegno, che mi porta a incontrare gli exallievi nel loro territorio, in uno scambio fruttuoso e creativo, che deriva sempre dalla fedelità al carisma di don Bosco, nostro vero punto di incontro. Il compito che mi è stato assegnato è l’animazione (e qualche volta la “rianimazione”) dei giovani nelle unioni. Potrei raccontare tante esperienze che ci hanno coinvolti ed entusiasmati: i forum socio-politici, il workshop di Roma (2014) e certamente quella che faremo con tutti i giovani d’italia riunendoci in Expo per discutere dell’impegno dei giovani per la tutela del Creato.
    Ho citato tre salesiani che hanno inciso nel mio percorso, ci sarebbero tanti altri nomi. Mi basta dire che in ognuno di loro ho trovato un poco di don Bosco, e dunque sono stati tasselli fondamentali per cercare di essere un buon exallievo.

    * 25 anni, frequenta il ciclo scolastico presso i Salesiani di Cagliari, si laurea in ingegneria civile, ora è studente magistrale in ingegneria strutturale.
    Ha avuto l’incarico di animazione dei giovani exallievi della sua unione, poi per la Sardegna e ora la Federazione lo ha chiamato come vicepresidente nazionale con delega alle attività giovanili.


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