Un ambiente
semplice e ricco,
con uno che
ti prende per mano
Emanuele De Maria, (giovane) prete salesiano *
Ogni volta che passo di fronte al cancello dell’oratorio di Capocroce, a Frascati, scorgo in lontananza la statua di Don Bosco che vigila, dall’alto delle gradinate, sul cortile adiacente alla chiesa. E ogni volta mi viene da sorridere, con il cuore colmo di gratitudine, ritornando con la mente a quando, per la prima volta, entrai in quel cortile.
Avevo quasi sei anni e il cuore era pieno di gelosia: perché mia sorella, più grande di me di cinque anni, poteva iscriversi al centro estivo e andare al mare con tanti altri bambini e io no? Allora non mi restava che godermi le “briciole” della giornata estiva, attendendo che il salesiano di turno finisse la preghiera e la “buonanotte”, mentre io giocando e correndo su e giù per quel cortile, con la mamma aspettavo mia sorella.
Poi, finalmente, dopo un paio di anni anch’io superai la soglia minima di età e fui iscritto al centro estivo! Mi sentivo a casa, mi attirava la gioia che faceva da linfa alle giornate passate al mare e la confidenza tra noi bambini, gli animatori, i salesiani. Ricordo alcuni particolari di quelle giornate come se fosse ieri… il megafono, i giochi sulla sabbia bollente, il “cordone” degli animatori al momento del bagno in acqua, le buone parole e le preghiere semplici “disseminate” nel corso di tutta la giornata. Tutto quello che oggi chiamerei “spirito di famiglia”.
Tanti anni sono passati da allora, i Salesiani hanno lasciato alla diocesi quella parrocchia e quell’oratorio, ma la statua di Don Bosco continua a sorridere dall’alto delle gradinate…
E soprattutto Don Bosco ha continuato ad accompagnare le mie giornate. All’inizio della prima media ho infatti cominciato a frequentare la scuola salesiana di Villa Sora, a Frascati, dove sono rimasto come allievo per otto anni, fino alla maturità classica, per poi continuare a frequentare la scuola come animatore dei ragazzi più piccoli.
Sono stati anni in cui, con tutti gli alti e bassi del caso, sono cresciuto come uomo e come cristiano. Don Bosco è rimasto una costante negli anni, attraverso i salesiani che con pazienza mi sono stati vicini, condividendo tanta strada con me. La loro testimonianza, il loro modo di stare con noi, sono stati il “libro” più importante per conoscere meglio Don Bosco.
Nell’ordinario quotidiano, giorno dopo giorno, respiravo lo stile salesiano e mi sentivo a casa. Non solo negli aspetti più visibili, quali la gioia, l’allegria, lo spirito di famiglia, ma anche e soprattutto in quelli più profondi: la preghiera fatta in semplicità, lo zelo per il bene dei giovani, la passione per Gesù…
È stato questo insieme che mi ha conquistato, è stata la bellezza dell’ambiente salesiano. E in tale ambiente, semplice e ricco allo stesso tempo, Don Bosco mi ha preso per mano e mi ha condotto a Gesù: il regalo più bello e più prezioso che mi potesse fare.
* Nato nel 1981 a Rocca Priora; salesiano dal settembre 2006 e sacerdote dal giugno 2014; dal settembre 2014 al Sacro Cuore di Roma incaricato dei servizi pastorali con i gruppi giovanili e i rifugiati politici. Ho avuto la fortuna di compiere gli studi di teologia a Gerusalemme.